Andrea Mantegna

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    Mantégna, Andrea. - Pittore e incisore (forse Isola di Carturo, Padova, 1431 - Mantova 1506). Allievo a Padova di F. Squarcione, si formò in un ambiente ricco di stimoli culturali maturando un nuovo linguaggio di ampio respiro spaziale aggiornato sulle novità plastiche e progettistiche diffuse dagli artisti toscani, in particolare da Donatello, e caratterizzato da un sicuro costante riferimento al mondo classico, stimolato e approfondito anche attraverso gli stretti contatti con umanisti e letterati quali F. Feliciano e G. Marcanova. Chiamato inizialmente a collaborare con N. Pizzolo, G. D'Alemagna e A. Vivarini alla decorazione della cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani (in parte distrutta nell'ultima guerra mondiale), dal 1453 si trovò a dover proseguire da solo l'opera che completò con le storie di s. Cristoforo e di s. Giacomo mostrando, attraverso uno stile incisivo e un impianto compositivo più evoluto, una crescente carica drammatica. Documentato nel 1449 alla corte di Ferrara, dove ebbe modo di conoscere le opere di R. van der Weyden e di P. della Francesca, nel 1452 ritornò a Padova per completare la decorazione della lunetta sul portale della basilica del Santo e per dipingere il polittico di S. Luca per i monaci di S. Giustina (1453-54, Milano, Brera), la S. Eufemia (1454, Napoli, museo di Capodimonte) vicina all'opera scolpita da Donatello per l'altare maggiore di S. Antonio a Padova, e l'Orazione nell'Orto (1455, Londra, National Gallery), che testimonia, nell'uso di gamme cromatiche più calde e in una maggiore morbidezza plastica, la diretta influenza di I. Bellini, del quale, nel 1553, aveva sposato la figlia Niccolosa. Dopo un breve soggiorno a Venezia, di cui restano i cartoni raffiguranti la morte di Maria per il mosaico della cappella Mascoli in S. Marco, e a Padova, dove, portati a termine gli affreschi della cappella Ovetari (1456-57, Martirio di s. Cristoforo), realizzò il polittico di San Zeno per la basilica di Verona (1457-59, la predella è in parte conservata al Louvre e in parte al Museo di Tours) e il San Sebastiano (Vienna, Kunsthistoriches Museum), nel 1459 si stabilì definitivamente a Mantova come pittore della corte dei Gonzaga. Il trittico agli Uffizi (Adorazione dei Magi, Presentazione, Ascensione), che per la minuzia lineare e la vivacità cromatica rappresenta un ritorno alle vecchie posizioni fu eseguito in questo primo momento di attività mantovana: così pure la decorazione scomparsa della cappella del Castello di S. Giorgio, che la recente critica ha voluto ritrovare nella Morte della Vergine del Prado e nel trittico degli Uffizi. Ma la fase più complessa dello stile mantegnesco è quella degli affreschi (1474) per la "Camera degli sposi", nel castello di Mantova, raffiguranti l'Arrivo di un messaggio alla famiglia Gonzaga e l'Incontro del marchese Ludovico col figlio Francesco. I personaggi, veri e proprî penetranti ritratti, si dispiegano con ritmo solenne su uno sfondo di paesaggio aperto, e nel soffitto nuovo è l'effetto del sottinsù ottenuto fingendo aperta la volta nel mezzo, da un occhio protetto da una balaustrata, dalla quale sporgono dame, pavoni e vasi, e fra cui occhieggiano curiosi i genietti, mentre al centro si apre il cielo azzurro. Verso il 1475 dobbiamo porre anche l'attività incisoria di M. (i Baccanali, il Combattimento di Tritoni, la Madonna, il Cristo fra due Santi, la Deposizione), opere che presentano la stessa incisività dei cartoni, la stessa maniera di realizzare il chiaroscuro, dei disegni mantegneschi. Anche nell'ultimo periodo l'elemento chiaroscurale assume spesso la prevalenza, come nel ciclo dei Trionfi di Cesare (1490 circa, Londra, Hampton Court), nella Madonna della Vittoria (1495-96) al Louvre, nella pala di S. Maria in Organo al Castello Sforzesco di Milano (1497), nel Parnaso (1497) e nel Trionfo della Virtù (1502, per lo Studio di Isabella d'Este) al Louvre, nello scorcio ardito del Cristo morto (1478-80, Brera). Ancora da ricordare la discussa attività di M. nel campo della scultura, testimoniata soprattutto da alcune terracotte (statue di santi e un'annunciazione nel Palazzo Ducale di Mantova), e nel campo dell'architettura con la propria casa a Mantova e alcuni disegni per monumenti e architetture.

    treccani

    Ok allora chiariamo, la Camera degli Sposi è la cosa più carina del mondo:

    Mantegna

    sposi

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    Al più tardi nel 1491 doveva essere comunque già in grado di ricevere commissioni indipendenti, se in quell’anno risulta sicuramente al lavoro nella nuova residenza gonzaghesca di Marmirolo, dove, su richiesta del marchese Francesco, decorava la sala grande con i Trionfi di Alessandro. Nel maggio del 1494, e almeno fino all’autunno dello stesso anno, come risulta dalle lettere inviate al marchese, Francesco conduceva, nello stesso palazzo, gli affreschi nella sala detta del Mappamondo. Tra le decorazioni figurava anche la sua personale impresa, con il motto: «Quod huic deest me cruciat».

    fonte

    La villa è andata distrutta =(
     
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  3. Nainerouge
     
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    Non avevo visto il topic piatto ricco mi ci ficco...
    (Avviso: rischio la prolissità, soprattutto con alcuni artisti)

    Sul Mantegna c'è un'aneddotica divertente soprattutto per quanto riguarda il suo carattere scorbutico, nonché il processo che intentò contro lo Squarcione (o squarzone) perché con la scusa di una sorta di adozione si attribuiva i meriti delle opere fatte da lui e ovviamente anche i compensi.
    E poi i rapporti col cognato, Bellini, interessantissimi dal punto di vista artistico perché i due si sono influenzati a vicenda ma mantenendo sempre due stili molto diversi e sottintendendo anche due concezioni diverse non solo della pittura ma anche di rappresentazione e quindi concezione dello spazio e del mondo.
     
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    Lo conosco solo per vie traverse, so cioè che è una toppata colossale di Isabella d'Este che, probabilmente non piacendosi dipinta, si rifiutò di essere mai più ritratta dal povero Mantegna; e infatti non compare nemmeno nella Madonna della Vittoria commissionata da Francesco dopo Fornovo XD

    Madone_Victoire_Mantegna

     
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  5. Nainerouge
     
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    User deleted


    Beh i ritratti non erano decisamente il suo forte, nella Camera degli Sposi c'è giusto una delle figlie del Marchese che possa dirsi bella...gli altri sono tutti degli sgorbions XD
     
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    Essendomi imbattuta nell'episodio su Isabella e Mantegna, lo riporto:

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    But when, a fortnight later, Andrea's portrait was finished, it failed to satisfy Isabella's critical taste.
    " We are much vexed," she writes on the 20th of April, " that we are unable to send you our portrait, because the painter has done it so badly that it does not resemble us in the very least. But we have sent for a foreign artist who has the reputation of taldng excellent likenesses, and as soon as it is ready we win send it to Your Highness, who will not forget that we are altogether devoted to you."
    The foreign master was Giovanni Santi, the father of Raphael, who had been evidently recommended to Isabella by her sister-in-law, the Duchess of Urbino.
     
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5 replies since 28/3/2013, 23:47   100 views
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