I Medici: recensioni

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    Intrighi di potere, complotti, omicidi, utilizzo di flashback (grazie a cui si sviluppa il personaggio di Hoffman) e perfino delle scene, non proprio di nudo, ma sexy, sulla scia di Hbo: nella messa in scena e nello stile, la serie si presenta di ottimo livello. Sugli attori internazionali non c’erano dubbi, gli italiani sorprendentemente parlano tutti perfettamente inglese (anche se il pubblico li vedrà doppiati), con Guido Caprino, nel ruolo di Marco Bello, braccio destro di Cosimo, che risulta efficace già a partire dallo sguardo, recitando molto con il corpo prima ancora che con le parole. Bella anche la fotografia di Vittorio Omodeo Zorini, cupa e suggestiva, che sembra ispirarsi ai dipinti dei grandi pittori italiani, ben lontana dallo “smarmella tutto” di cui si parla in Boris.

    Gli attori sono bravi, la fotografia è bella, la regia ben fatta, costumi e scenografia sono curati nel dettaglio, la colonna sonora mescola temi classici a sonorità elettroniche (fantascienza per la fiction italiana): tutto quasi troppo bello per essere vero, tanto da far attivare i nostri sensi di ragno rendendoci cauti nel giudizio. Nonostante l’iniziale diffidenza, I Medici è effettivamente un prodotto eccellente rispetto alla produzione media della fiction nostrana, anche se i dialoghi non sono proprio brillanti, mancando ancora della finezza e della sottrazione raggiunte dalla concorrenza, alimentando la paura che le cartucce migliori siano state sparate nel primo episodio, l’unico mostrato alla stampa, per poi abbassare il tiro nei sette successivi.

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    Trattandosi di storia, sulla trama c’è poco da ridire. Da sottolineare è invece la gestione magistrale di questa storia, quella della famiglia Medici, che già dai primi secondi di visione ha un “prima” e un “dopo”, una causa e un effetto, che sono destinati a proseguire di pari passo con il procedere della serie. La confusione tra flashback e presente si evita grazie alla presenza di Dustin Hoffman/Giovanni, morto nel presente, e al diverso taglio di capelli di Cosimo e Lorenzo: un espediente semplice, ma che rivela una cura maniacale del dettaglio e una volontà per lo spettatore di non perdersi nemmeno un passaggio di ciò che avviene sullo schermo.

    A livello di regia e di fotografia, nulla fa pensare ai classici modus operandi della fiction all’italiana: il taglio quasi kolossal di alcune inquadrature, complice forse la location dal vivo in cui è stata girata l’intera prima stagione de I Medici, rende l’esperienza internazionale, assimilabile a produzioni dei più blasonati studi d’oltreoceano – non a caso, come emerso in conferenza stampa, la serie è già stata pre-venduta in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda all’America Latina.

    [...] L’impressione generale data dal primo episodio de I Medici è di un prodotto interessante, non nel senso di peculiare o di “bella trovata”, ma nel senso stretto del termine: la storia, sebbene basti cercare su Wikipedia per saperne di più, è appassionante e spinge a volerne sapere di più.

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    Edited by phèdre - 18/10/2016, 01:21
     
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    Il primo episodio di I Medici, intitolato Il peccato originale, si apre con una spettacolare sequenza che mostra, in montaggio alternato, la morte di Giovanni di Bicci che si consuma nella quiete della campagna fiorentina e i tumulti nel centro città. Dopo aver fatto esaminare il cadavere del padre, Cosimo apprende che il genitore è stato avvelenato con la cicuta e decide di tenere segreta l'informazione affidando al braccio destro Marco Bello il compito di individuare il colpevole. Fin dall'incipit, lo show dimostra di essere frutto di una sintesi tra rigore storico e licenza romanzesca, tra tradizione e modernità. Senza arrivare allo sguardo morboso de I Tudors - Scandali a corte o all'allure action (e un po' pacchiano) di Da Vinci's Demons, con questa produzione la fiction Rai subisce una scossa tellurica di notevoli proporzioni.

    Tutto merito della sinergia tra sguardo italico sul passato e propulsione narrativa angloamericana. Il respiro internazionale di Medici: Master of Florence passa attraverso i roboanti nomi che compongono il cast a partire da Dustin Hoffman, che interpreta Giovanni de Bicci, passando per Richard Madden, Robb Stark de Il trono di spade nonché Principe Azzurro di Cenerentola che ora prova a scrollarsi di dosso il ruolo da sex symbol teen approdando a un personaggio adulto e sfaccettato come Cosimo de' Medici. I puristi della storia rabbrividiranno di fronte a certe libertà (nel primo episodio vediamo il Concilio di Costanza spostato a Roma per introdurre il tema della passione di Cosimo per l'arte, passione repressa per tener fede alla volontà paterna), d'altronde per rendere realmente appetibile la serie tv Lux Vide ha coinvolto nel progetto Frank Spotnitz, cosceneggiatore di X-Files e autore dell'intrigante The Man in the High Castle.

    [...]

    Nel ruolo di Cosimo, Richard Madden ce la mette tutta. Nei continui salti tra passato e presente viene aiutato da un leggero trucco e dal taglio di capelli a colmare il gap tra la versione giovanile di Cosimo e quella matura che, al momento della successione al padre, ha 40 anni. Intenso e determinato, il suo personaggio buca lo schermo così come il suo braccio destro Marco Bello, interpretato da Guido Caprino, tanto devoto alla sua causa quanto misterioso e imprevedibile. Ancor più della moglie di Cosimo, Contessina, a catturare l'attenzione nel primo episodio è il personaggio di Bianca, interpretato da Miriam Leone, bellissima lavandaia che, per guadagnare qualche soldo, posa nuda per gli studenti d'arte romani. La sua folgorante relazione con Cosimo rappresenta uno dei momenti più intriganti del primo episodio e pur avendo poco tempo a disposizione, la Leone ci regala un personaggio che rimarrà impresso a lungo nonché un fugace nudo integrale.

    In un cast all'altezza (siamo curiosi di vedere all'opera il Brunelleschi di Alessandro Preziosi che verrà introdotto nel secondo episodio) il meno convincente, a un primo sguardo, risulta proprio Dustin Hoffman. Nel ruolo del patriarca dei Medici, Hoffman naviga a vista senza donare troppo di sé al personaggio, ma chissà che in uno dei futuri flashback il mattatore non ci stupisca. In un generale plauso all'ottimo inglese sfoderato da tutti gli interpreti italiani, che potrà essere apprezzato solo dal pubblico internazionale, Firenze si erge protagonista tra i protagonisti. I palazzi storici, i fiorenti cortili, le piazze, le strade e l'insistita visione del moncone di Cupola di Santa Maria del Fiore - che verrà ultimata grazie all'intervento del Brunelleschi - invadono ogni inquadratura con la loro eleganza, teatro dei drammi dei Medici. In un tripudio di eccellenza artistica e architettonica, il pubblico sensibile alla bellezza non potrà che apprezzare.

    tutto su movieplayer (tre pallini su cinque)
     
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    Mi piace riportare una recensione non entusiastica perché insomma non ci paga nessuno. Domenico Naso:

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    Sia chiaro: I Medici è una produzione importante e per alcuni versi apprezzabile, ma gli sforzi pur ciclopici di chi ha messo in piedi l’operazione hanno ottenuto risultati clamorosi all’Auditel (8.037.000 telespettatori e share del 28.88% per il primo episodio; 7.143.000 e 31.08% per il secondo) ma decisamente deludenti in termini di qualità. Dietro l’intenzione di confezionare un prodotto contemporaneo e adatto anche a un pubblico tradizionalmente distante dall’ammiraglia Rai, ben presto nello sviluppo televisivo delle vicende raccontate ha fatto capolino il sempiterno “sceneggiato”. Si dirà: e che male c’è, visto che lo sceneggiato televisivo italiano ha ottenuto nei decenni passati un successo clamoroso? [...] Ma davvero non si riesce ad archiviare un genere glorioso ma datato, superato, anzi surclassato, da nuovi stili narrativi? Davvero la Rai non è in grado di dimenticare il passato e di prendere esempio da chi, altrove, sta scrivendo le pagine della golden age delle serie tv? [...] Cosa non funziona ne “I Medici”? Un occhio superficiale e assuefatto ai polpettoni italici troverebbe ben pochi difetti. Tutto sembra funzionare come deve funzionare, a regola d’arte, secondo i dettami dello sceneggiato tricolore. Eppure basta frequentare anche sporadicamente altri lidi televisivi per capire che la scrittura dei dialoghi è vecchia e polverosa, nonostante qualche spunto che per la prima serata di RaiUno può sembrare persino coraggioso. E poi la fotografia, santo cielo, è la solita fotografia da prodotto televisivo all’italiana: “tutto aperto”, direbbe il leggendario Duccio Patanè di “borisiana” memoria. Perché si è sempre fatto così, perché va bene cercare di rinnovarsi, ma non esageriamo.
    Lo sforzo produttivo c’è stato, è evidente, va riconosciuto e siamo comunque distanti anni luce da alcune fiction Mediaset che persino definire amatoriali sembra troppo generoso. Quindi che fare, dopo i primi due episodi di questa megasuperiperultraproduzione internazionale? Verrebbe voglia di dare la sufficienza per premiare almeno lo sforzo che in effetti stavolta c’è stato. Ma il problema, almeno per chi non si limita a guardare i canali Rai o Mediaset, è che ormai siamo abituati a ben altro. Non possiamo accontentarci sempre del meno peggio. Soprattutto se avevano promesso faville, per un prodotto televisivo che avrebbe dovuto rivoluzionare la serialità televisiva generalista.

    Tutto sul Fatto

    Anche una seconda review di Wired è una stroncatura a mio parere anche esagerata:

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    Prendere tutto quello che di buono è avvenuto nelle produzioni televisive – straniere – negli ultimi dieci anni e metterlo da parte. Deve essere questo il principio che hanno seguito gli showrunner Nicholas Meyer e Frank Spotnitz, il regista Sergio Mimica-Gezzan, e i produttori – sia internazionali che italiani (Rai Fiction, Lux Vide, Big Light Productions e Wild Bunch TV) – nel progettare la nuova serie tv I Medici – Masters of Florence. [...]
    Non sono bastati nemmeno Dustin Hoffman e Richard Madden. Non che si nutrissero troppe speranze per il Re del Nord (la sua interpretazione in Cenerentola è tutt’altro che memorabile) ma almeno dal signor Hoffman ci aspettavamo qualcosa di più. Niente. Devono aver deciso di non far sfigurare i coprotagonisti italiani e limitarsi quindi a sguardi impietriti e piccoli spasmi facciali.
    [...] E poi c’è il trucco, che per quanto ci abbia fatto soffrire quella puntata de Il Trono di Spade, vedere Richard Madden con la matita sbavata e i capelli da rock star fa venire voglia di guardare e riguardare, la scena di Red Wedding. Qualcuno lo punisca, grazie.
    Certo è troppo presto per tirare le somme, dato che dovremo cercare di sopravvivere ad altre tre puntate (sono otto episodi in tutto, che vanno in onda due alla volta), ma diciamolo, le promesse sono pessime.
    [...]Facendo poi un passo indietro, meritano un commento anche i titoli di testa. Si parlava de I Medici da un po’ e facevano ben sperare, ma il vano tentativo di avvicinarsi ai prodotti realizzati dalle produzioni HBO risulta solo fastidioso. La CGI è sciatta e dozzinale, nemmeno il panorama della bella Firenze riesce a risollevare la situazione. La combo con Renaissence, il brano cantato da Skin dà l’impressione che si stia per assistere ad un procedural di serie B. Tutta la colonna sonora, in realtà, è invadente e distonica. Le luci sono fredde, la fotografia è datata. Le bellezze architettoniche appiccicate sullo sfondo, e che si tratti della prima serie TV al mondo ad essere mandata in onda in Ultra HD a 4k è una magra consolazione.

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    Più conciliante Margherita Corsi:

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    Madden è azzeccato nel ruolo del protagonista, che passa da giovane sognatore a uomo tormentato, freddo, enigmatico. Anche il resto del cast che appare nei primi due episodi trasmessi (Il peccato originale e La cupola e la dimora) è solido, soprattutto Annabel Scholey nei panni della Contessina.

    Il ritmo è un po' lento, fa anche parte del materiale a disposizione (i Borgia ed Enrico VIII offrono spunti narrativi più succosi). Ma un dramma storico può e deve essere avvincente, soprattutto se romanzato, come in questo caso. La speranza è che la storia prenda piede e che anche i personaggi attorno a Cosimo diventino intriganti, senza scadere in cliché.

    Gli spunti ci sono. Incuriosiscono, per esempio, i rapporti del protagonista con il fratello e con la moglie, così come il ruolo degli antagonisti (Albizzi potrebbe diventare un po' più cattivo).

    I Medici è un kolossal dichiarato: dalla regia al cast internazionale alla sigla di Skin. È importante che non diventi un'occasione persa.

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    A dire la verità le prime due puntate mi hanno lasciata tiepida, principalmente per questioni di trama e sceneggiatura, però questo

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    E poi la fotografia, santo cielo, è la solita fotografia da prodotto televisivo all’italiana

    mi sembra un complimento che la fiction italiana non merita? Cioè, i prodotti che di solito passano dalla Rai hanno una fotografia di gran lunga peggiore, su. Ovviamente non è che dobbiamo "accontentarci del meno peggio", però bisogna tener conto di qual è la media in tv e cosa rappresenta un'eccezione. Tra l'altro sono riusciti ad evitare quei toni melò che spesso si trovano nelle serie *period* nostrane, questo è sicuramente un punto a favore di Medici.
     
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    È vero il commento sulla fotografia non l'ho capito nemmeno io. Di solito è molto più banale, conta solo sulle bellezze del paesaggio o neanche su quelle. Non so se chi ha scritto questi pezzi voglia una fotografia azzurrognola artistoide coi tagli strani che mi ha un po' stracciato le balle perché ormai la fanno tutti così come scusa per l'assenza di trama.

    In generale mi pare che si esageri molto sia negli elogi che nelle stroncature, questo Medici è un prodotto decente che poteva essere meglio ma anche molto peggio.
     
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    Molto severi forse anche troppo, cioè intendiamoci forse è stata la stampa che ha creduto di trovarsi di fronte ad un capolavoro, quando invece insomma non so siamo state più realiste noi ? Io mi aspettavo esattamente quello che ho visto : una storia scorrevole con dei protagonisti fighi è una bella colonna sonora che ha cercato almeno di far conoscere i personaggi dei Medici prima di Lorenzo il Magnifico.
    Cioè boh se ti aspetti Westworld o HOC hai sbagliato rete televisiva e Paese soprattutto.
     
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    Ma io non capisco le aspettative alla HoC o Gomorra da un periodo drama, cioè i period drama sono così ovunque, sono il genere più banale che esista, pieni di gente anacronisticamente idealista e pacifista. Che poi come gli dai una cosa un po' diversa alla Borgia ti dicono che è trash, e allora decidetevi, aboliamo il genere.
     
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    CITAZIONE (‚dafne @ 19/10/2016, 22:32) 
    Ma io non capisco le aspettative alla HoC o Gomorra da un periodo drama, cioè i period drama sono così ovunque, sono il genere più banale che esista, pieni di gente anacronisticamente idealista e pacifista. Che poi come gli dai una cosa un po' diversa alla Borgia ti dicono che è trash, e allora decidetevi, aboliamo il genere.

    Oddio si ! Ma infatti pare che dobbiamo vedere solo Gomorra e Romanzo Criminale che poi per carità sono delle belle serie però nn si campa solo di noir o quello che sono. Che poi a me gli sceneggiati rai piacevano tantissimo e li trovavo anche educativi, non che avessero una scrittura radical chic anzi, ma erano dei period drama belli pesanti certo non ci stavano le suocere più giovani delle nuore, ma non erano neanche perfettamente filologici. Io credo che bisognerebbe pure venire a patti che esiste la tv d'evasione e che questa serie è proprio quello che è.
     
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    In generale mi pare che si esageri molto sia negli elogi che nelle stroncature, questo Medici è un prodotto decente che poteva essere meglio ma anche molto peggio.

    This.

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    Cioè boh se ti aspetti Westworld o HOC hai sbagliato rete televisiva e Paese soprattutto.

    Esattamente. A me Medici pare in linea con le serie inglesi e americane medie, che sono molte di più dei grandi capovalori che sembra avere in mente chi ha scritto l'articolo.

    Plus non capisco la critica alla colonna sonora e al suo utilizzo, a me è piaciuta molto!
     
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    Plus non capisco la critica alla colonna sonora e al suo utilizzo, a me è piaciuta molto!

    A me la soundtrack mi è piaciuta molto, infatti boh vorrei comprendere l'idea che questi critici hanno in mente.
     
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    Nessuno mi tocchi la colonna sonora, è straordinaria imo.

    Esatto è il livello medio del period drama, anzi se prendiamo TB lo trovo anche un po' sopra. Bisogna considerare che come serie storiche finora abbiamo fatto fiction di santi e papi e quelle miniserie di Imperium che quelle sì erano l'imbarazzo. Forse Caravaggio e La monaca di Monza erano un po' meglio ma non avevano il cosiddetto respiro internazionale. Medici mi sembra molto peculiare nel suo genere ed ha sicuramente qualcosa in più sia rispetto alla solita americanata storica col cgi a palla sia rispetto alla fiction nostrana che ha di bello solo i paesaggi.
     
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    Esatto è il livello medio del period drama, anzi se prendiamo TB lo trovo anche un po' sopra. Bisogna considerare che come serie storiche finora abbiamo fatto fiction di santi e papi e quelle miniserie di Imperium che quelle sì erano l'imbarazzo.

    Per non parlare delle fic senza personaggi veri ma comunque *period*, solo per citare progetti del cast di Medici ricordo La dama velata con la Leone e soprattutto La Bella e la Bestia con Preziosi, l'orrore. Bisogna ricordare i prodotti di partenza invece di abbandonarsi a quello che mi sembra un po' snobismo gratuito.
     
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    Mamma mia quelle due erano TERRIBILI. E non so la Dama ma la Bella e la Bestia era LuxVide quindi l'abbiamo scampata proprio grossa.
     
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    Nonostante venga dal Giornale questa mi trova d'accordo xD

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    Tutti pazzi per i Medici in tv perché l'Italia è ferma al '400

    L'Italia del '400 forse ci assomiglia, soprattutto se la guardi da Firenze, viscerale repubblica che puzza di oligarchia, dove il futuro è ancora difficile da decifrare e il potere è affare di famiglie, di corporazioni, di equilibri sempre più fragili tra vecchi e nuovi poteri.
    Questa Firenze sembra già l'autobiografia di un popolo. Maledetti fiorentini. Maledetti toscani, da sempre in fondo più italiani degli altri italiani. Arcitaliani, appunto.

    [...] Non è un capolavoro. Non vale Il trono di spade e forse neppure I Borgia. Non basta Dustin Hoffman. Ma è certo che qui si parla di un successo. Il motivo? Forse perché in questa vecchia storia in qualche modo ti ci specchi. Firenze mostra sul ventre più di un secolo di cicatrici, di guerre civili, prima di guelfi e ghibellini, poi di guelfi bianchi e guelfi neri, di esili e di non ritorni, di quanto sa di sale lo pane altrui, di faide di potere per il potere consumate all'ombra e con la scusa delle «ideologie». Stai con il Papa o con l'impero? E se stai con il Papa che papista sei? Se il Trecento odora un po' di Novecento, il Quattrocento è quello che viene dopo. Firenze è stanca di guerre. Firenze scruta l'orizzonte con la speranza di incrociare un futuro. Firenze è ancora vecchia rendita e nuovi capitali. È il potere della terra e della spada che resiste all'ascesa dei soldi e del commercio. Non sono mica tanto compatibili. Firenze è troppa gente senza speranza e senza lavoro. È paura. È peste nera. È quel senso di insicurezza per cui ogni uomo è lupo all'altro uomo. È la voglia di trovare una via d'uscita dalle promesse non mantenute dal cielo e le miserie della terra. È la spinta di una nuova schiatta di devianti che viaggia in ordine sparso, ognuno in fondo perso dentro i sogni suoi, che scardina lo spirito del tempo e butta giù a calci e a colpi di genio tutti i muri. Troveranno la bellezza. E in questo i Medici avranno un ruolo centrale, sporcandosi le mani.

    È una Firenze dove chi ci sa fare trova la sua grande occasione. E siccome è una Firenze epica e da serie tv, ogni quarto d'ora ti evocano una sorta di «sogno americano» a ritroso nel tempo. [...]

    tutta qui
     
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    È una Firenze dove chi ci sa fare trova la sua grande occasione. E siccome è una Firenze epica e da serie tv, ogni quarto d'ora ti evocano una sorta di «sogno americano» a ritroso nel tempo.

    Non ci avevo pensato ma in effetti è verissimo xD Vedi che anche il Giornale ogni tanto azzecca qualcosa :')

    Piuttosto, per passare ad un argomento che non mi pare venga trattato in queste recensioni, posso dire di essere stata colpita in positivo dal trattamento dell'omosessualità nel primo episodio? So che da tempo nelle fiction Rai inseriscono con una certa frequenza almeno un personaggio gay, ma da quel che ho potuto vedere mi sembra che si tenda a usare un tono alla "educhiamo il popolino" che fa sentire che tutta la sl (spesso affidata ad un personaggio secondario o terziario) sia stata messa lì per *dovere*.
    In Medici invece c'è stato un inserimento quasi casual della cosa, tipo "E tra parentesi, Donatello è gay", che funziona doppiamente perché non si tratta di un fesso qualunque ma di Donatello xD So che è stata funzionale anche alla sl del ricatto al cardinale, ma ho comunque apprezzato questa parentesi in un period drama in prima serata su RaiUno, tanto più che che solo qualche mese fa RaiDue aveva censurato le scene Coliver in HTGAWM.
     
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95 replies since 17/10/2016, 23:56   1971 views
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