Scoperto il ritratto fatto di Isabella d’Este fatto da Leonardo (?)

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  1. ‚dafne
     
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    Anche Montanari (che è il mio faro) smentisce Sette:

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    Leonardo? Macché, una crosta. Il Corriere spaccia per autentica una (brutta) copia

    Scivolone di "Sette", settimanale del primo quotidiano italiano. Ennesimo esempio di come in Italia, quando si parla di arte, la verifica delle fonti sia un optional. Lo studioso che certifica l'autenticità dell'opera è già incorso in simili abbagli


    “Leonardo, il capolavoro ritrovato”, “Un mistero durato 500 anni”, “Potrebbe cambiare un pezzo significativo della storia dell’arte”: sulla copertina di Sette e sul Corriere della Sera di ieri è ricomparso, come per incanto, tutto l’armamentario retorico del “grande scoop” artistico che ciclicamente affligge i giornali italiani. E, come nel 99% dei casi, anche questa volta lo si è estratto dalla naftalina senza ragione: perché si tratta dell’ennesima bufala inflitta alla memoria del povero Leonardo da Vinci, un artista così maltrattato che se esistesse il telefono azzurro dei grandi maestri gli converrebbe chiedere la linea diretta.

    Stavolta si tratta di un quadro che raffigura Santa Caterina d’Alessandria, e che riprende testualmente un’invenzione (questa sì) leonardesca, attestata in un celebre disegno del Louvre in cui il Vinci ritrasse Isabella d’Este. Un documento storico di un certo interesse, dunque: che però Carlo Pedretti (decano dei leonardisti) attribuisce nel volto allo stesso Leonardo, e nel resto a un allievo (il “Salai o il Melzi”, scrive nell’expertise pubblicato integralmente da Sette). Ma basta guardare anche solo la fotografia per capire che siamo di fronte a una (brutta) copia. Certo, a meno che sotto quel che si vede non si nasconda tutta un’altra stesura pittorica. Ma allora tanto varrebbe pubblicare la foto di una tenda, e scrivere: “Fidatevi, dietro c’è un Leonardo”.

    Ma stiamo a quel che si vede. Chi di voi se la vorrebbe mettere in casa, una simile crosta? E questo è il punto: la storia dell’arte non è una disciplina tanto arbitraria ed esoterica da ribaltare la realtà e il senso comune fino a poter stabilire che un quadro che appare francamente brutto a chiunque abbia occhi sia invece nientemeno che un capolavoro di Leonardo! Se la si racconta così, il risultato inevitabile è che il pubblico si senta preso in giro, allontanandosi. Ed è uno spreco assurdo: perché se è vero che il culto di massa di Leonardo è anche il frutto di un martellante conformismo mediatico, è anche vero che la gente fa la fila perché quei quadri sono capaci di comunicare la loro straordinaria bellezza anche a chi non sa nulla di storia dell’arte. Dopo che l’Ansa pubblicò con straordinario clamore i cento disegni “di Caravaggio” (che nessuno oggi ricorda più, anche se è passato solo un anno), scrissi su queste pagine: “La prossima volta che qualcuno si presenterà con cento terrecotte di Leonardo o cinquanta marmi di Michelangelo verrà dunque sottoposto a una qualche verifica? Tutto lascia credere di no: per la prossima bufala storico-artistica è solo questione di giorni”.

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14 replies since 4/10/2013, 22:36   735 views
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