Fanfriction RP, TB e Borgia per il fest

quando uan volta all'anno Dianaalza il rating alle scemenze che scrive

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    Anche a me, all'inizio pensavo di scrivere una lemon della 3x03, poi per caso ho ripensato a quella scena, et voilà... ora mi fate scrivere anche fem!slash ragazze LOL
     
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    Con grande ritardo ecco la prima del fest di quest'anno

    promt: RPF STORICO Astorre Manfredi/Cesare Borgia, dub-con (possibilmente what if in cui NON lo ammazza)



    Autore: diana9241
    Fandom: RPT Storico
    Titolo: What he did for faenza
    Personaggi: Cesare Borgia, Astorre Manfredi, nominati Michelotto de Corella, Caterina Sforza
    Rating: NC17
    Note: All'80% dei casi potrebbe essere realmente accaduto, ma c'è sempre il dubbio
    Note2: Timeline: prima 1503
    Nota3: dub-con/non con, angast

    L’aveva fatto per salvare Faenza si ripete Astorre, aveva fatto tutto quello per salvare Faenza e i suoi sudditi, per quello si era arreso al duca del Valentinois e ai suoi uomini si ripeteva nelle segrete di Castel Sant’Angelo. Ma poi c’era anche quell’altro motivo, quello di cui non poteva parlare con nessuno e che nel profondo lo faceva vergognare di sé stesso.
    Era accaduto la sera stessa della sua resa, quando il Valentino si era introdotto nella sua tenda, aveva cacciato tutti e poi … poi lo aveva fatto. Aveva gridato, protestato, cercato di difendersi ma era stato inutile, non con Michelotto che era di guardia e che era diventato sordo alle sue implorazioni.
    Perché segretamente gli era piaciuto appartanergli, gli era piaciuto quello che l’altro gli aveva fatto, e da allora bramava quelle attenzioni, anche se sapeva che erano immorali e perverse.
    Non avrebbe dovuto cedere, come in quel momento, non poteva allontanarlo con una mano e avvicinarlo con l’altra, era innaturale, lui doveva resistere e lottare era ottenere la sua liberazione, non cedere al fascino perverso del bastardo del papa. L’altro rideva, rideva dei suoi sciocchi tentativi di allontanarlo e poi della sua resa che si verificava dopo poco.
    Era bello Cesare Borgia, anche con la sifilide che gli sfigurava il volto, gli dava un fascino a cui lui non riusciva a resistere, non mentre i suoi singhiozzi lentamente si trasformavano in gemiti mentre l’altro lo toccava, avrebbe voluto allontanarlo, avrebbe voluto tirarselo addosso, voleva tornare a faenza, voleva rimanere lì per sempre in attesa delle sue visite, non sapeva nemmeno lui cosa desiderasse veramente.
    E quando poi l’altro lo violava, senza preparazione, senza dargli il tempo di abituarsi perché cominciava subito a muoversi dentro di lui allora Astorre non sapeva come comportarsi, da un alto voleva allontanarlo e piangere di dolore a umiliazione, dall’altro voleva stringerlo a sé e implorarlo di non lasciarlo, e allora faceva parlare il suo corpo, muovendosi lentamente e assecondando le sue spinte.
    Cesare Borgia non parlava mai durante quei loro incontri carnali, si limitava a fotterlo con perizia e in silenzio, cercando solo il suo piacere tanto che quando sentiva che era quasi al limite Astorre portava la sua mano sulla sua virilità altrimenti l’altro non ci avrebbe nemmeno pensato.
    Era sempre così si diceva Astorre, l’altro che dava le ultime spinte e poi si riversava dentro di lui e poi veloce lo abbandonava, si sistemava le brache e se ne andava, lo sentiva chiaramente parlottare con Michelotto mentre lui rimaneva lì a tremare e a toccarsi, immaginando Cesare Borgia, sempre lui, che lo baciava e lo toccava con delicatezza, non quei movimenti rudi e bruschi.
    Doveva trovare un modo per fuggire come faceva Caterina Sforza, ma se doveva essere sincero con sé stesso Astorre Manfredi signore di Faenza non voleva fuggire, da Castel sant’Angelo si, ma non da Cesare Borgia.



    la trovate sul mio livejournal e su fanficitalia
     
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    Oh è carina, è intimista XD
     
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    Lo so, è stato difficilissimo scriverla, credetemi

    Ed eccone un'altra, fandom: The Borgias


    Autore: diana9241
    Fandom: The Borgias
    Titolo: The Only Woman he admires
    Personaggi: Cesare Borgia, Caterina Sforza, nominate Lucrezia Borgia, Ursula Boandeo, Vittoria
    Rating: NC17
    Note: Io vorrei sapere chi ha promptato questa cosa, sul serio
    Nota2: scritta per il p0rn fest, l'ultimo giorno
    Nota3: p0rn, het .... non ne vado fiera
    Note4: non so da dove mi siano venuti fuori ... se becco la pazza che ha promptato questo e gli altri ...

    C’è un’unica donna che Cesare Borgia ammiri. Non si tratta dell’amore infantile che prova per sua sorella Lucrezia, dell’amore romantico che ha provato per Ursula o per il desiderio nei confronti di Vittoria o della libidine che prova verso le altre donne.
    No, quello che ha provato nei confronti di Caterina Sforza è ammirazione, pura e semplice ammirazione per quella donna che si comporta come un uomo e governa la sua città meglio di molti uomini che lui ha conosciuto.
    Per questo da quando l’ha vista la prima ha provato il desiderio di poterla possedere, e anche di farle capire quanto l’ammiri.
    Purtroppo ha avuto tempo solo per la prima cosa, ma non se ne lamenta, non dopo quella notte che hanno passato.
    Una donna libera in un mondo di uomini, è così che si è descritta lei prima di cercare le sue labbra in un bacio passionale e disarticolato, più intenzionata a sentire le sue labbra che a lasciargli l’iniziativa.
    È stato facile farla cadere sul letto e spogliarla con forza mentre lei faceva lo stesso, le dita che lo sfioravano e il suo sorriso. Caterina Sforza fa all’amore come se dovesse andare in battaglia, piena di forza e di energia e soprattutto ha cercato per tutto il tempo di non farsi dominare anche se era evidente che le piaceva quella sensazione e lui ha cercato di accontentarla.
    Era così passionale quando gli si aggrappava alla schiena con le unghie mentre lui si spingeva con forza dentro di lei, una donna libera in un mondo di uomini, e solo sua per quella notte, selvaggia, appassionata, combattiva, perfetta.
    Lei gemeva sotto i suoi tocchi, ansimando e sospirando mentre si muoveva con forza ed è stato in quel momento che lui ha compreso che lei non sarebbe mai cambiata, che non si sarebbe arresa, a lui in quel momento e a suo padre dopo.
    E gli è andato bene per quella notte, perché lei è l’unica donna che lui ammiri a causa della sua astuzia e della sua indipendenza, ed sé stato con quel pensiero che ha sentito il piacere aumentare, l’ammirazione, solo ammirazione, che prova nei confronti di Caterina Sforza.


    anche sul mio lj, su AO3 e su fanficitalia, non su EFP perchè lì ho una reputazione xD
     
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    Bella! Beh dai non è un prompt troppo folle! mi piace che tu dice che ha desiderato Vittoria, è stata una ship di breve vita ma molto potenziale XD
     
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    Vittoria andava pur nominata, mi è dispaiciuto che la tizia che l'ultimo giorno ah promptato tutti questi bei promt su TB si sia dimenticata di lei

    Autore: diana9241
    Fandom: The Borgias
    Titolo: It's wrong but I want it
    Personaggi: Cesare Borgia, Lucrezia Borgia,
    Rating: NC17
    Note: Io vorrei sapere chi ha promptato questa cosa, sul serio
    Nota2: scritta per il p0rn fest, l'ultimo giorno
    Nota3: p0rn, het .... ma incest
    Note4: cosa non si fa per fare numero ( -.- )


    Era sbagliato pensò Cesare per la centesima volta prima che Lucrezia cercasse i lacci delle sue brache, sarebbero stati punti perché quello era blasfemo, sia perché erano fratelli ché per il luogo.
    “ E’ sbagliato “ ansimò quando sua sorella gli abbassò le brache rivelando il suo sesso in erezione. “ Nostro padre non lo verrà mai a sapere Cesare, e se c’è l’amore non può esserci peccato “ gli rispose Lucrezia prima di cominciare a massaggiare il suo membro, quello era sbagliato ma lei gli stava regalando il paradiso con quelle mani.
    Si puntellò meglio sul trono papale che Lucrezia avrebbe dovuto occupare secondo le direttive del loro padre prima che lei si alzasse appena le gonne. << Baciami fratello >> ordinò lei e lui assaggiò per l’ennesima volta le labbra di lei come se fossero il più dolce dei nettari, e fu allora che lei si calò sulla sua erezione gemendo.
    Era così bella Lucrezia mentre lo cavalcava in quella maniera, come se fosse un suo diritto prendersi anche lui e lui glielo stava lasciando fare, avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, anche fornicare all’amazzone sul trono papale sperando che nessuno arrivasse in quel momento a disturbarli.
    Lucrezia gemette con forza quando le abbassò frettolosamente la scollatura per poterle baciare e leccare i seni, i capezzoli già duri sotto il suo tocco, era così bella in quel momento sua sorella.
    Non riusciva a pensare ad altro, solo lui, Lucrezia che si muoveva come un’amazzone provetta e il piacere che aumentava sempre di più, un piacere che non sentiva dai tempi di Ursula, colpevole forse ma necessario, come le labbra rosse di Lucrezia.
    Sarebbero finiti all’inferno, ma vi sarebbero finiti insieme pensò di sentire chiaramente che stava per venire, insieme, per sempre, com’era giusto che fosse.


    shame on me per questa, la trovate su AO3, su fanficitalia e infine, come sempre sul mio lj
     
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    Sono tornata, allora allora ...et voilà, dopo tanto tempo
    prompt: Borgia(EU): Cesare /Lucrezia " Lucrezia!"

    Autore: diana9241
    Fandom: Borgia (EU)
    Titolo: Lucrezia!
    Personaggi: Cesare Borgia, Lucrezia Borgia, nominati Giovanni Sforza, pedro Gacet, Alfonso d'este, Alfonso di Calabria
    Rating: NC17
    Note: p0rn fest!!! 19°storia
    Note2: Borgia è tornato nel fest, e io ne approfitto subito
    Note3: prima della fine della 3x08, per il resto vaga, e dopo la scena del " Flamencò ", o moresca che dir si voglia
    Note4: questa è per le ragazze del forum di theborgias .... sappiate che vi lovvo tutte, feliz Nadividad




    Borgia (EU) Cesare Borgia/Lucrezia Borgia 'Lucrezia!'

    Lucrezia ama ascoltare il suono del proprio nome.
    Adora sentire come gli altri pronuncino quelle poche sillabe, d’altronde il suo nome è quello di una grande donna romana e ha sempre cercato di esserne degna, a modo suo.
    Giovanni Sforza lo pronunciava con reverenza ma non è che l’abbia poi così aiutato, Pedro con una risata fanciullesca che la faceva sentire una bambina, felice di stare tra le sue braccia e poter dimenticare il suo cognome; Alfonso d’Este lo pronuncia con lussuria e desiderio mal represso e infine Alfonso, il suo Alfonso, c’era tenerezza e dovere nell’intonazione di Calabria, e poi c’è Cesare.
    Cesare sussurra il suo nome e Lucrezia non ha mai sentito così tanto amore in così poche sillabe, lo sussurra vicino alle sue labbra e Lucrezia vorrebbe solo sentirlo ripete nuovamente il suo nome.
    “ Lucrezia” sussurra Cesare mentre lei si stringe a lui incrociando le gambe dietro la schiena di suo fratello, sa che è sbagliato ma non riesce a farne a meno.
    “ Lucrezia “ dice Cesare prima di cercare le sue labbra, le sue mani sono premute contro i suoi senti, Lucrezia ne avverte il contatto attraverso il tessuto della camicia da notte e non riesce a non sospirare.
    “ Lucrezia “ ansima Cesare mentre si spinge sempre con più forza dentro di lei, Lucrezia desidera che tutto sia diverso, che il suo matrimonio con Alfonso d’Este non sia imminente, che tutto quello non debba avvenire di nascosto e … sa bene che non è possibile così accarezza lievemente i capelli di Cesare, quei capelli le sono sempre piaciuti pensa distrattamente prima di chiudere gli occhi persa nel piacere.
    “ Lucrezia! “ Cesare geme il suo nome e Lucrezia riapre gli occhi, è così bello suo fratello, in quei momenti non è il Valentino o il temibile condottiero, è solo Cesare, suo fratello, il suo amato fratello, e lei non vuole altro pensa prima di sfiorargli le labbra, non si stancherebbe mai di Cesare ma allo stesso è cosciente che lui … non vuole pensarci, meglio pensare ai muscoli guizzanti di suo fratello, alla sua voce piena di desiderio, agli occhi che sembrano vogliano divorarla e proteggerla allo stesso tempo, e a come il suo membro si faccia ritmicamente strada dentro di lei. Lucrezia non si è mai sentita così completa, nessuno ha mai saputo farla sentire così … solo Cesare.
    “ Lucrezia! “ Cesare questa volta urla il suo nome, e Lucrezia ha appena il tempo di accorgersene che poi sente qualcosa. Butta indietro la testa in un urlo silenzioso e lascia che il suo intero corpo sia scosso del godimento.
    “ Lucrezia “ bisbiglia questa volta Cesare prima di sfiorarle la guancia un gesto che racchiude così tanto amore che Lucrezia si sente in colpa ma è un pensiero che vola via molto presto, quello che conta in quel momento è la pressione del corpo di suo fratello, il letto con le lenzuola buttate in disordine per terra e il ricordo del paicere che ha provato e che prova ogni volta che suo fratello dice il suo nome.


    la trovate anche qui sul mio lj o qua su fanficitalia
     
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    * sia lrgo tra la polvere * I'm back e ... doppietta !!!!


    Autore: diana9241
    Fandom: RPT Storico
    Titolo: Digues el meu nom!
    Personaggi: Cesare Borgia, Lucrezia Borgia, nominati Giovanni Sforza e Pedro Calderon detto Perotto
    Rating: NC17
    Note: borgiacest is the way, e pensare che fuori the Borgias nemmeno li shippo
    Note2: Timeline: prima che Cesare parta per la Francia
    Nota3: il titolo è in catalano, non in spagnolo ;)


    “ Dì il mio nome “ sussurra Lucrezia prima di stringersi a lui. Sarebbe così facile se non fossero figli del Santo padre si dice Cesare in certi momenti, potrebbero fuggire da qualche parte e fingere che … sono solo sogni infantili e stupidi in cui non deve indulgere, in altri momenti rimpiange di essere nato troppo tardi, quando era bambino gli è stato insegnato che i faraoni egizi sposavano la loro sorella e se fosse vissuto allora avrebbe sposato Lucrezia, la sua bella Lucrezia, la sua divina sorella che lo stringe a sé, i cui capelli biondi si allargano sul cuscino come una cascata.
    “ Dì il mio nome “ dice Lucrezia a bassa voce, fin da bambina ha sentito quel sentimento nei confronti di Cesare e ha sempre avuto paura di dargli un nome ma non di viverlo, loro due sono una cosa, un’anima in due corpi, non ha mai provato nulla per Juan o Joffré, e tantomeno per Giovanni, forse Pedro è riuscito a farle sentire qualcosa ma paragonato a quello che sente per Cesare è nulla, assolutamente nulla si dice mentre con lentezza apre le gambe per lui, quello è peccato e finiranno all’inferno ma almeno saranno insieme si dice prima di farsi sfuggire un gemito di piacere.
    “ Dì il mio nome “ mormora Lucrezia al suo orecchio mentre Cesare lentamente comincia a muoversi, ha tanto desiderato quella fusione non solo di corpi ma di menti che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei, gli dispiace quasi di non essere stato lui a deflorarla, un comune valletto ha avuto quell’onore ma ora Lucrezia è sua, solo suo; ha sempre saputo che a Sforzino non gli rizzava, lo sapevano tutti ma per fortuna ora Lucrezia è libera, libera e sua, non per sempre ma almeno per quella notte.
    “ Dì il mio nome “ bisbiglia Lucrezia mentre passava le mani sulla schiena di suo fratello, il solo pensiero che Cesare a breve partirà per la Francia le stringe il cuore per questo ha scelto quella notte, per quanto tenga a Cesare tutto quello in qualche maniera è peccato e di quelli che non si possono confessare a nessuno, eppure non dovrebbe perché Cesare la fa sentire così bene mentre le sfiora i seni con le dita, c’è reverenza, amore e possesso in gesto si dice, le sue dita invece disegnano linee immaginarie.
    “ Dì il mio nome “ ansima Lucrezia non appena Cesare abbandona la sua bocca per passare ai seni, sua sorella è la donna più bella che abbia mai avuto e forse l’unica che riesca a procurargli quelle sensazioni solamente con delle parole. La sente fremere sotto di lui e spingersi in direzione della sua bocca, Lucrezia è sia una bambina capricciosa che una donna passionale e non importa chi l’ha avuta e chi l’avrà, Cesare sa che in qualche modo sarà solo sua, si appartengono.
    “ Dì il mio nome “ geme Lucrezia sentendo il piacere montare dentro di lei, vorrebbe che tutta quella tortura finisse e allo stesso tempo che durasse tutta la notte, vorrebbe passare la vita stretta a Cesare a sentirlo muoversi dentro di lei, le sue dita su i suoi seni e la sua bocca sulla propria ma quello è peccato, un peccato così bello che prima o poi la farà vivere pensa. Lo sente, Cesare è il migliore, con Giovanni non era mai … mai lui e Pedro, non era la stessa cosa.
    “ Dì il mio nome “ quasi grida Lucrezia e Cesare la sente tremare, Lucrezia è così vicina all’apice e a lui basta vederla così per aumentare la forza dei suoi movimenti, la sua sorellina, la sua bella duchessa, la duchessa di Pesaro che si dà un cardinale spretato, sbagliato eppure perfetto non riesce a smettere di pensare, il suo piacere è quello di sua sorella e sa che è così per lei.
    “ Lucrezia “ geme tra le sue labbra e Lucrezia solo allora si abbandona completamente a lui, il corpo scosso dai tremiti, è così bella mentre gode, se non fosse sua sorella sposerebbe lei si dice mentre il corpo di lei non vuole lasciarlo andare, se fossero sposati tutti sarebbe più facile ma purtroppo non è così.
    Almeno domani quando lascerà Roma avrà tra i suoi ricordi i gemiti strozzati di sua sorella, il suo corpo flessuoso che lo accoglie e i suoi occhi velati d’amore e di tenerezza e oltre alla certezza che Lucrezia per quanti amanti avrà amerà solamente lui.


    Autore: diana9241
    Fandom: RPT Storico
    Titolo: After the Mass
    Personaggi: Cesare Borgia, Michelotto Corella, nominati Lucrezia Borgia, Joffré Borgia e Sancia d'Aragona
    Rating: NC17
    Note: li shippo da sempre, e li amerò sempre
    Note2: non è collegata con quella sopra, ci tengo a dirlo, la timeline però è la stessa di quella sopra
    Note3: preferisco Miguel a Michelotto, è l'abitudine

    Solitamente dopo una Santa Messa un uomo, specie se religioso, si sente in pace col mondo e soddisfatto della sua vita, convinto che tutto andrà bene e che se non fosse così lui probabilmente si salverà.
    Alcuni si recano a casa con la propria famiglia, altri si recano alla più vicina taverna e altri ancora arrivati lì chiedono una donna. Lui invece, che ha appena gettato la tonaca alle ortiche e sta per prendere moglie in Francia ha idee diverse.
    Miguel lo sa bene, per questo ormai non gli sussurra nemmeno più cosa vuole fare, si limita ad inginocchiarsi e con gesti veloci e dettati dall’esperienza gli abbassa le brache prima di cominciare a leccare la sua evidente erezione. Cesare sussurra a quel contatto, entrambi sanno che ha bisogno di più, che quello è solo l’inizio di quello che è cominciato come un gioco ma che con gli anni è diventato qualcosa di più, non amore ma qualcosa di molto simile.
    Miguel, o Michelotto come lo chiamano i romani, si muove con abilità, leccando veloce e poi accogliendolo nella sua bocca, si spinge contro quel calore ansimando, Miguel sa sempre come compiacerlo e con gli anni ha sviluppato una certa … attitudine. Se avessero più tempo si divertirebbe a scopargli la bocca, a passare le mani tra i capelli dell’altro e a sussurrare sconcezze in catalano, le sconcezze in catalano suonano quasi come musica si è detto una volta.
    Invece la messa è appena terminata, la domenica il Santo Padre tiene mensa per i suoi familiari e questo vuol dire che dovranno essere veloci, senza generare chiacchere, Lucrezia è troppo occupata con i preparativi per il suo imminente matrimonio, Sancia lo divora con gli occhi sperando in un breve amplesso e Joffré è troppo nullità per accorgersi di qualcosa, per questo dopo qualche istante di quel piacere si allontana da Miguel. E Miguel ha gli occhi dilatati, il petto che si alza e si abbassa frenetico, e la bocca che non attende altro, allora lo fa alzare e lo volta velocemente, quella è Roma e nessuno si fa mai delle domande, i birri voltano semplicemente la testa. Lui invece si limita a spingere le sue dita contro l’altro bastardo che le succhia, falange per falange procurandogli brividi deliziosi lungo la sua schiena, solo quando sente di non poter resistere volta Miguel verso il primo muro e con gesti concitati e veloci lo prepara, è sempre l’altro a implorarlo di sbrigarsi, di cogliere subito il suo piacere, di prenderlo ora e subito.
    Lui però si diverte, è come un gioco quello, il loro gioco segreto. Continua a prepararlo finché Miguel non geme il suo nome e non lo supplica, solo allora rimuove le dita per sostituirle con il suo membro e come l’altro gli ordinato comincia immediatamente a muoversi, spinte veloci e impetuose, vuole il piacere, vuole godere e vuole che accada il prima possibile in maniera tale che nessuno della famiglia sospetti nulla.
    Miguel lo stringe a sé tirandoselo contro mentre Cesare si spinge con forza dentro l’altro, godendo dei suoi gemiti strozzati, del suo corpo che lo accoglie come se fosse nato per quello, dei baci umidi e famelici che si scambiano; Miguel è il migliore che abbia avuto, non è così sciocco da sostenere di non aver sperimentato il vizio greco ma prima di Miguel non vi aveva mai tratto piacere sufficiente, con il catalano è diverso. Miguel geme il suo nome tra un bacio e l’altro poi sospira mentre si prende cura della sua virilità e i movimenti di Cesare diventano sempre più veloci e più scoordinati, dettati sempre più dal desiderio di appagare quel bisogno.
    “ Mio signore … mio signore … mio signore … eccellenza … oh eccellenza … vi prego eccellenza … por favor Cesar, por favor “ quando Miguel passa ad implorarlo nella loro lingua natale è come se il suo godimento raggiungesse il punto più alto, è solo allora che si riversa dentro l’altro con un’ultima spinta, il tempo di sostituire la mano dell’altro con la propria, poche, veloci toccate e l’altro lo segue sporcando il muro che hanno scelto per quell’atto che non è amore ma nemmeno semplice lussuria, quando si parla di Cesare Borgia niente è semplice.
    Solitamente dopo una Santa Messa si cerca di vivere santamente per almeno due o tre ore, o almeno fino al tramonto, non Cesare Borgia che invece fin dal momento in cui lascia il banco che gli è stato appena assegnato ha in mente solamente il corpo di Miguel de Corella detto dai romani Michelotto; il suo corpo, la sua bocca, le sue mani, ell.
     
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    Finalmente sono tornata, questa volta per il cow-t della community landedifandom:

    Autore: Diana924
    Fandom: The Borgias
    Titolo: Like an actor on a stage
    Personaggi: Cesare Borgia, nominata Lucrezia Borgia,
    Rating: NC15
    Note: accenni di incest, se qualcuno li vuole vedere
    Note2: post serie ma prima del film conclusivo che secondo Jordan avrebbe dovuto chiudere il tutto
    Nota3: come storica dico no ma come semplice fan ... se ne può discutere
    Nota4: per il Cow-T di landedifandom, prompt: anticristo, team Opal


    Era ben cosciente di come lo considerassero i suoi nemici.
    I primi tempi Caterina Sforza, soprattutto lei, doveva averlo considerato un piccolo ostacolo paragonabile a Juan, qualcuno che si poteva battere facilmente senza eccessivo sforzo. Suo fratello si era logorato nell’assedio di Forlì non ottenendo nulla tranne le risate degli avversari e il disprezzo della truppa per non aver avuto ragione di una donna.
    Lui era diverso, era migliore di Juan e lo era sempre stato, aveva accettato la tonaca per compiacere suo padre ma dopo la morte di Juan non ne aveva avuto più bisogno, Juan ormai era come impazzito mentre lui sarebbe stato sempre utile alla famiglia, e a Lucrezia.
    Era sicuro che mormorassero, i napoletani sicuramente avevano mormorato e Alfonso aveva certamente sospettato che l’affetto tra lui e Lucrezia non fosse solamente quello che esisteva tra fratelli ma non aveva potuto fare niente. Lucrezia era sua, così aveva deciso e così sarebbe stato, nessuno si sarebbe mai potuto mettere in mezzo, nessuno sapeva cosa provava per lei e come lei lo ricambiasse, aveva voluto bene ad Alfonso ma amava lui.
    Cesare Borgia sapeva quello che si diceva su di lui per tutta l’Italia e di come né suo padre né il re di Francia fossero interessati a far cessare quelle voci, a loro serviva qualcuno da poter accusare anche se adesso lui e suo padre avevano il medesimo obbiettivo, la conquista di Milano e l’imminente conquista di Napoli li aveva avvicinati come mai era stato prima.
    Assassino, ingannatore, spietato mostro senza cuore, incestuoso amante della sorella, uccisore del fratello, anticristo.
    Questo mormoravano i governanti d’Italia quando nell’udire il suo nome tremavano, lo stesso Savonarola non era stato tenero con lui e ora lo paragonavano all’anticristo, la rovina d’Italia e della chiesa che la sua famiglia avrebbe condotto all’abisso. Caterina Sforza aveva tentato di combatterlo, di annientare la sua famiglia ma aveva miseramente fallito, lui aveva vinto, l’aveva umiliata e la signora di Forlì sarebbe rimasta per l’eternità prigioniera in Vaticano. Gli altri avevano pagato grazie a Micheletto e ora nessuno di loro avrebbe osato anche solo tentare qualcosa contro di lui e contro la sua famiglia, lui aveva una santa missione.
    Potevano anche definirlo anticristo quei nobili arroganti e paurosi ma lui stava compiendo il suo dovere per il bene della sua famiglia, quegli stolti non capivano gli obbiettivi della famiglia Borgia, e quella fama gli faceva comodo, meglio essere temuti che amati … avrebbe dovuto scrivere al signor Machiavelli quella frase, al momento dove solo convincere Lucrezia che loro due si appartenevano e che lei sarebbe stata sua per sempre.
    E se questo lo rendeva l’anticristo … allora lo sarebbe stato, a costo di bruciare tutta l’Italia pur di portare alle stelle la gloria della propria famiglia, se dicevano che suo padre era il diavolo allora era giusto che lui fosse l’anticristo, degno erede di Satana non era forse l’anticristo, suo emissario sulla terra?
    Su suo padre fin dall’elezione si erano ammassate voci, sospetti e dicerie, era giusto che anche lui avesse la sua parte, Lucrezia era una santa, la sua Lucrezia che aveva preferito uccidere Alfonso invece che farlo soffrire e Joffré in famiglia non era mai contato abbastanza: se qualcuno in famiglia doveva impersonare l’anticristo allora era lui quello adatto, lui, Cesare Borgia duca di Valentinois, o Valentino come lo chiamavano. Se quello volevano da lui lo avrebbero avuto, era come un attore su un palcoscenico e avrebbe interpretato al meglio il suo ruolo.
     
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