Trucco & bellezza nel Rinascimento

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  1. xcusemymonkey
     
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    CITAZIONE
    Durante tutto il Rinascimento scrittori, poeti, pittori e scultori rappresentano la figura femminile come una creazione divina, apprezzandone sempre le linee morbide e la trasparenza del volto, sempre molto importante in quanto espressione di nobiltà e purezza d’animo. É sintomatico che al nuovo ideale cinquecentesco, che propone una donna ben in carne e formosa, corrisponda anche, nei ceti sociali più elevati, la diffusione di nuove abitudini alimentari, ricche di grassi e di zuccheri, come si deduce dai libri di cucina del tempo.

    Numerosi sono in questo periodo i testi che delineano l’ideale della bellezza femminile, con una dettagliata analisi di ogni particolare del corpo della donna e con la descrizione dei lineamenti e delle fattezze più apprezzate.

    Tra gli scritti in circolazione, molto in voga è il trattato francese del 1582 Trois livres de l’embellissement et ornement du corps humain, dove l’autore, il medico parigino Jean Liébault, mostra l’immaginario di bellezza femminile del Cinquecento. Le informazioni che si desumono dal testo convergono verso uno stereotipo che resterà pressoché immutato per tutto il Rinascimento.

    Ma la più dettagliata esemplificazione dei canoni della bellezza femminile del Cinquecento è contenuta nei versi iniziali di un’egloga pastorale pubblicata con tutta probabilità nel primo quarto del secolo:

    [...] Undeci son le parte, ma le estendo

    ciascuna in tre; così trentatré apponto

    seranno in tutto; & hor le vengo aprendo.

    Tre cose lunghe e tre cose curte sì fanno

    La donna bella, & tre larghe e tre strette,

    tre grosse e tre suttile appresso stanno.

    Tre rotonde e tre picole si mette,

    tre bianche con tre rosse se gli agiunge,

    tre negre in fin le parti fan perfette [...][1]

    L’egloga prosegue entrando nel dettaglio di ciascuna delle citate “trentatré” caratteristiche, che gli studiosi hanno interpretato nel seguente modo:

    le tre lunghe: i capelli, le mani, le gambe;

    le tre corte: i denti, le orecchie, le mammelle;

    le tre larghe: la fronte, il petto, i fianchi;

    le tre strette: la vita, le cosce, “la terza sia quella dove ogni dolce pose la natura”;

    le tre grosse (“però con sue misure”): le trecce, le braccia, le cosce ( “morbide e non

    dure;)

    le tre sottili: i capelli, le dita, le labbra;

    le tre tonde: il collo, le braccia, “de dreto poi tra la schiena e le cosse quelle due

    grosse pome con che siede”;

    le tre piccole: la bocca, il mento e i piedi;

    le tre bianche: i denti, la pelle e le mani;

    le tre rosse: le guance (“che sia cosa chiara”), le labbra, “e poi le due cerese che ponta de le tette se ripara”;

    le tre nere: le ciglia, gli occhi, “la terza tu dovresti da te intender… sai quel canal tra l’una e l’altra sponda [...] a pié del colle, in su la riva, extende un picol praticello alcune erbette che la vista del fonte non offende”.[2]

    Il quadro delineato si chiude con un riferimento alle “membra celate”:

    “Se le parti di fuor son così belle/ L’altre che den pare che chiude e copre?”[3]

    La donna ideale, dunque, deve essere piena, con fianchi larghi, seno prosperoso e bianchissimo, collo e mani lunghe e sottili, piedi piccoli e vita flessuosa; il viso deve essere candido e tondo, il naso diritto, la bocca piccola, la fronte altissima e la gola bianca e liscia; la pelle deve essere rigorosamente bianca, i capelli lunghi e biondi, le labbra e le guance rosse, le sopracciglia scure e gli occhi preferibilmente neri. Il corpo della donna, dunque, deve possedere tre attributi di colore bianco, tre rossi e tre neri: la bellezza sta nell’armonia delle parti.[4]

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    Edited by ‚dafne - 22/7/2016, 19:41
     
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  2. Julia_Katina
     
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    Lol, avete mai visto una bionda (vero) con occhi neri \ tanto scuri da sembrarlo?
     
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  3. marie.
     
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    Uh l'avevo letta questa delle tre cose XD
    Bionda con gli occhi scuri c'è Leighton Meester! (è bionda naturale)
     
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  4. xcusemymonkey
     
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    Io conosco bionde (vere) con occhi castani, ma neri no. Comunque suvvia xD Erano tipo direttive generali, poi una Sancha che era il contrario di tutto ciò era considerata stragnocca e fine.
    Altrimenti ci sarebbero stati tipo suicidi di massa, lol.
     
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    il Re sole nel 65 anni del suo regno si è lavato solo due volte

    Ma non serve andare tanto indietro nel tempo, in Francia ai tempi di Philippe Pétain [ governo di Vichy, quindi 1940 ] dicevano che lavarsi i genitali usando il bidet rendesse le donne sterili... >_> Francesi, inglesi, etc. non sono mai da prendere ad esempio quando si parla d'igiene o cura della persona XD
     
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  6. marie.
     
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    CITAZIONE (Kissed by Fire @ 10/1/2013, 14:11) 
    CITAZIONE
    il Re sole nel 65 anni del suo regno si è lavato solo due volte

    Ma non serve andare tanto indietro nel tempo, in Francia ai tempi di Philippe Pétain [ governo di Vichy, quindi 1940 ] dicevano che lavarsi i genitali usando il bidet rendesse le donne sterili... >_> Francesi, inglesi, etc. non sono mai da prendere ad esempio quando si parla d'igiene o cura della persona XD

    E' vero raga non facciamoci insegnare cose da gente che non ha il bidet ùù
    Però è anche vero che noi stiamo cercando di riferirci al Rinascimento, e lì pure le uniche a lavarsi erano le cortigiane. Roba da far accapponare la pelle XD
     
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    Sì, erano abbastanza schifosi e comunque l'acqua era vista come mezzo di trasmissione dei germi; i bambini venivano appena lavati con delle salviette profumate all'olio di rosa e gli italiani erano comunque i più puliti, infatti Caterina De' Medici quando arrivò in Francia fu una delle poche che si voleva lavare le mani prima del pranzo con delle pezze bagnate ..*fuck yeah Caterina*
     
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  8. xcusemymonkey
     
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    Le notizie che sto per postare son prese dal libro su Imperia della Tommasina Soraci.

    Allora, per idratare, ammorbidire, rendere trasparente e quindi liscia la pelle vi era il ''liscio''.
    Di seguito la ricetta:

    (versione per donne con possibilità economiche medie)

    CITAZIONE
    Si prenda argento sodo e argento vivo, e, macinato nel mortaio, vi si aggiunge biacca e allume di rocca arsa, e così per un giorno di nuovo macinato insieme, si gli dà poi la saliva con la mastice, tanto che sia liquido, e si fa bollire in acqua piovana e , levato il bollire, si butta sopra il mortaio del solimato, e così fatto tre volte, e gittata l'acqua la quarta volta si serba insieme col corpo.

    (versione per le donne benestanti/ricche)

    CITAZIONE
    Si piglia argento sodo fino e argento vivo passato per camoscio e, incorporati insieme, si fan macinare per un giorno per un medesimo verso con un poco di zuccaro fino; e di poi il cavo dal mortaio e lo fo macinare al porfido a un dipintore, e vi incorporo dntro pannelle d'argento e perle; e di nuovo fo macinare al porfido ogni cosa insieme, e le rimetto nel mortaio e lo stempro la mattina a digiuno con la saliva di mastice con un poco dolio di mandorle dolci; e così, liquido, rimenato un giorno, stempro di nuovo il tutto con acqua di frassinella e mettolo in un fiasco e lo fo bollire a bagno marie; e c, così fatto quattro volte, gittando sempre l'acqua, la quinta la serbo e, cavata dal fiasco , la vuoto in una conca e sassola far corpor; di poi vuoto quell'acqua pianamente ed al fondo rimane il solimato, nel quale incorporo latte di donna e gli do odore con musco ed ambra , e tutto questo incorporo poi con l'acqua e lo tengo in un fiasco ben chiuso e sotterrato in cantina.

    Per le gran dame vi era l'acquaossia una sorta di latte detergente.

    CITAZIONE
    Due piccioni smembrati, trementina venenziana, fior di gigli, uova fresche, mele, chioccioline marine, perle macinate e canfora. Tutte queste cose incorporo insieme e metto dentro i piccioni e in boccia di vetro a lento foco. Di poi piglio musco e ambra e più perle e pannelle d'argento e, macinate queste ultime cose al porfido sottilmente, le metto in un botton di panno di lino e le lego al naso della boccia con recipiente sotto e di poi tengo l'acqua al sereno e diviene una cosa rarissima.

    Naturalmente se sappiamo che il colore dei capelli preferivo era il biondo e quindi si lavavano con succo di limone e rabarbaro o con prodotti contenenti zolfo e zafferano.

    Tuttavia i capelli bianchi non erano accettati dalle donne nemmeno all'epoca (lol) e quindi ci si lavava con una soluzione che, però, poi li scuriva XD

    CITAZIONE
    Quella scaglia del ferro che cade sopra lo incudine de' fabri, et piombo limato, tanto de l'uno quanto de l'altro et fa bollire nell'aceto tanto che calli il terzo, et ogni poi spesso li capelli et il capo di detta acqua.

    Anche le mani devono essere curate.

    CITAZIONE
    Piglia senape, sottilmente passata, e miele e mandorle amare mescolate insieme, tanto che vengano a modo di lattovaro; e di questo impaniati le mani la sera , e metti guanti di camoscio, che sieno stretti più che si può, e la mattina poi ti lava con acqua di coppo e con un poco d'oglio di belguì.

    Ah e bisognava tener cura anche delle parti che non erano visibili, della serie che la cura si nota dai piccoli particolari, e non ci si doveva esporre a fonti di calore altrimenti ne risentivano i denti, la vista, il fiato e la sanità nonostante rendessero ''belle le carni''.

    E ora guardate un po' una fonte del tempo cosa consiglia alle donne:

    CITAZIONE
    Una gentil donna ogni pochi giorni si lavi tutta con acqua di fonte , calda, fattovi bollire dentro qualche cosa odorifera.
     
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  9. marie.
     
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    Ma hai copiato a mano! *commossa* grazie!
    Le bionde puzzavano di risotto allo zafferano \O/
     
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  10. xcusemymonkey
     
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    Io sono solo felice del fatto che si lavassero (almeno le donne)
     
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    Ho trovato una cosa molto carina , secondo Morpurgo (letterato del XVI secolo) nel suo scritto El Costume de la donna (1536) la donna ideale possedeva 33 perfezioni :
    - 3 lunghe: capelli, mani, gambe
    - 3 piccole: denti, orecchio, seno
    - 3 larghe: fronte, torace, ascelle
    - 3 strette: vita, ginocchia, "là dove la natura ha collocato tutto ciò che è dolce"
    - 3 grandi: altezza, braccia, cosce
    - 3 sottili: sopracciglia, dita e labbra
    - 3 rotonde: collo, braccia, natiche
    - 3 bianche: denti, gola, mani
    - 3 rosse : guance, labbra, capezzoli
    - 3 nere: sopracciglia, occhi, e "ciò che dovresti sapere da te"
    - 3 piccole : denti, gola e mani.

    Poi la consuetudine di schiarirsi i capelli era vista come un'arte e veniva chiamata: "l'arte biondeggiante" le donne si schiarivano i capelli lavandoli con limone e rabarbaro, oppure con preparati di zafferano o zolfo...addirittura i capelli biondi erano così importanti che addirittura Godelieve De Bruges (la santa patrona protettrice delle Fiandre)fosse talmente imbarazzata e umiliata dai suoi capelli neri che la rassegnazione e la contrizione con cui sopportò questo difetto sono state il primo passo vcerso la santificazione. Ok erano matti.

    Edited by Elisewyn - 13/2/2013, 15:04
     
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  12. xcusemymonkey
     
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    CITAZIONE
    la contrizione con cui sopportò questo difetto sono state il primo passo vcerso la santificazione. Ok erano matti.

    Per quanto sopporto io i miei capelli che fanno schifo con qualsiasi shampoo, balsamo, acqua benedetta proveniente dal Giordano o dal Gange dovrebbero fare santa anche me ....

    Fatto sta che io lessi una volta che dovevano essere rosse le guance (zigomi), polpastrelli e labbra per catalizzare l'attenzione su quei punti.
    Come si fa ad arrossare i polpastrelli? O_O
     
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    Si, anche le punte dei capezzoli in qualche caso ! Spesso con estrattu naturali e minerali che però spesso si erano applicati troppo spessi impedivano alla donna di sorridere o ridere (quando applicati sugli zigomi) e comunque altra cosa curiosa le veneziane e le napoletane mangiavano un certo tipo di marzapane per mantenere il peso forma ..#rinascimento che trolla
     
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  14. xcusemymonkey
     
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    Uh, erano più avanti di noi!
     
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    Leggo che Enea Silvio Piccolomini, poi Papa Pio II, suggerì in La Raffaella gli accostamenti adeguati tra abiti e tipi di carnagione: le pallide evitassero colori "aperti" (cioè chiari) come giallo, verde e cangianti tenui, quelle di incarnato smorto portassero invece il nero, le donne dal colorito arrossato potevano indossare fulvo, grigio e colori scuri.

    La donna doveva essere bionda, con la fronte spaziosa e candida, le sopracciglia sottili color ebano e gli occhi celesti o "tané" (marroni), guance e seni di un bianco splendente, mai pallide e rosee, piedi d'alabastro. Scriveva Bembo:

    Crin d'oro crespo e d'ambra tersa e pura,
    ch'a l'aura su la neve ondeggia e vole,
    occhi soavi e pi chiari che'l sole,
    da far giorno seren la notte oscura,
    [...]
    man d'avorio, che i cor distringe e fura


    E in effetti le donne si imbiancavano viso e seno, si depilavano sopracciglia e attaccaturadella fronte e si schiarivano i capelli con lo zolfo.

    Da "I colori del vestire: variazioni, ritorni, persistenze"
     
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31 replies since 5/6/2011, 12:06   1544 views
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