-
.
È vero la Craveri è una voce fidata ormai! Mi colpisce anche il mito del gombloddo, evidentemente non nato ieri. . -
.
Ci risiamo =D
. -
.
Non è finita:
Edited by ‚dafne - 3/2/2017, 10:14. -
.
Dal restyling di Oscar Storia. Non è che mi dispiaccia la grafica in generale (anche se magari avrei scelto un colore diverso, magari un celeste), ma il ritratto scelto non mi convince.
. -
.
In effetti non è tra i suoi ritratti migliori :/ la Fraser sarebbe un buon punto di partenza per leggere qualcosa su MA? . -
.
Assolutamente si, la Fraser è sempre un ottimo punto di partenza per tutto.
Quella biografia in particolare è molto curata e abbastanza imparziale, lessi una volta, ma non ricordo dove, dei parallli che ci sono tra Maria Antonietta e la sua antenata Mary Stuart e di come tra queste due figure " romantiche " ci sia Liselotte del palatinato, l'anti romantica per eccellenza.. -
.
Mi sembra di ricordare che a te piacciano le biografie molto dettagliate perciò mi sento di dire di sì, mentre per approcci più *easy* inizierei con la Erickson (bio, non l'orribile romanzo) peraltro anch'essa ristampata con una copertina più graziosa:
Mentre la prosa migliore è senz'altro in Zweig. Antonia Fraser mi dicono sia meno a suo agio con la corte francese che l'inglese o la scozzese, ma credo sue eventuali inesattezze siano notate più facilmente da quelli del mestiere che dai profani. In ogni caso ricordo delle belle considerazioni su MA come capro espiatorio dei problemi della Francia.. -
.Mi sembra di ricordare che a te piacciano le biografie molto dettagliate perciò mi sento di dire di sì, mentre per approcci più *easy* inizierei con la Erickson (bio, non l'orribile romanzo) peraltro anch'essa ristampata con una copertina più graziosa:
Mentre la prosa migliore è senz'altro in Zweig. Antonia Fraser mi dicono sia meno a suo agio con la corte francese che l'inglese o la scozzese, ma credo sue eventuali inesattezze siano notate più facilmente da quelli del mestiere che dai profani. In ogni caso ricordo delle belle considerazioni su MA come capro espiatorio dei problemi della Francia.
io adoro le biografie dettagliate e con attenzione ai personaggi secondari e in questo la Fraser è perfetta. Il suo ambito sono Tudor&Stuart ma con la corte francese se la cava bene, è un peccato che le sue biografie di Giacomo I e Carlo II non siano mai state tradotte. -
.CITAZIONEio adoro le biografie dettagliate
Same! Stai facendo una biografia? Bene, devi dirmi pure quante paia di mutande aveva il personaggio. Dati contraddittori, menzioni nelle lettere, speculations su cosa faceva il tal giorno, voglio tutto, specialmente se è uno poco documentato e quelle info sono le uniche che ci restano.. -
.CITAZIONEMi sembra di ricordare che a te piacciano le biografie molto dettagliate perciò mi sento di dire di sì, mentre per approcci più *easy* inizierei con la Erickson
Ricordi bene, preferisco sempre la full immersion quando si tratta di biografie!
In effetti ero in dubbio se partire da Zweig o dalla Fraser, del primo ho sentito parlare molto bene.CITAZIONEè un peccato che le sue biografie di Giacomo I e Carlo II non siano mai state tradotte
Il libro su Charles II lo sto (più o meno) leggendo adesso, al momento mi pare un po' zoppicante perché ad alcuni capitoli molto buoni se ne alternano altri un po' confusi, poi sono rimasta offesa dalla superficialità della panoramica su Caterina di Braganza xD
. -
.CITAZIONEdel primo ho sentito parlare molto bene.
Entrambi sono critici ma giusti e diventano molto empatici andando avanti, Zweig è uno scrittore e narratore migliore (d'altronde è uno scrittore to begin with) ma ha un approccio più rispettoso, romantico e persino pudico probabilmente dettato dai tempi in cui visse, Antonia Fraser invece ha una mission diversa perché è una storica, è più orientata sui fatti e non le interessa avere approcci lirici di sorta. Mi pare che con MA come con Maria Stuarda abbia una smaccata tendenza all'assoluzione totale, però offre comunque moltissimi dati.
Per completezza segnalo anche una ristampa (Sellerio!) del libro dei Goncourt che ha una sinossi davvero ghiotta:CITAZIONE«Una donna, una donna del diciottesimo secolo che ama la vita, i divertimenti, le distrazioni, come li ama e li ha sempre amati la gioventù della bellezza. Una donna un po' vivace, un po' pazzerella, un po' beffarda, un po' sventata, ma una donna onesta, pura, che non ha mai avuto - secondo l'espressione del principe di Ligne - che "una civetteria di Regina di piacere a tutti"». Poco amata, spesso vituperata, per lo più considerata frivola, gli storici non sono stati teneri con Maria Antonietta. Invece, i Goncourt hanno il grande merito di radicare la sua vita nel secolo in cui visse. La storia, per i due fratelli del naturalismo francese, deve scendere dal suo piedistallo di razionalità o di disegno della provvidenza. La raccontano dall'interno, dai sentimenti: essa diventa «inchiesta sull'uomo» e curiosità per i ritratti illustri. Rovistando nella immensa quantità di cronache e di vicende, per ricostruire il documento preciso di una esistenza. Così con Maria Antonietta, la giovane moglie di Luigi XVI, morta nel 1793 sulla ghigliottina, dopo il marito: ma mentre il re fu mandato al patibolo in carrozza coperta e a mani libere, lei vi fu trasportata sulla carretta con i capelli rozzamente tagliati e le mani legate. E oltre il giudizio sulla controversa sovrana - che è di piena assoluzione, tanto da conquistarle la simpatia immediata del lettore - ciò che conta per i due infaticabili eruditi dell'Ancien Régime è di entrare dentro le stanze e gli ambienti, nei momenti intimi di una corte decadente e feroce. «Cerchiamo di mostrare i caratteri, le abitudini, il modo di vivere dei principi e delle principesse coi quali ella deve vivere, le simpatie e le antipatie che necessariamente incontra. Questo quadro è importante per la giustizia storica».
src. -
.CITAZIONEEntrambi sono critici ma giusti e diventano molto empatici andando avanti, Zweig è uno scrittore e narratore migliore (d'altronde è uno scrittore to begin with) ma ha un approccio più rispettoso, romantico e persino pudico probabilmente dettato dai tempi in cui visse, Antonia Fraser invece ha una mission diversa perché è una storica, è più orientata sui fatti e non le interessa avere approcci lirici di sorta. Mi pare che con MA come con Maria Stuarda abbia una smaccata tendenza all'assoluzione totale, però offre comunque moltissimi dati.
Ho dato un'occhiata alla biografia di Zweig e sembra un ottimo narratore, però mi sembra che il suo ritratto voglia essere più "intimista" e quindi informazioni più materiali come dove, quando e da chi sia nata MA vengono completamente tralasciate xD Immagino che la Fraser dia un'idea più precisa del contesto storico e politico, cosa che mi sarebbe utile.
Ho trovato nella mia queue questo video su un vestito creato da Rose Bertin, e indossato probabilmente da Maria Antonietta:
Su questo blog alcune foto del vestito:. -
.
Oddeo ç_ç ma la moda del '700 era così bella. Maria Antonietta, e dico MA ma vale lo stesso per le contemporanee ovviamente, aveva degli abiti stupendi e sono molto grata del fatto che i pittori fossero bravissimi a riprodurre tutte le pieghe, i riflessi delle sete e i dettagli ;__;
. -
.
Parlano di MA sul 54! . -
.
Sembra sia un romanzo ma è estate e queste cose si leggono quindi lo segnalo: CITAZIONEDue sorelle, due regine, il mondo ai loro piedi e i desideri fatti realtà, ma anche due donne, con i dolori, i pianti, le rinunce che a chi fa parte del Paradiso non è concesso mostrare, né tantomeno provare.
Alla corte di Vienna, dove sono nate entrambe, arciduchesse, figlie dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, l'infanzia di Carolina e Maria Antonietta scorre serena, tra i concerti di un Mozart ragazzino, le lezioni di celebri pensatori del tempo e i giochi in uno dei parchi più incredibili di tutta Europa. Ancora giovanissime, però, vedono la spensieratezza lasciare il posto alla vita adulta, che inizia con la separazione, dalla madre e dalla sorella che più amano. A Versailles è diretta Maria Antonietta, sposa del delfino di Francia; Carolina, invece, è destinata all'Italia, Napoli sarà la sua casa, alla corte dei Borbone. Non si vedranno mai più, perché questo è uno dei drammi silenziosi che deve scontare chi ha il privilegio di regnare, ma resteranno sempre legate da un filo sottile e tenace che le terrà unite anche nei momenti di maggior lontananza, e che stritolerà il cuore di Carolina alla morte di sua sorella. Non sono solo due regine, Carolina e Maria Antonietta, ma due espressioni, per quanto contrapposte, di un mondo in cambiamento. Carolina, la studiosa, la statista, convinta che il ruolo di regnante sia un servizio della collettività, un privilegio da pagare con la fatica. La tragica morte di Maria Antonietta, però, cambierà ogni cosa e mostrerà la fragilità di una filosofia astratta che si scontra con i bisogni e la rabbia del popolo. Due sorelle, due regine, il mondo ai loro piedi e i desideri fatti realtà, ma anche due donne, con i dolori, i pianti, le rinunce che a chi fa parte del Paradiso non è concesso mostrare, né tantomeno provare.
ibs.