La figlia del papa, Dario Fo

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    Figlia di un papa, tre volte moglie (un marito assassinato), un figlio illegittimo… tutto in soli 39 anni, in pieno Rinascimento. Una vita incredibile, da raccontare. Ci hanno provato scrittori, filosofi, storici. Di recente sono state dedicate a Lucrezia serie televisive di successo in Italia e all’estero. Ora, eccezionalmente, il premio Nobel Dario Fo, staccandosi da ricostruzioni scandalistiche o puramente storiche, ci rivela in un romanzo tutta l’umanità di Lucrezia liberandola dal cliché di donna dissoluta e incestuosa e calandola nel contesto storico di allora e nella vita quotidiana. Ecco il fascino delle corti rinascimentali con il papa Alessandro VI, il più corrotto dei pontefici, il diabolico fratello Cesare, e poi i mariti di Lucrezia, cacciati, uccisi, umiliati, e i suoi amanti, primo fra tutti Pietro Bembo, con il quale condivideva l’amore per l’arte e, in particolare, per la poesia e il teatro. Tutti pedine dei giochi del potere, il più spietato. Una vera accademia del nepotismo e dell’osceno, tra festini e orge. Come oggi. Perché il romanzo della famiglia dei Borgia è soprattutto la maschera del nostro tempo che, visto attraverso il filtro di quel periodo, ci appare ancora più desolante e corrotto.

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    Lucrezia Borgia come non si racconta mai. Non l'avvelenatrice che cambia continuamente mariti e amanti, fra cui Pietro Bembo, ma una donna che non accetta di essere presa, manipolata. Ce la fa scoprire il Premio Nobel Dario Fo nel suo primo romanzo 'La figlia del Papa' che sarà in libreria il 10 aprile nella nuova collana 'Narrazioni' di Chiarelettere. "È una tragedia grottesca. Quando ho cominciato a scrivere non pensavo a un romanzo. E' venuto fuori un libro che si muove sul dialogo. I personaggi parlano, interagiscono, litigano fra loro. Non ho fatto altro che cercare la verità" dice all'Ansa Dario Fo che ha lavorato un anno a questo libro. Figlia di un papa, Alessandro VI, tre volte moglie, un marito assassinato, un figlio illegittimo. Tutto in 39 anni e in pieno Rinascimento, Lucrezia Borgia è stata raccontata da scrittori, filosofi, storici e recentemente le sono state dedicate anche serie televisive di successo in Italia e all'estero. "Sono stati fatti feuilleton dove dominano le grandi scene erotiche da regina, il lutto. Nella storia che ci raccontano - spiega Fo - Lucrezia è una succube che accetta la corruzione mentre è una donna che ha il coraggio di opporsi, che non vuole essere presa, manipolata, venduta, ricattata, che si nasconde in un convento. Ho voluto raccontare la storia vera di Lucrezia e c'è anche l'indicazione delle fonti da cui provengono i documenti che ho consultato". Ovviamente, dice il Premio Nobel, "i dialoghi sono ricostruiti ma sono molto vicini alla realtà". Fo, con un'operazione un po' simile a quella fatta con i vangeli apocrifi, scava nelle pieghe delle cose che vengono censurate: "nessuno - racconta il Nobel - parla della crisi del Papa quando gli ammazzano uno dei suoi figli e allora chiama a raccolta vescovi, cardinali e dice: 'non possiamo andare avanti così. Bisogna cambiare tutto. Come i discorsi che fa il nostro Papa Francesco oggi". Fo racconta anche la rivoluzione di papa Alessandro VI che "quando diventa pontefice mette a nudo la sua vita. Ha una donna, 4 figli, una è femmina, dai quali si è sempre fatto chiamare zio. Li riunisce e rivela di essere il loro padre provocando un grande shock soprattutto alla bambina che in quel momento ha sei o sette anni, non riesce a superare questo trauma e da quel momento sarà sempre ostile" racconta Fo. Il libro, accompagnato da illustrazioni di Fo, anche quella di copertina, diventerà anche uno spettacolo. "Qui le immagini sono circa una trentina ma in tutto sono 120 e vorrei raccoglierle in un altro libro e poi penserò allo spettacolo" afferma il Premio Nobel. - See more at: www.rainews.it/dl/rainews/articoli/...h.1aA0PR8V.dpuf
     
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    Una Lucrezia Borgia come non l'avete mai vista. Una donna capace di cambiare uomini come se fossero abiti, attraendo tra le sue braccia anche Pietro Bembo. Dario Fo racconta la vita dell'avvelenatrice, esempio di 'amazzone' d'altri tempi, indomata e indomabile, nel suo libro "La figlia del Papa" che sarà in libreria il 10 aprile nella nuova collana 'Narrazioni' di Chiarelettere.

    Una tragedia grottesca, come la definisce lo stesso autore, che riporta alla luce la storia di una Lucrezia Borgia, personaggio che ha sempre attirato su di sé molta curiosità, tanto che sulla sua figura sono stati scritti molti altri libri e recentemente anche una fiction per la televisione. Ma Dario Fo ha fatto qualcosa di più, ha cercato il vero, come dice lui stesso in un'intervista: "Quando ho cominciato a scrivere non pensavo a un romanzo. E' venuto fuori un libro che si muove sul dialogo. I personaggi parlano, interagiscono, litigano fra loro. Non ho fatto altro che cercare la verità".

    Il libro, le cui pagine sono 'addolcite' dalle illustrazioni dello stesso Fo, vede Lucrezia Borgia come il simbolo della donna che incorruttibile, che non vuole essere manipolata, scavando in segreti fino ad oggi celate nel silenzio delle mura vaticane.

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    Fo ha grandi progetti! Se fa la mostra sono già in fila <3

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    LA FIGLIA DEL PAPA – “Ho scritto questo libro per smontare una falsa memoria che è stata costruita attorno alla figura di questa grande donna” continua Dario Fo “E’ la riabilitazione dell’immagine di Lucrezia Borgia, una donna che si è opposta alla manipolazione e al ricatto. Specialmente negli ultimi anni di vita dove si dedicò tantissimo alle persone più bisognose, fondando il Monte di Pietà di Ferrara. Questa banca dei poveri che prestava denaro senza garanzia perché credeva nel rispetto del gesto che si era fatto.”

    TANTI NUOVI PROGETTI - Il libro è accompagnato da illustrazioni di Fo, sua opera anche quella di copertina. "Le immagini nel libro sono circa una trentina ma in tutto sono 120 e vorrei raccoglierle in un altro libro, poi penserò allo spettacolo, e mi piacerebbe anche realizzare una mostra su Lucrezia Borgia, magari tra Roma e Ferrara, luoghi principali dove si svolse la sua vita" afferma il premio Nobel.

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  4. marie.
     
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    Dario Fo, i miei giorni con Lucrezia
    di SOFIA BASSO


    L’ultimo tour de force del Nobel per la Letteratura è La figlia del papa, un romanzo su Lucrezia Borgia, la rampolla della feroce dinastia rinascimentale. Come aveva già fatto con San Francesco e con i grandi pittori italiani, anche questa volta Dario Fo ribalta la versione ufficiale: «Questo libro nasce dalla mia indignazione per le scelte di una serie televisiva che presentava Lucrezia come una sgualdrina avvelenatrice, un personaggio da feuilletton. Anche le ricostruzioni storiche hanno sempre insistito sull’eros e sull’osceno, senza alcuna umanità né rispetto per la verità». Fo, esperto di Rinascimento, non si è fermato ai cliché sulla giovane Borgia. E dopo mesi passati a consultare lettere e documenti nelle biblioteche di Cesena e Forlì, si è trovato di fronte a una storia molto diversa: «Ho letto testi che annoiano la gente perché non hanno brivido, frisson. E pian piano i personaggi sono venuti fuori con un’altra faccia. Alcuni hanno peggiorato la loro situazione, a cominciare dal Valentino, il brutale fratello di Lucrezia. Altri invece ne escono rivalutati». Come la sua adorata protagonista: «È una donna che soffre. Ancora bambina scopre che l’uomo che per anni si era presentato come zio è suo padre. Più volte costretta a sposarsi senza amore, quando finalmente trova l’uomo giusto, le viene brutalmente ammazzato dai sicari del fratello. Deve anche abbandonare il figlio piccolo. È una tragedia che sembra scritta da Shakespeare per la violenza che ha dentro», commenta con il suo tradizionale piglio misto di indignazione ed entusiasmo.

    Da donna dissoluta, Lucrezia si trasforma così in un personaggio tragico, quasi sempre sola, molte volte in lacrime, condannata all’infelicità dalla «maledizione terribile» del suo cognome. Perché suo padre è il potente e corrotto papa Alessandro VI, mentre suo fratello è il feroce condottiero Cesare Borgia. E lei si ritrova a essere costantemente la pedina dei loro giochi di potere in un mondo nel quale le alleanze politiche si facevano a colpi di matrimoni e omicidi, in una cinica danza tra odi e amori, trappole e figli illegittimi.

    Il resto dell’articolo è disponibile in edicola da sabato, con l’Unità, e tutta la settimana


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    Lucrezia, la «santa» dei Borgia
    di Giuseppina Manin

    Ma quale avvelenatrice. Quale mangia uomini assatanata di sesso e di potere. «Lucrezia con i veleni non ha mai avuto a che fare. Lei non ha tramato, non ha ucciso nessuno. È stata soprattutto una vittima, bella e intelligente, nata per sua sventura con il marchio sciagurato dei Borgia». A sorpresa, cinque secoli dopo la sua morte, Lucrezia Borgia trova il suo difensore più strenuo e inatteso in Dario Fo, giullare della storia, premio Nobel per averla sempre raccontata oltre i cliché. A 88 anni Dario le dedica un libro e un ritratto, preso da Bartolomeo Veneto. Che ce la mostra giovane, bionda, lo sguardo deciso, un seno malizioso sgusciato dalla veste, sulla copertinadi La figlia del papa, 190 pagine inframmezzate da bei disegni di Fo (Chiarelettere, e 13.90, in libreria da domani). L’idea di ridare a Lucrezia quel che è di Lucrezia e ristabilire la verità dei fatti gli è venuta guardando in tv il famoso sceneggiato sui Borgia. «Fatto benissimo per carità. Grandi attori, grande pathos narrativo… Ma tutto falso. Un feuilleton che riprende altri feuilleton del passato. Dal seicentesco Peccato sia una puttana, dove John Ford s’ispira alla leggenda di una Lucrezia dark lady, al dramma a fosche tinte di Victor Hugo poi diventato opera lirica con Donizetti, al romanzo di Dumas padre». Ricostruzioni scandalistiche, intrise di eros e morte, tanto più suggestive in quanto la protagonista era una donna, giovane, affascinante, al centro di mille crimini e misfatti. Ma la storia, quella autentica, assicura Fo, non è andata così. «Il Cinquecento italiano lo conosco bene, ho scritto dieci libri ambientati in quell’epoca. Per i Borgia mi sono documentato su vari testi, compreso quello di Maria Bellonci, ho cercato documenti nelle biblioteche di Cesena e Forlì. Alla fine, tutte le fonti più autorevoli concordano che quell’immagine di Messalina lussuriosa e sanguinaria non corrisponde affatto alla vera Lucrezia».
    Che forse non è il caso di proclamare santa subito, ma almeno le si deve qualche scusa per tanta fama sinistra e tanti gossip malevoli che hanno fatto di lei una delle creature femminili più perverse della storia. In realtà, racconta Fo, a giustificare quell’aura nerissima erano i maschi di famiglia. [...]
    Pierre Terrail de Bayard, il “cavaliere senza macchia e senza paura” disse di lei: “Ella era bella e gentile e dolce con tutti”». Tratti che, riferiti da Fo, non possono non far pensare a Franca Rame. «Mentre scrivevo certi passaggi del libro — confessa — dovevo fermarmi per l’emozione».

    tutto su corriere.it

    Edited by ‚dafne - 16/4/2014, 18:02
     
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  6. brito
     
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    AAAAHH che meraviglia, Dario Fo è QUALCUNO arcipicchia, ha rivoluzionato la comicità italiana per come la vedo io.
     
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    E' una meraviglia d'uomo <3 credevo/temevo che dopo Franca non si sarebbe ripreso, e invece è il solito gigante! Domani ho praticamente la sveglia puntata per andare a comprare 'sto libro.
     
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  8. brito
     
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    Mi viene la lacrimuccia a pensare che Lucrezia gli ricorda Franca!

    Ha 88 anni!!?? A 88 anni scrive un romanzo? La mia nonna non si ricorda nemmeno il mio compleanno.
     
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    «Studiando i libri su Lucrezia Borgia, non ho potuto fare a meno di pensare a Franca che per una vita intera si è occupata dei carcerati, dei malati, che ha fatto tutte le lotte», spiega Fo durante la conferenza stampa di presentazione del romanzo, sottolineando come la «generosità» di Lucrezia nei confronti di una società maschilista e a lei ostile abbia numerosi punti di contatto con la vicenda umana di Franca Rame.
    Entrambe donne belle, forti, di grande carattere, Lucrezia e Franca si fondono nell'immaginario di Fo, diventando l'emblema di una lotta del femminile - e forse di un femminismo ante litteram - in un Rinascimento patriarcale governato da gruppi di potere maschili dediti al più torbido malaffare.

    tutto qui
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    Dario Fo: «Lucrezia Borgia? Intelligente e giusta. Non ho potuto non pensare a Franca»

    video

    CITAZIONE
    Libri, Fo e ‘La figlia del Papa’: ‘Lucrezia Borgia vittima della disinformazione’

    video

    Mio nonno a 88 anni non ricordava il mio nome, altro che il compleanno XD e nemmeno adesso tra parentesi. Ma long may he reign.

    Edited by ‚dafne - 9/6/2014, 14:18
     
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    Allora, sono a pag 42 e vi posso dire che più che un romanzo è una narrazione, perché nonostante ci sia del fantasioso, in primis i dialoghi, più che un romanzo storico pare di leggere il testo di un cantastorie. Aiuta il fatto che Fo è un volto noto, per cui leggere diventa come sedersi in platea e ascoltarlo parlare (che è una cosa meravigliosa). Ci sono delle imprecisioni storiche anche se minime (ad esempio Cesare già cardinale quando Lucrezia si sposa) su cui si soprassiede perché la prosa è oro purissimo, si mixa il rigore storico (la parte su Rodrigo cardinale) all'ironia e allo sguardo affettuoso (è palese che per Lucrezia Fo ha un occhio di riguardo). C'è una parte stupenda in cui Lucrezia racconta a Cesare di una pantomima che ha visto passando da Ferrara, poi riflette sulla loro infanzia. Una delicatezza commovente ;_;
    Aggiungo che Fo è un pittore bravissimo. Alla faccia, certi disegni.
     
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    Lucrezia come Franca ;_____________; Comunque ho capito è un gioellino...;___; Ma è una riflessione di Lucrezia ? Cioè oppure è lui che declama in terza persona le vicende ?
     
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  12. marie.
     
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    Terza persona!
     
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    Me lo faccio regalare per Pasqua ho deciso. Denkiu !
     
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    Due illustrazioni pubblicate dall'Huffington Post

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  15. marie.
     
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    «Fu così che Ferrara trasformò Lucrezia Borgia»

    Parola del Premio Nobel per la Letteratura Dario Fo: "Lucrezia Borgia sgualdrina d'alto rango, avvelenatrice, datrice di piacere per il potere? Sono arrivato alla conclusione che è stato tutto quanto inventato". [...]

    Da che cosa è stato folgorato: dalla donna fatale, dalla luce del rinascimento, dagli intrighi, dalla modernità di quella vita femminile da antagonista?
    "Io in verità sono rimasto indignato per come è stata rielaborata e trattata Lucrezia Borgia nel tempo, per come è stata interpretata la sua esistenza. Ad esempio moltissimi registi, anche bravi, abili e di gusto, hanno infilato questo personaggio nel solito ciarpame triviale della sessualità erotico-scandalistica".
    Lei ha ribaltato il pensiero comune. Infatti il suo romanzo fornisce più una restituzione che una ricostruzione storica.
    "Lucrezia ci è consegnata dagli stereotipi letterari e cinematografici come la donna che ti avvelena facilmente con una tazzina di caffè. Lucrezia che è amante in ogni momento. Lucrezia che addirittura collabora per assassinare i mariti o gli amanti.
    Alla fine la storia ci ha consegnato una Lucrezia che è una sgualdrina di alto rango. E basta. Ma non fu così".
    Attraverso un approfondimento storico, biografico?
    "Sì, ho subito capito dal linguaggio qual era invece l'intento intellettuale e politico di Lucrezia Borgia.
    Ho studiato i documenti, le lettere, ho compiuto ricerche. E sono arrivato alla conclusione che tutto quanto è stato inventato. Tutto era improntato a far emergere una donna di grande erotismo spietato che utilizzava il piacere per il potere. Ma lei era diversa".
    Ecco il puntuale e imprevedibile Dario Fo che prende la storia e la riordina con tutta la sua umanità. È vero?
    "Di fronte mi sono ritrovato una donna di grande erotismo, ma non spietato, non costruttrice di trappole. Lei è stata un'altra".
    Figlia di Papa, madre, moglie e donna di coraggio?
    "Sono un fanatico della storia del Quattro, del Cinque e del Seicento.
    Le mie conoscenze mi hanno permesso di confermare che lei, Lucrezia Borgia anche sposa di Alfonso I d'Este, fu una grande appassionata di arte, di musica, di architettura, cose che io non sapevo.
    È stata una donna che ha dimostrato coraggio, slancio straordinario e dignità altissima, che affronta la condizione in cui si trova, il suo tempo, e addirittura arriva allo scontro con suo padre Papa Alessandro VI".
    Generata da un pontefice, ma alla fine decisamente mistica.
    " Lasciò tutto. Si chiuse addirittura in un convento riuscendo a fuggire comunque dalla Chiesa corrotta per dedicarsi alla gente che aveva veramente un bisogno disperato.
    Lo fece non soltanto per una strategia d'immagine, per essere guardata ed ammirata dal mondo, ma con l'atteggiamento e la convinzione di chi studia la società che gli viene incontro in un determinato contesto economico e civile. Riuscì ad avere questa visione grazie allo studio: fu una donna colta che lesse testi, incontrò e discusse con grandi poeti, grandi scrittori, scienziati. Mi ha colpito il modo nel quale Lucrezia impostò la sua vita".
    L'Italia dei Borgia e degli Estensi e quella di oggi. Lucrezia e il mondo nostro. Quali attinenze e analogie trova?
    "Sono rimasto stupito dalla storia che mi sono trovato davanti. E se ti metti in una collocazione obiettiva rispetto a quello che è avvenuto scopri che ci sono riferimenti molto evidenti alla nostra vita.
    Quando studi, approfondisci, confronti, puoi renderti conto che nel passato ci sono forti riferimenti alla nostra vita corrente, contemporanea, quotidiana. Mi piace riprendere il vecchio paradosso di un mio professore che diceva che gli antichi ci copiano sempre.
    Mi spiego: visto quello che è successo sembra quasi che siano loro, i nostro predecessori, a prendere ispirazione da noi anziché noi contemporanei a replicare la storia".
    Non le piacerebbe portare questa testimonianza e presentare il romanzo e la sua riduzione teatrale a Ferrara? Cioè riportare l'autentica Lucrezia a casa sua?
    "Certo, l'ho già proposto. Ferrara è fondamentale.
    La metamorfosi, l'evoluzione di questa donna è avvenuta quasi completamente a Ferrara. Questa vostra città - e non so se tutti i suoi abitanti lo sanno - ha dimostrato di avere livelli altissimi di conoscenza sull'arte, l'invenzione, il teatro, la letteratura, la musica e la scienza. Straordinaria la sua università dove si sono formati i più rivoluzionari ricercatori e importanti scienziati di tutto il Quattro e il Cinquecento".
    Attende un invito nell'ultima patria della duchessa, cioè Ferrara?
    "Sì, io voglio venire lì e recitare. Inoltre, siccome ho dipinto tantissime cose, anche grandi sulla cultura di quel tempo, a Ferrara soprattutto, vorrei fare una mostra che è il l racconto grafico e pittorico della storia di Lucrezia".
    Stefano Scansani

    lanuovaferrara

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    DARIO FO: "LA MIA LUCREZIA E' PIU' MODERNA DI RENZI"

    dariofofermata


    [...] Fo ridisegna l'identità di un personaggio sempre visto in chiave negativa, recuperato qui in forma inedita, in una società che assomiglia fortemente alla nostra. Il romanzo è costruito come una recita teatrale, con i personaggi che entrano ed escono dalla scena, tratteggiando uno scenario in cui i Borgia appaiono di gran lunga migliori dei «regnanti» di oggi: "Almeno loro erano interessati a lasciare ai posteri qualcosa di straordinario, nelle arti e nelle imprese. Non avevano come unico obiettivo quello di conservare il potere" ha detto Fo a Cadoinpiedi.it. E non ha lesinato critiche al premier Matteo Renzi.

    DOMANDA: Come aveva già fatto con San Francesco, anche con Lucrezia Borgia ha ribaltato la versione ufficiale?
    RISPOSTA: Quando ho visto la serie tivù I Borgia, che per l'ennesima volta presentava Lucrezia come una poco di buono, persa tra relazioni incestuose, senza umanità e rispetto per nessuno, ho deciso di andare al di là della rappresentazione stereotipata di lei che siamo abituati a sentirci raccontare. E ho scoperto delle cose incredibili.

    D: Per esempio?
    R: La sua grande vicinanza ai più deboli. Nel Cinquecento, epoca in cui certamente temi come quello non erano una priorità, si era interessata a chi viveva nelle carceri, pretendendo che venissero condannati solo coloro che erano stati correttamente giudicati. E seguiva di persona le condizioni in cui erano costretti a vivere. Se non è attualità questa.

    D: Nel libro si racconta anche la sua iniziativa presso le banche. Potrebbe accadere oggi?
    R: Altro esempio di grande modernità. Ha fondato un istituto di credito presso cui i poveri potevano ricevere denaro senza strozzinaggio. E se avevano difficoltà a rimborsare il debito, potevano offrire in cambio il loro lavoro. Un microcredito ante litteram. Di cui però non si è mai parlato.

    D: Un bel cambiamento, per l'epoca. Cosa pensa di chi dice che Renzi cambierà tutte le regole del gioco?
    R: Penso che la mia Lucrezia fosse molto più rivoluzionaria di lui. Come si fa a considerare nuovo un personaggio che la prima cosa che fa è cercare un accordo con il vecchio? (Berlusconi, ndr).

    D: Lucrezia ha pagato un prezzo così alto per via del nome che portava? Anche questo è attuale non crede?
    R: Oggi come ieri, ci sono situazioni in cui si decide di demolire, scientificamente, il potere, attaccandolo con la calunnia e lo sputtanamento. Papa Alessandro VI, che lei credette per tanto tempo fosse lo zio, era suo padre, una figura corrotta, mentre il fratello era il feroce condottiero Cesare Borgia. Due figure scomode, di cui lei ha pagato lo scotto. E oggi, specie le donne, subiscono spesso lo stesso trattamento: calunniate, insultate, censurate nelle loro buone azioni. Sia che stiano in prima linea, sia che stiano accanto a uomini potenti.

    D: Pensa a qualcuno in particolare?
    R: Gianroberto Casaleggio ha addirittura scritto un libro sugli attacchi che sono stati mossi a lui e alla sua famiglia; calunnie e accuse inventate di sana pianta, per minare la sua posizione. E lo stesso è successo a Beppe Grillo.

    D: Leggendo il romanzo è inevitabile pensare a Franca Rame e alle sue battaglie. E' un omaggio a lei?
    R: Non ho iniziato a scrivere, né ho scelto il tema pensando a lei. Ma pagina dopo pagina mi sono accorto che mi era accanto. Emergeva da ogni pagina, con quella sua discrezione e pudore con cui ha combattuto tante battaglie al fianco dei più deboli. Di alcune, persino io, sono venuto a conoscenza tempo dopo.

    D: C'è anche molta solitudine, in questa sua Lucrezia.
    R: Una donna potente è inevitabilmente sola. Nata in una famiglia di cui ha sentito tutto il peso, tra continui abbandoni e l'illusione di poter essere amata, ancora bambina ha scoperto che l'amatissimo zio era in realtà suo padre. È stata costretta a sposarsi senza amore e una volta trovato l'amore vero, i sicari del fratello gliel'hanno ammazzato. Ha dovuto anche abbandonare il figlio piccolo. E nonostante questo, ha conservato una dignità, un coraggio, una disperazione che fanno di lei un'eroina tragica. Ma soprattutto, una donna unica. Come era Franca.

    di Valeria Volponi

    cadoinpiedi

    Edited by ‚dafne - 13/4/2014, 11:36
     
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