Gli Aragona di Napoli

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  1. ‚dafne
     
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    CITAZIONE
    Gli Aragonesi provenivano da una regione della Spagna comprendente le province di Huesca, Teruel e Saragozza. I primi principi discesero da Ramiro I (1035 - 1063).
    Lo stemma degli Aragonesi di Napoli è costituito da quattro quattro pali di rosso in campo oro.

    CITAZIONE
    Alfònso V il Magnanimo (sp. el Magnánimo) re di Aragona, IV come conte di Catalogna, I come re di Napoli. - Lottò a lungo contro la dinastia francese degli Angiò per la successione al trono di Napoli, e infine prevalse (1442). Intenzionato a perseguire una politica di espansione mediterranea, fu assai attento nei confronti degli assetti fiscali e finanziari, e sia a Napoli sia in Spagna fu promotore di una notevole rinascita culturale.

    VITA E ATTIVITÀ
    Figlio (n. 1396 - m. Napoli 1458) di Ferdinando I, gli succedette nel 1416 nei regni di Aragona, Valenza, Maiorca, Sardegna, Sicilia e nella contea di Barcellona. Assicuratasi la Sardegna mediante un accordo col visconte di Narbona (1420), tentò la conquista della Corsica, ma fu respinto dai Genovesi (1421). Chiamato a Napoli dalla regina Giovanna II, che, adottatolo come figlio, lo oppose al pretendente Luigi III d'Angiò, riconquistò gran parte del regno: ma, sconfessato per la sua invadenza, fu costretto a ritornare in Aragona (1423). Ritentò invano, prima nel 1432, poi alla morte di Giovanna (1435) contro Renato d'Angiò, fratello ed erede di Luigi III, aiutato dal papa, da Filippo Maria Visconti, da Genova, da Venezia, da Firenze. Battuto nella battaglia navale di Ponza (5 ag. 1435) e fatto prigioniero, A. fu consegnato al Visconti che, con un brusco voltafaccia, stretto un trattato segreto di mutuo appoggio (l'8 sett. 1435, rinnovato il 15 sett. 1442), lo liberò. A., che nel 1436 aveva nominato il fratello Giovanni luogotenente in Aragona e Valenza, riuscì così a imporsi come re di Napoli, occupando la città il 12 giugno 1442. L'anno seguente ottenne anche l'investitura pontificia. Alla morte di Filippo Maria Visconti (1447) tentò di succedergli, ostacolato da Firenze, che lo batté presso Piombino (1447), e poi (1448) dai Veneziani; la pace di Lodi (1454), cui egli aderì solo nel 1455, gli tolse ogni vantaggio. Poi si riavvicinò allo Sforza e accedette alla lega italica, conservando una certa libertà. Alla sua morte lasciò come erede del regno di Napoli il figlio illegittimo Ferdinando duca di Calabria (legittimato nel 1443) e come erede delle altre corone il fratello Giovanni.

    Accarezzò vasti piani mediterranei, sostenendo lo Scanderbeg in Albania contro i Turchi, e stringendo relazioni con gli stati delle coste africane e con l'Abissinia. Premuto da gravi necessità finanziarie per le sue continue guerre, creò un sistema di severo controllo finanziario, rafforzando comunque il principio, già scosso, dell'autorità della corona; valorizzò il Tavoliere pugliese, regolando la dogana o mena delle pecore e facendone una copiosa fonte di entrate; si circondò di Spagnoli, che occuparono cariche maggiori e minori, impadronendosi del commercio, anche se in questo periodo comincia ad affermarsi una burocrazia indigena. Introdusse in Napoli istituzioni e costumi di Spagna (e, nella corte, la lingua); fu perciò assai malvisto come straniero. Ma fece di Napoli un centro artistico e culturale, cercando di dare al suo regno il primato nella penisola; in Spagna promosse una rinascita culturale, si sforzò di fondere Catalani e Castigliani e, continuando la tradizione catalana di espansione nel Mediterraneo e in Italia, gettò le basi della politica seguita poi da Ferdinando il Cattolico.

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    CITAZIONE
    Ferdinando I d'Aragona re di Napoli. - Figlio naturale (1431-1494) di Alfonso V re d'Aragona, divenne re nel 1458. Procedette a un efficace ordinamento amministrativo, cercando di togliere forza al baronaggio e sostenendo i diritti degli ordini non privilegiati. Dette anche un impulso rinnovatore alle arti e alla vita culturale, soprattutto riaprendo l'università (1465). Per le grandi spese sostenute per la guerra di Ferrara (1482), fu costretto ad aumentare la pressione tributaria, annullando le riforme attuate e causando malcontento popolare e una congiura da parte dei baroni, repressa nel 1486.

    VITA E ATTIVITÀ
    Il padre, dopo averlo voluto presso di sé nell'impresa per la conquista del mezzogiorno d'Italia, lo nominò (1443) duca di Calabria designandolo nello stesso tempo suo erede per il trono di Napoli. Morto Alfonso nel 1458, la successione fu difficile nonostante egli avesse sposato Isabella di Chiaramonte per garantirsi l'appoggio dei più potenti feudatari, perché contrastata da papa Callisto III e dal pretendente Giovanni d'Angiò, figlio di Renato. Il 4 febbr. 1459 prese la corona reale a Bari, ma presto dovette scendere in lotta aperta contro i baroni del Regno; sconfitto a Sarno il 7 luglio 1460, seppe riprendersi e, divisi i suoi avversari, il 18 ag. 1462 riportò a Troia una vittoria decisiva. Negli anni seguenti si sbarazzò dei suoi principali nemici (Iacopo Piccinino, che aveva condotto le truppe baronali, fu soppresso nelle segrete di Castel Nuovo) e realizzò un nuovo ordinamento amministrativo. In politica estera, abbandonando il desiderio del padre di una supremazia in Italia, volle che non fosse turbato l'equilibrio della pace di Lodi, e cercò di stringere con i matrimoni dei suoi molti figli legittimi e naturali una fitta rete di alleanze: la fama di "giudice d'Italia" si univa così a quella di munifico mecenate. Ma ricchezze enormi furono da lui profuse nella guerra di Ferrara (1482), con cui non riuscì a piegare la rivale Venezia, che s'era mostrata favorevole a una restaurazione angioina; oltre i porti di Puglia danneggiati, ne ebbe le finanze sconvolte, sicché fu costretto ad aumentare la pressione tributaria. Annullatesi così le precedenti benefiche riforme, assunse particolare gravità la celebre congiura dei Baroni. Mentre il pontefice gli si dichiarava ostile aprendo trattative con Carlo VIII di Francia, mentre Ludovico il Moro si faceva sospettoso per il matrimonio di Isabella d'Aragona con il nipote Gian Galeazzo, le gravi condizioni del suo regno, stremato dalla necessità di tenere al soldo forti truppe mercenarie, per salvaguardarsi dai baroni, crearono una situazione di instabilità in tutta la penisola che si fece poi minacciosa per l'improvvisa scomparsa di Lorenzo de' Medici. La conclusione della crisi, con la conquista francese del Regno, gli fu risparmiata dalla morte.

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    CITAZIONE
    Alfònso II d'Aragona re di Napoli. - Figlio (Napoli 1448 - Messina 1495) di Ferdinando I, nominato principe di Capua dall'avo Alfonso I, ebbe il titolo di duca di Calabria quando il padre divenne re (1458); acquistò, dalla giovinezza, fama di buon condottiero, combattendo contro Firenze nella guerra seguita alla congiura dei Pazzi (1478-79), contro i Turchi sbarcati a Otranto (1481), e nella cosiddetta "guerra di Ferrara" (1482-84), nel corso della quale fu nominato capitano generale della Lega contro i Veneziani. Con la sua rudezza intransigente s'inimicò il papa Innocenzo VIII, e fu non piccola causa della famosa congiura dei baroni; seppe però costringere il papa alla pace (1486), mentre si guadagnò l'ostilità dei baroni, di cui represse spietatamente la congiura. Sposo (1465) di Ippolita Marzia, figlia di Francesco Sforza duca di Milano, diede la figlia Isabella in moglie, anziché a Ludovico il Moro (secondo i propositi di Ferdinando I) a Gian Galeazzo Sforza; ciò portò a un'intromissione degli Aragonesi nelle vicende interne dello stato milanese, e alla richiesta di aiuto di Ludovico a Carlo VIII di Francia. Paventando l'urto francese, consapevole della propria impopolarità tra i sudditi, A. abdicò (23 genn. 1495) a favore del figlio Ferdinando, detto Ferrandino. Ritiratosi in Sicilia, morì, mentre, secondo la tradizione, si accingeva ad entrare nell'Ordine olivetano.

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    CITAZIONE
    Ferdinando II d'Aragona re di Napoli, detto Ferrandino. - Primogenito (Napoli 1467 - ivi 1496) di Alfonso duca di Calabria (poi re Alfonso II) e di Ippolita Maria Sforza, ebbe educazione squisitamente umanistica coronata con la lunga e fida amicizia del Cariteo, suo consigliere e segretario. Mandato con un esercito a fermare in Romagna l'avanzata di Carlo VIII, fu costretto a ritirarsi per le discordie fra i capitani aragonesi e la superiorità tattica dei Francesi. Re di Napoli il 23 genn. 1495 per l'abdicazione del padre, che si sapeva odiato dal popolo, F. vanamente tentò di resistere ai Francesi. Lottando contro gli invasori con l'aiuto di Gonzalo Fernández de Córdoba, penetrava, dopo varie vicende (tra cui la sconfitta a Seminara del 18 giugno 1495), in Napoli che era già insorta contro i Francesi. Nel 1496 sposò Giovanna d'Aragona, per assicurarsi l'appoggio di Ferdinando il Cattolico; e già, dopo la vittoria d'Atella (20 luglio 1496), stava per liberare il regno dai Francesi e dai baroni ribelli, quando morì stremato da tre anni di guerra.

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    CITAZIONE
    Federico I d'Aragona re di Napoli. - Secondogenito (n. 1451 circa - m. Tours 1504) di Ferdinando I, dopo una lunga residenza in Francia, tornato in patria nel 1482, rifiutò la corona offertagli durante la Congiura dei baroni. Dopo la morte prematura del nipote Ferdinando II (1496) salì al trono. Ma stremato il regno dalla guerra contro i Francesi, nel 1501 si recò in Francia dove rinunciò ai suoi diritti su Napoli in favore di Luigi XII, ricevendone in cambio la contea del Maine.

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    Stavo riguardando il libro di Croce su Napoli e mi sono imbattuta in un Cesare d'Aragona. Siccome il nome mi interessava (XD) me lo son cercato ed ho scoperto che altri non era che uno dei MILLEMILA figli di re Ferrante.

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    Ma e se li posto tutti c'è da perdere la testa:

    CITAZIONE
    Dalla parte di Ferrante I , Roi de Naples 1423-1494

    con Isabel de Clermont †1465
    M Alfonso II , Roi de Naples 1448-1495
    F Leonora de Naples 1450-1493
    M Federigo IV , Roi de Naples 1452-1504
    M Giovanni de Naples , Archevêque Tarente (de) 1456..1462-1484
    F Beatrice de Naples 1457-1508
    M Francesco de Naples , Duca Sant'Angelo (di) 1461-1486

    con Juana de Aragon 1454-1517

    F Giovanna de Naples 1478-1518
    M Carlo de Naples 1480-1486

    con Diana Guardato
    F Maria d'Aragona 1440-1460/1461
    M Ferrante d'Aragona , Duca di Montalto †1542
    F Giovanna d'Aragona †ca 1472

    Legame con ? ? da cui
    F Lucrezia d'Aragona †
    M Cesare d'Aragona , Marchese di Sant' Agata †1501
    F Leonor d'Aragona †

    con Eulalia Ravignano
    F Maria Cecilia d'Aragona 1473-1513

    con Giovanna Caracciolo
    M Arrigo d'Aragona , Marchese di Gerace †1478

    con ? ?
    M Ferrante d'Aragona , Conte di Arsena †

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    I rossi sono più o meno tutti a simpatia, ma comunque: Alfonso II è ovviamente il re di Napoli, padre di Ferrandino, di Sancia, di Isabella e di Alfonso jr marito di Lucrezia:

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    Federico fu a sua volta re di Napoli perché Ferrandino morì senza eredi. Era sposato con Isabella del Balzo, i due erano tenerissimi e avevano prole ma purtroppo la cosa non li salvò.

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    Giovanna jr è la moglie e zia di Ferrandino (sua madre Giovanna senior era nientemeno che la sorella di Ferdinando il Cattolico), Maria Cecilia d'Aragona se non ricordo male è la prima moglie di Giangiordano Orsini (la seconda sarà Felice della Rovere *fangirla*), il povero Arrigo d'Aragona è il marchese di Gerace, padre di Luigi e di Giovanna di Amalfi. Cesare d'Aragona alla fine era un marchese nelle Puglie.

    Ferrandino era questo tipetto qua:

    unRaR2Us


    Qualcuno vuole che sia il soggetto ritratto dal Carpaccio:

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    La conclusione più spiccia è che probabilmente qua al Sud discendiamo tutti da Ferrante XD

    Tutte le foto di medaglie vengono da wikipedia.

    Edited by ‚dafne - 22/11/2016, 16:44
     
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43 replies since 4/5/2014, 16:31   1469 views
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