Pico della Mirandola

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    Più che l'Alberti quello di sinistra mi ricorda molto la fisionomia del Verrocchio, ma sono solo mie opinioni. Pico qui sembra proprio bellino, e credo di rimangiarmi quello che dissi alla fine del post iniziale, nonostante il suo famoso profilo non mi piaccia molto xD
     
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  2. cherclarice
     
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    CITAZIONE (theflorentineangel @ 24/11/2016, 16:28) 

    Adoro <3 sì Pico doveva proprio esser bello, del resto credo di potermi fidare di una ricostruzione dallo scheletro XD Ho letto di un'interpretazione per cui il suo viso imbronciato sarebbe da riferirsi alla condanna per eresia, e gli altri due intreccerebbero le loro mani alle sue per confortarlo <3
     
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    il suo viso imbronciato sarebbe da riferirsi alla condanna per eresia

    Nuuuuuuu poverino! ¢__¢
    Sai per caso se l'eresia per la quale era stato accusato era quella di sodomia/omosessualità? Non a caso molti storici ritengono infatti che Pico e Poliziano potessero esserlo! :/
     
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    Sai per caso se l'eresia per la quale era stato accusato era quella di sodomia/omosessualità?

    Mi pare che la questione fosse filosofico-religiosa. L'accusa venne da Innocenzo VIII, mentre ad assolverlo fu proprio il nostro Borgia pope.
     
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    Grande Rodrigo! <3

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    Tornato a Firenze, si dedicò alla sapienza orientale, persuaso che nella Cabala risiedessero tutti i misteri della religione cristiana e tutte le dottrine della filosofia antica. Aveva già maturato un incommensurabile bagaglio di elementi di estrazione teologica cristiana, ebraica, greca, latina ed ebraica, caldea ed egizia: ne trasse, più in particolare dallo studio della Cabbalah, la convinzione che la diversità delle espressioni del pensiero celasse un’unica sintesi fondata sulla dignità dell'Uomo e sul suo valore egemone nell'universo, esito di quell’amore fra Creature e fra esse stesse e Dio la cui Parola è manifestata nella immensa varietà del Creato.

    Sono di quel periodo due lettere: la prima, rivolta al Medici e nella quale istituendo un parallelo fra la sua poesia e quella di Petrarca e Dante, di quest’ultimo esaltando il pregio del contenuto e dell’altro l’eleganza della forma, evidenziò la capacità di Lorenzo nel rappresentarli entrambi; la seconda, nella quale contestò ad Ermolao Barbaro le accuse formulate agli Scolastici, dei quali difese la legittimità del linguaggio.

    Raccolta l’esperienza di studio in novecento Conclusiones sincreticamente redatte Secundum opinionem propriam ed agganciate a riflessioni platoniche; aristoteliche; scolastiche; ermetiche e cabbalistiche, decise di discuterle pubblicamente a Roma, il 7 gennaio 1487.

    Non ne ebbe il tempo: su sollecitazione di Innocenzo VIII, l’Inquisizione lo pose sotto processo per eresia e condannò tredici delle sue proposizioni.

    Malgrado l’atto di sottomissione presentato il 31 luglio dello stesso anno, Giovanni animò l’infuocata polemica con l’Apologia cui il Papa replicò con un Breve di condanna costringendolo alla fuga in Francia.

    La Polizia pontificia lo arrestò a Lione, sollevando lo sdegno di tutta la Comunità intellettuale europea: nell’estate del 1488 fu liberato per le proteste dei Principi italiani e del Sovrano Carlo VIII.

    Rientrato a Firenze su invito del Magnifico, che fino ai suoi ultimi giorni sollecitò il perdono di Innocenzo VIII, fu assolto dall’accusa di eresia solo il 18 giugno del 1493 da Alessandro VI.

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    Ho letto inoltre che molte sue teorie filosofiche, che accomunavano paganesimo e cristianesimo, furono ben accettate anche dal Savonarola stesso.
     
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    Ho letto inoltre che molte sue teorie filosofiche, che accomunavano paganesimo e cristianesimo, furono ben accettate anche dal Savonarola stesso.

    Pico voleva anche accomunare pratiche magiche e astrologiche con la religione e si interessò alla cosiddetta cabala cristiana, che sostanzialmente cercava compatibilità tra la cabala ebraica e la rivelazione. Sono cose che farebbero storcere il naso anche al più ateo dei moderni, ma all'epoca queste commistioni religiose non ortodosse erano molto in voga e la Chiesa (o almeno papa Borgia, che era stato allievo di Gaspare Veronese e che nei suoi appartamenti in vaticano non aveva dipinto solo santi e madonne) tendeva a chiudere un occhio o anche due. In un certo senso questo clima spiega perché Pico fosse interessato a Savonarola, ma Savonarola a quanto ne so "adottò" solo le sue critiche agli astrologi e cialtroni affini.
     
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    Grazie per le spiegazioni ragazze! Sulla vita e la filosofia di Pico so veramente pochissimo, e qualche approfondimento non mi dispiacerebbe affatto. Per qualsiasi cosa fatemi pure sapere!

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    sotto lo stesso segno operano tutti gli uomini, che se ne fanno interpreti, essendo dotati della stessa "anima intellettiva". In quest'ottica cristiani e gli odiati ebrei venivano dunque posti sullo stesso piano

    Pico, un uomo dallo straordinario animo nobile. 💛


    CITAZIONE
    Se vuoi approfondire queste dinamiche ti consiglio di leggere il saggio "Pico della Mirandola" di Maria Teresa Fumagalli, breve ma densissimo di nozioni :)

    Grazie Chiara, è proprio quello che mi ci vuole! ^__^
     
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    "Pico della Mirandola" di Maria Teresa Fumagalli

    Anch'io ho letto quello, quindi controfirmo la raccomandazione!
     
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    Pico della Mirandola fu avvelenato con l'arsenico. A chiarire la causa della morte del grande umanista e filosofo scomparso a soli 32 anni e avvenuta in circostanze misteriose nel 1494 a Firenze, arriva ora lo studio pubblicato sul Journal of Forensic and Legal Medicine e nato dalla collaborazione fra le università italiane di Pisa, Bologna e del Salento con quella spagnola di Valencia, la britannica di York e il tedesco Max Planck Institute e con gli esperti del Ris di Parma.

    Ossa, unghie, tessuti molli mummificati, vestiti, legno della cassa trovati nella sepoltura e conservati in un chiostro vicino alla basilica fiorentina di San Marco, sono stati sottoposti a una serie di analisi di carattere biologico e chimico-fisico sia per confermare l'identificazione dei resti, sia per rilevare l'eventuale presenza del veleno.

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    L’immagine di un'unghia di Pico della Mirandola vista con il microscopio elettronico a scansione; la traccia biancastra è la spia dell'esposizione all'arsenico (fonte: Università di Pisa)


    Così dopo 500 anni è emerso che il decesso fu provocato non dalla sifilide ma dall'arsenico. "Gli esami - ha spiegato Fulvio Bartoli, del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa - hanno dimostrato che nei resti del filosofo erano presenti segni riconducibili a intossicazione da arsenico e che i livelli del veleno erano potenzialmente letali, compatibili con la morte per avvelenamento acuto. Ovviamente è difficile dimostrare che sia stato un avvelenamento intenzionale, anche se questa ipotesi è sostenuta da varie fonti documentali e storiche".

    In particolare, i ricercatori hanno utilizzato un approccio multidisciplinare mettendo insieme analisi antropologiche e documentali, datazione al radiocarbonio e analisi del Dna antico accanto a sofisticate tecniche di microscopia ottica ed elettronica. "La nostra indagine - conclude Bartoli - ha riguardato anche le spoglie di un altro grande umanista, Angelo Poliziano, anche lui scomparso prematuramente nel 1494 e inumato in una tomba vicina a quella di Pico. In questo caso però non risulta confermata l'ipotesi dell'avvelenamento perché i livelli di arsenico trovati sono piuttosto attribuibili a un'esposizione cronica al veleno, causata probabilmente da fattori ambientali o trattamenti medici".

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    Volevo parlarne qualche giorno fa dopo aver risfogliato Strathern, lui non portava prove scientifiche ovviamente ma sembrava trovare probabile che pico fosse stato ucciso dopo la morte del suo protettore numero uno, cioè ovviamente Lorenzo.
    PS: Non ho capito come poteva morire di sifilide visto che si sarebbe diffusa come minimo all'inizio del 1495. Un altro male venereo magari, ma la sifilide proprio no.
     
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    ma sembrava trovare probabile che pico fosse stato ucciso dopo la morte del suo protettore numero uno, cioè ovviamente Lorenzo.

    Sia sulla morte di Pico, sia su quella di Poliziano si sono fatte molte illazioni: suicidio o omicidio? Ci sarebbe dunque la coincidenza abbastanza curiosa della morte in contemporanea dei due più accreditati intellettuali fiorentini, dei due più intimi amici di Lorenzo, uno dei dei quali era precettore e confidente del nuovo signore Piero.
    Per quanto riguarda Poliziano, Giovanni Piero Valeriano nel suo trattato De litteratorum infelicitate ci fa sapere che l'umanista morì, come altri uomini di lettere (tra i quali Pico), prostrato da una distruttiva infelicità (= depressione), uscendo letteralmente di senno per il dolore in un periodo in cui si era scatenata una forte antipatia nei confronti di Piero e dei suoi maestri, in particolare contro di lui, il maggiore responsabile della formazione caratteriale e culturale di Piero. Fu a tal punto angosciato da tale repressione e tristezza che dopo poco morì. E, aggiunge, per infamare la reputazione di colui che era stato il simbolo della cultura medicea e il precettore e consigliere di Piero, i Fiorentini, rissosi e maldicentissimi, diffusero una calunniosa e ignominosa versione sulla sua fine.
    Le parole di Valeriano, certo informato, parlano esplicitamente di morte per "infelicità", quindi autorizzano l'ipotesi del suicidio - per avvelenamento da arsenico - dovuto anche alle insopportabili persecuzioni degli avversari della politica medicea (il famigerato terzetto Scala, Merula, Lascaris, fieramente avversi a Poliziano). Ipotesi plausibile per un uomo, assai orgoglio e abituato a gestire a suo modo la cultura, insofferente delle critiche e permaloso, una volta osannato e temuto in città e fuori. Insomma, dalle parole di Valeriano traspare un'antipatia dei Fiorentini nei confronti del grande intellettuale che certo con le sue opere e con i suoi atteggiamenti antipopolari degli ultimi decenni non deve niente per essere amato dai suoi concittadini; o forse l'antipatia dei Fiorentini nei confronti di Piero si proietta, di rimbalzo, anche sul suo maestro Poliziano: infangando lui, si infangava anche la statura morale del suo alunno.
    A metterci in dubbio sul suicidio di Poliziano in seguito alla morte, certo per lui devastante e straziante, dell'adorato Lorenzo (1492), sta il fatto che sono passati bene due anni, nei quali Poliziano svolge, senza pause, le sue attività (1493-1494). Una morte strana quanto emblematica, quasi un suggello della fine di un'era è il fatto che proprio in coincidenza della discesa di Carlo VIII in Italia muoiano a poco tempo di distanza i tre più grandi umanisti italiani: Pico, Poliziano e Ermolao Barbaro (quest'ultimo si dice fosse un amante di Pico).
    Tra l'altro lo stabilire le sessualità di Agnolo e Giovanni Pico non rappresenterebbe una pura e del tutto inopportuna curiosità, ma servirebbe forse a capire le ragioni dei loro rapporti, davvero amorosi e intensissimi per uomini come Lorenzo. Può darsi che negli estremi anni della loro vita la cosa sia divenuta pubblica (o piuttosto una scusa al fine di condannarsi) per entrambi; il problema sta se essa sia o no connessa con il loro decesso. Forse questa morte per omosessualità è un'infamante calunnia, per giustificare un'eliminazione (o suicidio) che aveva ben altre motivazioni, altrimenti il fanatico Savonarola non avrebbe di certo seppellito Pico e Poliziano, abbigliati in veste domenicana, con tutti gli onori in San Marco. =/
    Sappiamo poi che, altra circostanza strana, pochi mesi prima della morte (alcuni dicono per opera di Cristoforo e Martino da Casalmaggiore), Pico, ad appena trent'anni e in ottima salute, abbia redatto il suo testamento che fu controfirmato da Poliziano: i due, insomma, o avevano deciso di togliersi la vita o temevano che qualcun altro gliela togliesse. Di sicuro, Pico e Poliziano, avevano capito che, mentre Carlo VIII entrava in una Firenze ormai lacerata da lotte intestine, la loro posizione era probabilmente dal 1492, alla morte di Lorenzo Il Magnifico, terminata a causa delle reazioni degli oligarchi e dei fanatici predicatori.

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    PS: Non ho capito come poteva morire di sifilide visto che si sarebbe diffusa come minimo all'inizio del 1495. Un altro male venereo magari, ma la sifilide proprio no.

    Anche io ho iniziato a leggere di "mal francese" a partire da quella data, soprattutto per quanto riguarda la calata francese nel meridione e in particolare a Napoli.

    Edited by florentinenymph - 17/11/2018, 22:03
     
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    È una cosa affascinante perché ovviamente c'è il caso che si sia trattato di un avvelenamento involontario, ma come dicevi tu è impossibile ignorare che Pico abbia fatto testamento quando era giovane e avrebbe potuto ragionevolmente ritenersi lontano dalla morte.

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    Tra l'altro lo stabilire le sessualità di Agnolo e Giovanni Pico non rappresenterebbe una pura e del tutto inopportuna curiosità, ma servibbe forse a capire le ragioni dei loro rapporti, davvero amorosi e intensissimi per uomini come Lorenzo

    È interessante che tu lo dica perché sempre Strathern, tra le righe, avanza l'ipotesi che anche quella di Lorenzo per Pico non fosse semplice ammirazione. Chiaramente siamo nel campo dell'ipotesi e Unger nella sua biografia di Lorenzo tiene molto a chiarire che per molti fiorentini del tempo, probabilmente lui compreso, la sessualità era piuttosto fluida, ma appunto può costituire un altro piano di lettura nel ragionare su Pico e la sua morte.
     
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26 replies since 5/11/2016, 22:51   407 views
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