Girolamo Savonarola

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  1. marie.
     
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    Prendendo spunto dall’uscita del libro Savonarola. Moralità e politica a Firenze nel Quattrocento dello storico Lauro Martines, Franco Cardini analizza la figura del frate predicatore e il contesto politico, sociale e religioso in cui si trovò a operare.
    Nel 1475 Savonarola entrò nell’ordine domenicano e studiò a Bologna prima di essere mandato a Firenze. Dal 1485 iniziò a predicare la fine dei tempi e la necessità immediata della riforma della Chiesa romana. Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, fra il 1494 e il 1497, Savonarola dominò la vita politica fiorentina e cercò di varare un ordinamento pubblico che riportasse l’equilibio fra le fazioni, ma colpito da scominica fu impiccato e arso nel 1498. Cardini sottolinea che Savonarola non fu ucciso poiché dichiarato eretico, bensì perché vittima delle lotte politiche del tempo.


    L’uscita per Mondadori della traduzione italiana del libro dedicato a Girolamo Savonarola da parte di Lauro Martines, professore emerito dell’University of California di Los Angeles e illustre studioso del Quattrocento fiorentino (Savonarola. Moralità e politica a Firenze nel Quattrocento), può essere occasione, in questi tempi in cui tanto si parla di ‘fondamentalismo’ e di ‘ingerenze della Chiesa nella vita civile’, a riconsiderare una pagina molto intensa e problematica della storia del nostro Rinascimento e della Chiesa. Su Savonarola si è detto di tutto e il contrario di tutto. Fra Otto e Novecento le Chiese riformate e la storiografia protestante ne fecero un ‘martire’ del perfido e corrotto papa Borgia, Alessandro VI; e così molti continuano ancor oggi a pensare, nonostante studi recentissimi abbiano profondamente rivisitato le figure della famiglia Borgia e ci abbiano mostrato le immagini di un Alessandro e soprattutto una Lucrezia molto diversi da quelli che gli stereotipi anticlericali avevano diffuso. C’è anche chi ha provato a far del frate ferrarese - come, del resto, di Martin Lutero - un ‘martire del Libero Pensiero’: il che è francamente troppo. Nella Roma pontificia dei Borgia, a parte la leyenda negra che ancora circonda quel papa, si viveva e si pensava senza dubbio con maggior libertà di quanto non accadde nella Firenze dominata dal cupo e intransigente frate. E tuttavia, se confrontiamo le figure dei due grandi agitatori religiosi (e politici) dallo snodo tra Medioevo e Rinascimento, non è difficile rendersi conto che l’agostiniano sassone era ancora molto ‘medievale’, nelle sue prospettive di ritorno alla purezza della Chiesa evangelica, mentre il domenicano ferrarese, pur essendo vissuto mezzo secolo prima di lui, era al contrario già ‘moderno’, con le sue aperture nei confronti della magia naturalis studiata da Marsilio Ficino e da Giovanni Pico della Mirandola.
    Ma chi era, insomma, Girolamo Savonarola? [...]
    Nato a Ferrara nel 1452, Girolamo era nipote di un illustre medico dell’Università di Padova, Michele Savonarola. Era quindi abituato fin dall’infanzia al lusso, alle agiatezze, alla notorietà. Ma si disgustò presto del mondo, la corruzione del quale lo indignava. Entrò nel 1475 nel convento domenicano di Bologna, centro e culla della cultura scolastica in un tempo in cui la palma della filosofia stava passando invece da Tommaso ad Agostino e quindi da Aristotele a Platone: tuttavia la dottrina tomistica gli stava evidentemente stretta, come avrebbe più volte anche in seguito dimostrato. Studente, sacerdote e teologo formatosi tra 1475 e 1482, era già piuttosto famoso quando il capitolo lombardo del suo Ordine lo destinò al convento fiorentino di San Marco, sede prestigiosa e chiesa prediletta da casa Medici. In un primo tempo predicò su temi esegetici e scritturali: ma, fra 1484 e 1485, avvenne qualcosa che lo cambiò profondamente. Da allora, le sue prediche furono tutte incentrate sulla fine dei tempi, la punizione che Dio minacciava all’umanità e la riforma della Chiesa. Abbandonò Firenze e per un triennio, tra 1487 e 1490, predicò nell’Italia settentrionale. Rientrò a Firenze nel 1490 per espresso desiderio di Lorenzo il Magnifico, che pur aveva avversato ma che lo stimava e forse lo temeva [...].
    Nel 1491 i frati di San Marco lo elessero priore; intanto continuava a predicare, prima nella sua chiesa e poi in duomo. I suoi strali, che pur non risparmiavano politici e governanti fiorentini, erano rivolti soprattutto contro la corruzione della Chiesa romana: domenicano ‘osservante’, dunque sostenitore della riforma interna dell’Ordine, annunziava e auspicava ormai la necessità d’una generale riforma della Chiesa romana. Dopo la morte del Magnifico, nel 1492, il suo messaggio si fece più intenso e diretto. Non che auspicasse un rovesciamento politico: al contrario, fu più vicino al potere mediceo di quanto solitamente non si dica. Tuttavia, sperò senza dubbio che il re Carlo VIII di Francia, disceso in Italia nel 1494 per ben concreti interessi nel regno di Napoli, ma proclamando di voler organizzare una crociata, fosse lo strumento della punizione e del rinnovamento della cristianità. Eppure, nel frangente del passaggio del re da Firenze e subito dopo, egli dimostrò una chiarezza di vedute politiche e un equilibrio che lo imposero all’attenzione dell’opinione pubblica: e per almeno tre anni, fino al 1497, dominò la vita politica e spirituale della città promuovendo un progetto di costituzione ispirata a quella veneziana che contemperasse le spinte aristocratiche e quelle popolari e sostenendo l’immagine d’una Firenze finalmente visitata dalla concordia e ‘Nuova Gerusalemme’. È vero che la sua ‘dittatura’ fu segnata anche da violenze [...], ma tuttavia sembrò per un lungo momento che la crisi aperta dalla morte del Magnifico fosse davvero risolta.
    La città era agitata tuttavia da una dura lotta politica tra opposti partiti: i ‘piagnoni’ seguaci del frate, i ‘compagnacci’ favorevoli al ritorno degli esiliati Medici e gli ‘arrabbiati’ fautori invece d’una riforma in senso oligarchico-repubblicano. I troppi nemici di fra Girolamo riuscirono a convincere papa Alessandro VI, adirato per le prediche nella quali il domenicano denunziava la corruzione romana ma restio a prender provvedimenti, ch’era necessario fermarlo. La scomunica, il 25 giugno del 1497, fu l’inizio della sua rovina. Il governo fiorentino, timoroso dell’interdetto che avrebbe potuto abbattersi sulla città, gli ingiunse di tacere; i suoi avversari, soprattutto i francescani, lo sfidarono ripetutamente a un confronto che egli non si sentì d’accettare; infine la folla assalì il convento di San Marco e lo trascinò si può dire di forza dinanzi a un tribunale civile, cui si erano però aggiunti due commissari ecclesiastici. Il 23 maggio del 1498 egli, insieme con due suoi fedeli seguaci, fu impiccato e quindi arso in Piazza della Signoria. Non era stato comunque giudicato da un tribunale inquisitoriale né dichiarato eretico. [...]
    Nelle sue Prediche, i toni terribili delle immagini apocalittiche si accompagno a momenti profondi e commoventi, di meditazione e di penitenza. Da anni un agguerrito gruppo di fiorentini e non solo sta insistendo perché si porti avanti nei suoi confronti un processo di canonizzazione, rispetto alla quale la Curia pontificia sembra tuttavia non aver superato riserve e cautele.

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    Stavo recuperando "Pane Quotidiano" di ieri ed ho notato che l'ospite, il professor Franco Cordero, si è soffermato sulla figura di Savonarola (e di Grillo!). Dal dodicesimo minuto:



    Se non visualizzate il video ecco il link: Pane Quotidiano 28 Ottobre 2013
     
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  3. Girolamo Savonarola
     
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    Se volete ho trovato anche questo video che ripercorre la vita del fraticello di Ferrara:

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  4. marie.
     
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    Savonarola mi inquieta e spaventa, proprio a pelle XD e non credo che gli perdonerò mai i falò delle vanità.
     
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  5. Girolamo Savonarola
     
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    CITAZIONE (marie. @ 30/10/2013, 15:32) 
    Savonarola mi inquieta e spaventa, proprio a pelle XD e non credo che gli perdonerò mai i falò delle vanità.

    AL ROGO! è_é

    P.S. che tra l'altro Savonarola di persona ne ha fatto solo uno di falò, il resto li hanno fatti i fiorentini di loro spontanea volontà.
     
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  6. marie.
     
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    AL ROGO! è_é

    Uahahah XD
    Davvero, spesso anche quando leggo dei Borgia mi capita di saltare le pagine (il che leggendo Vannucci ha significato saltare mezzo libro). Mi inquietano i moralizzatori in generale, quando studio il Terrore provo serio terrore e mi spaventa pure Grillo. Naturalmente va (andrebbe) bene moralizzare (sono, anzi ero, una lettrice di Repubblica, tra Serra e Rodotà e Augias eccetera...), ma bisogna stare attenti a non passare dalla parte del torto!
     
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  7. Girolamo Savonarola
     
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    CITAZIONE (marie. @ 30/10/2013, 15:50) 
    CITAZIONE
    AL ROGO! è_é

    Uahahah XD
    Davvero, spesso anche quando leggo dei Borgia mi capita di saltare le pagine (il che leggendo Vannucci ha significato saltare mezzo libro). Mi inquietano i moralizzatori in generale, quando studio il Terrore provo serio terrore e mi spaventa pure Grillo. Naturalmente va (andrebbe) bene moralizzare (sono, anzi ero, una lettrice di Repubblica, tra Serra e Rodotà e Augias eccetera...), ma bisogna stare attenti a non passare dalla parte del torto!

    Bè tieni conto che il Savonarola "del pulpito" era tutt'altro che il Savonarola "quotidiano". Il primo era impetuoso e severissimo, il secondo pietoso e comprensivo, le due facce del mestiere del prete insomma.

    Poi ovviamente tra moralità del 400 alla moralità del 2000 c'è un salto abissale. Magari Firenze sotto il fraticello di Ferrara era una città spoglia e "triste" ma bisogna considerare che non c'erano usurai, prostitute e gioco d'azzardo inoltre erano stati presi seri provvedimenti per i cittadini indigenti ed era lo stato più democratico di quell'epoca (e fa un poco sorridere che ci volesse un frate, quindi un religioso, straniero per realizzare una cosa del genere).

    Il fatto poi che Savonarola abbia attratto a sè personalità "mondane" come Pico della Mirandola, Botticelli, Lorenzo il Magnifico, Poliziano e tanti altri ci fanno capire che quello che invoca il domenicano non era per nulla distante da ciò che la gente della sua epoca considerava come in effetti doveva essere una buona città.

    Ma se posso chiedere quando dici "bisogna stare attenti a non passare dalla parte del torto" dici in generale o ti riferisci a qualche episodio preciso della vita del Savonarola?
     
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  8. marie.
     
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    Parlo in generale: è vietato epurare per motivi futili nei movimenti politici, decapitare la gente dopo aver fatto la rivoluzione e stilare indici di libri proibiti, eccetera. Di solito questi slanci di moralizzazione "forzata" finiscono male. Poi vabè, io sono anche pessimista sulla natura umana XD
     
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  9. marie.
     
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    Non a caso don Gallo aveva portato a teatro un suo recital "profetico" dedicato a Girolamo Savonarola, domenicano che papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia, per intendersi) condannò alla morte per fuoco come eretico. Pulpito, quello papale, tutt'altro che attendibile, a leggere la storia: Savonarola fu riabilitato dalla Chiesa e l'eretico del Carmine ne raccolse testimonianze, trasferendole sul palcoscenico con "Io non taccio": "Savonarola - spiegava don Andrea - era un profeta disarmato, non un tribuno, non uno fuori di testa; era una voce con il vangelo in mano che chiede "chi è che fa camminare i potenti? Il soffio del vento, che siete voi". Ecco, quello che lui dice ai fiorentini del '400, vale per oggi".

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    Sperando che sia il topic giusto, segnalo un articolo su Savonarola nel numero 63 di Storica (National Geographic), in edicola da oggi!

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    Grazie tessor! C'è anche Colombo *-*
     
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    Io ho una certa avversione per Colombo ultimamente, lol, però parliamo di modernità grazie a lui quindi... sì, c'è anche lui #tristesse
     
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    Contro la Chiesa dei Borgia
    Al tempo la Chiesa Cattolica attraversava un momento di estrema decadenza. Sotto la guida di Alessandro VI, pontefice dal 1492 al 1503, aveva toccato il fondo. Lo spagnolo Alessandro VI, al secolo Rodrigo de Borja (italianizzato in Borgia), dopo essersi comprato il conclave aveva trasformato Roma in una città-bordello che poi Lutero paragonò a Sodoma.

    Il critico più aspro di tale degenerazione fu proprio Savonarola, che verso la Chiesa di allora non usava perifrasi: “Nella lussuria ti sei fatta meretrice sfacciata, tu sei peggio che bestia, tu sei mostro abominevole”.

    La vendetta di Borgia
    Alessandro VI prima lasciò dire, poi definì le tesi di Girolamo una “perniciosa dottrina, con scandalo e iattura delle anime semplici”. E poiché le anime vanno tutelate, finì che il frate ribelle fu scomunicato. Va precisato che Alessandro VI non si sporcava mai personalmente le mani di sangue: lasciava che lo facessero altri. In primis suo figlio Cesare, detto il Valentino, nominato cardinale nel 1493 e spretato nel 1497. Nel caso di Savonarola, lasciò carta bianca ai fiorentini.

    Al rogo
    Nel 1498 fu catturato dai fiorentini che chiedevano il ritorno dei Medici e processato, impiccato e arso sul rogo proprio il 23 maggio. Quella giornata è rievocata nel dipinto qui sotto, intitolato Supplizio del Savonarola in piazza della Signoria, di poco successivo, che per alcuni aspetti è una "foto" di un'esecuzione capitale del Rinascimento.

    tutto su focus
     
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    Antipapa compilation.

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    Tu scriverai che io ho detto che non si deve obbedire al Papa, e che io non voglio obbedire. Io non dico cosi. Scrivi come io ho detto, e vedrai che non farà per te. Se fosse qua il padrone della vigna e vedesse il frutto che si fa, non farebbe conto alcuno di quel che tu scrivi, massime se egli conoscesse la condizione tua. Cittadino,
    se tu sapessi chi son costoro che scrivono a Roma e le pazzie che scrivono, quanto rideresti, maravigliandoti come sia mai creduto loro. Ma non sono conosciuti da chi li crede; e, se fossero conosciuti, sarebbero trattati da pazzi. [...] Io sono dunque venuto ad accendere fuoco, e a mettere divisione tra i buoni e i cattivi ; e spero in Dio che il fuoco de' buoni spegnerà il fuoco dei cattivi. Io vi ho adunque detto la causa perché io sono indugiato tanto a venire in campo, e perché ora io sono venuto.

    Savonarola scendeva in campo come qualcun altro XD

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    Io non ho conturbata l'Italia, ma voi l'avete conturbata, perché avete abbandonato Dio e disprezzato il battesimo e il sangue del nostro salvatore Gesù Cristo, e vendete e comprate i suoi sacramenti, e il suo patrimonio spendete in meretrici e ruffiani, e non fate alcuna giustizia, anzi siete oppressori dei poveri uomini, pieni di superbia e di ambizione, d'inganni, d'invidie, di odi, di omicidi, di adulteri, incesti e sodomie; e tanto manifestamente fate questi peccati che il cielo e la terra gridan vendetta! Colui dice: — Oh! frate, il tuo dire è quel che conturba l' Italia. --Stolto, se il mio dire conturba l'Italia, che vuol dire che, già quattro o cinque anni e anche più, io dicevo queste cose medesime e non conturbavo l' Italia, perché non erano ancora venute genti fuori dell'Italia a conturbar l'Italia? Dunque queste genti sono la conturbazione dell'Italia.

    CITAZIONE
    Il Signore minaccia Roma, e minaccia il clero. tu, che scrivi a Roma, scrivi questo, e non scrivere eh' io abbia detto male del Papa e dei cardinali, perché io non nomino qua nessuno, ma scrivi questo a Roma, e di' : Quel frate dice che egli minaccia Roma in generale; minaccia il clero e i prelati; ma dice che non è lui, ma che Dio è quello che li minaccia.

    CITAZIONE
    E sappi ch'io non sono obbligato a obbedire al Papa, quando comandasse contro la nostra professione, senza causa.

    CITAZIONE
    E scrivete che il Papa può rimediare, se vuole, solo in questo modo, che con il buon esempio faccia esortazione a ciascheduno che si converta a penitenza; altrimenti è spacciata Roma. Se ti domanda : Che dice egli de' fatti miei; rispondi : Nulla.

    Questa è post scomunica:
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    Secondo, presuppongo che non è uomo alcuno che non possa errare, e infìno al papa anche può errare. Tu se' pazzo a dire che il papa non possa errare. Quanti papi sono stati cattivi, che hanno errato? e, se fosse vero che un
    papa non potesse errare, noi dovremmo dunque far quello che fanno loro e saremmo salvi. Tu dirai: In quanto uomo, un papa può errare; ma non in quanto papa. — E io ti rispondo che il papa può errare anche in questi processi e sentenze sue. Va', leggi bene quante costituzioni ha fatto un papa, e un altro le ha guastate, e quante opinioni de' papi son
    contrarie, fatte da più papi. che tu vuoi dire che tutti e due hanno errato, e cosi il papa può errare; o che l'uno ha errato e l'altro no. Adunque vedi che il papa può errare. Ma, come io ti dissi l'altra volta, può errare in due modi: l'uno è per false persuasioni d' altri, perché il papa sta là e non può essere in ogni luogo, ed égli riferito il falso, molte volte. Secondo, può errare per malizia e far contro alla sua coscienza. Ma benché egli possa errare in questi due modi, noi non dobbiamo dire che erri per malizia, ma lasciar questo giudizio a Dio, e presupporre che la sua mente sia buona, e che sia stato più presto circonvenuto. Ora, che il Papa, in questo nostro caso, sia stato circonvenuto per false persuasioni, io te lo dimostro.

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    Savonarola scendeva in campo come qualcun altro XD

    x''''D

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    Secondo, presuppongo che non è uomo alcuno che non possa errare, e infìno al papa anche può errare. Tu se' pazzo a dire che il papa non possa errare. Quanti papi sono stati cattivi, che hanno errato?

    Questo è vero oggi forse anche più di allora, la storia ci presenta una sfilza di papi che hanno fatto errori umanissimi, a volte anche eclatanti, un po' mi sorprende che un pontefice nel 2015 metta ancora una certa *soggezione*.

    Detto questo, confesso di odiare Savonarola dai tempi del liceo xD Puoi volere quanto vuoi la riforma di una Chiesa corrotta, ma nel momento in cui mi vai a bruciare delle opere d'arte e a censurare in nome della morale per me hai finito di vivere uwu alla fine è lo stesso motivo per cui, dopo aver letto della chiusura forzata dei teatri, ho odiato i Puritani.
     
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