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Io neanche sono potuta andare a vederlo e non so se lo farò, visto che cherclarice mi ha raccontato che nel complesso è un po' MEH =/ Ovviamente aspettiamo la sua recensione qui!
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Sì, l'ho visto. Se non l'avete visto posso dirvi che non vi siete pers* chissà cosa, nel complesso non mi è piaciuto. Il film è costituito quasi interamente da monologhi leonardeschi, basati sulle sue vere parole contenute nei taccuini. Solo in misura minore Leonardo interagisce con altri personaggi e vengono spiegate le opere, senza però la consulenza di storici dell'arte. È un film molto teatrale, nel senso che ogni singola parola detta da Leonardo pare oro colato, e per carità, trattandosi di un genio ci sta anche, infatti è una caratteristica che in sé non trovo né positiva né negativa. Quello che trovo negativo è l'eccessivo isolamento di Leonardo e la spiegazione semplicistica delle opere, che non rimane per niente impressa. Leonardo infatti appare come un gigante del pensiero sempre chiuso nel suo studio. Le sue interazioni sono ridotte al minimo sindacale, e questo è un peccato, perché comunque è noto anche l'aspetto più aperto di Leonardo: il suo essere un perfetto cortigiano alla corte di Ludovico il Moro, l'animatore di feste memorabili e autore di barzellette, l'amico di Botticelli, l'affettuoso maestro di Salaì e di Francesco Melzi. Questi ultimi due ci sono ma i loro dialoghi con Leonardo non sono per niente incisivi, non lasciano trasparire la forza del rapporto che c'era tra loro, specialmente per quanto riguarda Francesco Melzi, che raccolse l'eredità materiale e spirituale del maestro. Per non parlare poi del pasticcio che hanno fatto nel parlare di Cesare Borgia: praticamente si dice che il sodalizio tra il Borgia e Leonardo si interruppe perché Leonardo era inorridito dalle sanguinose guerre portate avanti dal Valentino. Peccato che nel 1502, l'anno in cui Leonardo entra al servizio di Cesare, le guerre erano belle che finite, essendo nel periodo in cui le città si consegnavano senza spargimenti di sangue al Valentino.
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CITAZIONE Le sue interazioni sono ridotte al minimo sindacale, e questo è un peccato, perché comunque è noto anche l'aspetto più aperto di Leonardo: il suo essere un perfetto cortigiano Sono molto d'accordo, mi spiace sapere che si veda poca interazione tra Leonardo e gli altri personaggi anche perché quella che ho visto in tv, che quindi sarà una delle poche, non mi è neanche granché piaciuta. Da quel che leggo "Leonardo da Vinci - Il genio a Milano" resta migliore anche se limitato alla sua esperienza dagli Sforza.
CITAZIONE si dice che il sodalizio tra il Borgia e Leonardo si interruppe perché Leonardo era inorridito dalle sanguinose guerre portate avanti dal Valentino. Peccato che nel 1502, l'anno in cui Leonardo entra al servizio di Cesare, le guerre erano belle che finite Ahia. Ma poi sbaglio o non si sa nulla di ufficiale né sull'inizio né sulla fine di quella collaborazione?
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CITAZIONE Ma poi sbaglio o non si sa nulla di ufficiale né sull'inizio né sulla fine di quella collaborazione? Sappiamo che nel 1503 Leonardo ritorna a Firenze, ma non ci ha lasciato NESSUNA annotazione del perché si sia separato da Cesare.
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E rientrò prima della morte del papa, quindi non c'è da pensare che abbandonasse Cesare perché lo credeva spacciato. È un mistero affascinante.
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Allora. È un documentario-docufilm, non fornisce nessuna informazione nuova o inedita specialmente per chi ne ha visti altri e di conseguenza ha già sentito cosa scriveva di Leonardo, per dire, Vasari. Per giunta la voce narrante è di Pannofino, quindi c'è qualche vibe degli ultimi lavori di Angela. Persino riguardo alla dibattutissima Gioconda non si fanno particolari ricerche o congetture, Leonardo dice chiaro e tondo che Gherardini vuole un ritratto di sua moglie. Il valore è praticamente tutto nel comparto tecnico: regia, fotografia, scenografia, musiche e costumi sono pazzeschi quindi il prodotto finito è una festa per gli occhi, immagino soprattutto per chi non sa molto di Da Vinci. Trovo Argentero comunque "miscast" (e tra l'altro ha la carnagione troppo scura per portare credibilmente quei capelli rossicci) ma alla lunga ci si fa l'abitudine. I casting del Moro (Massimo De Lorenzo, uno degli "autori di Boris") e di Salaì hanno invece del miracoloso.
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