L'amica geniale, serie tv Rai

Sono rimasta molto delusa anch'io, l'accanimento contro Lila è stato al limite del sadismo. La Ferrante le ha dato una vita orribile dall'inizio alla fine, e sui pochi anni sereni che ha avuto con Enzo, il lavoro e la bambina ha glissato quasi totalmente. Non volevo necessariamente che Lila recuperasse gli studi o che diventasse scrittrice, però la scomparsa di Tina e conseguenti disastri mi hanno reso la seconda metà del libro veramente pesante. Tutto questo senza parlare del mare di sciagure che si abbatte sul resto del rione, alla fine l'unica a scamparsela è Lenù, il che forse dovrebbe sottolineare l'importanza dello studio per l'emancipazione, ma 1) vediamo con Nadia Galiani che non è necessariamente così 2)comunque questa sua eccezionalità mi ha lasciato l'amaro in bocca.

I romanzi sembrano suggerire che Lenù sia dotata ma non "geniale", potrebbe darsi benissimo che sia una narratrice inaffidabile con la sindrome dell'impostore, oppure dobbiamo prenderla in parola quando ci parla dei suoi limiti e delle sue difficoltà. Sicuramente Lenù evoca spesso l'ombra di Lila in ciò che scrive, ma anche quando si tratta di parlare di politica e attualità lei stessa dice più volte di essere abile a ripetere quello che legge e sente dagli altri facendolo sembrare una sua intuizione. Poi le conoscenze utili hanno fatto il resto quindi sì, una bella dose di fortuna l'ha avuta.
Per quanto riguarda Lila a me sembra che si sia tarpata definitivamente le ali volendo rimanere a tutti i costi nel rione e piegarsi alla sua logica, anche quando ha avuto la possibilità economica non se n'è mai allontanata. La Ferrante sembra spiegare questo suo autolimitarsi con il terrore della "smarginatura", ma mettendo da parte questo concetto la mia sensazione è che Lila non abbia voluto mai confrontarsi con il mondo esterno per timore sia di sentirsi inadeguata per la sua scarsa preparazione formale, sia di ricevere ulteriori conferme del suo essere brillante e capire così fino in fondo di cosa l'hanno privata i suoi genitori impedendole di mettere a frutto i suoi talenti. Più volte ho avuto l'impressione che lei abbia provato a convincersi della superiorità di Lenù per non rimpiangere troppo la sua situazione.

Mi accodo alla critica sul quarto libro,non mi è piaciuto affatto e più volte ho pensato che questo finale tragico sia stato scelto dalla Ferrante per fare un po’ la grande scrittrice come un russo che si rispetti, naturalmente sono ironica, ma credo che ci sia un po’ quella spocchia del tirarsela nel dare un finale tragico a prescindere. Sono d’accordo con grace sul fatto che Lila sembra che non voglia allontanarsi dal mondo del rione per evitare di sentirsi inadeguata e penso che sia così perché nel rione Lila sa di essere potente, di poter manipolare le cose a suo vantaggio si erge a protettrice del rione e fa di tutto per farci rientrare Lenù. Il fatto che Lila si sente fuori posto nella realtà fuori dal rione si vede anche durante la festa della Galiani, in cui lei rimane in un angolo perché per la prima volta si trova di fronte qualcosa di cui non conosce gli schemi sociali ed ha timore di esporsi oltre ad essere un po’ invidiosa del fatto che Lenu sappia destreggiarsi in un mondo che non sia fatto di violenze e rivalse.