Il Matrimonio e la famiglia nel Rinascimento

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    Da questo blog, che consiglio di visitare!

    CITAZIONE
    L’iter giuridico matrimoniale si articola in tre fasi principali

    -Accordo privato preliminare
    -Fidantie o pacta sponsalia
    -Matrimonium o subarratio



    LE ETA' DEGLI SPOSI

    L’età media della sposa poteva variare dai 14 anni al 18 a seconda della famiglia. Usualmente venivano date in spose appena si presentava il ciclo mestruale che già allora si sapeva che era segnale della fertilità della donna. Prima del XVI secolo ci sono spose giovanissime di addirittura 12 anni come ci testimoniano i testi teatrali e letterari. Questo perché la vita media era breve e si riteneva che una donna tanto più giovane era, tanto più resistente alle fatiche del parto e fertile sarebbe stata in futuro.

    Il marito in media poteva avere dai 10 anni in su più della sposa essendo doveroso che questi fosse dotato di grandi beni e una posizione sociale di un certo livello. Posizione che ovviamente non veniva raggiunta, salvo qualche caso, nella giovinezza ma verso l'età matura che per un uomo poteva partire dai 25 anni.


    FASE 1- ACCORDO PRIVATO PRELIMINARE

    In questa fase venivano condotte le trattative mediante un mediatore.
    Le parti stabilivano e sottoscrivevano delle condizioni di accordo, insomma la stesura di un contratto.

    Curiosità: a Roma questa fase veniva anche chiamata Abboccamento perché al termine delle trattative i rappresentanti delle due famiglie si stringevano la mano e si baciavano sulla bocca

    Durante le prime due fasi non doveva avvenire alcun incontro privato tra i due sposi. Tutto doveva essere formale ed alla presenza di parenti e membri della comunità rivolgendosi rigorosamente col “lei” o col “voi”.

    Qualora una fanciulla fosse stata sorpresa ad incontrarsi in privato col futuro marito ne sarebbe stata minata nell’onore e nella dignità!

    Vi sono tuttavia lettere che dimostrano che alcune donne eran meno sprovvedute di quanto si credesse.

    Vi sono “consigli” da parte di alcune donne, trascritti e tramandati al fine di “imbrogliare ad arte” il mondo maschile e le restrizioni sociali.

    Alcuni di questi scritti offrono consigli , se pur cruenti e qualcuno che farebbe arricciare il naso a chiunque, su come ingannare persino sulla propria verginità affinchè lo sposo non se ne renda conto e neppure i familiari.

    FASE 2

    FIDANTIE Stipulata davanti al notaio e preferibilmente in Chiesa, per conferire maggiore solennità. In questa fase si definiva l’ammontare della dote e si fissavano le modalità di pagamento. Si stabiliva anche la donatio propter nuptias (Donazione in vista di futuro matrimonio)

    FASE 3:IL MATRIMONIO

    In questa fase e solo in questa la presenza della sposa era indispensabile.

    Nelle fasi precedenti la presenza di ella era ininfluente e probabilmente neppure presa in considerazione.

    Il matrimonio si celebrava nella casa paterna della sposa.

    La festa di nozze poteva essere celebrata anche in casa dello sposo. Si legge in alcuni resoconti di cortei che scortavano la sposa fino alla casa dello sposo.

    In altri documenti si legge invece di giostre e banchetti che avevano luogo davanti alla casa dello sposo. La cerimonia constava di 3 fasi:

    - Il consenso per verba de presenti di fronte al notaio e ai testimoni dei due sposi.
    - Inmissio anuli
    - Consumazione delle nozze

    La consumazione del matrimonio fino agli inizi del 500 non avveniva mai il giorno stesso delle nozze per rispetto al sacramento del matrimonio. Spesso veniva consumato il giorno seguente (salvo eccezione per i regnanti ). Con il passare degli anni tuttavia si è andati scegliendo la consumazione nella notte stessa per garantire la validità del matrimonio stesso.

    Le abitudini variano da città a città poichè in quel periodo non vi era uniformità politica nè culturale, pertanto non ho notizie specifiche riguardo le usanze Veneziane ma pare che nel giorno stesso delle nozze, intorno alla metà del 500, andasse esibito agli ospiti il lenzuolo sporco del sangue che dovea esser prova dell'avvenuta consumazione e della legittimità del matrimonio.

    Poteva tuttavia capitare che, o per problemi della sposa o per gentilezza dello sposo, la consumazione venisse ritardata di qualche giorno o settimana. Ma senza questa il rischio di ripudio e annullamento era alto per la donna e significava solo Convento.

    Questo articolo è sulle cerimonie e feste in particolare:

    CITAZIONE
    Weddings in the Italian Renaissance

    Many official descriptions of weddings between wealthy or important people survive. Wedding celebrations could go on for several days, involving a succession of parades, processions, spectacles, performances, games, and meals. Beginning in the fifteenth century, the ancient Roman practice of declaiming custom-written poems celebrating the union was revived. Wedding poems, called epithalamia, are full of references to the purpose of marriage: to perpetuate the civic and political institutions that maintain a stable society. The humanist writers of the wedding poems generally shared the "family values" expressed by Leon Battista Alberti and others who extolled the civic virtues of marriage.

    The wedding procession was the most public part of the marriage, and provided an opportunity for the entire community to share in the celebration and thus ratify the marriage. The ritual actions of the father handing the daughter to the husband, expressed in the Latin phrase tradere filiam suam (to hand over his daughter), and of the husband taking the woman into his house, uxorem ducere (to lead a woman), were the essence of the ceremony. Like the many gifts exchanged before and after the ceremony, the bride herself was an object handed from one owner to another.

    Wedding processions became more elaborate during the Renaissance period. Marriages, which were also mergers, were potentially explosive moments, and lavish festivities may have diffused some of the tensions that might arise between families over dowry arrangements and other touchy subjects. The bridal procession might even face dangers from hostile mobs or individuals, as suggested by a Florentine statute from 1415, which forbade the throwing of stones or garbage at the home of the couple. Wedding processions were often compared to ancient triumphal processions. The idea of the wedding as a triumph is reflected in the imagery on cassoni (marriage chests) panels such as Apollonio di Giovanni's Triumph of Scipio Africanus, known in several versions.

    Descriptions of fabulous scenery and floats for the great Medici weddings of the sixteenth century are well known through Giorgio Vasari's Lives and other sources. In his account of the life of the versatile designer Il Tribolo, Vasari describes the 1539 wedding, in Florence, of Cosimo I de' Medici and Eleonora di Toledo: "Tribolo was given the charge of constructing a triumphal arch at the Porta al Prato, through which the bride, coming from Poggio, was to enter; which arch he made a thing of beauty, very ornate with columns, pilasters, architraves, great cornices, and pediments. The arch was to be all covered with figures and scenes, in addition to the statues by the hand of Tribolo." Vasari catalogues the allegorical figures on this arch as well as the decorations in the Medici palace, in the Piazza San Marco, and the scenery for theatrical events staged during the wedding festivities. Other descriptions of entire cities being transformed into stage sets for the performances of great court weddings tantalize the imagination, yet little visual evidence remains.

    Wedding feasts were among the most lavish of meals, featuring entertainment as well as many courses of specialty foods for both eating and beholding. When Eleanor of Aragon arrived in Ferrara in 1473 for her multiday wedding, she was greeted by a parade of allegorical floats, followed on subsequent days by a fifty-six-course feast, and dances and jousts, during which sugar sculptures were displayed. The humanist Filippo Beroaldo reported that the 1487 wedding of Lucrezia d'Este and Giovanni Bentivoglio in Bologna featured giant sugar sculptures of castles, ships, people, and animals, and a flaming wheel of fireworks that accidentally ignited some of the wedding guests. Contemporary handbooks provide specific instructions on wedding planning and menus, such as Domenico Romoli's 1560 Singolare dottrina, which contains a section instructing the steward on how to lay the tables with embroidered tablecloths. In his spalliera painting The Banquet in the Pinewoods, one of four grand panels for a wedding chamber based on Giovanni Boccaccio's dark moralizing tale, in The Decameron, of Nastagio degli Onesti, Botticelli illustrated a feast gone awry. The potential bride being wooed by the hapless Nastagio has been invited to a banquet, where she bears witness to a spectral reluctant bride pursued to the death by her spurned lover—a knight—and his dogs. As the naked woman is nipped by dogs in the foreground prior to being eviscerated at the hands of the knight, the carefully laid table is thrown into disorder by the agitated guests, overturned glasses staining the tablecloths and gleaming vessels clattering to the ground. In its remarkable detail and psychological poignancy, this image conveys both the highest aspirations and the greatest fears of any bride on her wedding day.

    metmuseum

    Anche se sappiamo che nel Rinascimento l'abito della sposa non era ancora bianco, pare che il primo abito nuziale bianco risalga al 1406: era il vestito della principessa Filippa di Inghilterra.
     
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    Oddei dopo averlo studiato per un mese, adesso eccolo qua XDD

    CITAZIONE
    donatio propter nuptias (Donazione in vista di futuro matrimonio)

    Era il termine con cui si stabiliva anche la controdote, ovvero quello che avrebbe dovuto pagare il marito, visto che per il diritto romani il matrimonio era accordo fra le parti, entrambi dovevano pagare qualcosa XD Di solito questa controdote aveva un valore "assoluto" almeno a Firenze che era di 12 fiorini, praticamente una bazzecola se si pensa alla dote femminile che era dai 600 (famiglie più povere tra i patrizi) ai 2000 fiorini (come quella di Nannina De' Medici)

    CITAZIONE
    Si legge in alcuni resoconti di cortei che scortavano la sposa fino alla casa dello sposo.

    Si, era tradizione che la sposa venisse scortata su di un cavallo bianco e ricevesse una benedizione dal prete,in questi casi si parlava di "menare la sposa" (cioè portare la sposa dal marito), ma è anche vero che in alcune ricordanze romane o fiorentine pare che il menare sarebbe potuto anche essere il consumare il matrimonio, a volte le due cose combaciavano, non è ancora chiaro visto che pochissimi casi abbiamo testimoniati di consumazione tra le famiglie patrizie.

    CITAZIONE
    La consumazione del matrimonio fino agli inizi del 500 non avveniva mai il giorno stesso delle nozze per rispetto al sacramento del matrimonio. Spesso veniva consumato il giorno seguente (salvo eccezione per i regnanti ). Con il passare degli anni tuttavia si è andati scegliendo la consumazione nella notte stessa per garantire la validità del matrimonio stesso.

    Questa cosa è venuta fuori già nella metà del'400 più che altro perché previa consumazione c'era il primo pagamento della dote e anche se San Bernardino da Siena critica aspramente che la consumazione avvenga sotto il tetto del padre della sposa.

    CITAZIONE
    Inmissio anuli

    Chiamato anche il "Dì dell'anello" bisogna ringraziare Giotto se la forma dell'anello divenne rituale, è stato lkui attraverso lo Sposalizio della Vergine a creare una sorta di ritualizzazione del passaggio dell'anello dallo sposa alla sposa, ovviamente l'anello portava lo stemma del lignaggio agnatizio. La donna dalla testa ai piedi era "timbrata" dallo stemma maaschile dello sposo.
     
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    Dio ti benedica ùù
    Non sapevo che l'anello fosse irrituale prima dello Sposalizio della Vergine, uau *_*

    Senti e quests cosa della casa paterna, che in effetti avevo sospettato dopo anni di biografie, significa che non c'era il matrimonio in chiesa praticamente? Cioè al massimo era in una cappella che la gente poteva anche avere in casa?
     
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    Ma non è che fosse proprio irrituale è che come posso dire non ci si badava ! Non si dava poi molta importanza allo scambio degli anelli infatti pensa che dopo la consumazione c'era un'altra cerimonia con gli anelli, dove le donne del casato dello sposo andavanp dalla sposa e le donavano i propri anelli, che lei a sua volta avrebbe donato alla nascita del figlio di un nipote del marito ...XDD
    CITAZIONE
    Senti e quests cosa della casa paterna, che in effetti avevo sospettato dopo anni di biografie, significa che non c'era il matrimonio in chiesa praticamente? Cioè al massimo era in una cappella che la gente poteva anche avere in casa?

    Uhm allora il matrimonio in Chiesa esisteva solo perché tu volevi che esistesse, altrimenti non c'era nessuna Chiesa (i romani celebravano una messa la domenica per gli sposi, si può dire che a Roma ci si tenesse di più solo perché c'era il Papa ). Spesso si sposavano davanti ad un notaio recitando per verba de praesenti e così toh eri sposato. La benedizione a Roma agli sposi veniva data a messa la domenica, a Firenze spesso nemmeno veniva data. Vero è però che così era in Italia, in Francia la celebrazione solenne a messa venbne fuori prima del Concilio, in Italia è solo con decreto Tametsi che la Chiesa stabilisce che ci dovesse essere un prete per far sì che il matrimonio fosse valido. E i matrimoni contadini molti non vedevano nessun preticelli , dicevano le formule , poi magari "convivevano" , facevano figli e solo dopo andavano dal notaio a registrare l'atto e l a Chiesa ne prendeva conoscenza.
     
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  5. marie.
     
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    Uhm allora il matrimonio in Chiesa esisteva solo perché tu volevi che esistesse, altrimenti non c'era nessuna Chiesa (i romani celebravano una messa la domenica per gli sposi, si può dire che a Roma ci si tenesse di più solo perché c'era il Papa ). Spesso si sposavano davanti ad un notaio recitando per verba de praesenti e così toh eri sposato.

    Che cosa spoetizzante -.-
     
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    Ma il matrimonio per procura faceva già parte della terza fase? Perchè la sposa era presente mentro lo sposo no, quindi teoricamente non ci sarebbe potuta essere alcuna consumazione. Anche perchè lo sposarsi per procura andava oltre la semplice fidantie èerchè era molto più simile alle nozze vere e proprie.
     
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  7. marie.
     
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    Se non sbaglio il matrimonio per procura aveva sempre uno che faceva le veci dello sposo o della sposa assenti, ad esempio infilando un braccio o una gamba a letto per rappresentare simbolicamente l'atto XD una cosa assurda. Però direi che è parte della terza fase perché praticamente è un matrimonio vero e proprio!
     
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    Ma non ci potevano essre obiezioni alla validità dell'intera cosa? Perchè per quanto fosse considerato un matrimonio vero e proprio in realtà nella pratica non lo era quindi nel periodo antecedente alla consumazione degli sposi si poteva contestare l'atto e provocare non pochi casini.
     
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  9. marie.
     
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    Come è successo alla Lollobrigida!

    Allora, wiki dice:
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    È consentito in tempo di guerra ai militari e alle persone che per ragioni di servizio si trovano al seguito delle forze armate.

    La celebrazione per procura è inoltre consentita in ogni tempo quando uno degli sposi risiede all'estero e concorrono gravi motivi. In questo caso è necessario il rilascio dell'autorizzazione da parte del tribunale. L'autorizzazione è concessa con decreto non impugnabile emesso in camera di consiglio, sentito il pubblico ministero.

    La procura deve contenere l'indicazione della persona con la quale il matrimonio si deve celebrare e deve essere fatta per atto pubblico.

    I militari e le persone al seguito delle forze armate, in tempo di guerra, possono farla nelle forme speciali ad essi consentite.

    Il matrimonio deve essere celebrato entro centottanta giorni da quello in cui la procura è stata rilasciata.
     
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    CITAZIONE (pink_girl_00 @ 6/5/2013, 17:21) 
    Ma non ci potevano essre obiezioni alla validità dell'intera cosa? Perchè per quanto fosse considerato un matrimonio vero e proprio in realtà nella pratica non lo era quindi nel periodo antecedente alla consumazione degli sposi si poteva contestare l'atto e provocare non pochi casini.

    Obiezioni ? Quando ce ne sono state scoppiavano faide tra famiglie XD
    - l'atto notarile con i verba de praesenti avveniva con gli sposi e se c'era un'altra persona a scambiare quelle parole era comunque sposato e sopratutto c'era la dote di mezzo, nessuna famiglia dello sposo avrebbe mai voluto annulare il matrimonio prima di prendersi la dote e ciò poneva davanti la consumazione e la famiglia della sposa non aveva quasi mai motivo di annullare le giure , cioè gli accordi, proprio perché era ben difficile trovare qualche uomo non troppo vecchio e con un lignaggio accettabile da poter fare sposare alla figlia senza spellarsi in dote. Inoltre dovete pensare che passava un anno tra i primi accordi ed il matrimonio e se avevi come testimoni i Medici o che so i Colonna ci pensavi bene prima di annullare una accordo.
     
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    Cercavo questioni sull'adulterio e ho trovato questo:

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    La struttura della famiglia, durante il Rinascimento, non mutò di molto rispetto alle epoche precedenti. Il padre di famiglia era sempre l'autorità principale, ed il regime casalingo era piuttosto austero.
    Il pater familias gestiva praticamente tutta la sua discendenza, infatti, case permettendo, più generazioni coabitavano sotto lo stesso tetto, governate dall'autorità del patriarca, unico padrone di tutti i beni familiari e della loro destinazione dopo la propria morte.
    La famiglia, così compattata, somigliava molto alla gens (famiglia, casata nobile) latina.
    Se il diritto di vita e di morte sui figli era stato abolito già dal Medioevo, leggi, costumi ed opinione pubblica acconsentivano ancora all'uccisione della moglie adultera, mentre il marito poteva tenere più concubine in casa o frequentare con assiduità le cortigiane. I figli nati al di fuori del matrimonio erano poi sempre più numerosi, tanto che si passò da 1 su 120, nel 1420, ad 1 su 12, alla fine del XVI secolo!
    Il marito aveva inoltre il diritto di bastonare la propria moglie ed i propri figli in qualsiasi circostanza, e poteva anche appellarsi alla forza pubblica per domare un figlio troppo esuberante, facendolo "riflettere" in carcere.
    I figli che andavano contro l'autorità paterna, ad esempio sposandosi senza approvazione, venivano inoltre esclusi dalla famiglia, perdendo ogni forma di diritto, e tutto il patrimonio, ad essa legati.
    Le testimonianze letterarie del tempo non riportano solo cronache di tirannia domestica, ma anche molte scene familiari ricche di intimità e tenerezza.
    I figli maschi, come nei periodi precedenti, raggiunta la giusta età, venivano affiancati da un insegnate privato o da un maestro pagato dal comune. Se il figlio si dimostrava di belle speranze, riceveva dal genitore il beneficio dell'emancipazione economica, grazie alla quale poteva disporre di una parte del patrimonio familiare e soprattutto della libertà d'azione, cosa che implicava la capacità legale di governare la propria vita e i propri affari.

    La maggior parte delle ragazze continuò ad essere tenuta all'oscuro di ogni nozione, ma, grande innovazione del periodo, le giovani donne, provenienti da famiglie ricche, si avvicinarono all'istruzione. E' infatti in questo periodo, che compaiono le prime testimonianze letterarie italiane al femminile.

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    Il pater familias gestiva praticamente tutta la sua discendenza, infatti, case permettendo, più generazioni coabitavano sotto lo stesso tetto, governate dall'autorità del patriarca, unico padrone di tutti i beni familiari e della loro destinazione dopo la propria morte.

    Be' ma i padri non aiutarono di certo quando miserio il fedecommesso nel 1400 , cioè il patrimonio non poteva essere venduto o diviso nemmeno se stavi per andare in bancarotta, a quel punto addirittura tra fratelli dovevano coabitare e formavano la "fraterna" che era proprio una sorta di grande famiglia complessa dove stavano tutti assieme. C'è pure da dire chen spesso però il padre ed i figli non vivevano sotto lo stesso tetto formavano delle isole di proprietà della parentela nei quartieri delle città (stile quartiere Colonna) n è per quello che poi scoppiavano faide tra una famiglia e l'altra.

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    figli nati al di fuori del matrimonio erano poi sempre più numerosi, tanto che si passò da 1 su 120, nel 1420, ad 1 su 12, alla fine del XVI secolo!

    Parecchi erano gli illeggittimi nati dalle schiave , a Firenze la maggior parte degli orfanelli erano le figlie femmine illeggittime nate dalle schiave dell'oriente che dovevano prestare i loro servizi sessuali al padrone e ovviamente la moglie lo sapeva !
     
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    Trovato questo!

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    Gli sposi novelli si coricavano insieme per la prima volta (spesso sotto gli occhi di testimoni che dovevano verificare l’avvenuto accoppiamento!) la sera del ‘dì dell’anello’, il nome che i fiorentini davano al giorno dello scambio dei voti.



    In alcune città, come a Genova, si raccomandava, al fine di preservare l’iniziale purezza del vincolo matrimoniale, senza farsi traviare subito dalla lussuria, di trascorrere insieme la prima notte di nozze, tre giorni dopo la cerimonia.



    I festeggiamenti infatti venivano prolungati e duravano quattro giorni. Curiosamente in alcune occasioni accadeva anche il contrario, cioè che si anticipasse la consumazione del matrimonio per paura del malocchio che avrebbe potuto compromettere la fertilità degli sposi.


    Infine la parte più spettacolare, quella che rendeva pubblico il rito privato, ovvero il corteo nuziale. La sposa, alla quale era permesso eccezionalmente di cavalcare un destriero bianco, veniva ‘prelevata’ dalla casa natale dagli amici dello sposo e condotta, attraverso le vie e le piazze cittadine, fino alla dimora del marito.



    Il già ricordato Altieri vedeva in ciò la riproposizione e l’attualizzazione del mito archetipico del ratto delle sabine, confermata dall’assenza del padre che non prendeva parte al corteo. In quest’occasione le famiglie avevano la possibilità di mostrare a tutti la propria ricchezza, attraverso gli abiti variopinti del corredo, appesi ed esibiti su supporti montati sui carri, le raffinate decorazioni dei cassoni e i preziosi gioielli. Ma vi potevano essere degli inaspettati risvolti.

    instoria.it
     
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    I festeggiamenti infatti venivano prolungati e duravano quattro giorni. Curiosamente in alcune occasioni accadeva anche il contrario, cioè che si anticipasse la consumazione del matrimonio per paura del malocchio che avrebbe potuto compromettere la fertilità degli sposi.

    Aahaahah oddio non so se c'entrasse il malocchio, ma io so che molti affrettavano la consumazione per riscuotere la dote , però questa cosa del malocchio l'ho letto nell'Altieri, perciò credo che fosse uso comune dire che c'entrasse il malocchio quando invece erano i soldi l'argomentazione principale!
     
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    Però la superstizione a volte ci andava di mezzo, mi pare che Ascanio Sforza spostasse sempre la data delle nozze di Lucrezia con Giovanni a seconda delle previsioni astrologiche finché il papa non gli disse di darci un taglio XD
     
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26 replies since 5/5/2013, 20:41   2455 views
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