Leonardo Da Vinci

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  1. ‚dafne
     
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    La morte di Leonardo da Vinci

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    494 anni fa se ne andava l'indiscusso genio del Rinascimento. Ecco la sua storia e il suo testamento

    Leonardo da Vinci morì il 2 maggio 1519. Questo evento, tanto semplice nella sua normalità, è però ricco di antefatti, racconti, leggende e riletture storiche, inevitabili nel caso di una figura complessa come quella dell'indiscusso genio del Rinascimento, che oggi rivive, in versione remix, nella serie Da Vinci's Demons. A rendere così movimentato l'evento era stato lo stesso Leonardo (1452-1519), che aveva redatto un testamento indicando ai posteri le sue volontà per quella che sarebbe dovuta essere la sua tomba. Evoluzioni e riletture invece furono opera del caso, del corso della storia, degli estimatori del genio italiano e di semplici curiosi che, indagando sulla morte di Leonardo, intendevano carpirne i segreti sulla vita.

    Il testamento era stato fatto poco prima di quel 2 maggio, alla fine di aprile, il che lascia supporre come Leonardo sentisse ormai di essere prossimo alla sua dipartita. Per quale ragione, però, non è chiaro. Non sappiamo infatti se soffrisse di qualche malattia: sembra in effetti probabile che negli ultimi tempi la mano destra del maestro fosse paralizzata, ma non si conoscono le cause di questa paresi. Di certo, però, Leonardo si trovava nei pressi di Amboise, al castello di Cloux (o Clos Lucé), al momento della stesura del testamento.

    La Francia era diventata la sua patria da circa tre anni, da quando cioè aveva smesso di girovagare per l'Italia per trasferirvisi su invito del sovrano Francesco I. Questi era un così grande estimatore del genio italiano che Leonardo, si dice, morì praticamente tra le sue stesse braccia, come mostra anche il dipinto di Jean Auguste Dominique Ingres (sebbene, anche qui, le teorie siano discordanti).

    Nel suo testamento Leonardo disponeva, tra l'altro, che i suoi preziosi manoscritti con la caratteristica grafia a specchio – forse anche il suo Codex Leicester, il più costoso reperto del genere al mondo - andassero all'allievo Francesco Melzi; un giardino di sua proprietà fuori Milano al domestico Battista de Vilanis e al suo allievo Salaì (Gian Giacomo Caprotti); alla domestica qualche soldo e un mantello foderato di pelliccia. Le sue volontà in merito alla sepoltura furono altrettanto chiare: una volta morto, Leonardo voleva essere seppellito nella cappella di Saint-Florentin ad Amboise. Ma la distruzione della chiesa, negli anni a seguire, portò a trasferire i presunti resti di Leonardo nella cappella di Saint-Hubert nel Castello di Amboise, dove sono tutt'oggi.

    Che lì dentro ci siano proprio le spoglie del genio dietro l' Uomo Vitruviano (la cui paternità leonardesca è stata messa in discussione) non è però del tutto certo. Infatti alcune profanazioni di tombe potrebbero aver confuso e disperso i resti di Leonardo. Anche con l'intenzione di far luce sulla loro identità, qualche tempo fa venne avanzata l'ipotesi di riesumare le spoglie. Ma non solo: l'obiettivo, alquanto discusso, era anche quello di cercare nell'eventuale teschio del genio indizi circa la sua somiglianza con quello della Monna Lisa, che secondo alcune tesi non sarebbe altri che un Leonardo mascherato.

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