La figlia del papa, Dario Fo

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  1. marie.
     
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    CITAZIONE
    Dario Fo, i miei giorni con Lucrezia
    di SOFIA BASSO


    L’ultimo tour de force del Nobel per la Letteratura è La figlia del papa, un romanzo su Lucrezia Borgia, la rampolla della feroce dinastia rinascimentale. Come aveva già fatto con San Francesco e con i grandi pittori italiani, anche questa volta Dario Fo ribalta la versione ufficiale: «Questo libro nasce dalla mia indignazione per le scelte di una serie televisiva che presentava Lucrezia come una sgualdrina avvelenatrice, un personaggio da feuilletton. Anche le ricostruzioni storiche hanno sempre insistito sull’eros e sull’osceno, senza alcuna umanità né rispetto per la verità». Fo, esperto di Rinascimento, non si è fermato ai cliché sulla giovane Borgia. E dopo mesi passati a consultare lettere e documenti nelle biblioteche di Cesena e Forlì, si è trovato di fronte a una storia molto diversa: «Ho letto testi che annoiano la gente perché non hanno brivido, frisson. E pian piano i personaggi sono venuti fuori con un’altra faccia. Alcuni hanno peggiorato la loro situazione, a cominciare dal Valentino, il brutale fratello di Lucrezia. Altri invece ne escono rivalutati». Come la sua adorata protagonista: «È una donna che soffre. Ancora bambina scopre che l’uomo che per anni si era presentato come zio è suo padre. Più volte costretta a sposarsi senza amore, quando finalmente trova l’uomo giusto, le viene brutalmente ammazzato dai sicari del fratello. Deve anche abbandonare il figlio piccolo. È una tragedia che sembra scritta da Shakespeare per la violenza che ha dentro», commenta con il suo tradizionale piglio misto di indignazione ed entusiasmo.

    Da donna dissoluta, Lucrezia si trasforma così in un personaggio tragico, quasi sempre sola, molte volte in lacrime, condannata all’infelicità dalla «maledizione terribile» del suo cognome. Perché suo padre è il potente e corrotto papa Alessandro VI, mentre suo fratello è il feroce condottiero Cesare Borgia. E lei si ritrova a essere costantemente la pedina dei loro giochi di potere in un mondo nel quale le alleanze politiche si facevano a colpi di matrimoni e omicidi, in una cinica danza tra odi e amori, trappole e figli illegittimi.

    Il resto dell’articolo è disponibile in edicola da sabato, con l’Unità, e tutta la settimana


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