Moda rinascimentale

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  1. marie.
     
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    CITAZIONE

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    La moda rinascimentale valorizza la bellezza e l’armonia del corpo, a differenza di quanto avverà nella seconda metà del ’500; le maniche si portano ampie, e sono dotate di ampi tagli da cui far “sbuffare” la biancheria sottostante, che doveva essere perennemente candida: un segno di distinzione e ricchezza, visto che non molti potevano permettersi di mantenerle sempre bianchissime. Un’altro particolare distintivo sono le maniche: se notate bene, si scorge un laccetto spuntare da dietro la manica destra, all’epoca non si usavano i bottoni e le maniche erano intercambiabili, questo perchè erano decorate con perle e fili d’oro, tanto da essere parte integrante dei corredi e da dover essere conservate nei forzieri tanto era il loro valore economico. La parte verde dell’abito si chiama soprana, e veniva indossato sopra il sotone, insieme componevano la gonnella o camora, che, molto spesso, presentava degli spacchi dalla vita in giù per mostrare la veste sottostante, ovviamente, realizzata in colori e tessuti diversi dalla parte superiore. La cintura è sempre molto semplice, ma viene portata più in alto del punto vita naturale.

    Tratto da questo blog, se sapete altro non esitate a parlare ^^

    CITAZIONE
    Capo basilare del guardaroba femminile è, nella prima metà del secolo la GAMURRA (a Firenze chiamata CAMORA , mentre nel settentrione ZUPA). Questa viene portata a inizio secolo abitualmente semplice, in stoffa di lana, sfoderata per il ceto medio, la cui severità è interrotta da tagli allo scollo e alle maniche, lasciando intravedere il lino candido della camicia sottostante. Le maniche lunghe strette e spesso di stoffe e colori contrastanti, sono quasi sempre staccate e allacciate alla veste con AGHETTI o nastri.

    Questo è vero soprattutto quando, nella seconda metà del secolo, la moda di far vedere la camicia sottostante dagli spacchi della manica induce a portare la gamurra senza sopravveste, prendendo il nome di VESTE.

    Per uscire di casa alla gamurra si accompagna la CIOPPA (PELLANDA in Italia settentrionale), sopravveste maestosa e fluente che conserva la linea trecentesca nell’aderire garbatamente al seno per poi ampliarsi a “ventaglio” nello strascico segnando alta la vita. Le maniche sono lunghe e strette a differenza dell’Italia settentrionale in cui si aprono lunghe e ampissime, foderate come il resto della foggia in stoffa di seta o pelliccia (di ermellino, vaio, martora o scoiattolo) a seconda della stagione, lasciando gli orli a vista. Talvolta l’ampiezza della stoffa sotto al seno viene raccolta in pieghe piatte o cannoncini, donando così ricchezza all’abito.

    La coppa, oltre ad essere considerata il capo d’abbigliamento di maggiore importanza (perché elencata per prima fra le vesti negli inventari dei corredi) è la sopravveste così comune in Toscana che una legge fiorentina del 1464 consente alle serve, schiave e balie di portare “una cioppolina nera” rischiarata da collaretti o maneghetti di lino o cotone bianchi.

    La linea rigida di questo indumento è ammorbidita dal gesto di rialzarla sul davanti con uno, o spesso con tutte e due le mani, increspandola e facendola sbuffare sul grembo in modo che si riveli la fodera o pelliccia di colore contrastante, mettendo in vista la gamurra sottostante, talvolta di ricca stoffa damascata o guarnita di balze e ricami.

    CIOPPA e GAMURRA costituiscono il binomio fondamentale del vestiario femminile invernale.

    (Gamurra a destra e coppa a sinistra:)

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    Quando si va verso l’estate, l’abbigliamento muta e si basa su un altro binomio: COTTA e GIORNEA, confermato dalle leggi fiorentine del ‘456 e ‘464 che le nominano entrambe “ le cotte ed altri vestiti per di sotto”.

    Tra le vesti femminili la COTTA spicca per l’eleganza dei tessuti e le file di bottoni o magliette in oro e argento e nastri che tutta la chiudono. Nella linea la cotta è assai più aderente al corpo rispetto alla giornea e alla coppa, mentre le maniche, talvolta ricamate e spesso di colore e stoffa differente, sono, come nella gamurra alleggerite da tagli che lasciano uscire a piccoli sbuffi la camicia. Nelle giornate estive più calde la cotta viene portata singolarmente ma è consuetudine (almeno per uscire di casa) abbinarla alla GIORNEA, sopravveste assai simile alla guarnacca trecentesca, aperta davanti e sui fianchi con manica staccata o sprovvista di quest’ultima. Talvolta viene foderata di pelliccia diventando così un capo invernale.

    Come nel ‘300, sulla veste e sopravveste le donne anziane continuano a portare il MANTELLO, che con tutte le sue ampie pieghe tutto ricopre. Esso appare scuro, in tinta unita, talvolta con risvolti di velluto o pelliccia. Le vedove lo portano rialzato sul capo. Per le giovani donne invece è usanza portare mantelline assai più corte e sfarzose chiamate SBERNIE. Le TURCHE sono mantelle ampie e lunghe di origine orientale e si indossano a letto, nei mesi invernali per ripararsi dal freddo.

    (giornee, la rosa e la bianca:)

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    (mantello, l'azzurro)

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    COMPLEMENTI DI VESTIARIO FEMMINILE

    Svariati sono gli accessori che arricchiscono le sontuose vesti a cui le nobildonne malvolentieri rinunciano; tra questi ricordiamo l’AGORAIO, le BORSE, i GUANTI e gli OROLOGI (a meridiana, a molla e bilanciere) oltre agli innumerevoli GIOIELLI, BOTTONI, SPILLE che adornavano scolli, maniche, cinture e acconciature.

    Sotto alla cotta o alla gamurra è documentato l’uso di lunghe CALZE SOLATE o meno, solitamente di colore rosso, paonazzo o bianche. Non sovraccariche di ornamenti come quelle maschili, ma per questo non meno eleganti per l’aderenza del tessuto alla gamba, quest’ultime vengono sorrette e tenute tirate da giarrettiere (CORREGGINI), probabilmente a forma di strisce di tessuto allacciate alla vita.

    Le donne più abbienti, sopra alle calze portano scarpette o CALIGAE in suola di cuoio e tomaia di tessuto, che modellano fedelmente la forma del piede. Più diffuse sono le PIANELLE e i CALCAGNINI che a differenza delle scarpe non ricoprono il calcagno e sono tenute al piede da strisce di cuoio o velluto e si distinguono per le suole rialzate in sughero (in Toscana si trovano le più alte, le suole potevano arrivare fino a 10 cm di spessore) con lo scopo di riparare le vesti dal fango e dalla sporcizia.

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    CITAZIONE
    La moda italiana del Rinascimento, si distinse nettamente da quella del resto d'Europa, sviluppando un proprio stile, sia per gli uomini che per le donne.

    Abbigliamento maschile

    Le casacche, che portavano gli uomini nel Medioevo, si accorciarono, mostrando maggiormente le gambe, e le calzamaglie, che cominciarono a colorarsi in maniera da porre in evidenza gli attributi virili.

    Uomo italiano del XV secolo, con cappotto

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    Sopra, veniva portata una casacca pesante, spesso rifinita con lembi di pelliccia. Questo cappotto, aderente sul busto, si allargava in pieghe verticali fino a metà coscia (fig. 1). Le maniche molto ampie fino al gomito, si stringevano verso il polso, e dalle spalle partivano due lembi di tessuto molto pesante che, gettati all'indietro, arrivavano fino alla coscia.
    Il collo dei vestiti era portato in diverse maniere, ma i cappotti avevano spesso scolli a "V", dai quali si intravedeva il collo alto della casacca.

    Uomo rinascimentale con mantello

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    Alcuni signori portavano, al posto del cappotto, un mantello pesante, di velluto, fissato sulle spalle, che cadeva dietro in un pezzo unico, e davanti, era composto da due fasce di stoffa, che restavano aperte. Per riparare dal freddo, all'altezza del petto, la stoffa dei mantelli si ispessiva fino a tre volte tanto, ripiegandosi su se stessa in ampi risvolti.

    Elegante giovane rinascimentale con tunica intarsiata tenuta da una cordone prezioso

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    La tunica rimase una parte fondamentale dell'abbigliamento maschile. Non variò molto nella forma, poteva essere più lunga o più corta, ma variò nella foggia. I tessuti si impreziosirono moltissimo e si inspessirono.
    Non veniva sempre portata una cintura, ma quando c'era, era o una cintura di cuoio spesso, portata un po' scesa su un fianco, o un cordone lavorato (fig. 3), o unafusciacca (sciarpa di seta)

    Nei momenti dell'anno in cui il clima era particolarmente rigido, gli uomini portavano uno spesso mantello, senza maniche, appoggiato sulle spalle ed avvolto intorno al corpo (fig. 4), come le tuniche romane, con molti risvolti, che davano agli uomini un aspetto affascinante.

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    C'era anche un altro tipo di mantello, che somigliava un po' più ad una coperta, posta sul cappotto, solo molto più grande. Solitamente di colore scuro, con linee più chiare, questi mantelli avevano una forma semicircolare, con dei buchi per le braccia. Uno dei lembi laterali, veniva fatto passare sulla spalla opposta, in modo da coprire il petto. A volte questi mantelli erano sovrapposti da altri strati di stoffa, fissati al collo degli uomini, tramite una specie di collare. I collari variavano molto da mantello a mantello (fig. 4, 5).

    Alcuni uomini più ricercati, portavano anche dei copricapo che potevano essere attaccati o separati dalle toghe.

    Le scarpe non variarono molto. Venne comunque alterata la forma, l'altezza e la foggia. Tra tutti i tipi di scarpe quelle più in voga erano quelle alte fino alla caviglia. Fatte di pelle morbida e abbellite da un laccio, di solito bianco.

    www.italiadonna.it/public/percorsi/01052/0105254a.htm

    Il guardaroba - moda italiana - velluti e moda

    Vestiti più simili a quelli che vediamo nello show:

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    Edited by ‚dafne - 5/12/2016, 10:19
     
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  2. marie.
     
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    Io avevo messo questo sui tessuti che andavano all'epoca in una role poco tempo fa :

    Ecco qua i tessuti dell'epoca ( li ho trovati alla SANTA Biblioteca Nazionale di Firenze in un libro sulla moda dell'epoca , di cui non mi sono segnata il titolo , ma che vi saprò dire) :
    Sete operate e pellicce di pregio.
    Le sete operate. tessuto con una alta quantità di filato d'oro e d'argento.
    Velluti pesanti tempestati di pietre preziose
    Mussola
    Zimarra ( velluto tagliato unito di un verde dal morbido cromatismo , foderata di zibellino con bottoni di perla, manifattura veneziana)
    Damasco
    Broccato.
    Bizzare (tessuti caratterizzati da disegni insoliti)
     
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  4. Julia_Katina
     
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    la tragedia per me sarebbe stata l'andare a far pipì.
     
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  5. xcusemymonkey
     
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    Guardando questo video, mi ha molto colpito l'abbigliamento delle lavandaie.
    Secondo voi potrebbe essere l'abbigliamento della vere 'lavandaie' o comunque sia delle donne del popolo del Rinascimento? A me ricorda più il '600 - '700 per la larghezza delle maniche - il primo - per l'ampiezza della casacca superiore il secondo.

    Video

     
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  6. Julia_Katina
     
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    Oddio, non si vede molto bene (soprattutto si distinguono male i capi più chiari). Comunque, a vista d'occhio, e benché non sia un'esperta in materia, (è più facile trovare dipinti, miniature, ecc di popolani nel Medioevo e nei dipinti di genere sacro, pure rinascimentali, il popolo - così come i nobili - indossano costumi che erano un mix fra moda antica e contemporanea) mi pare un pò una cosa a metà: qualche traccia di "antica" c'è, ma si, hanno anche molto del Seicento, e c'è un costume in particolare, tutto chiaro, che mi ha vagamente pure ricordato le mise di certe schiave negre nel Settecento inoltrato.
     
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  7. xcusemymonkey
     
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    Diciamo che magari quello di Isa Danieli è più del '600 e quello della donna dietro che suona il tamburello o dell'altra lavandaia sono più rinascimentali anche per il taglio del seno?
     
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  8. Julia_Katina
     
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    Non conosco i nomi XD Sorry. *però ha intuito*
    Si, quella col tamburello è più "retrò", più stile tardo Medioevo-Rinascimento.
     
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  9. xcusemymonkey
     
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    \o/ Magari prendiamo in considerazione lei uu Isa Danieli è la donna che canta, comunque, grandissima attrice napoletana.
     
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  10. reine noir
     
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    CITAZIONE (Julia_Katina @ 1/4/2012, 20:32) 
    la tragedia per me sarebbe stata l'andare a far pipì.

    ahahahaahhahahaha XDD Penso che avremmo avuto la stessa tragedia ! Però rimango sempre più meravigliata del vostro interesse storico generale per l'epoca del rinascimento non solo sui personaggi ma anche sui costumi ! Sulla moda io ne so davvero molto poco..
     
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  11. marie.
     
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    Andrea_Mantegna_Camera_degli_sposi_part_della Jan_Van_Eyck_I_coniugi_Arnolfini_1434_olio_su

    scarsella_di_fattura_francese_pelle_e_ferro_Mu



    CITAZIONE
    A partire dal Quattrocento gli abiti maschili si accorciano, le calze si allungano fino ai fianchi e diventano bicolore, viene indossato al posto della tunica il giustacuorelungo o meno lungo, scollato fino alla vita ma con un largo risvolto in tessuto diverso trattenuto da un cordoncino che passava negli occhielli. Si diffonde la moda per le maniche tagliate verticalmente che permettono alla camicia sottostante di uscire.

    Gli abiti erano spesso imbottiti con fieno che allargavano spalle e torace, la vita stretta da cinture con borchie metalliche. Gli abiti più ricchi presentavano i risvolti in pelliccia. Per gli uomini si diffonde la moda dei cappelli la cui varietà è per l'epoca impressionante: turbanti, coni, a cilindro con la tesa larga, a cuffia, cappucci, berretti di pelle e di tessuto (il velluto è il materiale più adoperato). Il copricapo più diffuso era sicuramente il mazzocchio, cappello con un lembo appuntito che scendeva sulle spalle. Per le donne si diffonde l'uso del cerchio di borra (lana grezza) coperto da un panno colorato che gira a fascia intorno alla testa.

    Gli abiti femminili subiscono nel XV secolo un radicale cambiamento: nasce il bustino attillato e alto, irrigidito da stecche di legno o avorio; la scollatura diventa profonda. Dal bustino si staccava la gonna drappeggiata e arricciata, spesso rialzata con ganci d'oro o d'argento. Le maniche lunghe erano attaccate alle spalle con cordoni che spesso terminavano con fermagli, infilati in occhielli aperti nell'abito. Come nell'abito maschile, si diffonde l'uso dei tagli sulle maniche verticali e orizzontali da cui usciva a sbuffi la camicia. Lo strascico degli abiti importanti si appesantisce e si allunga.

    La differenza tra un abito raffinato e un abito mediocre non era dato dal modello quanto dal colore. Nel XIV e XV secolo alcuni colori come il verde erano adoperati esclusivamente dagli esponenti dei ceti alti, cortigiani e signori. Alle popolane era vietato l'uso di colori sgargianti, anzi nella maggior parte dei casi gli abiti poveri si distinguevano dal colore grezzo, tessuti cioè che non avevano subito la tintura, uno dei momenti più delicati della manifattura delle stoffe.

    Chi poteva, invece, indossava abiti dai colori decisi: il più prezioso era lo scarlatto, il morello era un colore paonazzo scuro, il lionato (giallo fulvo) era molto ricercato e l'alessandrino (azzurro screziato) andava per la maggiore.

    Anche i tessuti indossati in realtà rivelavano l'origine sociale di chi li indossava: il panno balveto era adoperato dagli operai, il bianchetto dai frati, il perso (di color nero tendente al rosso) dai cavalieri e il vergato (tessuto rigato) era destinato ai servi, ai messaggeri e ai garzoni.

    Nel Quattrocento prevale il tessuto lavorato (velluto e seta in prevalenza) con decorazioni floreali, che all'astrattezza delle figurazioni orientali univano la tendenza naturalistica dell'arte occidentale. Il motivo più ricorrente era quello del frutto del melograno, unito al cardo e al fiore di loto.

    Le scarpe per gli uomini potevano essere a punta o a forma quadrata nell'estremità, diffusi erano gli stivaletti in pelle alti al polpaccio. Le donne preferivano scarpe basse chiuse alla caviglia o allacciate con un passante; dalla Francia si diffonde l'uso della pantofola.

    L'abito non era indispensabile solo per evidenziare la categoria sociale di appartenenza, a volte diventava necessario per emarginare o etichettare determinate categorie "umane" considerate pericolose: le meretrici, i lebbrosi e gli appartenenti a minoranze etnico-religiose come gli ebrei e i saraceni erano obbligati ad indossare i segni distintivi dell'infamia.

    Per quanto riguarda le meretrici, disprezzate a causa del lavoro condotto, per ovvi motivi, ma ben tollerate all'interno della società,l'Imperatore Federico II imponeva, nel suo Regno, la netta separazione fra le donne oneste e quelle pubbliche obbligando queste ultime ad indossare una veste corta sfrangiata nel basso affinché fossero immediatamente riconoscibili e non fossero confuse con le altre donne. In Francia invece le prostitute erano costrette ad indossare, sull'abito o fra i capelli, un nastrino rosso (anguilette), questo segno distintivo aveva una duplice funzione: distinguere la donna dalle altre "oneste" e garantire ai clienti una fornicazione qualificata.

    Alla pari di tutti gli altri marginali anche il lebbroso era costretto ad indossare i segni della diversità: il suo passaggio era annunciato da lontano dal suono di sonagli o dal rumore provocato dalle maniglie mobili di ferro della battola; era inoltre obbligato ad indossare un cappuccio e un colletto di stoffa bianca, affinché la sua diversità fosse immediatamente visibile.

    source

    Riproduzioni esposte al palazzo Farnese di Gradoli:

    costumi_05 costumi_07

    costumi_08 costumi_09

    costumi_13 costumi_23

    fonte

    Edited by marie. - 14/3/2013, 01:04
     
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  12. marie.
     
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    Riproduzione dell'abito di Eleonora di Toledo per una mostra del 2011. (fonte)

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    IMG20110920105200904_900_700 SMFlorentine_Gallery11

     
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    Fantastico ! Non so quanto pagherei per poter indossare una cosa del genere ! E comunque chissà le ore impiegate per fare tutti i ricami...non erano sarti erano degli artisti con A maiuscola !
     
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  14. marie.
     
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    CITAZIONE
    Fantastico ! Non so quanto pagherei per poter indossare una cosa del genere ! E comunque chissà le ore impiegate per fare tutti i ricami...non erano sarti erano degli artisti con A maiuscola !

    Sì, è un sogno. Pensa una che cammina con quel capolavoro addosso!

    Un'altra riproduzione, sempre di un abito di Eleonora credo:

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    source

    flgownwsleeves flgownwsleevesdetail

    Petticoat with sleeves, c. 1560 - Museo di Palazzo Reale, Pisa.


    ZDKM5ZP


    Red Pisa gown

    Questo non so se sia originale:

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    Io ho trovato questo

    Abito_Eleonora_Toledo

    Che sarebbe la riproduzione ,fatta da una costumista per il mese mediceo, del vestito di questo dipinto qui

    3.-Bronzino-Ritratto-di-Eleonora-di-Toledo1543-Praga-N%C3%A1rodn%C3%AD-Galerie
     
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