Recensioni di "Borgia"

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    Nel secondo capitolo de I Borgia il pubblico viene definitivamente traghettato nel Rinascimento, nuovi personaggi storici entrano nella serie e, per la prima volta, si muovono in Italia, nei luoghi in cui gli avvenimenti si sono svolti realmente. Machiavelli, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, i grandi pensatori del’epoca, uomini simbolo del Rinascimento, incroceranno la loro vita con i membri della famiglia Borgia. Oltre a Rodrigo e a Giulia, il cardinale Cesare Borgia (Mark Ryder) e Lucrezia (Isolda Dychauk). Le riprese della seconda stagione sbarcano dunque in Italia, a Roma, nei luoghi che hanno realmente ospitato la famiglia Borgia, nelle stanze dei palazzi, nelle chiese e tra i paesaggi della Città Eterna, che hanno fatto da sfondo agli intrighi e alle ambizioni della più potente famiglia Rinascimentale.

    Per il creatore Tom Fontana, il cui intento è dichiaratamente quello di raccontare le vicende de I Borgia «come nessuno aveva osato prima», questa potente famiglia è «l'equivalente delle famiglie mafiose: le dinamiche e le motivazioni sono le stesse e la serie cerca di rendere i personaggi il più possibile contemporanei».

    il messaggero

    CITAZIONE
    Un papa (Alessandro VI) spietato e privo di morale, un figlio (Cesare) spregiudicato e ambizioso, una figlia (Lucrezia) dalle virtù femminili fin troppo chiacchierate. Ed è logico che - ai tempi nostri - quando ormai il costume e la morale hanno abbassato notevolmente la soglia della decenza, una simile famiglia possa attrarre la televisione. E con un successo scontato, più che pronosticato. Stasera, infatti, andrà in onda in prima serata su Sky Cinema 1 la seconda serie dei Borgia, ideata da Tom Fontana per la Atlantique Productions. Fino al 19 ottobre, ogni venerdì, il pubblico di Sky Cinema 1 potrà gustare due puntate di 50 minuti ciascuna che compongono l'intera seconda serie. Una produzione che si preannuncia fortunata come la prima, visto che è stata già venduta in 90 Paesi. E mentre gli autori e produttori festeggiano, a Praga sono in corso le riprese della terza e ultima parte, che completerà il ciclo e compirà la parabola romanzesca e drammatica di Rodrigo e dei suoi figli.

    Sul set praghese incontriamo l'americano John Doman. Attore versatile e volto noto di tanti fortunate serie tv targate Hbo (The Wire, Damages, Oz), Doman si rivela essere l'avvocato che non ti aspetti. Se provate a chiedergli cosa si prova a interpretare un uomo come Rodrigo Borgia, paradigma riconosciuto delle peggiori abiezioni, ti risponde così: «Era soltanto un uomo. Con i suoi limiti e con i suoi eccessi». Capelli bianchi e occhi azzurri che condiscono uno sguardo gentile, l'ex pubblicitario che a 46 anni ha mollato una carriera avviata da copywriter per inseguire un sogno, Doman difende Rodrigo. «Era figlio del suo tempo - spiega - né migliore né peggiore di tanti altri. Di lui mi ha colpito soprattutto il suo amore (a volte cieco) per i figli. Un attaccamento proditorio, simile a quello dei boss mafiosi». Doman, come racconta egli stesso, ha avuto poche settimane, dal momento della firma del contratto al primo ciak della prima serie, per informarsi su chi erano i Borgia. «Ma non ho perso tempo - spiega -. Su Amazon ho subito comprato tutti i libri disponibili». Ed è così che l'ex pubblicitario di Philadelphia, di famiglia rigorosamente cattolica peraltro, è divenuto a suo modo un'autorità in materia. «Certo non è uno spettacolo per bambini, questo. E di certo mia madre non gradirebbe», prova a scherzare l'attore americano che qui divide il set con l'italiana Marta Gastini (l'amante Giulia Farnese), il connazionale Mark Ryder (molto somigliante peraltro al suo personaggio: Cesare Borgia) e la tedesca Isolde Dycjauk (Lucrezia).

    I Borgia sono da secoli l'emblema della famiglia feroce e corrotta, simbolo di vizi capitali, sulla cui leggendaria vita si sono sbizzarriti scrittori e registi. Sky Cinema attiverà d'altronde il Parental Control, vista la crudezza di alcune immagini. Frutto peraltro di una ricostruzione minuziosa. Ogni puntata è costata due milioni di euro e cerca di assecondare la sensibilità europea, poco incline alle corrive approssimazioni americane.

    Anche i costumi e le scenografie riflettono l'impostazione elegante della produzione. Abiti che, più che rinascimentali, rispettano l'immagine ottocentesca del Rinascimento. E le languide atmosfere che incorniciano Cesare e Lucrezia ricordano più le fantasie di Dante Gabriel Rossetti che i ritratti di Raffaello Sanzio. La fiction offre, comunque, perle in abbondanza per gli amanti del genere e per chi non vuole sorvolare la Storia a volo d'uccello. Valga per tutte l'immagine del Duca Valentino che legge in greco le Meditazioni di Marc'Aurelio dopo aver fatto l'amore. La sua citazione («Solo un malato di mente insegue l'impossibile») risulta essere un ottimo contraltare a un altro celebre aforisma, spesso associato al nome dei Borgia: «È molto più sicuro - scriveva Machiavelli - essere temuti che amati».

    il giornale
     
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    Review che si concentra sul rapporto tra Cesare e Lucrezia:

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    L’amore al tempo dei Borgia

    [...]
    Nel corso della vita Lucrezia conoscerà tanti uomini e regalerà una parte del proprio cuore a parecchi di loro, e le parole dette da Pietro Bembo quella notte resteranno un ricordo forse sbiadito nella memoria… Però il legame più intenso che potrà provare verrà appunto da un amore platonico, rimasto sospeso tra desiderio e paura e mai concretizzato; ovviamente stiamo parlando del rapporto tra lei e Cesare Borgia, suo fratello: un rapporto assai misterioso e delicato che gli autori hanno saputo trattare con estrema saggezza nella serie.

    Perchè mostrarli insieme, indagare la perversione della loro lussuria con scene di sesso caldissime e permettere così ai due personaggi più amati di soddisfare le proprie voglie (e metaforicamente quelle del pubblico), sarebbe stato davvero facile: gli spettatori avrebbero visto in tale scelta un lieto fine per Lucrezia e Cesare, una vittoria definitiva che di fatto nella trama è sempre mancata, e le eventuali critiche riguardanti l’immoralità dell’unione avrebbero potuto essere liquidate in fretta dato che Jaime e Cersei avevano già sdoganato l’incesto in tv in modo abbastanza esaustivo. Ma gli sceneggiatori hanno preferito dare al destino dei giovani Borgia una piega diversa, e vedremo per quale ragione.

    Se non sono mai stati una coppia, infatti, è perchè Cesare e Lucrezia sono troppo importanti da soli, considerati singolarmente nella lunga storia della famiglia: se il nome dei Borgia non è rimasto legato soltanto alle pazzie di Papa Alessandro, se questa stirpe di ecclesiastici e peccatori ci ha lasciato qualcosa oltre agli avanzi dei banchetti orgiastici delle notti romane, è grazie a loro. [...]

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    Sono d'accordo in linea di massima con la recensione, anche se a tratti forse troppo semplicistica, come per esempio la presentazione di Lucrezia coi versi di Bembo.
     
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    Nemmeno io ne vado pazza, tra l'altro non prenderei i versi di Bembo per oro colato nel ricostruire la relazione con Lucrezia perché poi c'è l'elephant in the room che è il petrarchismo. Semmai mi baserei sulle lettere? Però mi piace la parte su Cesare e Lucrezia che ho postato, l'idea che li si tenga separati perché sono molto, troppo importanti singolarmente.
     
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