Palazzo Sforza Cesarini

casa di Rodrigo vicecancelliere

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  1. marie.
     
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    Affacciato su corso Vittorio Emanuele, è il palazzo di Rodrigo vicecancelliere, che lo fece costruire per sè. Alla sua elezione divenne residenza di Ascanio Sforza e di tutti quelli che ricoprirono la carica di Vice. Oggi resta poco delle tracce di Alessandro VI *sighs* ma il cortile interno è del XV secolo quindi probabilmente è quello.
    CITAZIONE
    Il palazzo Sforza Cesarini fu eretto dal Cardinale Rodrigo Borgia probabilmente sulle strutture di un edificio preesistente che si può ritenere avesse funzioni di Zecca pontificia.
    Ciò si può dedurre da due documenti del tempo, il primo dei quali è una Bolla del 23 febbraio 1458 la quale concerne la vendita al Cardinale Borgia del palazzo della Zecca, posta sulla via "dicitur Recta" (aggettivo applicato a diverse strade) presso la Chiesa di S. Biagio della Pagnotta. In questo atto si specifica che nel palazzo si teneva "pubblica zecha" per conto della Camera Apostolica.
    Nei Commentari di Pio II, scritti intorno al 1462, si fà menzione del palazzo Sforza nell'ambito della descrizione della processione per l'arrivo in Roma della testa di S. Andrea. Anche in quest'opera il palazzo viene citato come sede della Zecca e si descrive, per l'occasione, ornato di arazzi ed arricchito dall'esposizione di oggetti d'arte.

    Rodrigo Borgia abita il palazzo in qualità di Vice Cancelliere della Chiesa, carica questa che gli venne conferita nel 1457 da Papa Callisto III di cui Rodrigo era nipote. Da allora il palazzo venne comunemente definito "Cancelleria" appellativo che ritroviamo in molte antiche descrizioni.
    Gaspare da Verona intorno al 1465 ne parla come di un edificio già compiuto, constatando essere uno dei più magnifici d'Italia ed annotando che i fondi per le spese derivarono al Cardinale dall' eredità di Pietro Borgia morto nel 1453.
    Il Donati cita il palazzo come uno dei più famosi del tempo nella città di Roma.
    Nel 1484, in una lettera spedita a Milano, al fratello Ludovico il Moro, il Cardinale Ascanio Sforza descrive, meravigliato, l'arredo del palazzo.
    Nel 1492 Rodrigo Borgia sale al soglio pontificio con il nome di Alessandro VI (1492 1503) ed investe della carica di Vice Cancelliere il Cardinale Ascanio Sforza; con essa il Cardinale Sforza acquisisce il diritto di abitare nella sede della Cancelleria.
    Alla morte del Cardinal Ascanio avvenuta nel 1505, la carica di Vice Cancelliere e con essa l'uso del palazzo della Cancelleria furono conferiti da Papa Giulio Il a suo nipote Il Cardinale Galeotto della Rovere morto nel 1508.

    tutta la storia qua
    Ascanio Sforza
     
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  2. xcusemymonkey
     
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    Ok, non leggo tutto che son di fretta.
    Si può visitare comunque, vero?
     
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    pope
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    Ci sono anche uffici dentro, indi penso di sì
     
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  4. marie.
     
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    CITAZIONE
    L'alcova in Cancelleria dove papa Alessandro VI incontrava Vannozza

    NELLA piazza alla quale dà il nome, il palazzo Sforza Cesarini fa da testataa corso Vittorio Emanuele II, sul quale si distende con una facciata in forme eclettiche cinquecentesche realizzate da Pio Piacentini nel 1888 a copia dell'originale demolito per l'ampliamento della strada, con due portali ai numeri civici 282-284. Fa pendant con l'originale facciata settecentesca di via dei Banchi Vecchi, verso la quale l'edificio prosegue con il prolungamento della piazza nella via anch'essa dedicata a Sforza Cesarini, aprendo al civico 118 con un grande portale sovrastato da un balcone balaustrato. Questa parte dell'edificio è opera dell'architetto Pietro Passalacqua che vi lavorò dal 1730, sviluppando una facciata con tre piani a nove finestre, in sintonia con la finestra a timpano triangolare sul balcone, tra finestre inferriate e sottostanti finestrelle. Una sinfonia di finestre.

    Decisamente fuori posto è invece la statua bronzea che, pur con eleganza, troneggia nella piazza, perché non ha alcun rapporto con il palazzo e la nobile famiglia milanese Sforza, dal 1674 trapiantata a Roma per il matrimonio del conte Federico con la ricca ereditiera romana Livia Cesarini e tanto di cognome cambiato in Sforza Cesarini. La statua raffigura l'abate filosofo Nicola Spedalieri (1740-95) e la realizzò nel 1898 Mario Rutelli, ma fu inaugurata solo nel 1903 e posta a piazza sant'Andrea della Valle, dalla quale fu tolta nel 1957 e collocata qui per far posto alla fontana di Scossavalli.

    Un'altra immagine autentica della originaria costruzione è peraltro nel cortile di collegamento tra le due sezioni dell'edificio, dove è rimasta in piedi l'ala destra del palazzo con un porticato quattrocentesco e un loggiato a sei arcate murate nella parte retrostante l'androne.E su una porta del cortile fa storia per questo complesso edilizio la scritta "Gal.

    Vice Cancel" riferita al cardinale Galeotto Della Rovere, che restaurò il palazzo nella prima metà del Cinquecento. In effetti la struttura più antica dell'edificio risale al 1462, quando viene costruito per Rodrigo Borgia, nominato dallo zio, il papa Callisto III, vicecancelliere di Santa Romana Chiesa, proprio a fronte della via Papalise della piazza che allora era chiamata Pizzo di Merlo. E' in pratica il palazzo della Cancelleria, ma sul lato di via dei Banchi Vecchi funziona anche come Zecca Pontificia, quanto mai comoda per negozianti, commercianti e notai della zona con i loro "banchi", ma è lecito pensare che su di essa spesso abbia messo le mani Rodrigo Borgia, avido di soldi per i suoi piaceri, tra i quali il mantenimento della "compagna" Vannozza Cattanei. Tutto questo fino a quando la zecca nel 1504 verrà trasferita in un palazzo appositamente costruito in via dei Banchi Nuovi all'insegna del Banco di Santo Spirito. Come vicecancelliere il cardinale Borgia è peraltro il primo ad abitare nel palazzo, ma non ospita tra quelle mura Vannozza, perché non vuole pubblicizzare troppo la relazione; così le compera un palazzetto al civico 58 della vicina via del Pellegrino, comodo per Vannozza che gestisce un'osteria in piazza Pizzo di Merlo, oltre a quella di famiglia al vicolo del Gallo, ad angolo con Campo de' Fiori.

    I due amanti in pratica s'incontrano quando vogliono e, nonostante il sotterfugio della non coabitazione, il loro rapporto diventa il leigt motiv del palazzo della Cancelleria. Oltretutto quando Vannozza rimane incinta la prima volta, nel 1474, Rodrigo la fa sposare con un certo Domenico Arignano, un capitano dei soldati di ventura pontifici di stanza a Rignano Flaminio, che quindi è suo marito solo di nome.

    La cosa funziona a meraviglia e i figli che nascono, Juan nel 1474, Cesare nel 1475 e Lucrezia nel 1480 sono figli del cardinale, concepiti a palazzo della Cancelleria.

    Quando nel 1480 Arignano muore, viene preso un sostituto, tale Giorgio della Croce, che però muore l'anno dopo; e Rodrigo fa sposare Vannozza una terza volta nel 1486 con il nobile Carlo Canale, facendogli però vendere la casa di via del Pellegrino e mandandola a vivere in un palazzetto di piazza B r a n c a , c h e scomparirà con la stessa piazza quando sorgerà largo Arenula.

    La maggiore distanza della nuova casa dalla Cancelleria non è un problema; la relazione tra i due prosegue, ma evidentemente s'incrina, se Vannozza è costrettaa scrivergli delle lettere per sollecitare il vecchio amante, ovvero il padre dei suoi figli. Così in una lettera scritta per chiedere un incontro con lui e recapitata nel palazzo della Cancelleria dal marito Carlo Canale, si finge malata, dichiarando che desidererebbe andare a fargli visita. Nella lettera, che resta un documento storico del palazzo, lo chiama "Beatissime pater", "basa li suoi piedi santissimi" e si qualifica sua "humile serva et schiava". Ma la lettera non avrà risposta, fermo restando che dalla Cancelleria arriveranno però soldi.

    E' accaduto che nel 1489 è comparsa nella vita del cardinale vicecancelliere la bella Giulia Farnese, sposa di Orso Orsini. E da quel giorno "la bella Giulia" diventa la cortigiana effettiva del cardinale Borgia e oltretutto è ammessa in visita al palazzo della Cancelleria, nel quale nasce così una nuova storia d'amore a tutti gli effetti. Vannozza viene messa da parte; peraltro riceve anche una sorta di benservito con una somma di 3000 ducati, che le permettono di vivere di rendita, pur non lasciando l'attività di locandiera a Campo de' Fiori.

    Il cardinale Rodrigo Borgia, quando l'11 agosto 1492 diventa papa con il nome di Alessandro VI, lascia il palazzo al cardinale Ascanio Sforza, a compenso del sostegno da lui avuto in conclave, ma si porta dietro Giulia Farnese che a corte sarà soprannominata uxor Christi. E in qualche modo l'ex vicecancelliere di Santa Romana Chiesa nel palazzo Apostolico Vaticano finirà per respirare un po' la stessa aria di quel palazzo a Pizzo di Merlo, dimenticando completamente Vannozza, anche se a corte vivranno i loro quattro figli. E pensare che Vannozza sopravviverà quindici anni al suo ex amante, morendo nel 1518. Peraltro l'edificio della Cancelleria seguita ad avere una sua importanza nella storia della Santa Sede; in seguito viene assegnato in parte anche ai nipoti di papa Giulio II, e qui i cardinali Sforza e Della Rovere svolgono le funzioni di vicecancellieri della Chiesa. E a Cancelleria il palazzo è adibito fino a quando Leone X non trasferisce gli uffici a palazzo Riario; allora questo edificio viene soprannominato della Cancelleria Vecchia. In seguito però si succedono varie proprietà; inizialmenteè della Camera apostolica; nel 1536 è del cardinale Guido Ascanio Sforza e da lui passa ai suoi fratelli e quindi definitivamente alla famiglia Sforza, per poi appartenere agli Sforza Cesarini. E il palazzo fa parlare di sé fino ai nostri giorni, proprio in seguito ai lavori relativi all'apertura di corso Vittorio Emanuele IIe la sua parziale ricostruzione. Nella parte retrostante del palazzo, all'angolo tra via Sforza Cesarini e via dei Banchi Vecchi, ecco una base di colonna, che probabilmente faceva parte di un porticato di Roma antica. E ancora, nel 1886, vengono rinvenuti i resti di un altare pagano con recinzione di peperino; finiranno nel cortile del palazzo dei Conservatori in Campidoglio.

    Claudio Rendina su Repubblica
     
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    Bello l'articolo ! Solo che Juan primogenito e il marito di Vannozza mi lasciano un po' così...comunque l'articolo era su Palazzo Sforza Cesarini e devo dire che l'ho molto apprezzato, Rendina ha uno stile sempre molto scorrevole e accattivante !
     
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  6. marie.
     
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    Mi ha ricordato la passeggiata che mi ero fatta in via dei Banchi Vecchi, un posto meraviglioso <3
     
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5 replies since 24/10/2011, 11:32   727 views
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