Il Natale di Roma nel Rinascimento

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    Il Natale di Roma, anticamente detto Dies Romana e conosciuto anche con il nome di Romaia, è una festività laica legata alla fondazione della città di Roma, festeggiata il 21 aprile[1]. Secondo la leggenda, narrata anche da Varrone, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. La fissazione al 21 aprile, riportata da Varrone, si deve ai calcoli astrologici del suo amico Lucio Taruzio[1].

    Da questa data in poi derivava la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero "dalla fondazione della Città", che contava gli anni a partire da tale presunta fondazione.

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    (ph)

    La celebrazione del Natale di Roma ha conosciuto un revival sulla fine del '400. A farsene orgoglioso propugnatore fu Pomponio Leto, umanista, fondatore dell'Accademia Romana e precettore di Alessandro Farnese/Paolo III.

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    Tutto iniziò col 2236° Natale dell'Urbe, nel 1483, sotto Sisto IV: il pontefice mandò a casa di Leto al Quirinale ben sei vescovi per partecipare alle letture di poemi che celebravano la città con la datazione ab urbe condita, e non dalla nascita di Cristo. Da allora il Natale di Roma fu celebrato anche in Campidoglio, dove si trovava il primo nucleo dei Capitolini, sotto la direzione dell'Accademia e col beneplacito della curia.
    Potete leggere di più qui e qui:

    CITAZIONE
    Una costumanza tutta bella di amore di patria e et ita -
    liana gentilezza fu quella dell accademia romana fondata da
    Pomponio Leto , la quale celebrava con solenne banchetto il natale
    di Roma. Il marchese L. Biondi presidente della pontificia acca-
    demia di archeologia , che da quella del Leto vanta la origi-
    ne, si è piaciuto a tornare in onore un uso cosi lodevole ; drit-
    tamente stimando , che pur quest' una parte del retaggio nobilis-
    simo di que' primi accademici fosse da ricogliere e mantenere.
    E non ebbe prima aperto alt accademico consesso l'animo suo in-
    torno a questo proposito , che fu d’un consenso e <1 un plauso sta-
    bilito quello che f ottimo e benemerito presidente proponeva.
    Pertanto deliberato il convito pel giorno XXI di questo mese
    di aprile dell anno t834 dell'era cristiana , della città fonda-
    ta a 583 , sì riunirono i sodi sul monte Sventino, amenissimo
    e principale de' colli di Roma , e propriamente nelle aule del pa-
    lazzo annesso al monastero di S. Alessio. Le quali aule , deco-
    rale con regia magnificenza da Carlo IV monarca delle Spa-
    gne , furono aperte allaccademia per cortesia del reverendis-
    simo padre „ D. Ippolito Monza , abate e suparior generala de' mo-
    naci girolamini in S. Alessio. [...]

    Ristabilì l’uso di solennizzar questo giorno la nostra antica
    accademia romana , a cui il Tiraboschi dà vanto di essere stata
    la prima che fiorisse in Europa, e che illustrasse e raccogliesse
    marmi o scritti o figurati , dando così cominciamento al primo
    museo (3). Questa accademia , alla quale noi succedemmo , era
    già in fiore sulla metà del secolo XV. Erane fondatore Pomponio
    Leto , ed aveva a compagni Bartolommeo Platina, Filippo Buo-
    naccorsi conosciuto col nome di Callimaco Espericnte, Marco An-
    tonio Sabeilico, Andrea Fulvio, Corrado Peutingero, Iacopo Vo-
    laterrano , Paolo Marsio ed altri di bella fama. Erano in corri-
    spondenza di lettere coll’accademia il Pontano, il Poliziano, Pie-
    tro Martire d’Anghiera, e altri molti che si dimoravano fuori di
    Roma. Adunque gli accademici che erano in Roma si riunivano
    a festeggiarne il natale. Uno del loro numero leggeva un ragio-
    namento appropiato alla fondazione di questa eterna città ; e
    quindi tutti banchettavano, o sull’ Esquilio , o nel palazzo ca-
    pitolino.

    Quest’uso era già in vigore l’anno i£85. Di che fa fede Ia-
    copo Volaterrano , che ci ha lasciato ricordo ne’ suoi Diari! sì
    della festa, e sì del convito, con che in quell’anno il natale di
    Roma fu celebrato. I sodali si riunirono sul monte esquilino presso
    la casa di Pomponio : Paolo Marsio declamò l’orazione : fuvvi
    poi elegante banchetto, al quale intervennero non meno che sei
    vescovi , oltre a gran numero di uomini chiari o per dottrina o per nobiltà.
    A mezza il convito fu letto Pimpériale diploma
    di Federigo III, dato Panno precedente 1.(82, in cui molti pri-
    vilegi erano conceduti a quel romano consesso (1).

    Poi nel i 5 o 8 fu dall’accademia con grande pompa celebrato
    il natale di Roma sul Campidoglio: e con pompa anche mag-
    giore nel i 52 o , nel quale anno si ebbe cura che la statua di
    Leone X, innalzata per decreto del senato sul Campidoglio , ve-
    nisse solennemente dedicata lo stesso giorno in che celebcavansi
    le feste natalizie di Roma. Abbiamo a stampa il ragionamento
    che fu letto in quel dì solenne da Pietro Niellino nobile roma-
    no, giovane di altissimi spiriti.

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    Edited by ‚dafne - 14/4/2017, 23:17
     
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