Federico II di Prussia

un protagonista del XVIII secolo

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    Leggendo un libro sugli Hohenzollern, che racconta la storia della famiglia fino al declino, ("Gli Hohenzollern" di W.H. Nelson), sono rimasta incuriosita dalla figura di Federico II di Prussia, anche detto Federico il Grande.
    Ribattezzato dai suoi soldati "Der Alte Fritz" (il vecchio Fritz), fu una delle personalità di spicco del XVIII secolo. Re filosofo, intellettuale e musicista, fu anche un grande stratega e condottiero militare, vero artefice della potenza prussiana.

    Era nato a Berlino il 24 gennaio 1712 . Suo padre era il secondo re di Prussia, Federico Guglielmo i, la madre era Sofia Dorotea di Hannover, figlia del re d'Inghilterra Giorgio I. Federico ebbe una giovinezza infelice, segnata dal forte scontro con il padre. Quest'ultimo era noto come il "re Sergente", era un convinto militarista, teneva fortemente al suo esercito (aveva istituito il reggimento dei granatieri di Potsdam, detti i "giganti", perché dovevano rigorosamente essere alti più di 1,88); era un uomo rude, dedito all'alcol, violento e collerico. Voleva che suo figlio fosse educato come un soldato, che gli fosse insegnata soltanto la storia degli ultimi secoli,che si evitasse l'insegnamento del latino e della poesia. In realtà aveva ricevuto dal padre Federico I una formazione raffinata, ma aveva rifiutato quel tipo di educazione, che riteneva un'inutile perdita di tempo.
    Ma Federico manifestò subito una grande propensione per la poesia e la musica. Leggeva di nascosto romanzi francesi, con la complicità della sorella Guglielmina, a cui fu sempre legatissimo, e addirittura imparò a leggere testi in italiano; riuscì anche a costruirsi una biblioteca segreta in una casa presa in affitto vicino al palazzo reale. Era elegante, raffinato, amava il francese (lingua che userà per tutta la vita; diceva che parlava un tedesco "da cocchiere"), si pettinava alla francese, con il viso incorniciato da riccioli morbidi. Amava suonare il flauto e fu anche un compositore; lui e la sorella Guglielmina si divertivano a improvvisare duetti col flauto e con il liuto.
    Federico manifestava insofferenza per la caccia e per la vita militare, due attività che per il padre erano fondamentali; definiva l'uniforme "un sudario" e quando andava a caccia si portava dietro il suo amato flauto per suonarlo quando il padre non lo vedeva, e libri da leggere. Il padre era sempre più disperato nel vedere il figlio crescere in un modo che riteneva sbagliato, non lo comprendeva, gli vietava di leggere e di imparare il latino e lo sottoponeva a costanti umiliazioni e maltrattamenti, spesso picchiandolo anche in pubblico. Emblematico è l'episodio in cui mentre gli faceva una ramanzina, a tavola, iniziò a battere colpi sul suo orecchio, e preso dalla foga, prese a picchiarlo davanti a tutti, a tirargli capelli e lanciare piatti. Spesso lanciava piatti a Federico e Guglielmina, "i figli degeneri". Riteneva Federico un buono a nulla e una volta giunse ad affermare, esprimendo tutto il suo disprezzo per il figlio: "Se fossi stato trattato così da mio padre, mi sarei fatto saltare le cervella, ma tu non hai nemmeno il coraggio di fare questo."
    La situazione con il padre diventava ogni giorno più pesante. Federico, stanco dei maltrattamenti, scrisse al padre per riconciliarsi con lui, ma per tutta risposta ricevette una lettera in cui il padre si riferiva a lui in terza persona, come si usava con gli inferiori e gli diceva: "La sua testa ostinata e malvagia, che non ama suo padre. (...) egli si disonora non essendo capace di montare a cavallo come si deve, né capace di colpire un bersaglio, e inoltre è, anche nella persona, motivo di offesa, perché si acconcia i capelli come uno sciocco e non se li fa tagliare, e io l'ho rimproverato di ciò almeno un migliaio di volte. Inoltre egli è arrogante, presuntuoso e superbo..."
    Persa ogni possibilità di farsi comprendere dal padre, Federico nel 1730 decise seriamente di fuggire, e organizzò un piano per recarsi in Inghilterra dallo zio Giorgio II, insieme ai suoi più cari amici, il tenente Katte e il paggio di corte Keith. Il piano doveva essere messo in atto mentre Federico accompagnava il padre in un viaggio in Germania, ma fu subito scoperto dal padre, il quale, adiratissimo, imprigionò Federico nella fortezza di Kustrin. Keith riuscì a fuggire, ma Katte venne catturato e fu decapitato di proposito nel cortile della fortezza, di modo che Federico potesse vederlo. Il giovane, addolorato per la sorte dell'amico, non resistette a quella vista e svenne.Piegato completamente alla volontà paterna, gli fu risparmiata la vita per intercessione dell'imperatore Carlo IV d'Austria e di altre corti europee. Federico Guglielmo temeva infatti che il tentativo di fuga fosse parte di una congiura ordita contro di lui e per questo aveva all'inizio pensato di far giustiziare il figlio.
    Nel 1733 Federico si sposò con Elisabetta Cristina di Bruswick-Wonfelbuttel-Bevern, con cui non ebbe un bel rapporto e da cui non ebbe figli.(per la sua indifferenza verso le donne si vociferò che fosse omosessuale). In quegli anni scrisse due opere filosofiche, "l'Anti-Machiavel" e "Considérations sur l'état présent du corps politique de l'Europe". Nell'Anti-Machiavel (Anti-Machiavelli) si opponeva all'idea del "fine giustifica i mezzi" e dichiarava che un principe doveva essere il primo servo del suo stato. "È dunque la giustizia, si sarebbe detto, che deve rappresentare lo scopo principale di un sovrano, è dunque il bene dei popoli che governa che egli deve anteporre a qualsiasi altro interesse. A cosa portano allora tutte quelle idee di interesse, di grandezza, di ambizione e di despotismo? Possiamo concludere che il sovrano, ben lungi dall’essere il padrone assoluto dei popoli che sono sotto il suo dominio, per quel che lo concerne non ne è che il primo servitore.» E ancora:«La storia dovrebbe eternare solo il nome dei principi buoni e far cadere nell'oblio quello dei malvagi, con la loro indolenza, i loro delitti e le loro ingiustizie.» Celebre è anche la sua frase "la corona è soltanto un cappello che lascia passare la pioggia." Fu anche in contatto epistolare con il filosofo Voltaire , che ammirava, durante tutto il suo regno e altri filosofi illuministi dell'epoca.
    Alla morte del padre nel 1742 Federico divenne re di Prussia come Federico II. Una volta salito al potere abolì la pena di morte (certo nella decisione influì la traumatica vicenda di Katte), introdusse la libertà di stampa (limitata) e la tolleranza religiosa (dal canto suo fu sempre indifferente alla religione). Favorì le industrie e il commercio, incoraggiò le arti e fece edificare la residenza di Sans-Souci a Potsdam ("Senza preoccupazioni"). Istituì l'istruzione elementare obbligatoria ,un nuovo codice civile ispirato al diritto romano e portò allo splendore l'Accademia di Berlino.
    A sorpresa il principe filosofo e musicista, si rivelò anche un ottimo stratega e condottiero. Appena salito al trono approfittò della morte dell'imperatore d'Austria Carlo VI, per contestare l'ascesa al potere di Maria Teresa (sancita dalla Prammatica Sanzione che permetteva ad una donna di diventare imperatrice). Federico combatté contro l'Austria in due guerre per il possesso della Slesia e alla fine, nonostante dovette riconoscere l'autorità di Maria Teresa e del marito Francesco Stefano, riuscì ad ottenere la Slesia in cambio. In seguito fu impegnato nella Guerra dei Sette anni (1756-63), al fianco dell'Inghilterra contro Francia, Austria, Russia, Spagna. Inizialmente subì la sconfitta di Kolin, ritrovandosi con gli austriaci in Slesia e a Berlino,e i russi pronti a marciare sulla Prussia Orientale. Ma riuscì ad evitare il peggio con la vittoria di Rossbach sui francesi e Leuthen sugli austriaci. Grazie alla morte dell'imperatrice di Russia Elisabetta, stipulò la pace con la Russia (il nuovo zar, Pietro III era un suo grande ammiratore). Con la vittoria di Friburgo nel 1763 Federico riuscì a sconfiggere gli altri avversari e a recuperare i territori perduti. Negli ultimi anni si dedicò al consolidamento dello stato e ad introdurre le riforme. La morte lo colse il 17 agosto 1786. Espresse il desiderio di essere sepolto a Sans-Souci accanto alle sue nove cannette, desiderio che venne esaudito soltanto nel 1991, 205 anni dopo la sua morte.
    Federico il Grande è una figura che ha a lungo diviso gli storici, nonché i suoi contemporanei. Considerato da alcuni nient'altro che un autocrate (Alfieri lo definì "il prusso tiranno" e si disse lieto di non essere suo suddito), da altri esempio del monarca illuminato, per le sue riforme e per la vicinanza ai filosofi dell'epoca.



    Dipinto in cui Federico II si esibisce con il flauto:


     
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