Ragazze in shorts, vi siete viste?

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    Dopo che la mia bff mi ha riferito di aver incrociato una ragazza in libreria che era lei stessa a disagio perché si rendeva conto di avere metà sedere scoperto sono rimasta molto colpita da questo botta e risposta a distanza:

    CITAZIONE
    Qualche settimana fa ero a Roma, per lavoro. Trascorrevo la pausa pranzo a Villa Borghese, sdraiato su una panchina. Quando, a un certo punto, sono stato travolto da una nube di “quartine” in shorts. Con “quartine”, a Roma, si intendono quelle di quarta ginnasio, cioè quattordicenni. Era appena finita la scuola. E le strade si sono riempite di ragazzine di 2a e 3a media. Non solo in shorts, ma anche in “minishorts” (il jeans arrivava molto più in alto della fine dei glutei). Alcune si toglievano le magliette e restavano in reggiseno. Altre, con le magliette bagnate per i gavettoni, il reggiseno non lo indossavano. Qualche giorno fa ero in Sardegna, in giro per paesi molto piccoli. Anche lì, ragazzine, giovanissime, con una parte consistente di chiappe in vista. Sono rientrato a Genova, per una rimpatriata con la mia classe delle medie. Non vedevo i miei compagni e le mie compagne da più di 10 anni. Siamo andati a bere qualcosa nei vicoli. Straripavano di minishorts. Ho chiesto alle mie compagne (non esattamente bigotte): da donne, erano perplesse. Secondo una di loro “non possono lamentarsi se poi le stuprano”. Ovviamente, non esiste e non deve esistere nessuna giustificazione o attenuante per azioni tanto barbare.

    La violenza sulle donne è disgustosa. Anche se, personalmente, penso che femminicidio sia una parola idiota. Ogni omicidio è un omicidio. E dovremmo condannarlo senza ricorrere a ridicole discriminazioni di genere. Inoltre, anche se impopolare, bisogna dirlo: spesso, le violenze domestiche nascono da situazioni in cui, donne con scarsa personalità, si legano a zotici della peggior risma.

    Più che una questione di genere, mi sembra una questione di mancanza di strumenti culturali. E, pur prendendo le distanze da ogni inqualificabile molestia, la questione rimane: perché le ragazzine si vestono così da sgualdrine? Nessuno dei miei amici si fidanzerebbe con una che si veste così. E nessuna delle mie amiche si vestirebbe così. Non si tratta di moralismo. Personalmente, sono grato a questa moda. È un piacere vedere tutte queste Daisy Duke (chi guardava “Hazard” non può aver dimenticato) girare per le città.

    Ma non capisco perché una ragazzina dovrebbe voler apparire in questo modo. Cosa pensano di ottenere?

    Le donne, nel mondo, ancora orrendamente fallocratico, stanno accrescendo la loro influenza. Esistono differenze biologiche e di genere che esaltano entrambi i sessi e non sono in contrasto con il successo, la serietà e le capacità delle donne. Che, anche in Italia, acquisiscono, forse troppo lentamente, una maggiore affermazione sociale.

    Oggi impazzano le campagne per la parità. Alte cariche dello Stato si sono indignate per le parole di Franco Battiato, volutamente travisate dai media: troie in parlamento.

    Un giudizio politico impugnato da chi, forse, ha la coda di paglia. Non è con il sensazionalismo che cambieranno le cose. La fine delle discriminazioni passa per l’esito di battaglie di lungo periodo, fragili processi storici e fasi di transizione, che muovono da basi profonde. Il primo motore dell’emancipazione femminile, più che la montagna fumante di reggiseni bruciati in piazza, è stata la salarializzazione della Seconda Guerra Mondiale .

    Ma, almeno parte del proprio destino, è data da scelte individuali.

    Siamo così convinti che mettersi il velo sia prigione e i minishorts siano libertà?

    Completo sul Secolo XIX

    CITAZIONE
    Riepiloghiamo. Eri disteso su una panchina a Villa Borghese, in una calda giornata di giugno, quando sei stato travolto da una “nube di quartine”, cioè quelle di quarta ginnasio, le quattordicenni insomma. Sì lo so, erano in shorts e minishorts , lo hai specificato molto bene che “il jeans arrivava molto più in alto della fine dei glutei”, poi “le ragazzine si toglievano le magliette e restavano in reggiseno. Altre, con le magliette bagnate per i gavettoni, il reggiseno non lo indossavano”. Hai descritto minuziosamente una scena che pare appartenere più al repertorio pruriginoso di un porno soft , che ad una reale giornata di vacanza con adolescenti che giocano a lanciarsi gavettoni. Una scena già abbastanza insolita per Roma, ma che tu dici di aver visto persino in Sardegna, “in paesi molto piccoli”, ma grandi abbastanza per ospitare torme di “ragazzine, giovanissime, con una parte consistente di chiappe in vista“. Proprio così, “chiappe in vista”.

    Abbiamo capito. Ti turba, e anche molto, il fatto che in estate le ragazze possano andare in giro scoperte. Ma qual è il passaggio mentale che ti porta ad associare il gioco gioioso di adolescenti in shorts e la bestialità dello stupro? Sono trascorsi appena sei mesi da quando don Piero Corsi attaccò sulla bacheca della parrocchia di Lerici l’editoriale pubblicato da Pontifex in cui rivendicava il concetto per cui “le donne “si vanno a cercare” la violenza, perché “provocano” con il loro abbigliamento o comportamento. Sono seguite manifestazioni e proteste per quel gesto di grave irresponsabilità di un prete che propugnava una morale bigotta e da Italia anni ’50. Un morale stravecchia e stantia, ma ancora tra noi come uno zombie, riesumata dal maschilismo di casa nostra, dai luoghi comuni, dalla sessuofobia e dagli stereotipi sulla violenza.

    Quella morale che attribuisce alle donne la responsabilità della violenza e dello stupro. Cuseddu, non a caso, mette in bocca a una donna il concetto terribile per cui “se una si mette in short o minishort non si lamenti se poi viene stuprata”. Non ha il coraggio di dirlo il prima persona. Anzi, qualche riga più sotto si premura di farci sapere che non ha nulla contro quelle che si vestono così, anzi, è persino nostalgico di Daisy Duke ”che in Hazzard recitava sempre con gli short”.

    Caro Cubeddu, un invito: lascia perdere le considerazioni sulle politiche di genere, la corruzione in parlamento e la violenza domestica, perché non sono argomenti da liquidare con chiacchiere da bar. Le donne muoiono continuamente in Italia, vittime dei loro ex mariti, ex compagni, padri o fratelli. Sono uccise spesso perché hanno carattere e non perché abbiano scarsa personalità. Gli assassini non sono “zotici” ma uomini in giacca e cravatta, cosiddetti “per bene” o “bravi ragazzi”. Evita di definire “idiota” la parola femminicidio. Perché la cultura del femminicidio è quella che tu stesso hai snocciolato nel tuo post, ovvero la cultura che giustifica la violenza nei confronti delle donne quando non rispettano un codice di comportamento imposto dalla morale, dalla religione o dalla società in cui vivono. Il parlamento ha ratificato la Convenzione di Istanbul che definisce la violenza contro le donne “una violazione dei diritti umani”. Non sono i vestiti femminili che alimentano la violenza ma quella cultura che percepisce le donne come soggetti semi-liberi. Dove cresce e si alimenta quella cultura? Nei pensieri di chi guarda donne o adolescenti che giocano ma vede solo parti anatomiche: glutei e seni, quelli sì in libertà.

    Sul Fatto Quotidiano
     
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    Oddio di solito non sono mai d'accordo con gli articoli del Secolo XIX, ma stavolta mi ha lasciato perplessa. L'ultima frase soprattutto dove paragona il velo al minishorts è quasi intelligente, però la frase sul dire che è un vestiario da sgualdrina mi induce a prendere a mazzate il giornalista, soprattutto per il suo commento del tipo "Sono grato a questa moda". Un articolo di fondo molto maschilista, ma che ha il pregio di mettere in piazza quello che pensa buona metà degli italiani e sinceramente se mia figlia a 14 anni si vestisse con un calzoncino che arriva alle chiappe non so quanto ne sarei felice, sicuramente per niente, ma è anche vero che in un Paese tanto occidentale e libero come si vorrebbe far credere una donna dovrebbe essere in grado di andare in giro in costume senza aver paura di essere stuprata o uccisa. Il femminicidio non è una questione di abbigliamento è una cultura misogina e maschilista malata e di certo non si può imporre al sesso femminile di vestirsi in un certo modo perché altrimenti verremo violentate e non ci prenderanno mai sul serio. Il problema non è della donna, ma è dell'uomo che come ha dimostrato il giornalista giudica la ragazza con la minigonna un animo da prostituta però poi ci farebbe un pensiero perché alla fine sono uomini e si sa la carne è debole -____-
    Ciò che mi infastidisce è proprio questo che il maschio trovi sempre una giustificazione per fare parte delle sue colpe anche alla donna, come se noi andassimo a cercarci le violenze, gli omicidi e anche il fatto che non c'è parità in questo paese, poi anche io giudico malamente una che va con la minigonna a misura di sedere non lo nego, però il problema non è la ragazza che ci va in giro , il problema per me è il fatto che per molte la fisicità è l'unico mezzo che hanno per arrivare da qualunque parte. Questo ci insegna la televisione e a volte anche la storia se non spiegata nella giusta maniera , perciò prima di puntare il dito su un paio di jean corti bisognerebbe puntare lo sguardo verso la cultura che i mass media hanno creato che da sempre autorizza l'uomo a far tutto e la donna a compiacerlo.
     
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  3. marie.
     
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    Anche secondo me l'articolo trasuda maschilismo, è quasi riassumibile con "Ci inducete a guardarvi il sedere e forse così facendo attirate gli uomini malvissuti, però poi fate come volete che sono maschio italico e mi piace guardar le chiappe". Detto ciò, io una figlia quattordicenne con gli shorts e la loro digievoluzione non la fare uscire, ma manco una sorella XD sarà che sono dieci anni che non ne ho più quattordici, ma credo che non sia ancora un'età in cui ti rendi conto di quel che ti butti addosso, un po' come delle foto che posti su facebook (credo che molte si pentiranno degli autoscatti sexy che si fanno in bagno, ma sarà troppo tardi quando vorranno cancellarli). Vietato vietare? Sarà, ma penso che i genitori esistano per un motivo.
    Un'altra cosa che mi sentirei di dire è che pure per me il femminicidio è omicidio, poi se vogliamo dargli il genere vabbè. Però non è che se ammazzi un maschio quello muore di meno. E' vero, si tratta di una piaga sociale, ma a mio parere certe parole si usano per caratterizzazione mediatica.

    CITAZIONE
    il problema per me è il fatto che per molte la fisicità è l'unico mezzo che hanno per arrivare da qualunque parte

    Son d'accordo, fermo restando che una può vestirsi come le pare è proprio necessario mostrare la chiappa ovunque? XD perché poi c'è gente che li mette a scuola.
     
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  4. xcusemymonkey
     
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    Mah, innanzitutto tristissimo il punto in cui dice che un'amica addirittura, una donna, si sia permessa di dire che è normale essere stuprate quando ci si veste in quella maniera,
    Vengono stuprate anche persone che si vestono in maniera decentissima e poi dovrei essere libera di andare in giro anche nuda e non dover aver paura (giusto per esagerare).
    Ora, ammesso e non concesso che molte quattordicenni (e non solo) si vestano in maniera indecente ed inopportuna, per non dire d'acchiappo, per via di una campagna mediatica a cui vengono sottoposte sin da piccine (infatti bambole, pubblicità, cartoni animati sono tutti volti a mettere in evidenza quanto sia importante essere fighe ed avere un vitino da vespa, un bel corpo, essere apprezzate per quanto si è belle, per come ci si trucca, avere un ragazzo altrimenti sei una sfigata e via discorrendo) vorrei anche far presente che a parte il non mettere reggiseno sotto la maglietta bagnata - che è proprio palese - viviamo nel 21esimo secolo e si presume che i costumi siano molto più liberi rispetto all'800 vittoriano altrimenti ci metteremmo a coprire le gambe dei tavoli e non la finiremmo più.
    Sicuramente l'abbigliarsi in una certa maniera (velo o shorts) è ugualmente frutto di un determinato tipo di cultura fallocentrica che dipinge la donna come un bene, come un oggetto, come un qualcosa di cui si deve godere o che deve essere nascosto perché altri potrebbero sfruttarlo ma bisognerebbe lavorare sulla mentalità, sui nostri figli (quando ci saranno) dicendo che sì, fa caldo, possono mettere gli shorts però magari indossare anche un po' di dignità.
     
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    Un altro take sulla questione shorts: Io Donna del Corriere ha toppato alla grandissima insinuando che la Moretz non sia abbastanza magra da portare gli shorts "con disinvoltura". Un solo grido: WTF?

    iodonna

    Ovviamente è scoppiato un putiferio ben riassunto dal FQ

    Ma ho anche un'altra domanda: COME FA IL FIGLIO DI BECKHAM A ESSERE COSI' GRANDE? Non è nato, tipo, ieri?
     
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    Oh, ho visto anch'io quella foto su un gruppo facebook! Ovviamente è una sciocchezza a tutti i livelli.

    Anche se la nuova didascalia non credo sia molto meglio D:
     
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    Sì non mi è ben chiaro se siano passati dal darle della cicciona al darle della badracca o ???
    Ma mi preoccupa anche questa tendenza a scrivere qualcosa purchessia solo su Internet, perché dubito fortemente che una didascalia simile (una qualunque delle due) avrebbe l'ok per finire sul cartaceo. Significa che Internet è la fogna dei giornali?
     
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    è un giorno triste quando devo dare ragione alla Lucarelli La cosa che mi sorprende è che stanno tutti a criticare - giustamente - le case di moda e le sfilate e i modelli malsani che propongono, però poi i media che si propongono come *amici delle donne* fanno anche di peggio. Tempo fa incappai in uno di quei programmi pomeridiani che di solito evito come la peste, e davano consigli di moda alle ragazze curvy. Il problema è che le modelle per un giorno non erano "curvy" per niente, erano perfettamente normopeso, e una di loro per me era addirittura magra ouo Io boh.
     
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    Le hanno dato della cicciona in pratica, del tipo "hai le cosce grosse non te lo puoi permettere" , ma sul serio ???? Ma questi proclamati giornalisti dovrebbero essere minimo radiati e poi forse parliamo dell'onestà intellettuale della rivista che si permette di fare certi articoletti. Me lo sarei aspettato da Chi una roba del genere, non da un periodico che va in edicola con il Corriere . Mi pare evidente che la linea editoriale sia abbastanza schifosa, che poi comunque volessero mettere quella frase suonava brutale e no sense comunque. Cioè che davvero fanno interi articoli sul famoso "Stare bene con sé stesse" e poi mi tiri fuori una cosa così ?

    CITAZIONE
    Il problema è che le modelle per un giorno non erano "curvy" per niente, erano perfettamente normopeso, e una di loro per me era addirittura magra ouo Io boh.

    Il concetto di curvy è un po' stralunato, considerando che da h&m le taglie CURVY sono dalla 44 in poi , abbiamo un grosso problema, più che altro perché per me una persona che porta una 44 è normalissima.
     
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    Non ho ancora capito se per H&M le taglie valgano come le nostre però perché a me capita di entrare nella loro 40 O_O però sì di norma la taglia "forte" è considerata dalla 44 in su che per me non ha senso perché credo che la taglia media femminile in Italia sia la 46?? Il che non sta a dire "ingrassate liberamente" ma magari avere un briciolo di realismo nel settore moda non guasterebbe.

    E sì, raramente le modelle curvy sono più "grasse" della media, semplicemente hanno delle curve, il che DI NUOVO le colloca perfettamente in linea con il corpo della donna media. Questo "othering" della donna 44 (ma persino 42) in su è veramente il tipo di mentalità che va cambiato penso, perché la si tratta come (letteralmente) un corpo estraneo quando non lo è.

    Poi la questione della Moretz è semplicemente scandalosa perché non solo non bisognerebbe fare il cosiddetto fat shaming, ma nel suo caso non c'è nemmeno il "fat". Il messaggio passato a una ragazzina che magari non mangia è TERRIBILE.
     
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    Questo "othering" della donna 44 (ma persino 42) in su è veramente il tipo di mentalità che va cambiato penso, perché la si tratta come (letteralmente) un corpo estraneo quando non lo è.

    THIS. Si tratta il corpo di una donna normale come l'eccezione, che bisogna ingegnarsi per valorizzare, perché apparentemente tutto il mondo porta una 38. E io sono la prima che quando mi vesto scelgo dei vestiti che possano mascherare i miei difetti, però davvero, si è persa totalmente la bussola se pensiamo a che tipo di fisico bisogna avere per essere considerate magre dalle riviste, i cui criteri assurdi mi pare si stiano diffondendo sempre di più.
     
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    E io sono la prima che quando mi vesto scelgo dei vestiti che possano mascherare i miei difetti, però davvero, si è persa totalmente la bussola se pensiamo a che tipo di fisico bisogna avere per essere considerate magre dalle riviste, i cui criteri assurdi mi pare si stiano diffondendo sempre di più.

    Guarda io non ho decisamente gambe da shorts (ho sempre avuto cosce poco toniche, anche nel mio periodo di massima magrezza) e non li metto, ma mi dà veramente molto fastidio quando qualcun altro vuole dettare legge su cosa una debba o non debba indossare. Anche perché non se ne esce: ad esempio girano questi commenti salaci sulle ragazze grasse coi leggings, ma siamo sicuri che le ragazze grasse vogliano i leggings e non siano piuttosto costrette a portarli perché non si trovano jeans oltre la 44? E se una è magra (diciamo taglia 38 così è d'accordo pure Io Donna) e può permettersi gli short sicuri che poi non arrivi il signore dell'articolo all'inizio del topic e non dica che è una bagascia?
    In secondo luogo, sì i criteri sono impazziti. Ad esempio mi pare che si parlasse molto di una foto della Marrone in cui lei si dichiarava fiera della propria pancia ma nella foto pancia non ce n'era per niente. E allora di che parliamo? XD
     
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    Pantaloncini «troppo corti», 19enne cacciata dal centro commerciale: «Mi hanno umiliata»

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    E il suo post originale:



    La fanno sembrare una questione di pudore ma secondo me è un problema di cellulite perché gli shorts non sono poi così corti. Detto questo, i commenti su fb sia sotto il suo post sia sotto il link del Messaggero sono da fermare il mondo e scendere.
     
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12 replies since 3/7/2013, 10:29   1776 views
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