Il mistero di Pinturicchio: Giulia Farnese e il Bambin Gesù delle mani

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    La Madonna potrebbe essere Giulia:

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    Roma - La caccia è finita. E il Vasari, tanto bistrattato in questo caso, aveva ragione. Finita la caccia a un dipinto su muro che sfuggiva da cinque secoli agli storici dell'arte bravi, ma non fortunati, dalla storia quanto mai scandalosa e quindi quanto mai stuzzichevole. Per i personaggi coinvolti (papa Alessandro VI Borgia, anni 62, e la favorita Giulia Farnese, sulla ventina); per il luogo in cui era stato dipinto (le stanze private dell'appartamento del papa in Vaticano); per la rappresentazione blasfema o, come si dice oggi, "trasgressiva", peggio delle prostitute del Caravaggio (la Madonna col volto di Giulia, o presunta tale, ma non importa, e il papa ai suoi piedi); per l'artista che l'aveva dipinto (il grande umbro Bernardino di Betto, il Pinturicchio, al cui nome è tutta la decorazione sontuosa e raffinata dell'appartamento).

    Il dipinto è quello che il Vasari nelle "Vite" del 1568, nella biografia del pittore perugino (punteggiata di frecciatine velenose) aveva descritto in questa maniera: "Ritrasse, sopra la porta d'una camera, la signora Giulia Farnese nel volto d'una Nostra Donna; e nel medesimo quadro la testa di esso papa Alessandro che l'adora". Vasari dava forse per scontato che la Nostra Donna avesse fra le mani il Bambino, ma in ogni caso le sue ultime parole facevano diventare quel dipinto di un significato esplosivo. Per di più il papa accarezza un piede del Bambino, altro gesto fuori da ogni regola, perché concesso solo al più anziano dei re Magi e a Santa Caterina nelle nozze mistiche. Insomma ce n'era anche troppo affinché quel dipinto, per fortuna non grande, morto papa Borgia nel 1503, fosse nascosto sotto una pesante stoffa inchiodata con una serie infinita di chiodini e sulla quale era stata sistemata una rassicurante "Madonna del Popolo".

    La dirompente descrizione del Vasari del dipinto sul muro è stata anche la ragione di pesanti dubbi sulla sua veridicità: il dipinto non saltava fuori (anche perché cercato in scene di Pinturicchio o in punti dell'appartamento in cui non poteva essere). La conclusione diffusa degli storici dell'arte era che Vasari (che già nelle "Vite" ha commesso errori) si era sbagliato o confuso e che probabilmente non era neanche mai entrato negli appartamenti di papa Borgia accontentandosi di riferire una delle tante voci sui tanti scandali del papa di Valenzia. Ma Nucciarelli osserva che il Vasari era stato addirittura preceduto da altri due cronisti che sulla stessa notizia avevano dato particolari diversi, aggiuntivi.

    Uno è Stefano Infessura che nel cinquecentesco "Diario della città di Roma" precisa che il dipinto è nel cubicolo, il breve corridoio che porta alla camera da letto del papa. Il secondo è Rabelais (proprio l'autore di "Gargantua e Pantagruel") in una lettera del 1536 dopo essere stato a Roma. Bisogna quindi rendere giustizia a Vasari che sarà ancora più rivalutato dal carteggio del 1612 del duca di Mantova con il suo legato a Roma e definitivamente con quello che sarà scoperto a Mantova.

    Ora infatti la caccia è finita perché il Bambino del Pinturicchio nel novembre 2004 è stato intercettato sul mercato antiquario o meglio da un antiquario, ad opera di un professore dell'università di Perugia (Franco Ivan Nucciarelli, cattedra di iconologia) che ha convinto all'acquisto (cifra riservata) il gruppo industriale perugino Margaritelli che lo ha affidato per custodia, studi e analisi alla Fondazione Guglielmo Giordano e questa, dopo il restauro, l'ha presentato a Roma.

    articolo intero

    CITAZIONE
    From a private collection, an unpublished painting by Pinturicchio in the Borgia apartments at the Vatican re-emerges after more than 500 years, and is able to reveal the mystery of a unique Renaissance event.

    The rediscovery of this unpublished work by Pinturicchio, only known previously by means of historians' indications, is an event of great significance for the world of art. Part of a fresco created in about 1492 in the Borgia Apartments at the Vatican, which then mysteriously disappeared – and has been so greatly searched for over the centuries to the point that it has been believed to never exist – the painting in question represents the corner stone of this most unique composition.

    This painting portrays a blessing Baby Jesus of incomparable beauty, delicately held by three hands which reveal an intimate connection to other enigmatic characters, just out of the picture.
    Hence the name: Bambin Gesù delle Mani.
    The work, recently acquired by the Margaritelli Group and then entrusted to the Guglielmo Giordano Foundation to promote its study and to make it known, was presented in preview to the press on Monday the 19th of June 2006 at Rome, at the Civita office, by Franco Ivan Nucciarelli, a Pinturicchio scholar, who is responsible not only for launching the painting onto the international antique circuit, but also for the meticulous reconstruction of its impressive historical and artistic itinerary, and by Claudio Strinati, Head of the museum system of Rome.

    The absolute preview of the work provided the occasion to trace the fascinating story of this lost fresco, a unique witness to an intriguing and scandalous Renaissance occurrence, whose protagonists are Pope Alessandro Borgia and his lover Giulia Farnese, which is the reason why this work was initially condemned to be destroyed, and then – saved only by the strength of its irresistible beauty – was simply destined to oblivion. The work re-emerges only now from this condition, thanks to an impressive series of concomitances which seem to wish to demonstrate how powerful the unpredictable influence of fate is – in determining both the human course of events and the history of art.

    pinturicchio.org

    CITAZIONE
    A fresco painting by a Renaissance master which once decorated the bedroom of Pope Alexander VI in the Vatican has gone on show in Rome.

    A leading Italian art historian and curator says he has documentary proof that it was once part of a much larger painting depicting the aged Pope kneeling in front of his youthful mistress, Giulia Farnese.

    This is an unusual example of "damnatio memoriae" - a Latin phrase meaning "damnation of memory".

    It refers to a custom dating back to antiquity - the attempted removal of a famous person from the historical record for reasons of dishonour.

    [...] There are five hands shown on the painting. Professor Franco Nuccirelli from Perugia, the curator of the exhibition, who rediscovered the painting, told me he believes that two of the hands belong to the missing figure of the Virgin Mary, who clasps the child gently around his waist.

    The child has one hand raised in a blessing and holds a golden orb surmounted by a cross in the other. The fifth hand, according to Prof Nuccirelli, is that of the missing figure of Pope Alexander himself. His hand gently fondles the child's right foot.

    We know exactly what the picture in the Pope's bedroom looked like. It was copied by a 17th-Century artist called Pietro Facchetti while still in situ.

    This copy is now in the possession of another Roman noble family. Prof Nucciarelli's proof that this fragment belongs to the lost masterpiece of Pinturicchio looks very convincing.

    The famous art historian and scholar Giorgio Vasari, writing in the second edition of his Lives of the Artists in 1568, mentioned that Pinturicchio's painting was "over the door of a room in the Apostolic Palace".

    It was, said Vasari, "a portrait of Signora Giulia Farnese with the countenance of Our Lady, and in the same picture the head of Pope Alexander adoring her".

    bbc news

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    Edited by ‚dafne - 21/5/2017, 13:33
     
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  2. fiammetta_michaelis
     
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    io invece la conoscevo, e devo ammettere che il prof. è stato molto bravo :) comunque tutta la vicenda è davvero affascinante.. sarebbe davvero bello poter ritrovare il volto di Giulia (si dice che sia in collezione privata), poichè ad oggi si possiedono solo presunti ritratti.
     
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  3. marie.
     
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    devo ammettere che il prof. è stato molto bravo

    Non immagini quanto te lo invidio XD io quel poco che sapevo dei Borgia prima della serie l'avevo imparato in letteratura con Machiavelli, Bembo e Ariosto -.-''
     
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  4. fiammetta_michaelis
     
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    ma io non conosco questo professore XD lessi l'articolo un bel po' di tempo fa, era una considerazione generale :D
     
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  5. marie.
     
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    Abbè, pensavo ti riferissi al prof con cui hai studiato a scuola XD
     
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  6. fiammetta_michaelis
     
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    no XD
     
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    pope
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    Al di là di tutto questo piccino è veramente stupendo

    4UVOC
    (clicca per ingrandire)

     
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  8. Julia_Katina
     
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    come sono bravo X°D


    ma non si conoscono le dimensioni? che poi ho cercato immagini che si vedano bene, come quella di sopra, nel complesso o almeno su Alessandro o Giulia....ma nulla :\
     
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  9. marie.
     
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    Riguardo le dimensioni viene incontro Wikipedia:

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    Il Gesù Bambino delle Mani è un affresco frammentario staccato a massello (48,5x33,5 cm) di Pinturicchio

     
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    Ma torniamo ora al punto da cui abbiamo esordito: ossia all’indecente affresco del Pintoricchio, che avevamo lasciato sepolto sotto un drappo di stoffa, drappo sollevato solo per un attimo dall’occhiuto Fachetti, lo zelante artista-paparazzo al soldo dei Gonzaga. Scoop fachettiano a parte, la conferma dell’esistenza dell’opera è nella testimonianza dell’immancabile Vasari, che aveva parlato di un dipinto “scandaloso” in cui il maestro umbro aveva ritratto “la signora Giulia Farnese nel volto d’una Madonna; e nel medesimo quadro la testa di esso papa Alessandro, che l’adora”.

    Che fine ha fatto questa scomoda pittura? Sarebbe stata cancellata per volontà di Fabio Chigi, pontefice dal 1655 con il nome di Alessandro VII, “per evitare velenosi paralleli - spiega Romualdo Luzi – tra lui e il suo tanto chiacchierato predecessore Alessandro VI. Al momento della distruzione furono salvate le figure del Bambino e della Madonna poi consegnate ai Chigi, familiari del papa, che le hanno conservate nel tempo”.

    Ed ecco il colpo di scena: di recente il lacerto con il Divino Infante, ribattezzato il Bambin Gesù delle mani, è tornato alla luce, comparendo sul mercato antiquario. Non così, sino ad ora, quello con la Vergine dal viso di Giulia la bella. Ma non bisogna disperare.

    L’amante del papa sorpresa dal paparazzo Pintoricchio
     
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    Cortina, apertura con sorpresa: c'è anche un Pinturicchio

    Al via la stagione nella regina delle Dolomiti. Ma non c'è solo neve, lusso e moda. Quest'anno, oltre alle piste innevate, è protagonista anche l'arte: con la mostra dedicata a un'opera prestigiosa del grande autore del Quattrocento

    Cancelletti aperti: parte la stagione bianca. Sabato 28 novembre inizia il primo weekend sulla neve a Cortina d'Ampezzo, che inaugura con l'apertura dei primi impianti nella ski area Faloria, in attesa della prima edizione della Coppa del Mondo di Snowboardcross, in calendario il 18 e 19 dicembre proprio su quelle piste. Con il ponte dell'Immacolata, poi, apriranno quasi tutti gli altri impianti. Ma prima di arrivare a quella data, il programma nella regina delle Dolomiti si preannuncia ricco di eventi e appuntamenti da non perdere, e non solo per appassionati di sport e montagna.

    Si inizia con l'arte. Dal 1 dicembre, infatti, si potrà ammirare un capolavoro di raro prestigio. Nel centralissimo Museo d'Arte Moderna Mario Rimoldi, con la cura di Franco Ivan Nucciarelli, inaugura la mostra "Pinturicchio. Il Bambin Gesù delle Mani", che rimarrà allestita fino al 31 gennaio 2016, svelando al pubblico la "scandalosa" opera Il Bambin Gesù delle Mani. Il dipinto di Bernardino di Betto, che è il vero nome del pittore che noi conosciamo come Pinturicchio (soprannome dovuto alla piccola statura dell'artista), è un capolavoro dell'arte rinascimentale realizzata in Umbria. L'artista, infatti, nacque a Perugia, in una data non ben definita tra il 1454 e il 1460 (morì a Siena nel 1513) e la sua opera ora in mostra è passata alla storia anche per la sua genesi storica, avvolta nel mistero, persa tra gli enigmi degli appartamenti di Papa Alessandro VI Borgia (1431- 1503), che fu uno dei più discussi pontefici della storia, nonché committente dell'opera del Pinturicchio. Fu in principio un affresco: quel che vediamo ora è solo un frammento staccato a massello (di 48,5 per 33,5 centimetri) databile al 1492 circa.

    Venne raffigurata l'adorazione della Madonna con Bambino da parte del Papa, un soggetto classico per i tempi, se non fosse che il volto femminile coincise con quello di Giulia Farnese. Un nome che oggi non suggerisce nulla ma, all'epoca, era sulla bocca di tutti per una presunta relazione d'amore ovviamente proibita con il pontefice. L'opera è ora visibile grazie alla Fondazione Guglielmo Giordano (che si trova in provincia di Perugia, a Villa Spinola, sede del Gruppo Listone Giordano, dove il quadro è conservato) che riaccende l'attenzione su questo lavoro già prestato ad alcuni dei più importanti musei del mondo, come il Guggenheim di New York o il Musèe Maillol di Parigi.

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10 replies since 21/3/2011, 12:53   1052 views
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