FanFiction CL"Siblings"(versione alternativa)

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  1. Vænessa
     
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    Ho trovato il modo di presentare l'inizio della relazione CL alquanto pessimo in TB (e sono una fan della coppia eh)perciò per soddisfare il mio fangirlismo compulsivo ho scritto questa versione"rivista",in cui i due parlano e viene fuori poco a poco ciò che li spinge uno tra le braccia dell'altro. Insomma,ho cercato di dare un senso all'insensataggine di"Siblings" xD Comunque si parte dalla base del rapporto CL in TB così com'è poco prima del fidanzamento/matrimonio con Alfonso D'Aragona.Se mai qualcuno leggesse chiedo scusa in anticipo per le eventuali(ovvie) scempiaggini :D




    La serratura era vecchia e stridente ma Lucrezia la fece scattare silenziosamente trattenendo il passante fino a che non si abbassò del tutto. S’infilò veloce nella stanza richiudendo piano la porta e lasciando dietro di sé il viso scuro e perplesso di Micheletto, di guardia come tutte le sere. “Devo confessarmi urgentemente con Sua Eminenza, che nessuno di voi sgherri ci disturbi”. Quell’uomo le aveva sorriso in un modo inquietante,forse per il pretesto palese,forse pensando alle voci che circolavano per tutta Roma o forse per il tono di comando di lei. Ma infine,con una certa riluttanza,l’uomo l’aveva lasciata passare. Lucrezia non osava parlarne a suo fratello ma avrebbe preferito che De Corella smettesse di essere“la sua ombra”,come lo chiamavano ormai. Del resto Cesare le avrebbe solo rimproverato di essere timorosa come una bambina. In fondo non lo era ancora adesso,seppur già madre, poco più d’una bambina? E come tante volte durante la loro infanzia, spiava il fratello addormentato,avvolto dalle lenzuola candidissime, scosso dal respiro lievemente appesantito … osservando il viso che amava ella si maledì, come sempre, per aver deciso di rivolgersi a lui. Stava per voltarsi e uscire quando notò che la mano del fratello era stranamente artigliata al cuscino. Avanzando verso il capezzale Lucrezia scoprì che sotto quel cuscino era nascosto un pugnale che Cesare,levatosi ora di colpo,le stava puntando contro,coi tratti ancora velati dal sonno,ma gli occhi vigili,i capelli stravolti e la mascella serrata.
    Egli restò a contemplarla così com’era:immobile e splendida nella sua veste da camera,da cui trasparivano più grazie di quante i suoi occhi di fratello maggiore potessero tollerare. Perché veniva a tormentarlo anche di notte? Ella aveva le mani strette d’istinto attorno alla gola. Aveva avuto paura di lui? Ma la sorpresa di Lucrezia si era mischiata al dispiacere mentre sbottava:”Fratello, sono io! Non riesci più a dormire senza quell’arnese vicino? M’hai spaventata!”. La risata soddisfatta di lui non si fece attendere e qualcosa in lei rispose al suono che al di sopra d’ogni altro adorava e che di recente aveva sentito così poco:”Sorella, ti introduci nei miei appartamenti in piena notte,bianca come un cencio … ho una reputazione da difendere ma potrei benissimo dire che sei stata tu a spaventare me!” Il sorriso incerto ma delizioso di lei lo risvegliò del tutto. Si era chinata a togliergli il pugnale dalla mano tiepida di sonno- costringendosi a staccarsene subito, ad un tremito impercettibile di lui- per poi riporre l’arma sul ripiano accanto. Lo fissava ora con un’aria di rimprovero e al contempo di scusa: ”Immagino avrai già avvelenato Micheletto,per non averlo d’intralcio…d’altronde a quanto pare la “temibile” Lucrezia Borgia è venuta ad assassinare suo fratello fin nel suo letto pur di non risposarsi…”Lei gli lanciò un’occhiataccia torva, ma poi, avvicinandosi ancora, egli notò le profonde occhiaie e l’aspetto angosciato di lei. ”Perdonami fratello caro, non riesco a dormire,mio figlio stanotte mi ha svegliata piangendo, non ho più sonno e volevo parlare con qualcuno…e sai che se non parlo con te mi sembra di non poterlo fare con nessuno…” Lui cercando di sminuire tra sé e sé quelle palesi dimostrazioni di devozione non poté impedirsi di risponderle:”Né per me ci sono orecchie o parole più preziose delle tue Lucrezia- ignorò con forza gli occhi di lei che si allargavano felici- so cosa ti affligge sorella,ma sai bene che sarebbe più grande il dolore di vedere tuo figlio alla corte di Napoli,disprezzato e insultato come hanno fatto con noi …” Un gesto stanco della mano,la fronte corrugata,Lucrezia esplose”Giovanni era in lacrime stasera e io, io che prima lo strappavo sempre al petto della balia,non ho potuto stavolta …il pensiero di doverlo abbandonare per potermi risposare …forse una parte del mio cuore preferisce iniziare a separarsene ora per sentirne meno la mancanza poi…”Si era accostata al letto sedendosi e al contempo stringendosi le braccia attorno al busto,in un abbraccio silenzioso che aveva tramortito Cesare. Lo sguardo al suolo, la fanciulla si stringeva a sé stessa ma altre braccia,esitanti,erano pronte alle sue spalle:”E’un sacrificio che ti chiediamo per il bene tuo,del bambino e di noi tutti. Non immagini quanto mi costi aiutare nostro padre a darti via…”.Lucrezia si voltò prima che la stretta di lui si chiudesse su di lei, prima di potersene anche solo accorgere. Era allora che aveva iniziato a recriminare:”Darmi via? Come una delle vostre arcidiocesi, come una delle vostre terre… Oh ma il mio bene potrebbe essere qui con voi,con la mia famiglia,se solo fosse diversa! Il mio bene è con mio figlio… con te!” Lui si era allontanato d’istinto mentre lei,riprendendo il controllo di sé, seguitava:”Io vorrei rimanesse tutto com’è adesso. Io tu e Giovanni…” Cesare si fece allora più serio:”Anche se l’ho riconosciuto come mio figlio illegittimo io non sono suo padre”.C’era un tono di rimprovero nella voce di lui che non sfuggì a Lucrezia. Una rabbia controllata le fece sussurrare di getto:”Ebbene a volte vorrei …”S’interruppe serrando la bocca piena e vermiglia, sollevando due occhi inconsapevoli della loro stessa espressione mentre Cesare si illudeva che ai suoi stessi occhi non stesse accadendo la medesima cosa. “Dunque,cos'è che desideri,Lucrezia?”La sua voce bassa e roca e il tono di aspettativa che vi era nascosto sorpresero perfino lui. “Non avertene a male ma sovente penso che non vorrei più essere la figlia del Papa,né tua sorella.” Lui sbuffò:”E rinunciare a tutti i privilegi che ne derivano?”Fece una smorfia all’espressione interrogativa di lei. Con più nostalgia di quanta non volesse mostrarne riprese:”E rinunciare alla nostra infanzia insieme? Ricordi Lucrezia,ricordi come siamo stati felici insieme?”Il tentativo di non avvicinarsi a lei era di nuovo fallito.”Non vivremo più nulla di simile in tutta la nostra vita Cesare,lo so già …”Lei gli sorrise benevola ma dentro pregava perché lui non si accostasse più di così, perché la luna non inondasse di verde quei due pozzi di splendore che erano gli occhi di suo fratello, uguali eppure diversi dai suoi. Per distrarsi riprese il filo dei ricordi:”Com’era confortante sapere di poter venire da te quando avevo gli incubi da piccola e la mamma era impegnata con la locanda fino a tarda notte mentre papà non c’era mai…E dire che a quel tempo lo chiamavamo ancora zio...” Cesare sogghignò mentre lei continuava:”Del resto,lui non c’era quasi mai ma la sua presenza gravava sui nostri giochi sempre, ad ogni ora. Quante volte ti ho distratto coi miei scherzi mentre i nostri precettori c’insegnavano le buone maniere: saperci inchinare, saper discorrere in latino e greco,come i figli di un gran signore,far di conto…” Lui giocò coi bottoni della veste di lei:”In quello non sei mai stata brava sorella mia … dovevo aiutarti sempre, di nascosto ovviamente. Quando poi me ne sono andato a studiare a Perugia avrai fatto di certo impazzire tutti.” Lucrezia fece l’offesa ma poi,di getto,afferrandogli la mano se la portò in alto sul petto, all’altezza del cuore:”Si, li tormentavo chiedendo tue notizie, perché la tua assenza era più intollerabile di qualunque altra cosa e avrei scambiato tutti i doni e le promesse di papà per un futuro roseo, pur di poterti seguire!”La voce di lei si era fatta sottile avvertendo di nuovo quel tremore impercettibile nelle dita di lui.”Sono sempre stato la causa delle tue infelicità …piccole e grandi, che io lo volessi oppure no … rammento quella volta che mi misero in punizione perché avevo rotto il rosario della cugina Adriana spargendolo sul sagrato della cappella,facendo scivolare l’abate…”Lucrezia rise di gusto e lui sentì sotto il palmo il calore della pelle di lei che lottava per sprigionarsi.”Papà m’impose di pregare sulle gradinate dell’altare,in ginocchio come un penitente, per un giorno intero,minacciando che piuttosto di condurmi verso la carriera ecclesiastica mi avrebbe rinchiuso in qualche monastero di montagna. In effetti da allora non mi azzardai più, ma adesso che sto per abbandonare la porpora…” Ora si stringevano le mani,come spesso facevano, eppure mai come allora. “Adesso che stai per liberarti fratello mio…sono così felice per te!” Gli sorrise, radiosa. “Ad ogni modo non l’avrebbe mai fatto Cesare. Ricordi:ci ripeteva sempre che ci avrebbe resi importanti agli occhi del mondo come lo eravamo ai suoi, che saremmo stati la sua forza… e io non sopportavo quei lunghi discorsi seriosi sulla responsabilità filiale…e allora mentre eravamo seduti nel suo studio e lui ci dava le spalle io ti davo fastidio giocando coi tuoi boccoli…”. E adesso come allora, il contatto di quelle onde di seta nera la riempiva di uno stupore pari solo a quello di lui che,affatto sicuro di sé, non osava imitarla ma la lasciava fare,incoscientemente. Lei con fare accusatorio gli andava dicendo: ”Ma non hai forse dimenticato che quella volta ho raccontato di aver rubato io il rosario alla cugina Adriana, per te…?”. ”No,non l’ho dimenticato. Ti sei accusata per venirmi a trovare in chiesa e quando,provato dalle lunghe ore di penitenza, ho sentito dietro di me i tuoi passettini nella navata-avevi appena 7 anni eppure camminavi già come una donnina!- ti sei chinata accanto a me,dicendomi le parole che mi ripeto quando ti sono lontano:”Sempre insieme.”. Stavolta non si era potuto impedire di allungare una mano sul collo di lei, stringendolo piano ma con una forza trattenuta che fece sussultare Lucrezia. “Cesare da allora io ebbi paura che prima o poi mi avrebbero separata da te per sempre. Ricordo il giorno in cui partii per Pesaro insieme a quello Sforza che mi faceste sposare. L’idea di dover trascorrere tutto il tempo che prima era mio e tuo,da sola insieme a lui, era angosciante oltre ogni misura!”Cesare digrignò i denti e le chiese, osando per la prima volta parlarne apertamente:”Per liberartene l’abbiamo accusato di impotenza, eppure…?”. “Eppure la prima notte di nozze ebbe luogo e fu orribile!” L’espressione affranta di lei turbò profondamente il fratello. Ecco perché non aveva mai voluto affrontare l’argomento con lei ma solo con suo padre, per occuparsi dell’annullamento. Si erano sempre confidati tutto ma quella volta era diverso. “Non andare oltre…mi basta sapere che tu non avresti mai acconsentito…si,basta! Fu un errore concederti a quell’uomo e me ne pentirò per sempre!” Lucrezia inspirò profondamente:”Mentre ero con lui chiudevo gli occhi e immaginavo…”Cesare si sorprese a sperare,rimproverandosi immediatamente tra sé e sé.”Immaginavo di essere qui e stendermi accanto a te come adesso”Si distese sui cuscini enormi, non troppo vicino a lui che intanto si era chinato lievemente su di lei. ”E ora dovrò sposarmi di nuovo con un uomo che non conosco. Ma anche stavolta la colpa è solo tua Cesare… e io che ti difendo!”Gli tirò una ciocca involontariamente.” Da tutti,da chi dice che hai ucciso tu Perrotto, non sapendo che lui si è tolto la vita per paura del disonore,avendo tradito la fiducia del Papa!Ti calunniano e non immaginano neppure che sei capace di peggio,di spezzare il cuore a tua sorella allontanandola di nuovo da te, dicendole così che non l’ami!” Egli aveva contratto le mascelle al ricordo della furia che l’aveva assalito nell’apprendere che Lucrezia era incinta di Perrotto, però preferiva far credere a sua sorella che lui non avesse parte in quella morte. Ma quando si era sentito accusare di non amarla qualcosa in lui si era ribellato:”Io mi assicuro unicamente che noi tutti,tu per prima,restiamo vivi!Procacciando la migliore alleanza che possa garantirci di non precipitare negli abissi,come tutti si augurano … pensi che mi rallegri vederti passare da un marito all’altro? Pensi che io lo voglia davvero?!”Vederlo adirato la sconvolgeva sempre ma stavolta c’era qualcos’altro nella sua rabbia e lei gli prese la testa tra le mani,spaventata ma decisa a calmarlo:”Anche da bambino ti accendevi facilmente … e anche da bambino volevi proteggerci tutti. Rubando a Juan la spada di legno per salvarmi …”Le risate infantili di lei per un attimo annientarono lo sgomento che aveva provato sentendo pronunciare quell’altro nome che lo avrebbe condannato nell’altra vita,semmai ne esisteva una. “Non cambiare argomento Lucrezia!Come puoi dubitare del mio affetto per te?!”Aveva parlato aspramente,nella foga i loro visi si erano fatti pericolosamente vicini mentre lei sospirava d’un fiato:”Dunque ti sono cara come sempre!Avevo temuto per un attimo … Oh, non voglio sposarmi!”. Quell’esserino tremante si era gettato tra le sue braccia,singhiozzando e scuotendo il bel capo dorato. Cesare voleva urlarle di rimanere con lui tutta la notte, oppure di andarsene per sempre. Ma invece la strinse sentendo il fiato di lei venir meno e sussurrandole:”Si,mi sei cara … e altrettanto caro pago il prezzo di privarmi di te, sorella mia… ”.“Non pronunciare quella parola!” Dicendo questo si era tradita forse?No, potevano ancora fingere. Ella aveva sollevato il tondo lucido e umido che era il suo viso. Cesare dovette ingoiare l’amaro del sale mentre le baciava d’impulso gli occhi,con una foga che scuoteva entrambi.”E’vero allora ciò che hai detto prima … non vuoi più essere mia sorella?E’ perché mi odi?” Lucrezia respirava appena:”No, mai!” ”Inizi a credere a tutte le voci che fanno di me l’Anticristo?” Lei scuoteva la testa tentando di sottrarsi,debolmente.”Sai che non devi piangere mai in mia presenza!”. “Non posso piangere con mio fratello?” Le loro frasi si susseguivano freneticamente così come le loro carezze e i baci che si davano su tutto il viso,tranne che sulle labbra. ”Quante volte mi hai chiamato così: fratello… quante volte mi sono morso la lingua…” Lei poggiò la guancia sulla sua e gli mormorò disperatamente all’orecchio:“Perché Cesare?Perché volevi una sorella migliore?Una che non si facesse mettere incinta di un bastardo come noi?” La mise a sedere di colpo e le afferrò il mento in modo brusco”Sciocca! Io ti ho sempre vista come una madonna, anche dopo il parto, anche dopo le calunnie… da sempre guardo la sua immagine e vedo te Lucrezia … sai che ti ho sempre adorata!”Una strana luce sgorgò dagli occhi di lei;la bocca di lui era un gorgo scarlatto verso cui una vertigine l’attraeva sempre di più. ”Cesare!Anch’io ti ho sempre…”Egli attese,bevendosi i lineamenti di lei contratti da una sofferenza improvvisa e osservando la sua resa. Ella aveva abbassato di colpo il capo, come colpita da un’odiosa verità:”Ti ho sempre…ammirato…fratello mio.”. Ma a quel patetico ripiego il viso di Cesare si contrasse, mentre una rabbia primordiale lo scagliò su di lei, sulle sue labbra ancora schiuse dalla menzogna che aveva appena pronunciato.


    Edited by Vænessa - 2/6/2014, 03:22
     
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    Oh bene, giustizia è fatta! preferisco questo finale

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  3. Vænessa
     
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    Grazie mille ^^ Fa piacere condividere le proprie follie^^ Forse, se trovo ancora"ispirazione"la continuo. Ho in mente un bel rapporto Lucrezia/Alfonso nato però in un modo un pò particolare.E forse anche un pò di Sancha/Cesare,sempre diversamente da come "lo si intende di solito". Insomma, ci si sbizzarrisce a manetta xD
     
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    Su Sancia e Cesare non ho letto niente (a parte i romanzi), interessante!
     
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  5. Vænessa
     
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    Vorrei inglobare queste due relazioni in quella CL, seguendo l'andazzo di questo inizio e sfantasiando sopra seguendo la storia però^^ Comunque anche se la base è il rapporto tra Cesare e Lucrezia in The Borgias, qui cambia il fatto che Cesare e meno succube,o meglio lo è tanto quanto Lucrezia, ma mantiene un minimo di"carattere",come lei. In più ci sono cose che la serie di Jordan ha volutamente stra-cambiato(vedi accenno a Perrotto,che io qui "faccio ammazzare" da Cesare,così come Juan). Comunque,nella prossima puntata la parte peggiore in assoluto: il risveglio al mattino dopo (senza scene di lei con la testa poggiata al petto di lui però,per carità xD)
     
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    (VEDI ACCENNO A PERROTTO,CHE IO QUI "FACCIO AMMAZZARE" DA CESARE,COSÌ COME JUAN)

    Grazie a Dio! Quanto ci rimasi male di Perotto/Paolo in TB ;_; principalmente perché si vedeva già che Juan doveva finire come capro espiatorio di qualunque "peccato dei Borgia"...
     
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  7. Vænessa
     
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    Vero,hanno reso Juan il personaggio più magnetico, anche se in negativo.Hanno creduto di migliorare Cesare così,spogliandolo invece della sua complessità. Bah W_W Comunque qui c'è la continuazione del delirio precedente:D Forse è un pochino pochino piccante,ma nulla di spinto o volgare ^^

    Un ricordo galleggiava nella mente ancora sopita di Cesare. Era impercettibile eppure insistente. Ricordava, o credeva di ricordare,di aver afferrato Lucrezia,come mai prima d’allora…L’aveva forse baciata? Con forza,con violenza quasi. Ed ella non l’aveva respinto? No, Lucrezia gli aveva risposto,come se l’attendesse da sempre,allargando le braccia ed accogliendo il suo bacio. Le sue piccole mani si erano aggrappate a quelle di lui,mentre si attiravano a vicenda,confusamente. Era stato allora che le aveva scostato in un gesto solo la nube dorata attorno alla testa,nutrendosi appieno del suo odore,arrivando quasi a morderla, mentre lei lo avviluppava tra le sue braccia,agitandole su di lui e attorno a lui,come in una richiesta d’aiuto. Egli aveva sognato,forse, di chinarsi sul petto di lei,strappandole la veste e costringendola a stendersi, per la foga dei baci. Lei afferrandogli la testa,a tratti sembrava volerlo distaccare,a tratti guidare. Lui allora aveva serrato la fronte contro la sua,guardandola per la prima volta da quello scoppio di passione. E finalmente l’aveva presa,sentendola sua oltre ogni legame terreno. Ma ben presto aveva dovuto premere con forza la sua mano sulla bocca di lei che ormai iniziava ad ansimare,l’azzurro degli occhi reso più intenso dallo stupore e da qualcosa d’indecifrabile. Lei gli aveva avvolto le gambe attorno ai fianchi, stringendolo a sé come temesse di vederlo svanire di colpo. Si erano amati così a lungo,fino a quando non l’aveva stretta ancora più forte, avvertendo in lei lo stesso,ultimo fremito. Dopo,una penombra dolcissima era scesa su entrambi …la stessa che si stava diradando ora dai suoi occhi.
    Lucrezia adesso non era accanto a lui. Il primo pensiero corse subito ad un pentimento di lei e immediatamente avvertì ciò che aveva scacciato tutta la notte. Si sollevò sugli avambracci solo per scoprire che la sorella era rannicchiata ai piedi del letto,ancora nuda. Il mento poggiato sulle ginocchia piegate verso di sè,lo sguardo verso la finestra illuminata dal primo albeggiare,Lucrezia sfiorava piano il crocifisso che portava sempre al collo. Ella aveva ancora negli occhi le immagini della sera prima. Rammentava di non aver opposto resistenza all’assalto di lui. Qualcosa si era liberato in lei appena Cesare l’aveva baciata ed ella si era sentita finalmente sé stessa quando lui l’aveva spogliata,il suo cuore non aveva smesso di tormentarla nel petto un attimo,mentre lui la afferrava con una forza che lei non gli conosceva ancora. La gioia di averlo finalmente così vicino,più che vicino,di sentire la passione di lui,fuori di sé,sovrastarla e scuoterla tutta…era stato più di quanto si fosse ingannata di non desiderare. Ella aveva perso percezione di tutto tranne che di lui. Mentre lo attraeva a sé, artigliando la sua schiena,arrivando a mordere i muscoli delle sue braccia,lottava col suo respiro, lasciandosi prendere da lui sempre di più,per poi alla fine doversi arrendere e ricadere sul letto insieme a lui.
    Poi si era svegliata. A lungo non aveva osato voltarsi verso Cesare, prima di costringersi ad osservarlo infine,ancora più innamorata e frastornata. Sfiorarlo le era bastato per doversi rifugiare ai piedi del letto,da dove ora si accorse dello sguardo calmo di lui,assonnato,felice e al tempo stesso imperscrutabile. Strinse più forte il crocifisso,restituendogli quello sguardo che non gli aveva mai visto in viso.“Preghi?”.La voce di lui era più bassa del solito o forse era una sua impressione. Lucrezia aveva sorriso debolmente,sussurrando appena:”Prego per noi…” L’espressione ansiosa, quasi ferita di lui le arrivò come una stilettata. Il tono di prima vacillò mentre lui le chiedeva d’un fiato:”Dimmi che non rimpiangi nulla… dimmi che non devo sentirmi un essere abietto, che ho ancora- anzi,ancora di più!- il tuo am...”Non aveva potuto terminare perché un singhiozzo senza lacrime era sfuggito dalla gola di Lucrezia e il suo viso si era come accartocciato in un’espressione quasi infantile. Ma ella si costrinse a non piangere e a sussurrare:”Ho supplicato l’Altissimo di concedermi almeno il senso di colpa,di poter maledire ciò che è successo stanotte,di poter rinnegare tutto,noi due, questo…”Cesare si era avvicinato,non riuscendo a trattenere un sorriso di sollievo mentre si fermava davanti al suo corpicino,allungando una mano e posandola lievemente sul capo di lei.”Ho creduto volessi annientarmi,dicendomi che ormai pensavi a noi due come a dei mostri.Lucrezia,per un istante ho temuto di perderti!”C’era risentimento velato nelle parole di lui,compassione nell’espressione di lei. Finirono per adagiarsi uno sull’altro.”Cesare, non riesco a concepire il pensiero che noi due siamo un peccato,qualcosa contro natura…” La interruppe e l’afferrò, frenetico:”Voglio sentirtelo dire,quello che ho sempre intravisto nei tuoi come nei miei occhi,in tutti i tuoi gesti…”.Di colpo lo scostò,fissandolo con un'espressione costernata:”Non te l’ho forse urlato tutta la notte? Fratello mio,che Dio mi perdoni …io ti amo!”. Gli occhi di lui esultarono mentre le donava le parole che anche lei aveva agognato:”Ti amo, ti ho sempre amata Lucrezia! Il perdono di Dio non aggiunge né toglie nulla a ciò che sento per te!”L’espressione spaventata di lei lo animò ancora di più:”D’altronde,sorella mia, non è forse l’amore ciò su cui si basa tutto il suo credo? E in cosa gli facciamo torto amandoci?”Le aveva serrato le mani nelle sue ma lei ora balbettava:”Egli è buono e ci grazierà perché è Lui che ci ha fatti nascere sotto lo stesso tetto,è Lui che ci ha condotti lui l’uno tra le braccia dell’altra… Oh, cosa riesce a escogitare il mio cuore pur di non accusarci?! Non è piuttosto il demonio ad averci ispirati? Cosa siamo diventati Cesare?”. Egli la fissò a lungo prima di risponderle:”Ciò che siamo sempre stati,ciò che eravamo davvero:Cesare e Lucrezia.Senza altri appellativi,senza obblighi,senza null’altro che non fossimo noi. Ecco cosa siamo stati stanotte e cosa siamo per me,da sempre.”La sicurezza di lui la colpì in un modo che non immaginava.”Sei sempre stato così … quando voglio allontanarmi da te dici qualcosa che mi fa innamorare ancora di più!”Stava tornando ad accarezzargli i boccoli quando un colpo improvviso alla porta li fece sobbalzare entrambi,aggrappandosi uno all’altra. La voce roca di Corella li raggiunse da oltre la porta.”Vostra Eminenza vogliate perdonarmi ma hanno mandato a dire che Sua Santità vostro padre chiede di parlare con Voi.” Non si sarebbe fidato di nessuno normalmente ma sapeva che Miguel era un’eccezione. La lealtà di quell’uomo era sopra ogni sospetto. Già dalla sera prima sapeva con certezza che egli non avrebbe mai rivelato che la sorella si era attardata tutta la notte presso di lui. Pensando già a come ricompensarlo ordinò:”Che si prepari un boccone veloce e le mie vesti migliori.”. “Come comandate, mio signore.”Lucrezia aveva sussultato al sentir pronunciare la parola ”padre”. L’aveva guardato, come persa, ora che il rumore dei passi giù per le gradinate rimbombava nelle teste di entrambi. Lucrezia era stata la prima a muoversi. Si mise a frugare tra le coperte in cerca della veste, ridotta ormai a poco più di un lungo lembo di seta che però si infilò lo stesso, velocemente,in silenzio. Infine si alzò, prese un ampio mantello di broccato che giaceva su una sedia lì vicino e se lo pose sulle spalle,abbassando il cappuccio.”Prenderò il passaggio che conduce all’altra ala del palazzo apostolico sperando che nessuno mi fermi. Le mie donne avranno notato che la mia assenza si è prolungata più del previsto, è meglio che vada.”Stava per voltarsi quando lui la trattenne per un polso.”So cosa hai provato poc’anzi Lucrezia. Siamo stati dei folli a dimenticarci di “lui”, ma non scoprirà nulla se saremo abili nel nasconderglielo.”Lei per un attimo si chiese se Cesare temesse l’ira legittima di un padre verso due figli colpevoli d’incesto, oppure la gelosia di un uomo che si diceva fosse consumato da un amore insano per la figlia. Gli sguardi insistenti del padre le facevano temere la veridicità di quelle dicerie. Questo,unito al discorrere di sotterfugi,così come di passaggi segreti,rattristò ancora di più Lucrezia che gli posò mollemente una mano sulla guancia:”Credi che lui…?” Cesare scosse la testa,esasperato.”No, sono menzogne!”Lei socchiuse gli occhi:”Vorrei fosse lo stesso per noi… Basta ora! Ti rivedrò fin troppo presto…e morirò al pensiero di non poter fare questo…”L’aveva baciato brevemente ma con forza:”Cesare,soffro se penso anche alla reazione di nostra madre…devo vederla…” “Non vorrai tradirci Lucrezia ?!”. La furia nell’aspetto di Cesare le fece mordere le labbra:”Voglio solo parlare con mia madre,nostra madre…lei forse ci capirebbe…No,sto delirando! Fammi andare via,non so più ciò che dico,ciò che penso…”. Si svincolò e aprì il passaggio nascosto dietro un ampia specchiera,non prima di vedervi riflessa per un momento l’immagine sua e di suo fratello. Lei che gli dava le spalle,un’ombra su suoi lineamenti, lui smarrito e immobile. Gli sorrise stancamente dal riflesso e uscì.
     
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    Bello anche questo *claps* comunque io un po' di creepyshipping padre/figlia lo faccio, lo confesso. XD
     
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  9. Vænessa
     
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    Grazie :) Il padre/figlia lo shippo a tratti,non tanto per la diversa relazione rispetto a fratello/sorella,che già fa, più che altro per la differenza d'età xD Anche se Rodrigo in Borgia di Fontana se li porta bene,ha un certo fascino,fisico a parte :D Però se mai ci fu incesto è più probabile sia stato fratello/sorella,almeno per me. Forse il fatto che sia Cesare sia Rodrigo si"contendevano"la paternità dell'infante romano sarà stato l'evento che avrà scatenato le voci,insieme ai pettegolezzi di Giovanni Sforza ovviamente...certo che però di tutte le cose che si poteva inventare per diffamarli proprio questa andò a pescare...
     
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    Invece secondo me se c'è stato è più probabile che fosse padre/figlia, perché è quella l'accusa che è partita da Giovanni Sforza e le altre sono solo nate da lì! Comunque sono abbastanza certa che non ce ne sia stato nessuno e non mi convincerò del contrario finché non spunterà un carteggio in cui gli interessati confessano il contrario XD
    Sforza imho o è rimasto sconcertato, da settentrionale, dalla fisicità di questi spagnoli un po' *terroni*, o ha voluto spararla grossissima perché voleva seriamente screditare il papa. O entrambe le cose XD
     
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  11. Vænessa
     
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    ahahaha! sono d'accordo con la teoria dei"terroni".Si saranno scandalizzati per qualche bacio troppo vicino alla bocca et simili. Invece tornando alla finzione non capisco come mai dopo l'incesto hanno deciso di far sentire in colpa Cesare e non Lucrezia :/ Cioè,era più credibile la seconda scelta...o che almeno stessero male entrambi...ma io ho preferito evitare loro un vero e proprio rimorso (da bravi Borgia quali sono,ehehe)
     
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  13. Vænessa
     
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    Ecco qui la continuazione di questa fanfic strampalata xD Per quei pochi che volessero autopunirsi leggendola xD stavolta include anche Rodrigo e Vannozza.


    Rientrare nelle sue stanze dopo quella notte miracolosa fu traumatico per Lucrezia. Le sue dame di compagnia interruppero il ricamo,nonché le chiacchiere e le risatine,al suo apparire sulla soglia,avvolta di nero,scarmigliata e visibilmente turbata. Da quel poco che aveva colto dalla conversazione appena interrotta, stavano tutte scommettendo su chi potesse essere il fortunato amante della notte appena trascorsa,lamentandosi delle sue frequenti sparizioni,temendo di certo la punizione di Sua Santità. Non riuscì a trattenersi dall’aggrottare le sopracciglia mentre ordinava:”Fate chiamare mia madre e poi lasciateci sole.”Che pensassero ciò che volevano, che la lasciassero sola. Sapeva bene che farle punire o sostituire sarebbe stato inutile. Seppur riluttante a disfarsi così presto dell’odore di Cesare,non saltava mai le abluzioni mattutine, perciò dopo aver ordinato di far portare dell’acqua calda per riempire l’enorme vasca al centro della stanza,vi s’immerse, mandando via anche le sue fedeli saracene,stendendo infine le gambe indolenzite dalla passione e assaporando quella dolce stanchezza che l’avvolgeva. Dopo un tempo che sembrò infinito fu la voce di Vannozza a farla riavere. “Hai un aspetto magnifico figlia mia…sembri…radiosa come una sposa”. Lucrezia aveva sorriso candidamente ancor prima di riaprire gli occhi, scorgendo sua madre seduta,le mani unite, l’espressione di orgoglio materno impressa nei lineamenti segnati dal tempo,ma ancora eleganti. ”Vi ringrazio madre mia…vi ho fatto cercare per parlarvi…del mio matrimonio.” “Sai bene che non ho più l’ascendente di un tempo su tuo padre, non posso aiutarti e me ne dolgo, credimi,ma non c’è altro che io possa fare se non consigliarti di accettare di buon grado le scelte di tuo padre… e di tuo fratello.” Lucrezia non si stupì che sua madre avesse indovinato subito il motivo della sua visita. Sospirò e poggiò il mento sul bordo della vasca.”Voi avete avuto tre mariti, io sono già al mio secondo marito …non so se avrò la vostra tenacia per sopravvivere.” Le sottili rughe attorno alla bocca di Vannozza si animarono.“Bambina mia,almeno non ho provato la frustrazione di dover sopportare lo stesso uomo per anni”. Risero insieme,ma subito Lucrezia si fece seria.”Però di certo non avrete amato nessuno come mio padre…il fatto è che io non posso amare Alfonso D’Aragona,lo so già,prima ancora di conoscerlo.””Pensi che tuo padre e tuo fratello vogliano obbligarti ad amarlo? Sai bene che ciò non conta.” Lucrezia scosse il capo e a quel movimento le ciocche dorate ondeggiarono lievemente.”Allora li odi perché pensi che ti usino? Pensa questo:se non ti tenessero in gran conto non farebbero di te il perno dei loro progetti.” Lucrezia protestò vivamente:”Cesare non mi userebbe mai!” Forse lo stato di dormiveglia dal quale si era appena svegliata,oppure ciò che aveva appena vissuto la rendevano più imprudente. Vannozza la fissò a lungo.“Sei diversa stamane figlia mia…non può essere solo il povero Alfonso D’Aragona a turbarti… inoltre,a quel che so è considerato da tutti un bel giovane…”. La ragazza si proibì di sgranare gli occhi eppure fu quello che fece.”Per quel che vale! Non potrà mai sostituire il padre di mio figlio,tantomeno…” Si era interrotta bruscamente. “Tantomeno l’uomo che ami da sempre.” Lucrezia lasciò cadere mollemente le mani dentro l’acqua. La sua voce era tornata sicura e ferma mentre le chiedeva,fingendosi divertita:“Cosa vi viene in mente madre mia?” Un sospiro sollevò il petto della donna “L’ho sempre saputo in fondo…una madre non è cieca quanto un padre a volte può esserlo…l’ostinazione di Rodrigo a confinare Cesare nell’abito talare ne è una conferma…anche se come ben sai, lui è in procinto di seguire la sua strada ormai, abbandonare la porpora,prendere moglie…”. Una lama impietosa si fece strada nel petto di Lucrezia, si era alzata di scatto dalla vasca,emettendo un suono inorridito, rimanendo nuda,in ogni senso possibile,di fronte alla madre che si era voltata nuovamente verso di lei.”Fingere con gli altri è indispensabile e ne sei sempre stata capace finora Lucrezia, ma sono pur sempre tua madre…e tu sei pur sempre una donna innamorata. Non c’è bisogno che ti dica che ben prima di assistere a questa tua reazione io sapessi con certezza chi hai nel cuore. Dopo aver predisposto ogni cosa per la tua felicità, all’ultimo momento anch’egli è venuto a chiedermi consiglio,giorni fa, in un modo talmente accorato che,unito alla tua confessione involontaria di adesso, ha dissipato i sospetti di tanti anni”. Lucrezia desiderò gettarsi di nuovo tra quelle acque,annegarvi. Sua madre si era voltata pronunciando le ultime parole. Le dava le spalle e la sua voce sembrava provenire da un’altra stanza, ma lei era ancora lì,immobile.”Oh figlia mia! Quante volte ho voltato il viso vedendovi felici insieme,fin troppo felici,fin troppo persi nel vostro mondo … ma io non vi accuso,no,siete i miei bambini, i miei angeli…Solo,te ne prego:non cadere insieme a lui! Non oltrepassate quei confini che una volta superati non potranno mai restituirvi a voi stessi. Ti chiedo solo questo,continuate ad amarvi come avete fatto fin’ora e io continuerò a vegliarvi come più mi sarà possibile.” Lucrezia aveva tentennato fino al telo accanto alla vasca, gettandoselo addosso disperatamente,lanciando a Vannozza sguardi che erano altrettante richieste d’aiuto,dominandosi per non urlare:”Madre, perché non avete fatto nulla per impedirlo? Perché non ci avete guidati? Né voi né nostro padre! Lui ne è al corrente? Ne avete parlato mai prima d’ora? Vi supplico, ditemi che non è così, ditemi che non devo guardare a lui sperando nella sua assoluzione se non in quella celeste!” Vannozza l’abbracciò di getto, carezzandole la testa ancora umida:”Avrei forse dovuto separarvi più di quanto non lo siate già stati? Non imputare la colpa a me,né a te o a Cesare…non è il genere di cose su cui si ha libero arbitrio figlia mia,dovresti saperlo. Ora calma,richiama le tue donne, vestiti e vai a parlare con lui. Digli che hai compreso che per il bene di entrambi,per il bene della famiglia, acconsenti a queste nozze, a mettere Napoli tra voi due,prima che cadiate in tentazione irreparabilmente.” Lucrezia sentì una fitta al pensiero di aver tradito la fiducia della madre. Ella dava per scontato che i due giovani non avessero peccato fino a tal segno, forse rigettando l’idea,sperando ancora di poter porre rimedio. Si staccò dall’abbraccio e sogguardò affettuosamente Vannozza.”Come desiderate madre mia.” Sapendo bene di mentire.

    Cesare,ancora ebbro di piacere,aveva faticato a rimanere impassibile mentre i valletti gli giravano intorno vestendolo di tutto punto.Non aveva potuto smettere di mordersi le labbra al pensiero di ciò che era appena accaduto, a ciò che sarebbe ancora potuto accadere...Una volta entrato da suo padre desiderò ardentemente trovarsi da tutt’altra parte. Ma Rodrigo, pesantemente abbigliato d’oro e porpora, sostava imperioso dinnanzi un’ampia finestra, scorrendo alcune carte con fare attento e concentrato, volgendosi alla luce che ormai penetrava intensa. Il profilo netto del genitore aveva sempre impressionato i figli, con quei tratti decisi e marcati, il naso adunco, lo sguardo sporgente ed ambiguo,che pareva volesse afferrar tutto ciò che si trovava innanzi e non solo. In quel momento sembrava davvero più giovane della sua età. Un uomo nel pieno del suo vigore. Per un attimo Cesare dovette reprimere un moto di folle,insensata gelosia,al pensiero delle voci su Lucrezia e Rodrigo. Aveva ribadito a sua sorella che erano menzogne. Ma ne era davvero così certo? Prima che potesse rispondersi suo padre distolse lo sguardo dalle scartoffie, sorridendo soddisfatto e correndogli incontro.”Figlio mio! Porti in viso il fulgore di Apollo stesso stamane!” E ghignando ancora lo osservava, tronfio,stringendogli le spalle tra le ampie mani. “Oh, ma insomma la tonaca non ti si addiceva invero…questo vecchio toro testardo avrebbe dovuto riconoscerlo a tempo debito,eh? Un’altra ninfa stanotte ha suggellato il suo voto a te…o su di te a quanto pare...non senza il tuo consenso immagino, figliolo!” Le risate di approvazione di Rodrigo normalmente inorgoglivano Cesare,che come suo padre non si premurava di nascondere le sue avventure,ma quella mattina seguì con orrore lo sguardo malizioso del pontefice e si accorse che mirava al suo collo. Non ebbe bisogno di uno specchio per realizzare che la notte prima doveva aver lasciato dei segni,forse le unghie di sua sorella…che suo padre se ne beasse inconsapevolmente gli sembrò talmente paradossale da fargli temere per un attimo che gli occhi gli sfuggissero dalle orbite.”Padre, devo parlarvi riguardo a Lucrezia…ho riconsiderato la questione delle sue nozze e mi sono chiesto se non sia meglio attendere di trovare un miglior alleato alla nostra causa. Del resto, anche quando decidemmo di darla in sposa a Giovanni Sforza tale scelta si rivelò errata in breve tempo.” Rodrigo torse il naso,guidando il figlio verso una poltrona riccamente decorata,seguitando:”Cesare, cos’è questo discorrere?Non è da te...Avrai di certo ecceduto nel bere ieri notte oltre al resto…ma dovremo riconsiderare il tuo apprezzamento per le giovani romane dato che…ebbene? Perché posporre la lieta novella? Il re di Francia acconsente all’accordo col quale Noi gli garantiamo l’annullamento del suo matrimonio,in cambio, tra le altre cosucce da nulla, della mano di Carlotta d’Aragona! Il partito che agognavi da tempo, la potenziale erede al trono di Napoli, figlio mio, mio bene!” Cesare finora aveva solo vagheggiato di quell’unione insperata che gli avrebbe consentito di volgere le sorti in suo favore e costruirsi un regno che lo rendesse indipendente dal potere del padre, dai suoi favori. In quel momento l’immagine di lui e Lucrezia avvinti sembrò ondeggiargli davanti,solo per un attimo. Poi,come tramutato, vide sé stesso a capo di un'esercito,no,del più grande esercito del mondo conosciuto. Stava per esultare quando,guardandosi attorno lanciò uno sguardo di rimprovero al padre. Ma prima di poter proferire alcunché egli lo interruppe, come succedeva fin troppo spesso, rifletté con fastidio il giovane:”Oh, non c’è più bisogno di segretezza ormai. A breve ti svestiremo e ancora più a breve sarai tu a svestire Carlotta!” La risata gongolante di Rodrigo riecheggiò nella stanza dall’alto soffitto e finemente affrescata. Cesare diede una pacca alla spalla paterna e infine si lasciò andare sulla poltrona,accavallando le gambe:”Che trionfo aver piegato un sovrano al nostro volere padre! Nessuno avrebbe creduto che io,un bastardo, potessi anche solo aspirare a salire su un trono! Invidiosi e meschini, credono di poterci indebolire a forza di tradimenti e malelingue- si versò da bere da sé,costringendosi a non seguire il corso dei pensieri rianimati da quella parola da lui stesso pronunciata- ma io vi giuro padre mio che renderò il giusto compenso a coloro che ci hanno osteggiati. Carlotta sarà mia,Napoli sarà mia,ma saranno solo le prime di innumerevoli rese!” Brindarono,raggianti. “Figlio mio,mio astro… costei non cederà facilmente. I miei informatori mi dicono anzi che è già impegnata con un tale Guy, ma non dubito che saprai districarti con la concorrenza,come sempre,riuscendo ad averla vinta, nevvero?”. Cesare fece un cenno di assenso col capo, osservando l’enorme cartina sopra la testa del padre e favoleggiando tra sé e sé che quando suo padre sarebbe morto lui avrebbe dovuto avere alle sue spalle un solido impero, slegato dal potere papale che di certo non sarebbe rimasto nelle mani del padre in eterno. Disgraziatamente, si disse. Intanto il padre si mostrava ciarliero e pieno di grandi propositi, come sempre, per indebolire i loro detrattori. Normalmente egli contribuiva vivacemente a quei discorsi ma in quell’occasione pensava solo a come comunicare il tutto a Lucrezia. Con gli stessi pensieri si sedette alla grande tavola imbandita, tra i notabili, solo per rendersi conto che la sorella non aveva preso parte al pranzo, preferendo consumare il pasto da sola nelle sue stanze. Suo padre aveva sbuffato infastidito nell’apprenderlo da un valletto affannato dalla corsa. Cesare decise allora di chiedere”udienza”alla sorella nel pomeriggio, solo per scoprire di essere stato invitato a caccia dall’ambasciatore francese, uomo di vitale importanza per la trattativa in atto. Non potendo rifiutare ed essendo in fondo la caccia una sua grandissima passione, accettò e rimandò il chiarimento con la sorella. Ella trascorse il resto del pomeriggio in giardino leggendo, cullata dall’altalena di stoffe intrecciate dalle sue saracene, volgendo talvolta l’azzurro degli occhi a quello più scuro del cielo, sperando non piovesse.Il suo cuore in quel momento era così cangiante che temeva perfino il maltempo,quando invece adorava la pioggia. Annoiata,aveva iniziato a giocare con le sue dame, sedute in cerchio sul prato, cantando filastrocche per distrarsi. Non aveva avuto il cuore di andare a vedere suo figlio quel giorno. Non ancora...Ad un tratto,quando stava perdendo il filo del gioco,non poté fare a meno di sobbalzare scorgendo Cesare sotto le ampie arcate,intento a fissarla,poggiato ad una colonna,splendido come e più di sempre. Le fanciulle, osservando il turbamento della loro signora che aveva interrotto una canzone a metà,stonando platealmente,si voltarono verso il giovane, trattenendo a stento dei sorrisini che non sfuggirono a Lucrezia. Di nuovo quei sorrisi! Era circondata da gente che rideva continuamente mentre ormai a lei spesso costava enormemente non correre via. Cosa che avrebbe voluto fare adesso...Una gelosia muta sembrò volerle perforare lo sguardo per arrivare fino a quello calmo e verde di Cesare. “Lasciateci soli...tutti” Includendo nell'ordine anche le guardie sotto le volte, che furono le prime ad uscire,seguite da un turbinio di gonne e nastri che si dissolse oltre l’immenso portone che conduceva all’interno del palazzo apostolico. La bella testa corvina di Cesare si voltò appena al passare dell'ultima,una biondina di cui non ricordava mai il nome,prima che il rumore dei battenti rimbombasse nel giardino a chiostro. Lucrezia intanto si era sollevata le gonne rimettendosi in piedi."Stavolta chi hai messo incinta?Sono di nuovo zia e non ne avevo nemmeno idea?"Cesare storse le labbra,rispondendole di rimando:"Le mandi in giro più scollate di te,cosa credi che io sia un santo?Ti ho guardata per anni...diamine,avrei dovuto riservare a te quelle attenzioni?Per poi sentire,come adesso,il morso della tua gelosia?""E io non l'ho forse sentito il tuo?Quando mi fidanzarono la prima volta a quel Gaspare da Procida?Avevo 12 anni,tu appena 17,eppure mi facesti sentire talmente in colpa,come un'innamorato!E mi accusavi,come se l'avessi scelto io!" I lineamenti di entrambi,ora pervasi dalla collera,si rassomigliavano più del solito. Cesare notò che lei stringeva i pugni con forza. Si era diretta ora alla fontana che ornava il centro del giardino, per fermarsi al bordo e osservare i pesci che si contendevano il poco spazio a disposizione. “Spesso mi sono sentita così. Senza spazio, senz’aria,senza voce. Ma credevo di potermi fidare almeno di te.” Cesare,punto sul vivo,l’abbracciò da dietro,con forza,ma lei si scostò. “Hai saputo ogni cosa,vero Lucrezia?”. La mascella di lui era serrata, Le luci riflesse dall’acqua si accendevano nei suoi occhi. Lucrezia gli esplose in faccia:”Ho saputo che è stato inutile donarti ciò che non avevo mai donato a nessuno…” “Il tuo corpo?” La rabbia nella voce di lui aumentò quella di lei che alzò una mano per schiaffeggiarlo,solo per incontrare lo sguardo imperturbabile di lui. Si fermò a mezz’aria,continuando:”La mia anima,demonio,la mia anima!Nostra madre crede che ci amiamo di un amore più puro di quello degli angeli e lo credevo anch’io."Cesare sembrava come stordito da un pugno."Allora hai svelato tutto a nostra madre?!Parla!Non farmi pentire di non averti soffocata tra le lenzuola stamattina...dì,ci hai rovinati?"Lucrezia non seppe trattenere una smorfia di sofferenza alle minacce vuote di lui:"Avresti più paura di perdere il favore di nostro padre che il suo affetto...Nostra madre ci ha scoperti molti anni fa...ma non immagina fino a che punto siamo giunti...fino a che punto la tua perfidia sia giunta:Io ti ho sacrificato ogni possibilità di salvezza e tu…tu fuggi in Francia a fare la corte ad un’altra! Io sarò obbligata, ma tu scegli di tua sponte, lasciandomi qui a chiedermi se piuttosto che dar seguito all’amore che avevi sempre provato,tu non abbia piuttosto dato sfogo ad un istinto dei più bassi,prima di correre a sposarti e diventare il nuovo Cesare!” Stavolta era stato lui a muoversi minaccioso verso di lei:”Non pensi ciò che dici! Ma cosa, perdio!Cosa dovrei mai fare?! Restare qui, né prelato né soldato né nobile,né carne né pesce,a incontrarti di nascosto le rare volte che potrò venirti a trovare con tuo marito tra i piedi?” “Marito che mi hai messo tu al fianco per i tuoi scopi!” “L’ho fatto anche per te! Per non lasciarti sola con un figlio di nessuno! Ah,se mi vedessero i miei condottieri! Discutere così con una donna,mia sorella per giunta! Sono stato un folle a pensare anche solo per un attimo che io e te potessimo essere felici insieme Lucrezia,è questa la verità e lo sai. Dobbiamo espanderci,dobbiamo allargare i confini della nostra famiglia,non rinchiuderci in essa.“ Cesare aveva dovuto ricorrere a tutta la sua capacità di fingere per mettere insieme quella pantomima. Doveva costringere la sorella a desistere,ferirla se era il caso,purché entrambi proseguissero ciò che si era cominciato. Ma qualcosa si lacerava in lui mentre le diceva quelle frasi, mentre faceva violenza a sé stesso,mentre temeva che i denti gli si spezzassero in bocca per la tensione con cui li teneva serrati. Ma quello che vide nel viso di lei fu più di una semplice delusione.”Avrei rifiutato chiunque sull’altare...fin dal primo matrimonio. Per te,solo per te...creando uno scandalo, scatenando l’ira di nostro padre. Ma d’ora innanzi obbedirò. Sempre. Per far piacere a te, fratello mio.”Aveva calcato sulle ultime parole. Lui si avvicinò per sincerarsi che lei non stesse piangendo ma Lucrezia si voltò e si allontanò a grandi passi.Le fu addosso in un movimento rapido,le baciò il collo sussurrandole all'orecchio:"Un giorno mi ringrazierai,sorella ingrata..." Lei si ritrovò di nuovo a stringere la croce che le pendeva sul petto,mentre lui continuava a fiatarle sul collo:"Lasciami andare o richiamo le guardie e mando ogni cosa a monte:noi,la nostra famigliola perfetta,tutti i tuoi piani di gloria".Si voltò e lo fissò in quel mare verde,perennemente agitato,che erano i suoi occhi.Prima che egli potesse dissimulare ancora ella si rese conto che lui l'aveva ingannata e si chiese come avesse potuto credergli con tanta facilità."Bugiardo! Crudele e bugiardo!Ma la mia felicità sarà il tuo castigo Cesare! Lo giuro!"Gli prese il viso tra le mani e lo baciò inspirando forte. Non si mossero entrambi, Poco dopo si separarono senza guardarsi e Cesare si richiuse il portone alle spalle,consapevole di aver perso sua sorella in cambio del suo amore.

    Edited by Vænessa - 10/6/2014, 17:49
     
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    vice-chancellors
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    Ho letto solo la prima parte, continuerò dopo, però...

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    .”Sono sempre stato la causa delle tue infelicità …piccole e grandi, che io lo volessi oppure no


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    pope
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    Molto intenso quest'ultimo, un po' più cupo! Mi ha ricordato Siblings più degli altri, la parte buona di Siblings o dell'episodio dopo... adesso non ricordo XD (li ho visti una volta sola tutti e due)
     
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26 replies since 1/6/2014, 23:03   456 views
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