Alessandro Farnese (Paolo III)

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  1. marie.
     
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    Cardinale:

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    Papa:

    rQ228


    CITAZIONE
    Ci si può solo immaginare cosa avvenne per Roma allorché Alessandro VI Borgia, nel 1493, concesse ad Alessandro Farnese, fratello di Giulia «La Bella», il cappello cardinalizio. Non ci si faceva scrupolo, per la città, di far risalire ai maneggi amorosi di Giulia con il papa-amante, l’onorificenza concessa al fratello, e Pasquino -mai tenero- questa volta tuonò in modo inequivocabile anche contro l’altro cardinale Ippolito d’Este, anch’esso insignito per i «meriti» della procace Adriana Mila: Alessandro, tu devi a tua sorella / Giulia il cardinalato, ché la gonna / alzò, e tu, Ippolito, a madonna / Adriana, che un tempo fu sì bella.

    La mordace quartina sui «cardinale della gonnella» venne di gran lunga superata dal commento caustico della gente che, con un maligno gioco di parole appellava Alessandro, «il Cardinal Farnese» come «Cardinal Fregnese». Questo momento particolarmente chiacchierato della vita del nostro Alessandro non condiziona comunque, il favorevole giudizio espresso su di lui e sul suo papato da molti storici, anche da parte avversa. Alessandro era nato il 28 febbraio 1468 nella Rocca di Canino, probabilmente già fatiscente. I Farnese abbandonarono questa residenza, per la Rocca di Valentano, appena qualche anno dopo la nascita di Alessandro e, nel 1630, Benedetto Zucchi, all’epoca potestà di Capodimonte, conferma questa nascita e scrive che a Canino si vedeva “il sito della sua casa, dove nacque, cascata”.

    Formatosi alla scuola dell’umanista Pomponio Leto a Roma e nell’Accademia di Lorenzo dei Medici a Firenze, dal 1487 al 1489, Alessandro mostrò subito quelle qualità che lo avrebbero portato ad occupare posti di rilievo nel potere civile ed ecclesiastico. Viene descritto di intelletto penetrante, di fine educazione, abile e saggio in diplomazia, di maniere distinte e concilianti; ma fu anche di spirito ribelle e turbolento tanto che, diciannovenne, per ordine dello scandalizzato Innocenzo VIII, venne rinchiuso nelle segrete di Castel Sant’Angelo per aver offeso gravemente l’onore della madre ingiustamente accusata di una relazione adulterina. Uscì comunque presto di prigione e l’avvenimento venne dimenticato. Prima di ricevere la dignità cardinalizia Alessandro era stato nominato, nel 1491, segretario e notaio apostolico; poi nel 1494, legato del Patrimonio di 5. Pietro in Tuscia, quindi, nel 1499, Vescovo di Corneto e Montefiascone, pur non essendo ancora sacerdote. Mentre Alessandro è in giro per l’Italia a ricevere cariche ed onori, Giulia «la Bella» divide il suo tempo fra il Castello di Bassanello, feudo del marito Orsino Orsini, e le stanze del Vaticano e Girolama è ormai a Firenze felicemente sposata a un Pucci di quella città, Angelo, il più grande dei figli di Pier Luigi (morto nel 1489), dopo aver intrapreso l’arte militare, riveste il ruolo di «capo della casata» e lo ritroviamo dedito alla cura dei possedimenti familiari, ormai stabilmente insediato nella Rocca di Valentano da lui trasformata in una splendida residenza con la creazione di un artistico cortile con colonnato inferiore e loggia superiore, coperta a tetto. Questa costruzione si lega strettamente al matrimonio celebrato con Lella di Nicola Orsini di Pitigliano, avvenuto nel 1488. Sui capitelli del colonnato, oltre alle armi delle due famiglie, sono scolpiti gli auguri di fertilità e prosperità per la coppia con la rappresentazione allegorica della fioritura del giglio farnesiano e la decorazione a trofei. Lella Orsini è passata alla storia come «eroina dell’amore coniugale» perché, dopo la morte prematura del marito avvenuta a Capodimonte nel 1494, fedele al giuramento prestato al momento del matrimonio, vestì l’abito di San Francesco e si rinchiuse, monaca di clausura nel Monastero delle Murate di Firenze. È questa una commovente «storia d’amore», espressione di un «amor sacro», profondo e radicato, in un momento in cui il termine di paragone rimaneva l’«amor profano» di Giulia, sua cognata, con Alessandro VI.

    Alessandro Farnese, benché fosse ritenuto una creatura di papa Borgia s’era saputo imporre nel difficile e tortuoso cammino della diplomazia romana. Giulio II, successore e avversario del Borgia, aveva subito apprezzato il Farnese e lo aveva portato dalla sua parte insignendolo della più elevata carica di Legato della Marca di Ancona (1502).

    Il Farnese fu comunque un figlio del suo tempo e non fu immune da “illecite relazioni”. Da quella intrecciata con Silvia Rufini, vedova del tarquiniese Giovanni Battista Crispo e madre del card. Tiberio, ebbe alcuni figli: Pier Luigi (1503) e Paolo (1504), legittimati nel 1505 proprio da Giulio II, Ranuccio e Costanza.

    Il 1509 fu per lui una tappa fondamentale del suo ravvedimento morale: nominato vescovo di Parma, la visitò nel 1516, ne indisse il sinodo diocesano nel 1519 e vi celebrò, nel giorno di Natale di quell’anno, la sua prima messa dopo l’ordinazione sacerdotale che rappresentò la completa rinascita non solo dell’uomo ma del cristiano. Il suo sacerdozio costituì quel cambiamento di mentalità e di disciplina teso alla purificazione dei costumi e che il Concilio di Trento, da lui voluto, farà proprio nel quadro generale della Riforma cattolica.

    Allorché il 13 ottobre 1534 per Roma si diffuse la voce dell’elezione di Alessandro, Papa con il nome di Paolo III, molta fu la gioia dei romani, essendo da essi ritenuto un figlio della città eterna, benché sulla statua di Pasquino non mancasse di apparire la solita, malevola satira: Roma era in mano ai Medici per fiera malattia / ora di male in peggio caduta è in Farnesia.

    Molti dubbi si nutrivano pure sulla salute del sessantasettenne pontefice, tanto da far scrivere all’ambasciatore del Duca di Mantova a Roma una considerazione che girava per la corte pontificia: «Credo che per puochi giorni o mesi haveremo Papa, perché costui è vecchio, mal conditionato e afflitto et molto declinato». Ma questo «vecchio, d’una vecchiezza malaticcia e forte al tempo stesso» doveva smentire tutti questi dubbi perché morirà nel 1549, all’età di ottantadue anni, dopo quindici fecondi anni di pontificato, significativi per la Chiesa di Roma e per il mondo artistico e culturale del tempo, tanto da essere ricordato come l’ultimo grande papa del Rinascimento.

    xx

    Sulla prigionia Wikipedia scrive:

    CITAZIONE
    Nonostante l'impegno nello studio, la sua vita era fatta di stravizi e bagordi (era amante soprattutto delle donne e del vino) per cui la madre, preoccupata per la carriera futura del figlio decise di chiudere i cordoni della borsa. Alessandro giurò, allora, vendetta alla madre.

    Non è dato sapere con precisione cosa avvenne, ma la cosa certa è che finì nelle segrete di Castel Sant'Angelo. Forse Alessandro fece rinchiudere la madre sull'Isola Bisentina per convincerla a fornirgli il denaro di cui necessitava, in ogni caso, ella riuscì a far pervenire un messaggio al Papa, che fece arrestare e mettere in prigione il figlio. Alessandro rimase in carcere per un periodo di tempo piuttosto lungo, ma uno zio, dopo aver corrotto una guardia, lo fece evadere.

    Il Papa non fu entusiasta dell'accaduto, ma decretò solamente che il ragazzo dovesse stare lontano da Roma per un certo periodo di tempo. Per salvare la faccia della famiglia questo allontanamento non doveva sembrare un esilio, così venne colta l'occasione per mandare il giovane a proseguire gli studi presso la corte di Lorenzo il Magnifico, dove poté assistere alle lezioni di Marsilio Ficino, conobbe Pico della Mirandola e incontrò il fior fiore dei rampolli della nobiltà italiana, futuri papi, re, duchi, cardinali, artisti, letterati e poeti.

    CITAZIONE
    On the morning of 13 October 1534, by a single formal scrutiny, thirty-five cardinals elected to the Apostolicle See the aged Alessandro Farnese, who had been made a cardinal some forty years before (in 1493) by Alexander VI, who had good reason to look benignly on him. […] A wily diplomat, Farnese had managed to get along with six popes […] In the brief conclave that had him elected, he was almost the only significant figure in the Sacred College whom both the Imperial and the French parties found accettable for elevation to the Papacy. […] Paul III remains a most interesting figure. With the insight of old age if not the inspiration of religious hardour, he was a reforming pope, initiating in fact the great era of Catholic Reformation. The Papacy and the Levant, 1204-1571, by Kenneth Meyer Setton

    x

    CITAZIONE
    Alessandro Farnes's situation does not appear to have improved appreciably during the remainder of Alexander VI's reign although he occupied a prominent place in ceremonies. He was deeply mortified by his sister's connection with the pope, which (except for his creation as a cardinal) certainly proved to be more of a disadvantage to him than an asset for many years. Farnese had to make his own way.

    Da "The Papacy and The Levant 1204-1571"

    Paolo III e sant'Ignazio di Loyola

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    Paolo III nomina il figlio Pierluigi duca di Parma e Piacenza, 1687-1688 (Musei Civici di Palazzo Farnese, Piacenza)

    8251_OP962_AU13435


    Paolo III approva l'ordine dei Cappuccini

    P3_OFMCap


    Paolo III ispirato dalla fede a convocare il Concilio di Trento

    paolo_III_ispirato_concilio

    Moneta

    8693910_1


    Nella basilica di Santa Maria in Ara Coeli cioè la chiesa dove si è sposato Totti

    paolo_aracoeli_1 paolo_aracoeli_2



    Edited by ‚dafne - 29/1/2016, 13:39
     
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    CHE GRANDE , PURE DA VECCHIO HA UNA FACCIA SIMPATICA!

    Però l'è pure vero che poi è andato a fare il bellino con il sodomita di un della rovere...
     
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  3. marie.
     
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    Sarò paranoica, ma a me pare che lui da giovane e la presunta Giulia si assomiglino.
     
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    E' vero si assomigliano...la forma del viso e anche il naso....
     
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    'Sti storici son proprio strani, quante pippe si fanno. Chiamassero me che son fisionomista...
     
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    CITAZIONE (‚dafne @ 16/9/2011, 15:31) 
    'Sti storici son proprio strani, quante pippe si fanno. Chiamassero me che son fisionomista...

    Mi sembra COSA BUONA E GIUSTA.
     
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    Io l'ho sempre adorato, sarà pe la su faccia simaptica, eprchè è vissuto tanto e ne ha viste di cose, sarà eprchè a modo suo è entrato nella letteratura, ma lo adoro.

    Detesto senza possibilità d'appello il figlio Pierluigi, un gradasso pervertito e brutale che in un'occasione mise in imbarazzo tutta la famiglia
     
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  8. marie.
     
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    CITAZIONE
    Io l'ho sempre adorato, sarà pe la su faccia simaptica, eprchè è vissuto tanto e ne ha viste di cose, sarà eprchè a modo suo è entrato nella letteratura, ma lo adoro.

    Sì guarda, mi piace perchè è un esempio di nonchalance. Diventa cardinale per la sorella ma poi è un Papa coi fiocchi.
    Poi ho adorato Peter O'Toole nei suoi panni nei Tudor XD e ho studiato i ritratti di Tiziano al liceo.
     
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    Il ritratto con i nipoti è uno dei miei preferiti, e tra loro preferisco l'omonimo.
    Invece non sopporto il figlio, ma lui.... lo adoro, sarebbe bello se alla fine dedicassero uno spinn of alla famiglai farnese LOL
     
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  10. marie.
     
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    Il nipote omonimo è proprio carino, e poi famosissimo *anche se non so perchè*
    Beh ma mi incuriosisci con 'sto Pierluigi, racconta. ù_ù

    I ritratti:

    je0s6s Kj4u1s



    Edited by marie. - 18/9/2011, 17:01
     
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    L'avete voluto voi.

    Allora, Pierluigi era gay, e passi. Già una volta era finito nei guai con gli Este a causa di un domestico del cardinale Ippolito, il figlio di Lucrezia

    Nel 1537, passando per Fano Pierluigi fece quello che lo rese tristemente famoso, ossia stuprò il 24enne vescovo della città Cosimo Gheri, che morì pochi mesi dopo, qualcuno disse per la vergogna.
    Paolo III chiudeva tutti e due gli occhi di fronte al figlio, ma investì motlissimo sui nipoti, preferendo il nipote Ottavio a Pierluigi.
    Dimenticavo, all'assedio di Manfedonia nel 1528, a cui partecipava anche il fratello Ranuccio ma da parte avversa, si disse che il suddetto Ranuccio fosse stato ucciso proprio da Pierluigi.
     
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  12. marie.
     
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    Ah vabbè, uno scapestrato proprio...
     
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    scapestratissimo, ma era il primogenito, suo apdre lo adorava, ergo se la scapponava sempre, almeno finchè nel 1547 non l'hanno ammazzato
     
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  14. marie.
     
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    Perchè mi suona come Juan? mexicano
     
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    non sei l'unica, sappilo, ma qui si sa con assoluta certezza chi furono gli assassini, anche perchè Paolo III li denuncio in aperto concistoro.
    ci sarebbe una pasquinata sulla mrote di pierluigi, devo solo ritrovarla
     
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67 replies since 16/9/2011, 10:24   2359 views
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