Scoperto il ritratto fatto di Isabella d’Este fatto da Leonardo (?)

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    CITAZIONE

    Scientific tests suggest that the oil portrait is indeed the work of da Vinci, according to Carlo Pedretti, a professor emeritus of art history and an expert in Leonardo studies at the University of California, Los Angeles.

    “There are no doubts that the portrait is the work of Leonardo,” Prof Pedretti, a recognised expert in authenticating disputed works by Da Vinci, told Corriere della Sera newspaper.

    “I can immediately recognise Da Vinci’s handiwork, particularly in the woman’s face.”


    Tests have shown that the type of pigment in the portrait was the same as that used by Leonardo and that the primer used to treat the canvas on which it was painted corresponds to that employed by the Renaissance genius.

    Carbon dating, conducted by a mass spectrometry laboratory at the University of Arizona, has shown that there is a 95 per cent probability that the portrait was painted between 1460 and 1650.

    But there needs to be further analysis to determine whether certain elements of the portrait — notably a golden tiara on the noblewoman’s head and a palm leaf held in her hand like a sceptre — were the work of Leonardo or one of his pupils, Prof Pedretti said.

    A likely contender would be Gian Giacomo Caprotti, nicknamed Salai, who began working with Leonardo as a child and is believed to have become his lover. [...]

    The newly discovered portrait, which measures 24in by 18in, does bear a striking similarity to the Leonardo sketch held by the Louvre — the woman’s posture, her hairstyle and her dress are almost identical, while her enigmatic smile recalls that of the Mona Lisa.

    Martin Kemp, professor emeritus of the history of art at Trinity College, Oxford, and one of the world’s foremost experts on da Vinci, said if the find was authenticated it would be worth “tens of millions of pounds” because there are only 15 to 20 genuine da Vinci works in the world.

    But he raised doubts about whether the painting was really the work of Leonardo.

    The portrait found in Switzerland is painted on canvas, whereas Leonardo favoured wooden boards.

    “Canvas was not used by Leonardo or anyone in his production line,” Prof Kemp told The Daily Telegraph. “Although with Leonardo, the one thing I have learnt is never to be surprised.”

    There are further doubts – Leonardo gave away his original sketch to the marquesa, so he would not have been able to refer to it later in order to paint a full oil version.

    “You can’t rule out the possibility but it seems unlikely,” Prof Kemp said.

    It was more likely to have been produced by one of the many artists operating in northern Italy who copied Leonardo’s works.

    telegraph

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    CITAZIONE
    È lì, rinchiusa in un caveau svizzero, con una corona in testa e una palma impugnata come uno scettro, dettagli quasi certamente aggiunti dagli allievi «più affezionati» (Salaì e Melzi) che il maestro portò con sé a Roma nel 1514. Isabella d’Este, addobbata come fosse santa Caterina d’Alessandria, aspetta di entrare, per la prima volta da quando la dipinse Leonardo, in un museo.

    La sua storia - ricostruita in esclusiva da «Sette» - ha gli ingredienti di un thriller. Con buone probabilità di approdare a un epilogo positivo. Era cominciata con un cartone preparatorio (conservato al Louvre) abbozzato da Leonardo nel 1499 durante un soggiorno a Mantova, ospite dei Gonzaga; negli anni successivi, più volte la marchesa inviò lettere e ambasciatori implorando che lo schizzo venisse trasformato «de colore», ma nulla di più, salvo l’«avvistamento», nel 1517, del ritratto di una signora lombarda nel castello di Blois. Poi, un silenzio «assordante» che ha prodotto fiumi d’inchiostro e la conclusione, di sconsolati studiosi, che forse il quadro non era mai stato realizzato o che Isabella non foss’altro che la Gioconda: Mona Lisa, ovvero Mona l’Isa (bella). Tre anni e mezzo fa, infine, il ritratto è riemerso dall’eredità di una famiglia che vive, dagli inizi del Novecento, tra il Centro Italia e la Svizzera, a Turgi, nel cantone Argovia. [...]
    In questi tre anni e mezzo, oltre ai documenti che riportiamo su «Sette», sono stati fatti altri accertamenti scientifici. Il primo, realizzato grazie a tre prelievi dall’opera, ha dimostrato che i pigmenti sono esattamente quelli utilizzati da Leonardo; il secondo, che l’imprimitura della tela è preparata secondo la ricetta scritta da Leonardo nel suo Trattato; infine, la cosa più stupefacente: la fluorescenza ha fatto riapparire, davanti alla mano, il libro, simbolo di Isabella protettrice di Lettere e Arti, presente nel cartone del Louvre. Ora si apre il dibattito sull’autenticità del dipinto. Se, come tutte le ricerche sembrano attestare, il ritratto è stato realizzato da Leonardo e poi ultimato dai suoi allievi, potrebbe cambiare un pezzo significativo della Storia dell’Arte.

    tutto sul corriere.it

    Edited by ‚dafne - 5/10/2013, 00:24
     
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  2. marie.
     
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    Vittorio Sgarbi pensa che non sia un Leonardo:

    CITAZIONE
    Il Leonardo ritrovato? È un'autentica crosta

    Un modesto omaggio al maestro scambiato per un capolavoro perduto Ed è solo l'ultimo caso di attribuzione a effetto ma del tutto implausibile


    Ed eccoci all'ultima scoperta, resa nota nelle «cronache» del Corriere, e rinforzata con un convintissimo e doviziosissimo articolo esclusivo su Sette che annuncia: «Ritrovato dopo 500 anni il meraviglioso ritratto che Leonardo da Vinci fece a Isabella d'Este». Peccato che non ci sia il quadro, o meglio, ci sia la solita patacca, triste, sconfortante, inadeguata, senza neppure la parvenza dell'autografo, a danno di Leonardo e di quanti sarebbero felici di vedere almeno un'opera problematica come è stata, con minor clamore, quella Bella principessa pubblicata anche su Sette, proposta da Martin Kemp con un bel catalogo Allemandi e raccontata dal proprietario, il collezionista Peter Silverman, in un libro pubblicato da Piemme. Basta accostare l'immagine elegante e sofisticata di quest'ultima con quella goffa e bambagiosa, senza volume, senza chiaroscuro, presentata dal Corriere.

    Corriere questa volta ingannato da un'esposizione in prima persona, con tanto di lettera e perizia di Pedretti, non ritenendo, anche per l'esperienza dell'autorevole studioso, di doversi consultare con altri, magari più sensibili ai valori pittorici e meno a misteri ed enigmi da risolvere: penso a Mina Gregori, ad Antonio Paolucci, a Carlo Bertelli, a Nicola Spinosa, a Pietro Marani, a Luisa Cogliati Arano. Pedretti è un formidabile studioso di carte, documenti, teorie, ma rispetto ai dipinti è un gatto nero cieco in una notte senza luna. Dottor Jekyll e Mister Hyde. Vede ciò che non c'è, ciò che pensa debba essere di Leonardo. Insieme alla condizione permanente di mistero che circonda l'artista, c'è anche la confusione delle fonti, che nasconde spesso interessi e illusioni mercantili. Pedretti insegue la scienza, i collezionisti il tesoro. Due percorsi diversi uniti dal tema del giallo, della scoperta.

    Speculazione materiale che si confonde con speculazione intellettuale. Lo stesso intreccio di interessi intellettuali ed economici si è verificato nel Crocefisso attribuito a Michelangelo, improvvidamente acquistato dallo Stato per 3,2 milioni di euro. Peccato che il Crocefisso non fosse suo. Ai grandi nomi si aggiunge anche quello del Caravaggio, suprema sòla.

    Nel caso del Leonardo in esame è instabile anche la proprietà ed è incerta e indefinita l'ubicazione. Non si capisce se per difendere la riservatezza, per timore di furti, per paura delle tasse, o per volontà di confondere le acque. Il dipinto infatti non è stato recuperato nei depositi di un museo e meglio studiato dopo un restauro, ma in una misteriosa e anonima «collezione privata di una famiglia italiana che vive tra il centro Italia e la svizzera tedesca (la cittadina di riferimento sarebbe Turci nel cantone di Argovia)», per non dire che la provenienza è Porta Portese, e la sede di esportazione abusiva (svizzera tedesca) è in un luogo che sfugge alla vincolante normativa italiana, benché si tratti di una crosta di nessun valore, naturalmente ritenuta preziosissima dai proprietari.

    In sintesi si tratta di una modesta e tarda copia (neppure di Salaì o Melzi) del Ritratto di Isabella d'Este conservato al Louvre, mirabile disegno eseguito a carboncino e a pastello giallo, delle stesse identiche dimensioni. Certamente un omaggio a Leonardo. A insospettire, oltre la coincidenza perfetta delle misure, devono essere, al confronto con l'originale, la debolezza del disegno, la totale assenza del volume dei capelli, il traballante travestimento in Santa Caterina. Una modesta testimonianza di devozione a Leonardo di cui Leonardo avrebbe sorriso.

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    Anche Montanari (che è il mio faro) smentisce Sette:

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    Leonardo? Macché, una crosta. Il Corriere spaccia per autentica una (brutta) copia

    Scivolone di "Sette", settimanale del primo quotidiano italiano. Ennesimo esempio di come in Italia, quando si parla di arte, la verifica delle fonti sia un optional. Lo studioso che certifica l'autenticità dell'opera è già incorso in simili abbagli


    “Leonardo, il capolavoro ritrovato”, “Un mistero durato 500 anni”, “Potrebbe cambiare un pezzo significativo della storia dell’arte”: sulla copertina di Sette e sul Corriere della Sera di ieri è ricomparso, come per incanto, tutto l’armamentario retorico del “grande scoop” artistico che ciclicamente affligge i giornali italiani. E, come nel 99% dei casi, anche questa volta lo si è estratto dalla naftalina senza ragione: perché si tratta dell’ennesima bufala inflitta alla memoria del povero Leonardo da Vinci, un artista così maltrattato che se esistesse il telefono azzurro dei grandi maestri gli converrebbe chiedere la linea diretta.

    Stavolta si tratta di un quadro che raffigura Santa Caterina d’Alessandria, e che riprende testualmente un’invenzione (questa sì) leonardesca, attestata in un celebre disegno del Louvre in cui il Vinci ritrasse Isabella d’Este. Un documento storico di un certo interesse, dunque: che però Carlo Pedretti (decano dei leonardisti) attribuisce nel volto allo stesso Leonardo, e nel resto a un allievo (il “Salai o il Melzi”, scrive nell’expertise pubblicato integralmente da Sette). Ma basta guardare anche solo la fotografia per capire che siamo di fronte a una (brutta) copia. Certo, a meno che sotto quel che si vede non si nasconda tutta un’altra stesura pittorica. Ma allora tanto varrebbe pubblicare la foto di una tenda, e scrivere: “Fidatevi, dietro c’è un Leonardo”.

    Ma stiamo a quel che si vede. Chi di voi se la vorrebbe mettere in casa, una simile crosta? E questo è il punto: la storia dell’arte non è una disciplina tanto arbitraria ed esoterica da ribaltare la realtà e il senso comune fino a poter stabilire che un quadro che appare francamente brutto a chiunque abbia occhi sia invece nientemeno che un capolavoro di Leonardo! Se la si racconta così, il risultato inevitabile è che il pubblico si senta preso in giro, allontanandosi. Ed è uno spreco assurdo: perché se è vero che il culto di massa di Leonardo è anche il frutto di un martellante conformismo mediatico, è anche vero che la gente fa la fila perché quei quadri sono capaci di comunicare la loro straordinaria bellezza anche a chi non sa nulla di storia dell’arte. Dopo che l’Ansa pubblicò con straordinario clamore i cento disegni “di Caravaggio” (che nessuno oggi ricorda più, anche se è passato solo un anno), scrissi su queste pagine: “La prossima volta che qualcuno si presenterà con cento terrecotte di Leonardo o cinquanta marmi di Michelangelo verrà dunque sottoposto a una qualche verifica? Tutto lascia credere di no: per la prossima bufala storico-artistica è solo questione di giorni”.

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    Allora devo leggere tutto, perché adesso sto andando un attimo di corsa e non ho tempo, però anche su Bianca Sforza hanno tirato fuori trentamila critiche ....Spesso i grandi professoroni ci mettono parecchio ad ammettere che si sono sbagliati nelle loro convinzioni ..
     
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  5. marie.
     
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    Sono combattuta perché se da una parte trovo alcuni suoi aspetti piuttosto tamarri dall'altra vorrei tanto che fosse davvero il ritratto di Leonardo!
    E comunque è vero che la datazione non dice per forza che è suo, ma nemmeno lo smentisce. Più che altro mi chiedo come possa averlo fatto senza il carboncino che lasciò a Isabella... Che ne avesse anche uno per sè?

    Qui c'è qualche dettaglio convincente in più:
    CITAZIONE
    LE INDAGINI condotte dal professor A.J. Timothy Jull dell’Università dell’Arizona hanno accertato che il dipinto è stato realizzato in un periodo compreso tra il 1460 e il 1650, con un picco di probabilità intorno al 1500 e dunque in un periodo nel quale fu intenso lo scambio epistolare tra il maestro di Vinci e Isabella. La «prima donna del mondo», come dicevano all’epoca, insiste: «Quando ne fusti in questa terra, et che ne ritrasti di carbono – scrive nel 1504 ricordando il passaggio di Leonardo a Mantova 5 anni prima – ne promettesti farmi in ogni modo una volta di colore …». Ma di questo “colore” non c’è traccia.

    MA DA DOVE spunta allora questo ritratto? Secondo Sgarbi viene da Porta Portese, il popolare mercatino romano del bric-à-brac. Per Carlo Pedretti invece l’opera «potrebbe risalire a un periodo più tardo dell’attività di Leonardo e dei suoi due allievi più affezionati (il Salai e il più giovane Melzi) che nel 1514 lo seguirono a Roma, in Vaticano, ospiti di Giuliano de’ Medici, fratello del papa». Anche Isabella d’Este era allora ospite in Vaticano: «di qui – afferma ancora Pedretti in una sua lettera ai proprietari del dipinto – l’origine di questo eccezionale dipinto, nel quale non esito a riconoscere l’intervento di Leonardo particolarmente nella parte del volto, mentre il resto sarebbe stato portato avanti da Salai o dal Melzi».

    Quotidiano

    E qui parla anche Mina Gregori che c'ha preso con Silverman:
    CITAZIONE
    Le attribuzioni e il giudizio critico su un'opera d'arte sono atti complessi, controversi e destinati a rimanere spesso problematici. Per questo, altri studiosi sono d'accordo nel mantenere una linea di prudenza. Secondo Mina Gregori e Alessandro Vezzosi «è impossibile esprimere un giudizio su un dipinto così importante da una fotografia, giudicare da un'immagine non è scientificamente corretto. Tra l'altro, spesso si commettono errori perché un'attribuzione può basarsi su ciò che non si vede».

    I professori Carlo Falciani e Pietro Marani sospendono il giudizio: «Vedendo l'immagine pubblicata non la attribuirei a Leonardo, ma esprimere un'opinione senza aver potuto vedere dal vivo il dipinto è impossibile». Ad aver avuto questo privilegio rimangono, per ora, Carlo Pedretti ed Ernesto Solari. Secondo il loro parere «si tratta di un'opera autentica per quanto attiene al volto, alla luminosità e alla morbidezza dei lineamenti e anche nel particolare dell'occhio, il resto è opera di allievi e di successivi rimaneggiamenti che l'hanno trasformata in una modesta Santa Caterina d'Alessandria».

    orianomattei
     
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    La Mina è un'istituzione ! Però non vorrei dire ma....

    CITAZIONE
    «si tratta di un'opera autentica per quanto attiene al volto, alla luminosità e alla morbidezza dei lineamenti e anche nel particolare dell'occhio, il resto è opera di allievi e di successivi rimaneggiamenti che l'hanno trasformata in una modesta Santa Caterina d'Alessandria».

    Alla fine quello in sostanza se non ho capito male è solo il disegno originale di Leonardo, il resto purtroppo è stato "rimaneggiato", quello che mi chiedo è non possono fare una prova come quella che hanno fatto per La battaglia di Anghiari a Firenze ?
     
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  7. marie.
     
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    Ma forse l'hanno fatto perché si parla di un resoconto di trecento pagine, io ora voglio solo che Mina Gregori lo veda di persona ù___ù
     
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    Non ho capito cosa sia successo esattamente:

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    Police nab Leonardo da Vinci painting in Switzerland before being sold


    Rome: Police have seized a portrait attributed to Renaissance master Leonardo da Vinci from the vault of a Swiss bank during an investigation into tax crime and insurance fraud, an Italian court said on Tuesday.

    Negotiations to sell the oil painting of a fifteenth-century noblewoman, Isabella D'Este, for around 120 million euros ($174 million) were at an advanced stage, the prosecutor's office in Pesaro, Italy, said in a statement.

    Police were first alerted to the existence of a possible da Vinci after a southern Italian lawyer was found in 2013 with a warrant to sell it for no less than 95 million euros. But the initial investigation failed to find the painting.

    A separate investigation into tax crimes and insurance fraud uncovered evidence that eventually led police to the picture, which they seized on Monday in Lugano, near the Swiss-Italian border.

    Investigators did not say who owned the painting or how many people were under investigation for conspiracy to traffic art illegally and to commit insurance fraud. Nor would they say whether anyone had been arrested. They did say some of the people involved were suspected of both crimes.

    The painting was attributed to da Vinci partly on the basis of tests under fluorescent light. More tests will be carried out when it returns to Italy.

    If they prove he was the artist, the painting will join the list of his works to have had a brush with the law. Those include the Mona Lisa, which was stolen from the Louvre in 1911.

    The find is the latest in a series of Italian art seizures. Police seized thousands of artefacts and a house that had been turned into a private museum last week, and raids in Basel, Switzerland, led to the breaking up of an art trafficking ring in January.

    x
    CITAZIONE
    Il dipinto di Leonardo sequestrato in Svizzera


    È stato recuperato nel caveau di una banca svizzera un dipinto attribuito a Leonardo da Vinci, il ritratto di Isabella d’Este, che stava per essere venduto per 120 milioni di euro. Si trovava a Lugano ed è stato rintracciato al termine di lunghe indagini scattate dopo il ritrovamento di un biglietto, che affidava l’incarico di vendere l’opera a un intermediario. Il biglietto indicava anche la cifra: non meno di 95 milioni. I carabinieri del patrimonio artistico di Ancona sono riusciti a risalire fino all’istituto bancario e la procura di Pesaro ha disposto una rogatoria. Ora la preziosa opera sarà sottoposta ad alcune perizie. per verificarne l’autenticità.
     
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    A me non pare per niente molto leonardesco. Non ha assolutamente nulla di quello che "conosciamo" di Leonardo , è anche vero che non è detto che non debba esserlo perché non bello come la Ferroniere o la dama. Oltretutto quella coroncina mi stona tantissimo, nel senso Isabella D'Este con la coroncina.. ?? Nel disegno preparatorio del ritratto si vede una specie di nastro attorno ai capelli che doveva far parte dell'acconciatura credo , quindi che poi l'abbia tramutato in corona mi pare assurdo, anche perché non era proprio nei canoni dell'epoca. Le analisi dicono che ci sta come tipo di pittura e questo si per l'amor di Dio , ma potrebbe pure benissimo essere qualcuno della scuola di Leonardo o qualcuno che ha solcato il preparatorio e ha fatto delle giunte . Che poi io non sono nessuno, ma anche il ramoscello che tiene in mano Isabella sarebbe un aggiunta del preparatorio e ci sta, ma se vedete il ramo e il drappeggio e guardate non so la Madonna delle Rocce oppure La Madonna, S, Anna, Gesù e Giovannino ci si accorge della totale mancanza di precisione nel dettaglio e mi pare strano visto che Leonardo applicava una ferrea regola dei dettagli proprio perchè erano specchio del reale. Quindi per me rimane un grande BOH , non escludo però che possa essere di un allievo di Da Vinci.
     
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    Sono d'accordo in linea di massima, è troppo pacchiano per essere un Leonardo, se Leonardo c'è deve essere al di sotto di molte aggiunte e maneggiamenti (un tentativo di restauro?)

    Qualcuno lo porti a Mina Gregori XD
     
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    Leonardo c'è deve essere al di sotto di molte aggiunte e maneggiamenti (un tentativo di restauro?)

    Ci avevo pensato per via dei colori che appaiono davvero troppo brillanti però in questo caso il restauro sembra stato fatto pure male, cmq la Gregori non si è espressa neanche per il Caravaggo flop d Christie's che alla fine è pure di sua competenza, quindi non so quanto darà una sua opinione in merito a questa.Che poi mi pare che tutto sto macello dell'attribuzione sia stata fatta dai giornalisti e dalle forze dell'ordine perché nessuno storico credo lo abbia mai esaminato da vicino e alla fine non possono neanche dar credito all'ex proprietario che affermava di avere un Leonardo, in fondo magari il vero Leonardo se l'è portato nella tomba e a noi a lasciato la brutta copia cosi tanto per prenderci i giro XD
     
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    Condannata la proprietaria del ritratto di Isabella d'Este


    Un anno e due mesi di reclusione a Bibi Cecchini per esportazione illegale di opera d'arte - Il quadro è sotto sequestro a Lugano


    PESARO - La sentenza è arrivata stasera. Bibi Cecchini, la proprietaria pesarese del dipinto raffigurante Isabella D'Este attribuito a Leonardo, è stata condannata dal tribunale di Pesaro a un anno e 2 mesi di reclusione per esportazione illegale di opera d'arte con più di 50 anni. Ma i giudici non hanno riconosciuto l'associazione a delinquere chiesta dall'accusa e dunque si potrebbe arrivare entro pochi mesi alla prescrizione del reato. [...] Ma le autorità elvetiche hanno ripetutamente affermato che il quadro verrà restituito all'Italia quando la sentenza di condanna a carico della proprietaria del dipinto sarà passata in giudicato.

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    Gesù che polverone. Cioè hanno fatto bene ad applicare la legge, però mi pare che si stia facendo un grande macello su di un opera che non si sa neanche al 100% cosa sia. Che poi non ho seguito la vicenda quindi non so se poi il ritratto è stato attribuito sicuramente a Leonardo.
     
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    Non mi pare si sia detta l'ultima parola e tra l'altro non sembra facciano ulteriori test finché non torna dalla Svizzera, che dramma infinito. xD
     
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    Nuova e forse definitiva sconfitta giudiziaria per la proprietaria del dipinto olio su tela raffigurante il "Ritratto di Isabella d'Este" attribuito a Leonardo da Vinci e sequestrato nel febbraio 2015 a Lugano va consegnato alla giustizia italiana. Il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ha respinto un ricorso della proprietaria, che si è ora rivolta al Tribunale federale di Losanna. In una sentenza pubblicata oggi, la Corte dei reclami penali del TPF giudica che nessun motivo giuridico si opponga a una restituzione dell'opera alle autorità italiane. La sua proprietaria, Emidia Cecchini, ha sempre sostenuto che il dipinto, un olio su tela di 61 per 46,5 centimetri, presunto ritratto di Isabella d'Este, marchesa di Mantova (1474-1539), proviene da una eredità di famiglia e si trova in Svizzera dal 1913. Questa versione dei fatti non ha convinto la giustizia italiana (il caso è arrivato fino alla Corte di Cassazione), che ha condannato la donna a 14 mesi di carcere per esportazione illegale di opere d'arte. La vertenza è ora pendente davanti al Tribunale federale. Nelle questioni di assistenza giudiziaria, la suprema corte di Losanna interviene soltanto quando il caso è ritenuto molto importante o se pone un problema di fondo che deve essere risolto a breve termine. Il "Ritratto di Isabella d'Este" è oggetto di contesa non soltanto davanti ai tribunali.

    Comunicato stampa di "Sportello dei diritti".
     
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14 replies since 4/10/2013, 22:36   731 views
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