TBI INCONTRA // Luca Filippi, autore de "Il labirinto occulto"

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  1. marie.
     
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    TBI incontra:


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    Abbiamo "incontrato" Luca Filippi, autore tra gli altri dei noir a tema (anche) borgiano "L'arcano della papessa" e "Sangue Giudeo". Luca, che è gentilissimo, ha accettato di farsi fare qualche domandina dal TBI. Eccole qua.

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    Ho letto in una tua intervista che di solito sono i personaggi a "sceglierti", a venirti incontro. Cosa è successo esattamente nel caso di Tiberio e dei personaggi protagonisti de "I diavoli della Zisa"?
    Nel caso de “L’arcano della papessa” è nata prima la trama, poi il protagonista. Man mano che definivo i diversi passaggi della vicenda si veniva delineando anche il personaggio: doveva essere medico, perché mi piace parlare di cose che conosco, e provenire dalla Tuscia, perché è la terra delle mie origini.
    Per quanto riguarda “I diavoli della Zisa”, invece, i protagonisti sono nati dalla lettura di un articolo scientifico sulla ricostruzione della morte violenta di Pietro II d’Aragona. Come è descritto nel racconto, accanto alla salma del re è stato rinvenuto un cadavere misterioso. Ho iniziato a lavorare di fantasia e a immaginare i protagonisti di questa intricata vicenda…

    Il Rinascimento, come il Medioevo, è un setting molto usato per noir e thriller. Cos'è a tuo parere, in queste due epoche, che si presta tanto al genere?
    I secoli bui del Medioevo, con il loro miscuglio di superstizione e magia, si prestano molto bene ad ambientazioni noir. Basti pensare a “Il nome della Rosa”, in cui la trama gialla rappresenta anche un pretesto per parlare d’inquisizione, di tesi pauperistiche e del conflitto tra Papato e Impero.
    Il Rinascimento, forse, attira lo scrittore per ragioni opposte: è l’epoca della rinascita. Il mondo emerge dall’oscurità e le città italiane, prime fra tutte Milano, Roma e Firenze rappresentano i fari verso cui tutta l’Europa guarda con ammirazione.
    Come non esserne orgogliosi?


    "L'arcano della Papessa" è stato pubblicato nel 2009, quando i Borgia non erano ancora argomento prediletto degli editori: è stata la Tuscia, di cui se ho ben capito sei originario, a "spingerti" nella direzione dei Borgia e soprattutto dei Farnese?

    La Tuscia, che frequento da quando sono bambino, è ricchissima delle testimonianze della precedente dominazione della gens farnesiana. Il palazzo di Caprarola, la rocca ottagonale sul lago di Bolsena… il giglio farnesiano domina quasi ovunque nel viterbese.
    Durante un visita nella città di Vasanello, anticamente nota come Bassanello, mi sono seduto a mangiare ai piedi della rocca Orsini. E’ stata la dimora di Adriana de Mila, cugina di papa Alessandro VI, e poi di Giulia Farnese, la Bella, la Sponsa Christi, la scandalosa amante di Rodrigo. Ho immaginato una storia che parlasse di lei, del castello, della damnatio memoriae che si è abbattuta su Giulia di cui, come è noto, non ci è pervenuto neanche un ritratto di certa attribuzione.


    C'è un libro che ti ha ispirato con "L'arcano della Papessa"? Personalmente l'ho trovato simile (nelle premesse) a "La pista delle volpi" di Pittorru.

    Un libro che mi ha ispirato è stato “Requiem per il giovane Borgia” di Elena e Michela Martignoni. L’ho comprato prima di partire per un viaggio in aereo e l’ho letteralmente divorato. Allora non avrei certo potuto immaginare che, alcuni anni dopo, sarebbe nata una grande amicizia tra me e le Autrici. La letteratura sui Borgia è molto vasta, non sempre altrettanto accurata dal punto di vista della ricostruzione storica. Conosco “La pista della volpi” di Pittorru, ma confesso di non aver ancora letto il romanzo: una lacuna che colmerò al più presto. E’ straordinario come i libri possano “parlarsi” anche al di là della volontà degli autori.

    In "Sangue giudeo" Caterina Sforza posa per (non rovino la sorpresa a chi non l'ha letto) un celeberrimo dipinto. Hai sempre pensato che il potesse trattarsi di lei o è solo un'idea che ti stuzzica?

    L’identificazione di Caterina Sforza con la donna del celebre ritratto è stata proposta da una storica dell’arte: Magdalena Soest. Mi sono imbattuto in questa affascinante tesi quasi per caso, mentre svolgevo le ricerche per la preparazione del romanzo. L’ho trovata molto suggestiva e ho immaginato di introdurla nell’epilogo di “Sangue giudeo”.

    Cosa puoi anticiparci de "Il labirinto occulto"?

    “Il labirinto occulto” uscirà per i tipi della Leone il prossimo 8 Maggio. Si tratta di un thriller storico ambientato lungo le coste dell’Istria e a Venezia. Il romanzo, pur avendo come protagonista Tiberio di Castro, presenta alcuni elementi di stacco rispetto ai precedenti lavori.
    I Borgia sono solo sullo sfondo, questa volta. Lo speziale è in esilio nella contea di Gorizia e si trova coinvolto in un intrigo che lo porterà sulle tracce di un’antichissima civiltà. E’ il romanzo che mi è costato maggiore impegno in termini di ricerca storica. Il lettore si imbatterà in alcuni personaggi realmente esistiti, alcuni dei quali abbastanza inediti: Anna di Bretagna, Giuliano Della Rovere, Andrea di Liechtenstein e il misterioso Lovro d’Ilok, duca di Belgrado, principe titolare di Slavonia.


    Avevi già intenzione di continuare a scrivere di Tiberio o ti è stato suggerito dalla Leone?

    Inizialmente avevo pensato che il personaggio di Tiberio dovesse essere limitato a “L’arcano della papessa”. Poi, quando ho cominciato a scrivere “Sangue giudeo”, consultandomi con un editor della Leone, abbiamo deciso di trasformare Tiberio in personaggio seriale.

    Sempre in altre tue interviste ho letto che ti riprometti spesso di non scrivere più romanzi a sfondo storico, ma poi finisci per continuare a farlo. Potrebbe riaccadere?

    Riaccadrà di certo. Con il romanzo storico ho un rapporto ellittico: mi avvicino per un lungo periodo per poi prenderne le distanze. Perché io abbia questa attitudine a scrivere di tempi lontani, lo ignoro. Forse è un modo di nascondermi dietro alla Storia, di non parlare troppo direttamente di me. Oppure è un modo di viaggiare, indietro nel tempo.

    Generalmente è difficile che un medico, o in generale una persona che lavori a contatto con le scienze, sia interessata alla storia o alle lettere - così come chi studia discipline umanistiche difficilmente capisce di scienza. Tu hai dichiarato di essere riuscito a far conciliare queste due passioni attraverso la carriera di scrittore. Prima dell'intervento 'pacificatore' della scrittura, come hanno convissuto queste tue due anime?

    Scrivevo racconti ai tempi del liceo, propinando i miei scritti ad amici e parenti. Ho smesso proprio all’inizio dell’Università e per molti anni non ho scritto niente, quantomeno niente che fosse attinente alla narrativa. Dopo oltre dieci anni, in cui tuttavia non ho mai smesso di leggere, ho iniziato di nuovo a mettere i miei pensieri nero su bianco. Un piccolo racconto, “Il marchio della strega”, apparso prima sul portale Scheletri.com e poi in una raccolta antologica, ha sancito il mio “ritorno” alla narrativa nel 2008. Da allora, pur con alcune lunghe pause, non ho più smesso.

    Ho letto che per i tuoi romanzi Internet e google books hanno avuto un ruolo fondamentale a livello documentativo: in effetti molti testi di Storia sono di difficile reperibilità o molto costosi; altri più economici, per contro, non sono molto validi. Su personaggi come i Farnese e Caterina Sforza, poi, lo scarseggiare di materiale è piuttosto curioso considerando che vengono molto studiati all'estero. Trovi che l'editoria stia peccando in questo senso, in un Paese dal patrimonio storico-culturale come il nostro?

    Trovo che tutto il Paese stia peccando in questo senso. Il patrimonio storico-culturale è il nostro petrolio. E invece quanti laureati in Storia dell’Arte trovano un’occupazione adeguata ai loro studi? Quanti monumenti sono abbandonati a se stessi, in condizioni di gravissima incuria? Nessuna Nazione al mondo può eguagliare l’Italia in termini di ricchezza e varietà artistico-monumentale.

    Hai detto che hai cercato a lungo un editore prima di imbatterti in Leone: a cosa è stata dovuta tanta difficoltà, considerando che i tuoi libri hanno un buon successo? E' un momento difficile per gli esordienti?

    Stiamo attraverso un periodo difficile per tutte le imprese, e l’editoria è comunque una attività imprenditoriale. Non è facile per un editore “scommettere” su un esordiente, per quanto i suoi testi possano essere validi, proprio perché non è prevedibile la risposta del pubblico. Io sono stato fortunato, dopo pochi tentativi infruttuosi con alcune case editrici, ho spedito il mio manoscritto alla Leone, che proprio all’inizio del 2009 si è affacciata al mondo editoriale. Dopo un paio di mesi sono stato contattato dall’editore, Antonio Leone, per la firma del contratto. Da allora è iniziata una collaborazione che dura ormai da quattro anni, tanto che ormai si è creato un rapporto di grande fiducia e familiarità. Per cui, agli aspiranti autori consiglio di non scoraggiarsi, se il testo “funziona” prima o poi un editore lo si trova.

    Qualche mese fa "I diavoli della Zisa" è stato venduto a 80 centesimi assieme ad un quotidiano, e da qualche settimana Newton&Compton vende una serie di titoli a 99 centesimi. Non tutti sono d'accordo con iniziative simili, ritenendo che "sviliscano" il valore, anche economico, della cultura. Qual è la tua posizione in merito?

    Penso che qualunque iniziativa aiuti a diffondere i libri e la cultura sia benvenuta. Purtroppo il costo è uno dei fattori che limitano l’acquisto di molti romanzi, tanto è vero che i prodotti della Newton&Compton hanno una notevole diffusione sia digitale che cartacea proprio in virtù del prezzo contenuto. Il valore di un’opera, in ogni caso, è intrinseco e non può certo essere svilito, indipendentemente dalla sua mercificazione.

    Quale pensi che sia il futuro del libro di carta?

    Mi sono da poco convertito al digitale, sia come lettore che come autore (ho pubblicato un racconto sotto forma di ebook con Milanonera: Rivincita mortale). Il digitale ha molti aspetti allettanti: la reperibilità immediata, il minor costo. Ma il libro cartaceo ha e avrà sempre un fascino ineguagliabile e non credo che sia destinato a tramontare a breve.

    Un'ultima domanda: di recente abbiamo seguito "I Borgia" di Neil Jordan su la7, constatando che oltreoceano si tende a mistificare la realtà storica italiana. Nei tuoi libri la cornice storica è sempre accuratissima: fino a che punto pensi che si possano manipolare i fatti per esigenze narrative senza incorrere nel pericolo "Ogni riferimento è puramente casuale"?

    Penso che qualunque fiction storica, sia televisiva che letteraria, abbia sempre il merito di sollevare l’interesse del pubblico nei confronti di una certo periodo o fenomeno storico Nel complesso, la sceneggiatura di "The Borgias" è avvincente, con protagonisti fisicamente gradevoli e trame anche più efferate rispetto alla realtà storica. Gli ingredienti per avvincere l'interesse dello spettatore ci sono tutti.
    Trovo la fiction di Neil Jordan un buon prodotto mediatico e devo riconoscere che l’ho seguito con vivo piacere. Gli svarioni storici sono stati tanti, alcuni davvero spropositati. Quanto questa mistificazione del dato storico sia lecita o meno, pur di accattivarsi lo spettatore, non saprei dirlo. Una cosa, però, devo confessarla. Non ho digerito che Ludovico il Moro, una delle menti più raffinate del nostro Rinascimento, sia stato rappresentato come un orco cattivo, intento a urinare sul nipote imprigionato in una botola sotto la sua tavola...
    Povero Ludovico, si starà rivoltando nella tomba.


    Colgo l'occasione per ringraziare ancora Luca Filippi per la disponibilità.
    Qui potete consultare il suo catalogo per Leone Editore. Segnatevi l'8 Maggio per acquistare Il labirinto occulto in libreria!

     
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  2. xcusemymonkey
     
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    CITAZIONE
    Forse è un modo di nascondermi dietro alla Storia, di non parlare troppo direttamente di me. Oppure è un modo di viaggiare, indietro nel tempo.

    Oddio, che bella quest'espressione! Penso che sia un po' quello che facciamo tutti (scrittori e non) quando ci si appassiona alla Storia, almeno per me accade la stessa cosa! E' come se ci si nascondesse dietro queste grandi figure oppure si cercasse un modo per vivere epoche a noi precluse per motivi biologici.

    Comunque sia un'intervista bellissima (belle le domande e le risposte) che fanno apprezzare un autore che fa il proprio lavoro con consapevolezza e soprattutto con interesse e passione! Con quella frase sulla Storia è decisamente entrato nel mio cuore XD
     
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  3. marie.
     
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    Non so come mi riesca di essere così prolissa nelle domande quando invece la mia tesi è drammaticamente corta XD però concordo: le risposte sono molto interessanti. Ad esempio sui laureati in Storia dell'Arte: poco tempo fa in tv ne hanno intervistate due che lavorano come commesse in negozi di souvenir. Una di loro ha confidato che avrebbe tanto voluto aprire una sua galleria.
    Sui libri a basso costo abbiamo aperto anche una discussione, a fronte delle polemiche. Se qualcuno non scende dalla torre d'avorio per la letteratura è finita.
    Coi libri in digitale invece ho un pessimo rapporto, ma visto che mi capita sempre più spesso di usare i mezzi ho paura che dovrò convertirmi (magari con calma...)

    Visitare Bassanello mi piacerebbe moltissimo, lo inserirò nella mia lista con Bracciano, Capodimonte e Caprarola!
     
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    Bella intervista davvero !! Devo dire che l'autore si è dimostrato disponibile come pochi altri !

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    Si tratta di un thriller storico ambientato lungo le coste dell’Istria e a Venezia. Il romanzo, pur avendo come protagonista Tiberio di Castro, presenta alcuni elementi di stacco rispetto ai precedenti lavori.

    Sono molto curiosa su questo romanzo anche perché Venezia storicamente è una delle mie città preferite e mi spiace molto vedere come di solito venga trattata "male" a livello storico. Perciò volevo chiedere senza svelare la trama se ci sarà della storia veneziana oppure semplicemente Venezia rimarrà sullo sfondo ?

    CITAZIONE
    L’identificazione di Caterina Sforza con la donna del celebre ritratto è stata proposta da una storica dell’arte: Magdalena Soest. Mi sono imbattuto in questa affascinante tesi quasi per caso, mentre svolgevo le ricerche per la preparazione del romanzo. L’ho trovata molto suggestiva e ho immaginato di introdurla nell’epilogo di “Sangue giudeo”.

    Ho letto di questa tesi poco tempo fa quando mi stavo documentando per altro ritratto ! In effetti è forse una delle tesi più innovative ed interessanti e storicamente non è poi così fuori dal mondo come possibilità. Mi sarebbe piaciuto sapere quali fonti avesse utlizzato e come svolgesse le ricerche per questo tipo di romanzo storico visto che appunto come è stato detto in Italia si lascia perdere la cultura in modo che affondi e non è facile trovare testi se non in lingua !
     
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  5. marie.
     
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    Io sono stata convinta dalla tesi di Zapperi (per cui lei sarebbe Pacifica Brandani) ma tutte le teorie mi affascinano tantissimo!
     
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  6. LucaFilippix
     
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    Carissime, sono molto onorato da questo spazio che "TBI" ha voluto dedicarmi.
    "Il labirinto occulto" si dipana lungo diversi scenari: Gorizia, Capodistria e Venezia. La Serenissima è solo sullo sfondo, anche se ho cercato di rendere quando più realistica la descrizione della laguna.
    Ci sono anche delle parti ambientate in Francia, come si evince dalla presenza di Anna di Bretagna, in particolare nello splendido castello di Blois.
    Quanto alla tesi della Soest, mi sono imbattuto in questa affascinante ipotesi nel 2010, durante le ricerche per "Sangue giudeo". All'epoca la stampa ha dato un certo risalto alla notizia anche se poi non mi risulta che siano seguite pubblicazioni nella nostra lingua.
    Un caro saluto e a presto
     
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    In effetti anche online sto trovando articoli in merito! (Uno è questo)
     
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    Non credo ci siano libri che ne parlano, anche perché in Italia meno si parla di cultura meglio è XD Però l'articolo che ha linkato Laura lo avevo letto anche io in effetti , però la notizia è passata un po' sottogamba !
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    "Il labirinto occulto" si dipana lungo diversi scenari: Gorizia, Capodistria e Venezia. La Serenissima è solo sullo sfondo, anche se ho cercato di rendere quando più realistica la descrizione della laguna.
    Ci sono anche delle parti ambientate in Francia, come si evince dalla presenza di Anna di Bretagna, in particolare nello splendido castello di Blois.

    Awww *___* Io amo il castello di Blois ! Anche se ho sempre visto Anna di Bretagna come una figura sullo sfondo storico delle vicende che si sono intrecciate in Francia in quel periodo !
     
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  9. LucaFilippix
     
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    In ogni caso, l'articolo è molto interessante, anche perché è legato alla figura di Bianca Riario e alla discendenza di Caterina Sforza.
    A presto!
     
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  10. marie.
     
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    Però l'articolo che ha linkato Laura lo avevo letto anche io in effetti , però la notizia è passata un po' sottogamba !

    Anche l'identificazione di Zapperi. Boh, eppure poi corriamo in plotoni al Louvre!
     
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    Dovrò assolutamente leggere i suoi libri, allora :) quale mi consigliate per primo?
     
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  12. marie.
     
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    L'arcano della papessa! E' anche il primo della trilogia =)
     
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11 replies since 1/5/2013, 14:19   323 views
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