Castello Normanno-Svevo (Bari)

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  1. marie.
     
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    C'è un po' di Borgia anche a Bari (son soddisfazioni): il Castello Normanno-Svevo della città vecchia fu residenza di Isabella d'Aragona (1470-1524), secondogenita di Alfonso II, che vi ospitò il piccolo Rodrigo di Bisceglie, figlio di Lucrezia ed Alfonsuccio, quasi ininterrottamente dal 1504 alla morte di lui, nel 1512, avvenuta proprio a Bari.

    CITAZIONE
    Nell'estate del 1504 fu mandato a Bari presso Isabella d'Aragona; a esclusione di un soggiorno a Ferrara nel 1507, vi rimase fino alla morte, sopraggiunta nell'estate del 1512, senza che venisse mai meno il sostegno economico della madre. x

    CITAZIONE
    Isabella arrivò a Bari nel settembre 1501, con sua figlia Bona e si stabilì nel Castello Normanno-Svevo di Bari che fece modificare per adeguarlo a contrastare le armi da fuoco, con le più moderne tecniche di difesa. Il Ducato e i territori di Calabria gli vennero confermati da Ferdinando il Cattolico quando si schierò dalla parte degli spagnoli, durante il conflitto che li vide opporsi ai francesi per il possesso dell'Italia Meridionale.
    « Ereditò il Ducato Barese e di esso con armoniosa cura e solerte intelligenza guidò le sorti, lasciandovi uno dei più grati ricordi. Vi fece infatti prosperare i commerci, le industrie, le arti: insomma il suo Ducato è legato a quel breve periodo di rinascita, che vide Bari nell'età moderna. »
    ( Vito Masellis nella “Storia di Bari”, Edizione Italiana, Bari 1965)

    Isabella d'Aragona introdusse, nell'amministrazione del suo piccolo ducato, lo spirito di rinnovamento e la capacità di investire in opere pubbliche, caratteristiche del Ducato di Milano.

    Isabella:

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    Il castello:

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    CITAZIONE
    La fortificazione medioevale probabilmente risale al 1132. L’edificio, voluto dal re normanno Ruggero II, fu distrutto nel 1156 dagli stessi Baresi (che avevano indotto il re Guglielmo il Malo a radere al suolo l’intera città ad eccezione di alcuni luoghi di culto) e ricostruito già nel 1233, allorquando l’imperatore Federico II ne ordinò la riedificazione e il rafforzamento. Subite numerose trasformazioni in epoca angioina e divenuto di proprietà di Ferdinando d’Aragona, fu poi da questi donato alla famiglia ducale degli Sforza. Questi ultimi disposero l’ampliamento e l’ingentilimento della rocca che poco dopo passò nelle mani della figlia Bona, regina di Polonia, che vi morì nel 1557.

    In seguito la costruzione, ritornata sotto i re di Napoli, fu adibita a prigione e caserma.

    Oggi il castello si presenta circondato dall’antico fossato, che corre lungo tre lati, ad eccezione della fascia settentrionale, un tempo bagnata dal mare; oltre il fossato c’è la cinta di difesa, di epoca aragonese, munita di grandi bastioni angolari a lancia. Al castello si accede dal lato sud, varcando il ponte sul fossato ed entrando nel cortile tra i baluardi cinquecenteschi ed il mastio svevo.


    Edited by ‚dafne - 10/10/2017, 17:09
     
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    Il primo piano del castello riaprirà a breve, con esposizioni:

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    CITAZIONE
    Nella Sala degli erratici lapidei sono raccolti gli elementi di architettura, come due capitelli recuperati durante gli scavi dell'ala nord. La Sala delle ceramiche mette in mostra il materiale trovato nel butto del castello. "Si tratta dell'immondezzaio, in cui sono state scoperte formelle di stufe del Cinquecento che testimoniano l'opulenza della corte aragonese", racconta Angelamaria Quartulli, che per conto della Soprintendenza ha progettato e curato l'allestimento museale. La vera chicca è nascosta nella 'torre dei minorenni', un tempo adibita a carcere minorile. Nella Sala dei tesori è possibile ammirare i preziosi custoditi nella cassaforte del castello: una spilla databile al periodo della regina Bona Sforza e un'aureola d'argento, unica traccia di un dipinto murario brindisino. Sono terminati i lavori di restauro al primo piano del castello Svevo di Bari (finanziati per 4 milioni di euro con fondi Poin 2007/2013), prossimamente aperto al pubblico con una nuova esposizione permanente e mostre temporanee. Il tour tra ori e ceramiche sarà anche virtuale: totem con QR code e schermi touch screen consentiranno di visitare stanze inaccessibili (di Silvia Dipinto)

    Fonte con video

    Nel frattempo però verrà aperto al pubblico nel corso della Giornata FAI d'Autunno il 15 ottobre. Sono previste anche danze rinascimentali:

    CITAZIONE
    Domenica 15 ottobre 2017, a partire dalle ore 10,00, il FAI Giovani Bari invita a partecipare alle Giornate FAI d’autunno 2017 in occasione dell’eccezionale apertura delle sale ritrovate del Castello Normanno-Svevo di Bari.

    A seguito del trasferimento degli uffici della Soprintendenza per i Beni Ambientali Architettonici e Storici della Puglia, dal Castello all’ex-convento di San Francesco della Scarpa, l’intero primo piano dell’edificio, sinora chiuso al pubblico, è stato restituito alla collettività in occasione dell’inaugurazione, avvenuta alla presenza del Ministro per i Beni culturali Dario Franceschini, dopo un attento restauro architettonico.

    Nell’ambito di questa eccezionale ritrovamento, il FAI Giovani Bari presenta un programma culturale frutto della molteplice presenza di ospiti straordinari, che interverranno in occasione della giornata autunnale dedicata alla difesa e alla salvaguardia del patrimonio artistico e architettonico italiano e del paesaggio.

    I giovani Ciceroni, studenti del liceo linguistico Marco Polo, del liceo artistico De Nittis Pascali e dell’Istituto superiore Gorjux-Tridente-Vivante di Bari, percorreranno, insieme ai visitatori, le sale dell’edificio medievale, trasformato dalla duchessa Bona Sforza in una sontuosa corte rinascimentale, narrandone vicende e modificazioni, coadiuvati dall’Associazione Nazionale Carabinieri, da sempre vicina alla Delegazione FAI di Bari.

    L’associazione Historia, che collabora da tempo attivamente con la cattedra di Storia Medievale e con il Centro Studi Normanno-Svevi dell’Università di Bari, nonché con le principali istituzioni del territorio, darà vita ad una rievocazione medievale all’interno del salone di Bona Sforza, dove due uomini vestiranno i panni di un maestro di spada di “doi mani” e del suo allievo e daranno prova del modo in cui, nel tardo Quattrocento, i gentiluomini si addestravano al duello (che fosse cortese o giudiziario). Riprese dal famoso scritto di Fiore de Liberi, il Flos Duellatorum, i due mostreranno tecniche di gioco largo e gioco stretto spiegando agli intervenuti come si eseguono e perché.

    L’ensemble di danze e musiche antiche «La Chirintana», impegnata nella divulgazione della cultura coreutica del Rinascimento, in particolare di quello italiano, ricostruirà danze ed atteggiamenti descritti nei manoscritti dei primi maestri di ballo nobile, divulgatisi dalla metà del secolo XV in poi.
    Il gruppo, diretto da Marcella Taurino, da tempo dedita alla ricerca sui manoscritti originali delle danze storiche, curerà l’interpretazione dei passi, delle danze stesse e delle musiche e, in occasione della giornata FAI d’autunno, presenterà danze del Cinquecento tratte dai manoscritti di Fabritio Caroso e Cesare Negri e si avvarrà della collaborazione dei musicisti Gianluigi Bello al liuto e Titti Dell’Orco al flauto. Tra i danzatori vi saranno: Marcella Taurino, Patrizia Gesuita, Angela Maiorano e Santa Ardito. È prevista anche la partecipazione della LUTE (Libera Università della Terza Età) di Noicattaro con danze del Medioevo, ricostruite sempre da Marcella Taurino.

    Non è tutto, perché a completamento della straordinaria giornata del FAI, la Militia Sancti Nicolai, gruppo composto da duellanti, figuranti, musici, sbandieratori e timpanisti si esibirà in uno spettacolo nella corte del Castello nell’ambito della manifestazione promossa dalla fondazione.
    Sponsor della giornata saranno l’acqua Ferrarelle e l’Azienda Agricola Vivaistica Pasquale Pichichero.

    fonte
     
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1 replies since 22/10/2011, 21:42   136 views
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