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Visto che la mia gang ha rinunciato a vederlo a causa dell'orario (qui è solo alle 16) mi sono almeno cercata delle recensioni.
Mymovies:
CITAZIONE Il regista [...] avvia un film introspettivo, basato principalmente su un'estetica idealizzata di Da Vinci, partendo dai suoi scritti e dai suoi disegni, qui minuziosamente ben raccontati nel loro sviluppo. È una sorta di "lettera a Leonardo", uno scambio tra le azioni del maestro e una voce esterna, quella narrante di Francesco Pannofino che smorza lievemente il disagio di Luca Argentero nei panni di un Leonardo rappresentato in maniera stucchevolmente barocca e costruita. Che bisogno c'è di dilatare tempo e spazio quando si racconta di Leonardo, che il tempo e lo spazio li ha dominati? Non servono episodi teatrali che lo rappresentano come un uomo diverso dagli altri, qui ritratto addirittura come un infante che affronta il mondo a modo suo.
[...] La parte documentativa rimane interessante, perché da scoprire in Leonardo c'è sempre qualcosa. Ma per raccontarlo non c'è bisogno di tanta messa in scena. movieplayer, più generoso:
CITAZIONE Per restituire al pubblico lo sviluppo emotivo ed individuale di Leonardo Da Vinci, nonché il suo pensiero e la sua anima tormentata, era importante fare un lavoro minuzioso, ai limiti dell'estremo. Un lavoro mastodontico, se si considera l'imponente e prestigioso lascito dell'artista e se si tiene conto che il film si discosta completamente dal genere documentaristico, puntando sulla ricostruzione di finzione. Oltre a ciò, il fattore determinante è stato mostrare un Leonardo che vada oltre le convenzioni e gli stereotipi, oltre la figura anziana con la barba e il volto sormontato dalle rughe, oltre l'immagine del celebre e presunto autoritratto conservato alla Biblioteca Reale di Torino (che pare sia solo uno studio eseguito durante la realizzazione del Cenacolo, tra il 1490 e 1495). Leonardo Da Vinci nel film viene rappresentato come un giovane uomo di circa 35 anni, molto bello ed elegante, affascinante e brillante, generoso e con lunghi capelli ondulati, così come era stato descritto dai biografi del suo tempo.
Per poter essere realizzato con assoluta precisione, Io, Leonardo ha dovuto ricorrere a monte ad una squadra d'eccezione. [...]
Il cast, che vede la presenza di Francesco Pannofino in qualità di narratore e Angela Fontana in quelli di attrice, è dominato da Luca Argentero che veste i panni proprio del protagonista. L'attore torinese, che si è trovato nella difficoltà di interpretare un personaggio complesso e dalle infinite sfaccettature, riesce a restituire in parte il suo personaggio, più abile nei momenti introspettivi, meno in quelli espressivi che risultano stucchevoli, forse dovuti al timore di cadere in fallo e realizzare una performance inadeguata. Il Foglio:
CITAZIONE "I dialoghi di Leonardo sono tratti dai suoi scritti”, avvertono i titoli di testa. Lo spettatore già un po’ trema. Nessuno, neppure il genio universale che il mondo ci invidia, parla come scrive. Serve per rassicurare le professoresse democratiche che accompagneranno le scolaresche al cinema. Poi arriva un neonato che placido galleggia nell’acqua – uguale alla copertina di “Nevermind”, Nirvana 1991 – e sentiamo la voce di Francesco Pannofino. Dà del tu a Leonardo (lo farà fino alla fine) e allude a “La camera oscura dei tuoi pensieri”. Da intendersi: là dove prendono forma le idee del mirabile genio, che però visto da fuori – con il parruccone, la faccia di Luca Argentero, l’insopportabile cadenza “artistica” – non sembra aver la luce dell’intelligenza. Lo sforzo creativo (non è neppure una novità, lo insegnano centinaia di film su pittori, scrittori, artisti in genere) sullo schermo viene sempre malissimo: sguardo nel vuoto, metà ispirato e metà invasato, con fronte corrugata per contorno. Ci si chiede come mai gli sceneggiatori e i produttori italiani abbiano imparato a fare le serie, ma i film ancora no, deve essere il timore reverenziale verso la Cultura.
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