MostraBembo+ „Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento“

Dal 2 febbraio al 19 maggio

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  1. marie.
     
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    Anche io preferisco arrangiarmi ma sono andata con mio fratello che ha 6 anni e neanche a dirlo mi è toccato tenerlo in braccio un'ora e mezza perchè si è addormentato praticamente subito. E io che speravo la guida lo tenesse sveglio...

    Oh amore XD
     
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    *________________* A me piacerebbe moltissimo avere una guida storica che sa tutto/tutto..!! Di solito le guide che becco io sono sempre le più indegne ! Comunque anche il costo non mi pare eccessivo però, in fondo è una gran bella mostra e di artisti da vedere ce ne sono.
     
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    Ecco il volantino della mostra. Scusate la pessima qualità del mio scanner.

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    Edited by pink_girl_00 - 10/6/2013, 09:41
     
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  4. marie.
     
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    Ma scherzi, grazie mille! I capelli di Lucreziaaa *__*
     
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  5. xcusemymonkey
     
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    Dopo questa stiamo seriamente pensando di sposarti.
    Grazie <3
     
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    Figuaratevi non fanno molto spesso volantini decenti XD

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    I capelli di Lucreziaaa *__*

    IO stavo tipo MORENDO poi sono proprio biondi biondi :)
     
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  7. marie.
     
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  8. xcusemymonkey
     
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    Li fecero vedere anche in una puntata di Daverio *piange*
    Byron, se non erro, ne rubò uno... O forse è solo leggenda.
     
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    Non è leggenda XD Erano già fangirls all'epoca.
     
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  10. marie.
     
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    Solo che se lo facciamo noi ci arrestano ♥
     
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    ahahahaahha bellissimo il volantino !!!!
     
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  12. marie.
     
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    Tema centrale della esposizione è il rapporto del nobile veneziano con le arti, specialmente con chi tra i contemporanei superlativamente le aveva impersonate come Giovanni Bellini, Raffaello, Michelangelo, Giorgione, Tiziano. Ecco allora fra gli altri i celebri ritratti tra cui quello eseguito da Raffaello di Elisabetta Gonzaga, e dello stesso sia la piccola Madonna con Sant’Anna, il Bambino e San Giovannino venuto dal Louvre, sia il doppio ritratto di Andrea Novagero e Agostino Bezzano venuto dalla Galleria Doria Pamphilj; poi il bellissimo Cristo disegno di Michelangelo per Vittoria Colonna, mentre non è da sottacere il Mantegna col San Sebastiano splendente del suo splendido corpo cosparso dalle sedici frecce a simboleggiare la peste che colpisce ma non uccide. Stupiscono i quattro dipinti di Giorgione, il ritratto del giovane Bembo ad opera di Giovanni Bellini e ‘La Maddalena‘ di Pietro Perugino proveniente da Palazzo Pitti.
    Fra gli oggetti molto ammirati: una lira da braccio prestata da Vienna scolpita ornata da entrambe le parti ad opera di Giovan D’Andrea Veronese del 1511, il sigillo del Cardinale ‘col battesimo di Cristo” di straordinaria fattura e il secchiello montato in oro e smalti di Valerio Belli. Fra i cimeli troneggia nella seconda sala la preziosa teca con l’aurea ciocca di capelli dell’amata Lucrezia Borgia. Da contemplatore di bellezze e sensibile quella muliebre, non si immagini un Pietro immune da veglie e fatiche. L’otium tra ville e Corti di cui scrisse ad amici risultò invece laboriosissimo fra lo studio dei geroglifici egiziani, il ragionare sull’Amore Platonico e l’esame delle proporzioni fra gli ordini architettonici secondo Vitruvio e Leon Battista Alberti. Di qui l’azzeccatissimo titolo della mostra “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento” a cura di Guido Beltramini( con il Centro Internazionale di studi di Architettura Andrea Palladio), Davide Gasparotto e Adolfo Tura, organizzata e sostenuta dalla Fondazione Cariparo.

    la stampa
     
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    PADOVA Nll' autunno del 1491 Angelo Poliziano è a Venezia per studiare un antichissimo codice di Terenzio, il più prezioso dei tesori della magnifica collezione di libri e oggetti d' arte antichi e moderni che Bernardo Bembo, diplomatico e figura di spicco della Repubblica, ha costituito nel corso degli anni. A osservarlo lavorare e a prendere appunti accanto a lui c' è Pietro, il figlio ventunenne del padrone di casa. Il loro è un incontro epocale per la cultura italiana. Dal grande filologo fiorentino, il giovane studioso in erba "sta traendo le armi di un metodo con cui conquisterà per primo nuovi territori, applicandosi alla filologia dei testi volgari". Sarà Pietro Bembo, utilizzando la prospettiva storica, filologica e critica riservata fino ad allora allo studio dell' antico, a rivendicare la dignità del nostro volgare, a fissarne le regole a partire dai suoi grandi modelli -Dante, Petrarca e Boccaccio- e a farne la lingua di tutti gli italiani. Sarà lui a convincere un altro veneziano, il grande tipografo Aldo Manuzio, a stampare per la prima volta in formato "tascabile"-a imitazione dei codici di piccole dimensioni della collezione Bembo- la Commedia e il Canzoniere , assicurandone la diffusione nelle élites colte. Sarà lui, infine, a fornire l' illustrazione pratica delle sue teorie linguistiche e letterarie con gli Asolani (1505) , una trattato sull' amore in forma dialogica di cui Lina Bolzoni ha messo in luce di recente, ne Il cuore di cristallo (Einaudi, 2010), tutta la ricchezza e la complessità. La splendida mostra ideata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Adolfo Tura che Padova - la sua città d' elezione - gli consacra ( Pietro Bembo e l' invenzione del Rinascimento, Palazzo del Monte di Pietà fino al19 maggio) non si limita a restituirci con lettere, manoscritti, libri rari il percorso che ha fatto dell' illustre umanista il padre fondatore della lingua letteraria italiana ma mira, come indica il titolo stesso, a evidenziarne la assoluta centralità nella vita artistica del suo tempo. I curatori dell' esposizione (a cui dobbiamo anche l' importante catalogo pubblicato da Marsilio) hanno scelto di dimostrarlo nel modo più spettacolare e più immediato, ricostruendo, in collaborazione con i molti musei italiani e stranieri che oggi ne detengono i tasselli sparsi, la sua celebre collezione. Una collezione che, congiunta a quella paterna, aveva non solo costituito un prezioso strumento di indagine per lo studio dell' arte antica ma era apparsa agli stessi contemporanei come l' autorevole manifesto del canone estetico dell' arte moderna. Ecco dunque, sotto il segno del gusto di Bembo, venirci incontro, sala dopo sala, una serie impressionante di capolavori di maestri sommi come Leonardo, Mantegna, Bellini, Giorgione, Raffaello, Michelangelo. E' già una prima grande emozione. Ma presto, grazie alla regia sapiente dei curatori della mostra , ci rendiamo conto che questi artisti e i personaggi da loro ritratti sono intenti a dialogare tra di loro e ad intessere una fitta conversazione di cui i due Bembo tengono le fila. E' il caso del ritratto di Leonardo di Ginevra de' Benci (National Gallery di Washington), la donna amata da Bernardo, sul cui retro era dipinta, all' origine, la di lui "impresa"-la palma e l' alloro con la scritta virtus et honor - a significare a pochi iniziati il legame segreto che univa i due amanti. E' il caso dei molti ritratti che celebrano il sentimento dell' amicizia, introducendo una dimensione psicologica nuova. Citiamo almeno il doppio ritratto di Andrea Navagero e Agostino B e a z z a n o ( G a l l e r i a D o r i a Pamphili) eseguito da Raffaelloe il probabile autoritratto dell' Urbinate assieme a Giulio Romano proveniente dal Louvre. E mentre il giovane, elegantissimo gentiluomo di Giorgione (San Francisco, Museum of Fine Arts), che tiene un libro "tascabile" in mano, sfoggiando un guanto che gli lascia scoperto il dito medio per poterne meglio sfogliare le pagine, è un omaggio ad Aldo Manuzio, il ritratto ad opera del Bronzino di Ugolino Martelli (Gemaldegalerie di Berlino) con la mano poggiata su un libro aperto su cui figurano le parole "Pietro Bembo", attesta la fama dello scrittore. Perché, prima ancora che un committente, Bembo è amico degli artisti che ammira e a cui è legato da una profonda comunanza di interessi. Due sue lettere, scritte a Roma nell' aprile 1516 ed indirizzate entrambe al Cardinale Bibiena, ne sono la viva testimonianza. Nella prima, Pietro annuncia di essere in procinto di ritornare a Tivoli in compagnia di Raffaello, Navagero, Beazzano e Castiglione (che ha fatto di lui uno dei protagonisti del suo Cortegiano) per "vedere il vecchio o il nuovo e ciò che di bello fia in quella cotrada". La seconda ce lo mostra nell' atto stesso dello scrivere per magnificare il ritratto dell' amico comune, il poeta Antonio Tibaldeo, appena eseguito da Raffaello, quando ecco il pittore in persona sopraggiungere inatteso e cogliere la palla al balzo per fare chiedere a Bibbiena quali altre storie intenda fare raffigurare nella sua stufetta ,(la piccola stanza termale che Raffaello sta facendo decorare per lui al Vaticano). Ed ecco, infine, unirsi a loro anche Baldassare Castiglione che non manca di aggiungere un suo messaggio alla lettera. E' a Roma, in effetti, dove si è stabilito l' anno prima che Bembo sta mettendo definitivamente a punto, a partire da questo "dialogo ravvicinato tra opere, artisti e personaggi che hanno segnato il Rinascimento", la prima grande strategia culturale italiana su scala europea. Pietro ha ormai quarant' anni e da sette ha rinunciato definitivamente, con grande disappunto del padre Bernardo, a perseguire una carriera pubblica a Venezia. Preceduto dal successo dei suoi Asolani, pubblicati da Manuzio nel 1505, lo scrittore, che ha già frequentato le corti di Ferrara e di Mantova, decide di accettare l' ospitalità di Guidobaldo del Montefeltro e di Elisabetta Gonzaga a Urbino, per poi trasferirsi a Roma nella speranza di intraprendere una carriera nella curia pontificia. L' elezione di Leone X non potrebbe essergli più favorevole. Figlio di Lorenzo il Magnifico, impregnato di cultura umanistica, il giovane papa non vuole essere da meno del suo predecessore Giulio II che ha commissionato tra l' altro a Michelangelo gli affreschi della Cappella Sistina- e sogna di dar vita a una nuova età dell' oro delle arti e delle lettere. Assunto come segretario dei "breve" ( la corrispondenza ufficiale del papa scritta in latino), Bembo si lancia in una doppia battaglia: la Chiesa deve liberarsi dagli arcaismi del latino medievale ed esprimere la sua vocazione universale nella lingua di Cicerone, mentre i letterati - come argomenta nelle sue Prose della volgar linguadebbono adottare il "classicismo volgare" di un toscano modellato su Petrarca per la lirica e su Boccaccio per la prosa. Allo stesso modo bisogna procedere a una selezione filologica e critica dell' arte antica al fine di trarre ispirazione per un' arte nuova, senza tempoe senza connotati regionali, incarnata in Michelangelo e Raffaello. Ed è alla luce di questa dialettica tra antico e moderno che i curatori della mostra propongono di leggere l' importante raccolta di statue, oggetti e monete - ricordiamo almeno la famosa "Mensa Isiaca"d' età romana che costituivano la parte archeologica della collezione di Bembo. Il Sacco di Roma mette drammaticamente fine, nel 1527, alla speranza di una Aurea Aetas ma, nel su ritiro di Padova, Pietro resta più che mai convinto che per "la nostra misera Italia", il solo riscatto politico possibile sia quello di una unificazione linguistica e culturale delle élites. La Storia finirà per dargli ragione Nel 1539 Bembo ritornerà a Roma insignito del cardinalato da Paolo III Farnese e, nonostante una vita tutt' altro che ascetica, non prenderà alla leggera il suo nuovo mandato. Uno splendido ritratto di Tiziano (National Gallery di Washington) ce lo mostra sfoggiare fieramente la porpora e l' emozionante accostamento del manoscritto di una "rima spirituale" di Vittoria Colonna con il Cristo crocifisso disegnato per lei da Michelangelo (British Museum di Londra) evoca l' ammirazione che egli condivideva con loro per il frate riformatore Bernardo Ochino. Ma, non meno emozionante, il reliquiario di cristallo montato in oro che custodisce un ricciolo biondo di Lucrezia Borgia -quella Lucrezia a cui Bembo aveva dedicato gli Asolani - ci impedisce di dimenticare quanto l' amore profano avesse contato per lui.

    BENEDETTA CRAVERI

    Fonte X

    Trovo l'articolo della Craveri meraviglioso ! Ti pare di aver visto la mostra senza nemmeno esserci stato e poi mi piace il fatto che si alternino come dei piccoli FB ldegli episodi della vita di Bembo !
     
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    Aaaah la mia Craveri! Grazie Cla! Quanto mi dispiace non essere andata a questa mostra ç_ç non dirò mai più "c'è ancora tempo", per poi trovarmi a bocca asciutta!
     
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  15. EgyptLady
     
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    Sono andata a vederla a fine aprile - dato che abito a Padova mi sembrava il minimo... Devo dire, molto ben organizzata e documentata. Ho preferito non usare le guide, sono andata con un gruppo di amici della facoltà di lettere e ho "recuperato" in questo modo ... peccato che siamo capitati in contemporanea con una comitiva di ragazzini in gita - 10-12 anni - che con tutto il casino che hanno fatto mi hanno parecchio distratta...
     
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31 replies since 11/2/2013, 16:09   331 views
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