Raffaello

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    CITAZIONE
    Raffaello Sanzio nacque il 6 aprile del 1483 nella città di Urbino.
    Il padre Giovanni Santi, anch' egli pittore, lo incoraggiò a studiare le opere di Piero della Francesca che aveva realizzato ad Urbino alcune tra le sue opere più belle.
    Raffaello cominciò così a studiare il disegno e la prospettiva, il padre accortosi della sua bravura, gli cercò un maestro migliore: il Perugino. Nelle bottega del maestro assimila la grazia tipica delle sue opere e insieme il gusto decorativo del Pinturicchio.
    A diciassette anni, Raffaello lascia la bottega del Perugino con il titolo di magister che gli diede il permesso di esercitare l'attività di pittore.
    Raffaello SanzioNel primo periodo della sua attività realizzò alcune opere per Città di Castello: la Pala del Beato Nicola da Tolentino di cui oggi ci restano alcuni frammenti che si trovano a Brescia, Napoli e Parigi; lo Stendardo della Trinità che si trova alla Pinacoteca civica di Città di Castello; e la Crocifissione Mond che si trova alla National Gallery di Londra. Successivamente eseguì per la famiglia Oddi la pala con l'Incoronazione della Vergine oggi alla Pinacoteca Vaticana a Roma.
    Nello stesso periodo eseguì per la Libreria Piccolomini di Siena, in una collaborazione con il Pinturicchio, gli affreschi con Scene della vita di Pio II.
    Nel 1504 Raffaello realizzò uno dei suoi grandicapolavori: lo Sposalizio della Vergineche oggi si trova alla pinacoteca di Brera a Milano. L'opera si basta su un dipinto del Perugino ma in questa Raffaello mostra di aver superato lo stile della maestro. Nello stesso anno il pittore si trasferì a Firenze anche se comunque mantenne i rapporti con la corte di Urbino e infatti eseguì per la corte urbinate, i ritratti di Guidobaldo da Montefeltro e di Elisabetta Gonzaga e il dittico con San Michele che abbatte Satana e San Giorgio che uccide il drago.
    Contemporaneamente il maestro realizzò due opere destinate alla città di Perugia: la Pala Colonna che oggi si trova al Metropolitan Museum di di New York e la Pala Ansidei oggi alla National Gallery di Londra.
    Raffaello SanzioA Firenze l'artista venne in contatto con i massimi esponenti della cultura locale Leonardo e Michelangelo. L'influenza leonardesca si avverte nella Madonna Terranova inserita in un tondo, la Madonna del Granduca del 1506, la piccola Madonna Cowper, la Sacra famiglia e la Madonna di Orleans.
    Tra il 1505 e il 1508 eseguì inoltre grandi tavole che rappresentano: la Madonna del Cardellino, la Madonna del prato e la cosiddetta Bella giardiniera, in questi dipinti le figure monumentali sono isolate su uno sfondo paesaggistico.
    L'influsso Michelangiolesco, cominciato con i ritratti dei duchi di Urbino, proseguì in altri dipinti come il Giovane con la mela, la Dama del liocorno. Eseguì inoltre a Firenze numerose tavole di devozione privata: nel 1506, la famiglia Dei Raffaello Sanziogli commissionò la pala d'altare per la Chiesa di Santo Spirito: la Madonna del baldacchino e la Deposizione richiestagli da una nobile di Perugia.
    La fama del pittore giunse a Roma, dove il Papa Giulio II gli affidò l'incarico, licenziando tutti gli altri pittori, per la decorazione delle Stanze vaticane. I lavori cominciarono nel 1508 dalla stanza detta della Segnatura che ospitava labiblioteca privata del Papa. Qui dipinse gli affreschi della Disputa del sacramento, della Scuola di Atene e il Parnaso.
    Nello stesso periodo eseguì altre opere tra le quali il Ritratto di Fedra Inghirami, il Ritratto di Cardinale, la Madonna della torre, la Madonna Aldobrandini, la Madonna dell'alba e la Madonna della seggiola.
    Nella villa di Agostino Chigi affrescò il Trionfo di Galatea ispirato ad architetture antiche descritte in testi letterari.
    Tra il 1511 e il 1513 eseguì gli affreschi della seconda stanza in Vaticano detta di Eliodoro con affreschi che rappresentano: Eliodoro cacciato dal tempio, nel quale come nella Scuola di Atene, l'architettura occupa l'intero sfondo; il Miracolo di Bolsena nel quale gli abiti dei dignitari e quelli delPontefice testimoniano contatti con la cultura veneta; la Liberazione di San Pietro dal carcere dove la luce è la protagonista della scena.
    Raffaello SanzioEseguì oltre in questo periodo opere come il Profeta Isaia nella chiesa di Sant'Agostino a Roma, la Madonna di Foligno oggi alla Pinacoteca Vaticana a Roma, la Madonna del velo oggi a New York e il ritratto di Giulio II oggi al Londra.
    Sotto il pontificato di Leone X, e alla morte di Bramante, Raffaello è nominato architetto della fabbrica di San Pietro. Nel frattempo completò affreschi della stanza di Eliodoro con l'Incontro di Attila e Leone Magno e iniziò la decorazione della terza stanza detta dell'Incendio.
    In questo periodo realizzò anche i cartoni per gli arazzi destinati alla Cappella Sistina che raffigurano episodi tratti dagli atti degli apostoli.
    Accanto ai lavori destinati al Papa eseguì lavori per i nobili della corte tra i quali al banchiere Chigi fornisce cartoni per l'affresco con Profeti e Sibille in Santa Maria della pace a Roma, progettò la cappella funeraria in Santa Maria del popolo che insieme a Villa Madama testimonia la sua attività di architetto.
    Tra il 1514 e il 1516 dipinse due pale d'altare: l'Estasi di Santa Cecilia a Bologna e la Madonna Sistina contemporaneamente eseguì alcuni ritratti di personaggi illustri tra i quali il ritratto di Baldassarre Castiglione,il doppio ritratto che si trova alla galleria Doria a Roma e la cosiddetta Velata.
    La sua conoscenza dell'arte classica spinsero il Papa a nominarlo conservatore delle antichità e ad affidargli l'incarico di realizzare una pianta della città di Roma antica della quale oggi non ci resta più nulla, ma l'importanza del rapporto che l' artista aveva con l'arte romana è visibile in opere come l'appartamento Bibbiena, la Loggia di Psiche alla Farnesina, le logge di Leone X e la loggetta in Vaticano dove tutte le decorazioni sono ispirate a modelli romani. Negli anni tra il 1518 eil 1520 l'aiuto della bottega divenne necessario per l'attività del pittore questo è evidente anche nella quarta stanza in Vaticano detta la stanza di Costantino. Tra le ultime opere abbiamo il Doppio ritratto del Louvre, la Visione di Ezechiele a Palazzo Pitti a Firenze e la Trasfigurazionealla Pinacoteca Vaticana a Roma.
    Raffaello morì a 37 anni, il 6 aprile del 1520 nel giorno del suo compleanno.

    storiadellarte

    Raffael_Stanza_della_SegnaturaSanzio_01

    Parnaso_02

    CITAZIONE
    Le Stanze di Raffaello sono quattro sale in sequenza che fanno parte dei Musei Vaticani e sono così chiamate perché affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.


    Giulio II, pochi anni dopo l'inizio del suo pontificato, si rifiutò di utilizzare l'Appartamento Borgia, indissolubilmente legate al suo predecessore Alessandro VI. Testimonia una nota del suo cerimoniere Paride Grassi: "non volebat videre omni hora figuram Alexandri praedecessoris sui" ("non voleva vedere in ogni istante l'immagine del suo predecessore Alessandro"). Per questo scelse alcuni ambienti al secondo piano del Palazzo Apostolico nell'ala settentrionale, frutto delle ricostruzioni parziali di Niccolò V[1].
    Secondo quanto testimonia Vasari questi ambienti presentavano già decorazioni quattrocentesche importanti, con alcune pareti affrescate da Piero della Francesca, Benedetto Bonfigli, Andrea del Castagno, Luca Signorelli e Bartolomeo della Gatta[1].
    In un primo tempo la ridecorazione degli ambienti venne affidata a un gruppo di artisti tra cui Pietro Perugino, il Sodoma, Baldassarre Peruzzi, il Bramantino e Lorenzo Lotto[1], oltre al tedesco Johannes Ruysch, specialista nelle grottesche[2]. Perugino ad esempio lavorò alla volta della Stanza dell'Incendio nel 1508, ma il suo lavoro non piacque al papa che lo liquidò velocemente[3].
    Fu probabilmente Bramante, architetto pontificio incaricato di ricostruire la Basilica vaticana, a suggerire al pontefice il suo conterraneo Raffaello Sanzio, a quell'epoca di stanza tra Firenze, l'Umbria e le Marche, reduce da un clamoroso successo con la Pala Baglioni a Perugia. Non è chiaro quando il pittore giunse a Roma: sicuramente il 21 aprile 1508 era ancora a Firenze (lettera allo zio Simone della Ciarla), mentre il 13 gennaio 1509 era già accreditato alla tesoreria pontificia per un ordine di pagamento, verosimilmente legato alla Stanza della Segnatura[1][4]. Probabilmente l'urbinate si aggiunse nel corso degli ultimi mesi del 1508[2].
    Il pontefice, soddisfatto dei primi saggi del pittore, gli affidò presto la decorazione dell'intera impresa, senza esitare a distruggere tutto il lavoro dei suoi predecessori, come testimoniò anche Vasari, salvando solo l'ambiente della Niccolina.
    L'incarico venne inoltre confermato da Leone X, quindi il Sanzio, coadiuvato da un cospicuo numero di aiutanti, lavorò all'impresa, stanza dopo stanza, fino alla morte nel 1520, mentre i suoi seguaci completarono la decorazione su suo disegno fino al 1524.
    Le Stanze vennero usate dai vari papi con poche alterazioni fino a Gregorio XIII.

    tutto su wiki: http://it.wikipedia.org/wiki/Stanze_di_Raffaello

    Edited by ‚dafne - 27/12/2016, 23:43
     
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    CITAZIONE
    La Madonna di Foligno di Raffaello per la prima volta a Milano dai Musei Vaticani.Per il sesto anno consecutivo, il Comune di Milano ed Eni proseguono la tradizione di esporre gratuitamente un unico capolavoro a Palazzo Marino, quest’anno in collaborazione con i Musei Vaticani. Nel 2012 l’esposizione dedicata ad Amore e Psiche è stata la mostra più visitata d’Italia . L’esposizione - dal 28 novembre 2013 al 12 gennaio 2014 - è pensata, anche quest’anno, per dare gratuitamente a un pubblico vasto ed eterogeneo la possibilità di approfondire la relazione con un’opera straordinaria; la mostra è infatti integrata da un’attenta attività didattica e di coinvolgimento – in sala, sul web e attraverso eventi di accompagnamento. Capolavori protagonisti delle precedenti edizioni sono stati: La Conversione di Saulo di Caravaggio (dalla collezione Odescalchi); San Giovanni Battista di Leonardo da Vinci (2009), Donna allo specchio di Tiziano (2010), Adorazione dei pastori e San Giuseppe falegname di Georges de La Tour (2011) e Amore e Psiche stanti di Antonio Canova e Psyché et l’Amour di François Gérard (2012), dal museo del Louvre.

    corriere milano

    Edited by ‚dafne - 27/12/2016, 23:43
     
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    Dal vivo sono ancora più belle, stavo mezza sclerando quando le ho viste... :wub: E poi anche il resto della visita che si fa nella torre borgia è bellissima!
     
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    Ma le stanze di Raffaello non hanno paragoni..cioè a parte che io quando le ho viste mi sono seduta a fissare la Messa di Bolsena per un quarto d'ora e poi ti riempiono, è che ne esci un po' distrutta XD Io uscita da li e in generale dai vaticani ero rimbambita, troppa bellezza tutta insieme!
     
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    Stanze di Raffaello, restauro finale: "Tornano i colori del Rinascimento"

    Un restauro che "svelerà, come mai prima d'ora, la portata universale dell'eredità di Raffaello che, morendo lasciò al mondo una scuola, quella di Giulio Romano e Polidoro da Caravaggio, che per secoli avrebbe fecondato la storia della pittura in Italia e in Europa". Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, alza il sipario sull'imminente intervento sulla Sala di Costantino, il tassello finale di un'impresa di restauro durata anni.
    L'ultima delle quattro Stanze di Raffaello - affrescata fino al 1524 sulla base dei disegni del maestro, scomparso prematuramente nel 1520 prima della fine dei lavori - chiuderà la straordinaria parabola mostrata dagli interventi degli anni scorsi sulle tre stanze precedenti, che aveva svelato l'evoluzione tecnica e cromatica della pittura del genio del Rinascimento, dal 1508 (data d'inizio dei lavori nella Stanza della Segnatura) al 1514 (quando finì l'opera nella Stanza di Eliodoro).

    Mentre nella Sala di Costantino gli operai e i tecnici lavorano al montaggio dei ponteggi per il restauro che prenderà il via a febbraio 2015 e proseguirà per ben otto anni, Paolucci racconta: "Quando vedrete la Battaglia di Costantino contro Massenzio liberata dalla patina scura che oggi la vela, capirete che siamo alle vette della pittura. Che solo Rubens raggiungerà un secolo dopo". Qui, siamo "nella stanza delle cerimonie degli appartamenti di Papa Giulio II della Rovere. Dove gli affreschi - dalla Visione della Croce alla Battaglia di Ponte Milvio, fino al Battesimo di Costantino e alla Donazione di Roma - sono la celebrazione dei successi politici della Chiesa di Roma, della disfatta del paganesimo e del trionfo della religione cristiana".

    Il restauro, diretto da Paolucci e da Arnold Nesselrath, interesserà tutte le superfici dipinte: si partirà dalla parete est con la Visione della Croce, per proseguire poi con le altre scene, ma anche con interventi sulla volta e il riquadro centrale. L'intervento vero e proprio - con il consolidamento degli intonaci e della pellicola pittorica e la pulitura a laser realizzata da un team di sette restauratori provenienti da tutta Italia diretti da Fabio Piacentini - sarà preceduto dallo studio ambientale della Sala, curato dall'Ufficio del Conservatore guidato da Vittoria Cimino, e dalle indagini diagnostiche del laboratorio guidato da Ulderico Santamaria.
    A finanziare il tutto, con 5 milioni di euro, i "Patrons of the Arts", l'associazione internazionale di mecenati per i Musei Vaticani che ha già finanziato, fra gli altri, i restauri degli affreschi di Michelangelo Buonarroti nella Cappella Paolina, e quelli ancora in corso della Scala Santa e della Sala delle Carte Geografiche.

    repubblica roma
     
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    Forgotten oil painting could be lost Raphael, as scientists date it to 16th century

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    When antiques collector Stephen Hibberts discovered a dusty oil painting of Jesus at a fair in Avignon he believed he was buying an unremarkable reproduction that was worth a few hundred pounds at best.

    The portrait entitled Noli Me Tangere (Don't Touch Me) was lying awkwardly on the ground where people were forced to step over it. One person even accidentally trod on the frame causing the canvas to be pierced by a piece of limestone.

    Yet after studying the painting over many years, Mr Hibberts began to suspect he had uncovered something quite special. Hidden in the image were secret clues which suggested the painting was not only hundreds of years older, but could be a lost Raphael worth tens of millions.

    “When I bought it I liked its gothic and rustic appearance,” said Mr Hibberts, 60, who is originally from Stoke on Trent but now lives in Bordeaux, France.

    "But it wasn't in the best of nick. I didn't think it would be worth much at all. I'm a realistic man. I'm aware that it is sometimes tempting to see things that aren't there, that you see things you want to see.”

    Although experts at Sotheby’s, The National Gallery, Oxford and Cambridge University assured Mr Hibberts he had found a Victorian fake, he refused to give up and asked scientists at Bradford University to test the paint to see if it could date the painting.

    In a study published this week, they confirmed that the pigments - cinnabar, haematite red lead, lead white, goethite, verdigris green and azurite - were all commonly used in a Renaissance palette making it likely that it dates from the early 16th century.

    Professor Howell Edwards, of the University of Bradford, said: "No trace of any synthetic pigment that appeared post-Renaissance has been found in our studies, which, when taken with the obvious lack of restorative procedures, implies strongly that the painting is correctly placed as an artwork executed in the Renaissance period.

    "The thing with science, it can tell you about the pigments, whether they are consistent with a particular period of time, it can look at the composition and the mastery of the brush strokes.

    "But what it can't tell you is the exact time that paint was placed on the canvas, nor whether it was by a particular figure."

    The painting, depicting the resurrected Christ appearing to three Marys, was dated using a technique called Raman Spectroscopy.

    The process uses scatter radiation to analyse the materials and its composition or layering - revealing its chemical fingerprint.

    But even more revealing are the clues hidden within the painting which bear a striking similarity to the hallmarks of one of the period's Grand Masters, Raphael.

    On Christ’s right foot, he has six toes, which was a familiar device used by Renaissance artists, and in particular Raphael.

    The figure of Christ also appears to share the same hairline and nose as the male figures in Raphael's Madonna with the Christ Child, which dates from 1502.

    And crucially at least six other 16th and 17th century artworks exist which seem to have been copied from the painting, such as Maarten de Vos engraving Christus Als Gartner Erscheint Maria Magdalena, dating from 1582.

    The authors conclude: “If this idea of our subject painting being an original work can be substantiated by further historical research then it means that, in accord with the spectroscopic analyses described here, the painting must truly predate the earliest of the prints dating it firmly to the early sixteenth century, and would hence clearly support its Renaissance attribution.”

    There is also what a appears to be a signature on the painting, though expensive restoration work will be needed to identify it. Mr Hibberts is now hoping to raise enough money to restore the signature so that it can finally be verified.

    But he said that the new research finally gave credence to his belief that the painting was genuine.

    "If someone or something had convinced me that this was nothing to do with the Renaissance, or Raphael, I would have dropped the subject years ago,” he said.

    “To me it has been a bit like the Da Vinci Code as every time I look at the painting, I discover something new that I have not noticed before.”

    xx

    Lo droppo qui per le storiche dell'arte e le curiose u_u
     
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    Potrei citarlo al mio professore di arte moderna ma ho paura che mi tiri pesci in facciaðŸ˜
     
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    But even more revealing are the clues hidden within the painting which bear a striking similarity to the hallmarks of one of the period's Grand Masters, Raphael.

    On Christ’s right foot, he has six toes, which was a familiar device used by Renaissance artists, and in particular Raphael.

    The figure of Christ also appears to share the same hairline and nose as the male figures in Raphael's Madonna with the Christ Child, which dates from 1502.

    Non ho nessuna autorità in materia quindi le mie parole lasciano il tempo che trovano, però mi sembra un po' poco?

    Dico solo: better call Mina Gregori. Lei l'ascolto!
     
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    Da quel poco che ho visto di questo quadro non sembra un Raffaello..lo stile non mi sembra suo..poi io comunque io non sono esperta in quel campo e sopratutto non sono una storica dell'arte quindi non ho grande voce in capitolo
     
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    Io mi posso dire completamente inadatta a fare qualsiasi tipo di commento xD
     
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    La scuola di Atene perché Angela me l'ha ricordata:

    GDxnFfZ

    Torno ad esprimere il mio shock sull'identificazione del fanciullo che io credevo una donna con FM della Rovere (vedo anche che su wikipedia è identificat* con Ipazia e Il Sodoma).

    jsad3vn

     
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    Raffaello e quella vita da Casanova, tra erotismo e arte

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    Leggenda vuole che la casa della Divina Imperia, la più nota cortigiana del tempo, sia stata dipinta da Raffaello Sanzio, che l’avrebbe ritratta nei panni – pochi – di Venere e poi ancora negli affreschi della Farnesina. Di certo è che “il principe degli artisti” s’invaghì di lei e tanto la bramò da minacciare di lasciare incompiuto l’affresco del Trionfo di Galatea, se non gli avessero concesso la cortigiana come protagonista della fiaba ermetica Amore e Psiche, e per il dipinto Il Parnaso, nella Stanza della Segnatura, in Vaticano. Tuttavia il male oscuro presto condusse Imperia al suicidio e subito voci del popolo ritennero che la colpa fosse della volubilità passionale di Raffaello, il quale aveva preferito alle grazie della sua musa quelle misteriose dell’eburnea Fornarina.

    Quanti cuori femminili abbia straziato il bel Raffaello Sanzio non possiamo saperlo, certo è che le leggende romane sull’artista fiorirono non appena il pittore giunse in città, amando splendide donne, modelle che posavano nelle seriche vesti di Madonne e Sante, nelle tuniche di olimpiche divinità, ninfe ed eroine.

    Una delle più famose – e misteriose – fu Margherita Luti, della quale parla il Vasari per il ritratto noto come La Velata e che dovrebbe essere la stessa donna ne La Fornarina, nella Madonna Sistina e in altri dipinti. Raffaello a Roma viveva come un principe: nulla gli era impedito, persino il poter accedere alle più sofisticate “cortigiane oneste”, con il benestare dello stesso Papa. Eppure, quando vide Margherita, nuda nel Tevere, non lontano dal Vaticano, folgorato da improvvisa passione se ne innamorò perdutamente tanto che ancora una volta la volle per sé nelle sale della Farnesina, come musa modella e amante. Ragioni misteriose spinsero, nel 1514, Raffaello a fidanzarsi ufficialmente con una nipote del cardinale Medici Bibbiena, che però non condusse mai all’altare, forse proprio in quanto potrebbe essere vera l’ipotesi che Raffaello e Margherita fossero già sposati in segreto. Fatto che spiegherebbe perché, dopo l’improvvisa morte dell’artista, la donna scelse di ritirarsi e spegnersi in convento.

    Sempre il Vasari, descriverà la Fornarina come «la donna che Raffaello amò fino alla morte» e che il pittore, allievo di Perugino, era «persona molto amorosa e affezionata alle donne» e dedito ai «diletti carnali» come si deduce dai sonetti ritrovati accanto a suoi disegni di carattere sacro, a dimostrare come l’Urbinate ben sapesse che Amor Sacro e Amor Profano siano due aspetti del medesimo sentimento e dandoci così conto di come, mentre dipingeva nel 1509 il suo affresco più misticamente elevato, La disputa sul Sacramento, il pittore scrivesse versi colmi di sensualità.

    Raffaello Sanzio condusse una vita sessualmente disordinata, o «fuor di modo» per dirla con il Vasari, tanto che s’ipotizza che anche la sua scomparsa, avvenuta a soli trentasette anni, sia stata una conseguenza dei suoi eccessi erotici; infatti una sera, «disordinato più del solito», il pittore rincasò con una febbre molto alta che l’avrebbe condotto alla morte in pochi giorni, lasciando così insoluto il grande mistero che circonda lui e la sua amata modella, cortigiana o meno che fosse.

    La testimonianza più impressionante giunta a noi della relazione amorosa tra Margherita e Raffaello è il dipinto in cui il pittore la ritrae, nuda ed enigmaticamente sorridente, con il capo ricoperto da un drappo iridato come un turbante turchesco. È sempre Margherita la donna che presta il suo volto alla Madonna della seggiola e alla Madonna di Foligno, nel grande affresco di Eliodoro, sotto le sembianze di Clio nello Spasimo di Sicilia – ora al Prado – e nel capolavoro della Trasfigurazione, custodito nella Pinacoteca Vaticana, a ricordarci quanto invece fosse intenso e devastante l’appassionato amore per la bellissima e misteriosa donna che consumò il giovane Raffaello, facendo sì che il suo astro brillasse con il doppio del fulgore ma ardesse in metà tempo.

    Passando invece a notizie più serie, c'è una nuova monografia di Strinati:

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    CITAZIONE
    (ANSA) - ROMA, 29 GEN - CLAUDIO STRINATI, 'RAFFAELLO' (EDIZIONI SCRIPTA MANEANT, PP. 360, 85 EURO) [...] Raffaello era un genio, dotato di incredibili talenti, che a 11 anni, alla scomparsa del padre, fu in grado di prendere in mano la bottega più fiorente di Urbino, e a 16 diventare egli stesso maestro fino a trovare le porte spalancate di tutte le corti italiane. Se gli amici Baldassarre Castiglioni e Agostino Chigi lo introducono presso i committenti più prestigiosi del tempo, sono il suo stile e la sua poetica a imporsi in ogni ambiente. "Si può dire che Raffaello sia stato il primo esempio di raccomandato della storia - ironizza Strinati - ma la sua era somma scienza. Pur giovanissimo aveva un'immensa autorevolezza, tanto che Giulio II lo preferì a pittori del calibro di Lorenzo Lotto e il Sodoma". Il pontefice, del resto, fu ben ripagato di quella fiducia, perché, a soli 26 anni, nelle stanze papali, Raffaello dipinse un capolavoro assoluto come la 'Scuola di Atene'. Gli ultimi anni della sua breve vita sono indagati dall'autore in modo approfondito in quanto i più enigmatici. E anche quelli in cui si dispiega la sua concezione dell'arte, per traghettare la sua fiorente bottega al rango di 'scuola'.
    Diventato una sorta di soprintendente delle Belle Arti, incarico conferitogli da Leone X, quasi smise di dipingere, o almeno le opere di quel periodo, seppur firmate, dice Strinati, sono quelle che lasciano più dubbi tra gli storici dell'arte sulla loro completa autografia. Un capitolo a sé è la 'Fornarina' (1519), il magnifico ritratto conservato nelle collezioni di Palazzo Barberini, forse l'amante di un Raffaello, che secondo i biografi muore l'anno dopo 'per eccessi amorosi', o forse la compagna dell'amico Agostino Chigi, cui Raffaello stava affrescando la Villa Farnesina, dove il papa in persona sarebbe andati a unirli in matrimonio. Nonostante l'opera sia firmata, alcuni studiosi ritengono sia stata realizzata a più mani, fra cui quelle dell'allievo Giulio Romano. "Io propendo per la piena autografia", dice Strinati, ma l'enigma permane. [...]

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    I cartoni di Raffaello per gli arazzi della Sistina:

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    CITAZIONE
    The Raphael Cartoons were commissioned by Pope Leo X in 1515 and are among the greatest treasures of the High Renaissance. Painted by Raphael (1483-1520) and his assistants, they are full-scale designs for tapestries that were made to cover the lower walls of the Vatican's Sistine Chapel. The tapestries depict the Acts of St Peter and St Paul, the founders of the early Christian Church.

    Between 1516 and 1521, the compositions were woven into tapestries at the workshop of Pieter van Aelst in Brussels, the main centre for tapestry production in Europe. In 1623 the cartoons were brought to England by the Prince of Wales, later Charles I. From 1865 onwards, they have been on loan from the Royal Collection to the V&A.

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    Edited by phèdre - 14/4/2017, 16:58
     
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    Torno ad esprimere il mio shock sull'identificazione del fanciullo che io credevo una donna con FM della Rovere (vedo anche che su wikipedia è identificat* con Ipazia e Il Sodoma).

    Anche Angela ricordo l'avesse indicata come Ipazia, sebbene fossi convinta in precedenza che si trattasse di un altro ritratto di Raffaello.

    L'anello nel ritratto della Fornarina è una cosa alla quale non avevo mai fatto caso!
    Sebbene la vicenda del romanzo che si aggiri intorno ad esso sia del tutto fantasiosa, i dialoghi sembrano essere carucci e anche molto divertenti xD
     
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