Libri e manuali sull'arte rinascimentale

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. marie.
     
    .

    User deleted


    GzEEJ

    CITAZIONE
    Rome as we know it is largely a creation of the Renaissance, restructured and risen anew from a neglected medieval town. This book traces the extraordinary works of painting, sculpture and architecture commissioned by Rome's church and civic nobility as part of their rival bids for power and prestige. With the aid of 118 illustrations, most of them in colour, Loren Partridge charts the course of Rome's transformation into the most magnificent showpiece of the Catholic world.

    x

    Insomma parla dell'arte del tempo nella capitale =)
     
    Top
    .
  2. Miss.ChatterBox
     
    .

    User deleted


    Oh che bellezza. ;_;
     
    Top
    .
  3. reine noir
     
    .

    User deleted


    La copertina è meravigliosa *_________*
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous
    Era tutto bello ;_; solo che costava tanto e pesicchiava pure, non potevo né prenderlo né tenerlo in valigia.
     
    Top
    .
  5. reine noir
     
    .

    User deleted


    Che peccato ! Io solo per la copertina avrei fatto carte false LOL XDD Non c'è modo di prenderlo su ibs magari ?
     
    Top
    .
  6. marie.
     
    .

    User deleted


    Postepay permettendo ci provo alla prima tornata di nuovi acquisti su amazon \O/
     
    Top
    .
  7. marie.
     
    .

    User deleted


    Wwb16Jr

    CITAZIONE
    In conjunction with the exhibition, the Met recently published The Renaissance Portrait: From Donatello to Bellini, a 432-page hardcover catalogue with 275 full-color illustrations, available in The Met Store.

    About the Book

    In the words of the historian Jacob Burckhardt, fifteenth-century Italy was "the place where the notion of the individual was born." In keeping with this notion, early Renaissance Italy hosted the first great age of portraiture in Europe. Artists working in Florence, Venice, and the courts of Italy created magnificent portrayals of the people around them—heads of state and church, patrons, scholars, poets, artists—concentrating for the first time on producing recognizable likenesses and expressions of personality.

    Written by a team of international scholars, The Renaissance Portrait provides new insight into the early history of portraiture in Italy, examining in detail how its major art centers—Florence, the princely courts, and Venice—saw the rapid development of portraiture as closely linked to Renaissance society and politics, ideals of the individual, and concepts of beauty. More than 160 magnificent works, in media ranging from painting and manuscript illumination to marble sculpture and bronze medals, created by artists that include Donatello, Filippo Lippi, Botticelli, Verrocchio, Ghirlandaio, Pisanello, Mantegna, Giovanni Bellini, and Antonello de Messina, are illustrated and extensively discussed. With abundant style and visual ingenuity, these masters transformed the plain facts of observation into something beautiful to behold.

    Excerpts

    No patron was pricklier about her own image than Isabella d'Este (1475–1539) . . . a portrait by Cosmè Tura had been sent to her prospective husband, Francesco Gonzaga, with a letter assuring him that it was not her looks but her "marvelous intellect and intelligence" that was most impressive. Isabella later complained to her husband that if she had had more to do with running the state then she would not have grown so fat, but a rare medal issued in celebration of her wedding already shows her to be a rather uncomely bride.

    —From the essay "Portraiture at the Courts of Italy" by Beverly Louise Brown, independent scholar

    As daughters, wives, and mothers, women were judged by another standard and are generally represented following a very different criteria…Many are in profile, emphasizing flowing contours and allowing for the appreciation of every detail of their finery and delicately delineated features, without any threat of suggesting an immodest or dangerous exchange of glances.

    —From the essay "Understanding Renaissance Portraiture" by Patricia Rubin, Director of the Institute of Fine Arts at New York University and an authority on the art of Renaissance Florence

    One of the most powerful motivating forces behind the rapid development of the art of portraiture in fifteenth-century Italy was a new sense of the individual human personality. Conversely, it is probably true that during the first century of its history, that development was often constrained by a political and social ethos that placed a higher value on the collective interests of the Venetian state than on individual self-expression. Before about 1500, autonomous Venetian portraits– including those of their greatest exponent, Giovanni Bellini–tended to be simple in pose, objective in treatment, and impassive in mood. All this changed with the advent of the generation of Giorgione, Lotto, and Titian.

    —From the essay "The Portrait in Fifteenth-Century Venice" by Peter Humfrey, Professor at Saint Andrews University specializing in Renaissance Venice

    amazon.co.uk - amazon.com

     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous

    978880620090_MED

    CITAZIONE
    Come funziona il laboratorio della creazione artistica nell'Italia del Rinascimento? Qual è il gioco delle parti fra artista, committente, "consiglieri" e "amici" dell'uno e dell'altro? Quale il loro rapporto col pubblico? Queste le domande che Salvatore Settis, nel saggio che dà il titolo a questo volume, apparso nel 1981 negli "Annali della storia d'Italia Einaudi", pone a numerosi artisti, da Giorgione a Mantegna, da Leonardo a Leon Battista Alberti, da Michelangelo a Vasari. Un insieme di casi concreti, guardati da vicino con l'ausilio di contratti, lettere e altri documenti contemporanei, consente di descrivere e analizzare le pratiche socio-culturali che articolano il rapporto committente-artista, esplorandone le dinamiche ed evidenziandone le costanti. Settis mette cosi a fuoco la distribuzione dei ruoli nel processo di creazione di un'immagine, ma anche il progressivo accrescersi dello spazio operativo dell'artista, il suo impadronirsi dell'"invenzione" che all'origine faceva parte dell'"intenzione" del committente. Tre saggi su Giorgione (fra cui una nuova interpretazione della Pala di Castelfranco) chiudono il cerchio, tornando a un artista il cui rapporto con la committenza è, per la scarsezza di documentazione diretta, oggetto di studio particolarmente stimolante. (Postfazione di Antonio Pinelli)

    ibs

    Ecco parte della postfazione pubblicata da Repubblica:
    CITAZIONE
    Come la natura, la cultura ha un vitale bisogno di circolazione d' aria e di fertilizzarsi con innesti e contaminazioni. Tra il 1978 e il 1981 Salvatore Settis, che fino ad allora aveva circoscritto il proprio campo d' azione quasi esclusivamente all' archeologia classica, irrompe fragorosamente nel chiuso recinto disciplinare della storia dell' arte moderna, provocando un salutare scossone di ordine metodologico con una raffica di saggi, tutti pubblicati dalla Einaudi, uno dei quali in particolare - La «Tempesta» interpretata. Giorgione, i committenti, il soggetto - suscita un vivacissimo dibattito, che ne decreta un sensazionale successo editoriale. In quegli anni la storia dell' arte viveva in Italia una fase ricca di tensioni ma assai vitale, che vedeva contrapporsi due scuole facenti capo a maestri carismatici quali Longhi e Argan sul diverso modo di affrontare la questione centrale dello stile. I longhiani, il cui orizzonte di studi era prevalentemente assorbito dall' obiettivo di identificare e interpretare la peculiare cifra stilistica di ciascun artista, si affidavano in via privilegiata a quella trama di indagini documentarie e di osservazioni visive che innerva l' esercizio attribuzionistico della connoisseurship, mentre gli arganiani, assimilando di fatto lo stile a una «poetica», si concentravano soprattutto sulla lettura in controluce dei possibili moventi culturali e ideologici sottesi alle diverse opzioni stilistiche, valorizzando la trattatisticae le eventuali dichiarazioni di poetica degli artisti, ma anche le indagini sull' ambiente culturale, politico e religioso dell' artista preso in esame. Si trattava di approcci opposti, benché sotterraneamente accomunati dal persistere - al fondo di entrambi - di una remota matrice idealistica, basata sulla convinzione che l' artista sia sostanzialmente libero di autodeterminare le proprie scelte stilistiche. Semplificando all' osso, e ricorrendo all' arma impropria ma efficace della caricatura, si potrebbe dire che dei due metodi, l' uno riduce l' artista alla sola «mano», l' altro al solo «cervello». (...) L' irruzione di Settis nell' arena della storia dell' arte si innestò fecondamente all' interno delle sue componenti più dinamiche, allora raccolte attorno alla febbrile attività editoriale delle «Grandi opere» della Einaudi, portando una poderosa ventata di aria nuova. (...) La «Tempesta» interpretata aggredisce proprio il tema della presunta «libertà» dell' artista, sottoponendo due celebri capolavori giorgioneschi a uno stringente assedio ermeneutico, condotto con le armi della seriazione iconografica e della ricostruzione dell' originario contesto culturale, che ne disvela la natura di soggetti artatamente nascosti per renderli comprensibili a pochi, frutto della complice intesa tra artista e committente. (...) In Artisti e committenti fra Quattro e Cinquecento, saggio che dà il titolo all' odierna pubblicazione, Settis risale dal particolare al generale, partendo dall' analisi di una serie di casi concreti per dedurne le costanti e le variabili che regolano, nel Rinascimento, il rapporto e l' interazione tra artisti e committenti. Interazione che spesso è mediata (non senza possibili frizioni tra le parti in causa) da un terzo soggetto, in genere un umanista, che interpreta i desideri del committente, traducendoli in un programma iconografico, basato sulle formule e sui modi di articolazione del discorso tramandati dalla retorica classica, che l' artista è a sua volta chiamato a tradurre in immagini. Nell' industria, quando si vuol carpire i segreti di un prodotto della concorrenza, si pratica il reverse engineering, ovvero, si smonta pezzo dopo pezzo l' oggetto, ripercorrendone a ritroso il processo produttivo, per ricavarne la logica costruttiva e la filosofia progettuale. Coniugando gli spunti offerti dal saggio di Settis alla pratica del reverse engineering, anni fa ho idealmente «smontato» una serie di cicli decorativi rinascimentali, estrapolandone gli elementi comuni per ricavarne un modello interpretativo in grado di aiutarci a compiere quella che Gombrich definiva la retroversione dall' opera d' arte al programma. Affinando tale modello, si può infatti rendere meno empirici i nostri sforzi di decifrazione dei messaggi affidati a cicli figurativi di cui ci rimane la sola testimonianza visiva, evitando le vane e arbitrarie fantasie della cosiddetta «iconologia selvaggia».
    ANTONIO PINELLI

    archivio repubblica
     
    Top
    .
  9. marie.
     
    .

    User deleted


    zZBgPTT

    CITAZIONE
    Arte e potere, un rapporto difficile in bilico tra mecenatismo e asservimento, committenza e manipolazione. Un tema fondamentale per la storia dell’arte, attraverso la rievocazione colta e curiosa di quattro casi esemplari.

    ibs
     
    Top
    .
  10. marie.
     
    .

    User deleted


    VLANGyr

    sanpaolostore
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous

    i2sF94X

    CITAZIONE
    Lungo un arco di generazioni che va dall'inizio del Quattrocento alla fine del Cinquecento, il Rinascimento italiano è nella storia del mondo una delle epoche più esaltanti dello spirito e della mente dell'uomo. La meravigliosa testimonianza dell'arte ci ha lasciato immagini appassionanti, in un percorso che va dagli ori dell'ultimo gotico alla scoperta della prospettiva, dalla scienza geometrica al lusso delle corti, dalla competizione tra i grandi maestri alla diffusione dell'arte sul territorio, fino alle raffinatezze del manierismo e alla grande pittura sacra. In questo spettacolare volume sono raccolti alcuni dei massimi capolavori del Rinascimento italiano, seguendo una successione cronologica, ma con una scelta editoriale particolare: avvicinare l'occhio del lettore alle opere attraverso riproduzioni di un formato finora mai visto, per "entrare" quasi fisicamente in contatto con i dipinti, scoprire i loro segreti, mettersi di fianco agli artisti in una posizione privilegiata e ravvicinata. Attraverso una selezione di opere celeberrime e di capolavori "nascosti", muovendosi tra le grandi capitali dell'arte e affascinanti luoghi "di provincia", il lettore potrà immergersi nelle raffinatezze di tecniche e di materiali dei maestri dell'ultimo gotico, come Gentile da Fabriano e Pisanello; individuare "dal vivo" la logica costruttiva su cui si fonda lo spettacolare risultato delle tarsie dello studiolo del duca di Urbino o il rigore intellettuale di Piero della Francesca.

    ibs

    Lunga recensione qui!
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous

    RL2HrdJ

    CITAZIONE
    Les Borgia ont marqué l'imaginaire collectif et ont, aujourd'hui encore, une réputation sulfureuse. Mais au delà de cette part d'ombre, ils furent, dans la seconde moitié du XVe siècle, de grands mécènes des arts de leur temps, soutenant Le Pinturicchio, Michel-Ange ou Léonard de Vinci.

    Septembre 2014 - 36 pages

    sito ufficiale-amazon
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous

    jpg

    CITAZIONE
    L’Italia è un tesoro a cielo aperto. Più volte Vittorio Sgarbi ce lo ha detto e mostrato. In questo secondo volume, continua il viaggio in Italia che aveva interrotto al Trecento, per continuare con Maestri dell’arte del Rinascimento che sono noti in tutto il mondo: da Piero della Francesca a Bellini, da Mantegna a Bramante, per arrivare a Tiziano, Lotto, Pontormo. Accanto ai Maestri, però, ci sono anche quei tesori che solo Vittorio Sgarbi conosce e che punteggiano l’Italia senza che molti lo sappiano: Bartolomeo della Gatta, Nicolò Alunno, Giovanni Boccati, maestro delle favole, Francesco di Bettino, ai limiti della follia.

    lafeltrinelli
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Member
    Posts
    14,234
    Location
    Regione del Valentinois

    Status
    Anonymous
    Lo vorrei moltissimo, anche se mi sono scaricata sul kobo il primo saggio sui tesori d'italia e aspetto di leggere quello per vedere poi se comprare o scaricarmi anche questo XD
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    pope
    Posts
    37,198

    Status
    Anonymous

    pUPH84H

    CITAZIONE
    Nata a Ferrara nel 1474 e morta a Mantova nel 1539, Isabella d'Este è ormai un mito nella storia della raffinatezza, della civiltà, dell'arte e delle vicende politiche europee. Di lei hanno scritto moltissimi, spesso a proposito ed ancor più spesso a sproposito. La leggenda relativa all'Estense prese corpo mentre ella ancora viveva, e sono moltissimi i riferimenti reperibili nei documenti coevi sulle sue doti politiche, sul suo senso estetico nonché sul suo indomabile carattere, volitivo e caparbio. Basta sfogliare i rapporti degli ambasciatori del tempo, con particolare riferimento al carteggio degli "oratori" veneti, per trovare giudizi che la riguardano, giudizi estasiati o apertamente denigratori a seconda delle tendenze politiche dello scrivente; sebbene s'intraveda quasi sempre un'ammirazione che neppure l'antipatia più profonda riesce a soffocare del tutto. Il presente lavoro cerca di fare un po' d'ordine, dando una sistemazione per quanto possibile chiara ed organica alle ultime scoperte sulla poliedrica sovrana e sulle sue celebrate raccolte.

    x
    CITAZIONE
    La Peggy Guggheneim del Rinascimento. A pochi passi dal suo studiolo, luogo di grande suggestione ancor oggi che è stato privato di tutte le meraviglie che conteneva, Isabella d’Este è stata definita la nobildonna più colta e raffinata del suo tempo. L'occasione è stata la presentazione ieri, con il sindaco Sodano, nell’Atrio degli Arcieri de “Il collezionismo di Isabella d'Este-Gonzaga”, dello storico dell'arte Riccardo Braglia, pubblicato dalle edizioni Il Rio di Giulio Girondi. Divertimento assicurato per il pubblico che ha assistito alla conversazione tra l'autore e la sovrintendente Giovanna Paolozzi Strozzi. Il nuovo libro di Braglia ha fatto chiarezza sulle ultime scoperte e gli studi dedicati a Isabella d'Este, proponendo un viaggio appassionante e ricco di aneddoti sul collezionismo e lo splendore della vita di corte a Mantova in epoca isabelliana. «Di solito le donne collezionavano gioielli e reliquie, immagini devozionali - ha detto Braglia, da sempre ammaliato dalla figura di Isabella -. Lei invece, al pari degli uomini, amava circondarsi di opere d'arte e di anticaglie, come veniva definito l'antiquariato». (p.c.)

    x
     
    Top
    .
37 replies since 22/8/2012, 16:59   791 views
  Share  
.
Top
Top