L'amica geniale, serie tv Rai

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    Chi sia Elena Ferrante è per tutti un mistero. Eppure, della scrittrice – tra le più popolari in Italia – si fa un gran parlare. Se il merito sia (anche) dell’anonimato è difficile a dirsi. Quel che è certo, però, è che la fama della Ferrante è andata ben oltre i confini italiani. È in America, infatti, che la scrittrice ha trovato il terreno più fertile. Il settimanale Variety asserisce con sicurezza che Fandango e Wildside sono pronte a portare in televisione, come serie tv, la tetralogia de L’amica geniale.

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    Neopolitan Novels: Ferrante e Costanzo al lavoro sulla serie tv


    «Saranno quattro stagioni da otto puntate per un totale di 32 episodi di cinquanta minuti l'una». Dopo le voci che parlavano di una imminente serie tv tratta dai romanzi di successo di Elena Ferrante, caso letterario italiano e internazionale, il regista Saverio Costanzo svela i primi dettagli in una intervista al New York Times.

    Sarà lui, infatti, a dirigere la serie che si chiamerà Neapolitan Novels [...] Mentre alla sceneggiatura stanno già lavorando da tempo Francesco Piccolo, già Premio Strega nel 2014, con Laura Paolucci e la stessa Ferrante, rigorosamente via e-mail, partono proprio oggi alla scuola De Amicis di via Santa Caterina a Napoli i casting per trovare le due bambine protagoniste dei bestseller: Lila e Lenù. [...]

    Le riprese avranno luogo a Napoli e la fiction, prodotta da Fandango e Wildside, dovrebbe vedere la luce nell'autunno del 2018..

    VF

    Avevo letto che c'erano anche Rai ed Amazon alla produzione ma boh.

    Edited by ‚dafne - 17/9/2018, 18:03
     
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    Dal set a Napoli (guardate tutta la gallery qui perché è davvero bella):

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    Edited by ‚dafne - 17/9/2018, 12:07
     
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    Raga ditemi che non l'aspetto solo io ;_;

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    fonte foto di Eduardo Castaldo

    elena-ferrante-brilliant-bellissima-vogue-september-2018-issue


    vogue

    Edited by ‚dafne - 4/11/2018, 11:06
     
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    27 novembre. State accorte che vi farò du palle così ù-ù
     
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    Pure io non vedo l'ora, anche se dovrei recuperare assolutamente il romanzo *____*
     
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    Oh, bene *sfrega manine*. Guarda i libri sono UNA DROGA, hanno su una specie di maleficio che non ti fa smettere di leggere neanche quando i personaggi diventano frustranti.
     
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    Sono troppo stanca per mettere insieme una frase di senso compiuto, quindi rimando i commenti a domani, volevo solamente scrivere una cosa: ragazz*, che meraviglia! *_* Non vedevo una serie tv italiana decente dai tempi di Romanzo Criminale, questa merita molto! Spero che le altre puntate siano interessanti come la prima.
     
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    Non vedo l'ora che escano le altre puntate anche se devo dire che le bambine e il ragazzino che fa Enzo mi mancheranno <3
     
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    «L'Amica Geniale» regina degli ascolti. Le reazioni alla serie tv

    Tutti pazzi per Lila e Lenù, la ricostruzione del Rione e la storia ruvida e struggente di Elena Ferrante, trasposta sul piccolo schermo da Saverio Costanzo in uno dei progetti televisivi più maestosi degli ultimi anni. Trenta milioni di euro di budget, un set costruito da zero, un casting durato sette mesi e un battage pubblicitario senza eguali, decisamente eccezionale per un prodotto realizzato dalla Rai. L’aria del grande evento, insomma, si respirava ogni qualvolta vedevamo Lila e Lenù correre fra le campagne brulle fuori dalla contrada, le manine strette strette e gli abitini sporchi, sbrindellati dal tempo. Ne è la conferma l’ascolto delle prime due puntate dell’Amica geniale andate in onda ieri, martedì 27 novembre, sul primo canale: 7.458.000 telespettatori e il 28.05% di share per il primo e 6.729.000 e il 30.80% per il secondo.

    Un risultato straordinario, in linea con l’altra produzione internazionale promossa dalla Rai negli ultimi anni. Parliamo de I Medici – Masters of Florence che, nel 2016, registrò all’esordio il 29.9% di share e 7.562.000 spettatori. Anche se Montalbano pare difficilissimo da agguantare (il 12 febbraio scorso, la prima puntata della nuova stagione ottenne 11.386.000 spettatori e il 45.1% di share), Lila e Lenù confermano l’attenzione che il pubblico italiano riserva a un prodotto raffinatissimo, curato nei dettagli e decisamente poco convenzionale per Raiuno. Dai sottotitoli in italiano per le espressioni in napoletano (un prestito di Gomorra che, però, andava in onda su Sky Atlantic) a una storia che si dipana lenta, seguenti i ritmi e le atmosfere suggerite dal libro.


    Le critiche, così come negli Stati Uniti, sembrano quasi unanime, anche se non mancano le eccezioni. Fra quelli che parlano di «flop» in America, dove la prima puntata ha raggranellato 244.000 spettatori (per la cronaca, andava in onda sulla HBO che è un canale via cavo e senza doppiaggio: in italiano/napoletano con sottotitoli in inglese), e quelli che temono che i due filoni che l’Italia esporti all’estero siano sempre legati o alla mafia o al neoralismo (esempio fulgido di questo, la citazione poco riuscita della corsa della Magnani in Roma città aperta sul finale del secondo episodio). La sensazione, però, è che spesso le critiche piovano per un certo pregiudizio legato al nazional-popolare e a Raiuno. D’altronde, sul perché si critichi la serie e non si tocchino i romanzi, trasposti in maniera fedelissima, rimane un mistero.

    Vanity Fair


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    L’Amica Geniale, la fiction di RaiUno distrugge il romanzo di Elena Ferrante (i fan del libro non fanno testo)
    La polemica di Davide Turrini

    La serie tv è come se rallentasse e dilatasse il racconto letterario, come se lo zavorrasse ad un anonimato ambientale e ad un triste quanto noioso déjà vu d’atmosfera tale per cui, ad un angolo potrebbe improvvisamente sbucare uno dei protagonisti de Il paradiso delle signore senza che nessuno se ne accorgesse



    Tanto, tanto, tantissimo rumore, per nulla. Andiamo veloci, perché già due ore di tempo prezioso sono state rubate ieri sera dalla visione de L’Amica geniale. Intanto, che noia, che barba, che scatole, che storia (trasposta) priva di qualunque gancio per trascinarci verso e dentro di sé. Sempre che non siate fan del libro, ma i fan di un libro di fronte ad una trasposizione cinetelevisiva non fanno MAI testo.

    Sembra una gabbia respingente questo famoso set da mille e una notte a livello produttivo. Un enorme quadratone di edilizia popolare identico ad ogni angolo di isolato, disegnato come il cartellone del Monopoli (lì c’è Vicolo Stretto con l’orco, là c’è Viale Vesuvio con le signore che urlano dalle terrazze, là sotto gli Imprevisti…), e illuminato da quella penombra tipica dello sceneggiato d’antan Rai1 (vuoi mai che un abbonato Sky passi sull’1 e fraintenda). L’amica geniale versione Saverio Costanzo, con sceneggiatura della grandissima Elena Ferrante (l’hai scampata anche questa volta chiunque tu sia, sei un genio), Laura Paolucci e Francesco Piccolo (nel prequel dell’infingardissimo mea culpa L’animale che porto dentro visto il femminismo del testo), fanno letteralmente a pezzi il libro della Ferrante stessa, anzi, è come se ne avessero infine trovato una sorta di fil rouge essenziale, molto spurio, fatto eminentemente di dialoghi, e che da quello abbiano scrollato ogni sorta di pulviscolo, di terriccio, di rapido saettare di dettagli che, bisogna dirlo, nella sua semplificante e rigogliosa franchezza il romanzo era riuscito a far emergere.


    Insomma la serie tv è come se rallentasse e dilatasse il racconto letterario, come se lo zavorrasse ad un anonimato ambientale e ad un triste quanto noioso déjà vu d’atmosfera tale per cui, ad un angolo potrebbe improvvisamente sbucare uno dei protagonisti de Il paradiso delle signore senza che nessuno se ne accorgesse. L’amica geniale sembra un crogiolo cromatico di atmosfere da neorealismo rifatto 30/40 anni dopo e da quella nebbiolina marroncina posticcio da telenovela (vuoi mai che uno spettatore de Il segreto faccia zapping su l’1 e ci caschi). Per non parlare dei momenti espliciti da mafia movie, summa cartolinesca e stereotipata che tanto serve alla HBO de I soprano per vendere il prodotto negli Stati Uniti, o dei momenti clamorosi in cui le persone letteralmente volano per aria (la defenestrazione di una delle due protagoniste è puro horror altroché dramma) come fossimo dinanzi alle peripezie dei supereroi Marvel. “Don Alfonso (…) s’era gettato addosso a Peluso, lo aveva sollevato, lo aveva lanciato contro un albero dei giardinetti e l’aveva abbandonato lì, tramortito, col sangue che gli usciva da cento ferite in testa e dappertutto, senza che il poveretto potesse anche solo dire: aiutatemi”.

    Riportiamo solo questo esempio letterario e osserviamo cosa è diventato nella serie: prologo in chiesa bello lungo e fuori luogo (nel libro accade tutto all’uscita della Chiesa) durante un bel brano della Messa, poi una mano malandrina agguanta Peluso seduto in fondo e lo trascina fuori. Urla di tutti da dentro e da fuori la Chiesa, ma tutti si disinteressano e perfino il prete fa spallucce (la vecchia eterna necessità di un copione progressista con la solita curia corrotta eh?). Poi siamo in esterno e il trascinamento della vittima continua fino a quando in profondità di campo vediamo volare in aria a due metri da terra l’uomo che sbatte come un sacco vuoto contro un muro (spoglio e pulito che la produzione aveva dimenticato intonso). Ovviamente, e contrariamente al romanzo l’uomo mugola per tutto il tragitto prima del violento atto finale. Insomma, gli sceneggiatori dentro a L’amica geniale hanno infilato il becco, e pure zampe, coda e tutto il collo, lasciando briciolone di autenticità sparse qua e là tra script e realizzazione.


    E qui si giunge ad un altro paio di considerazioni essenziali per il fallimentare esperimento seriale. Intanto la sfregola femminista ferrantiana che imbeve la prima persona del libro, e che descrive lo stupore barricadiero e intellettivo di fronte all’amica geniale, è come se si dissolvesse (la voce fuori campo di Alba Rohrwacher è semplicemente disastrosa) in una scontata, più leggibile e meno ossessiva, partitura di attenzione e senso divisa perfettamente a due (Lila ed Elena-Lenù). Non è un cosa da poco, anzi. Seconda questione: queste due giovani attrici, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, vengono lodate ai quattro venti, ma ad essere molto sinceri vivono una catatonia da filodrammatica che nemmeno fossero la Giovanna d’Arco di Dreyer. Quelle sgranatone di occhi di Elena suvvia, davvero? A che possono servire? Non basta che sia la regia a “sgranare” il proprio sguardo su quel set angusto e buio? Cos’è questo didascalismo da quinta elementare nella ricerca espressiva perlopiù di bambine minorenni senza esperienza? Passiamogli pure anche questa.

    Ma proprio c’è da alzarsi in piedi e gridare alla “cagata pazzesca” quando si commette il sacrilegio di ripetere, pedissequamente, la scena di Anna Magnani che corre dietro al camioncino nazista con sopra il marito in Roma città aperta. Identica, sputata, precisa (qui c’è la polizia ma fa niente). Ma anche qui: che accidenti significa? Era scritto nel libro (non mi pare proprio)? Quindi così: già la barca si fa di tutto per farla affondare e seppur nella tragedia si prova anche a renderla ridicola? Fate vobis. Io la sera in cui programmano la seconda parte de L’amica geniale non ci sono: ho judo.

    FQ

    Edited by gracelessheart. - 28/11/2018, 12:28
     
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    Casualmente avevo appena letto il pezzo di Turini ma non sono d'accordo quasi su niente: al di là della ridicola (scusate) e inadatta voce della Rohrwacher, resa ancora più intollerabile dal fatto che ci hanno addirittura doppiato un'attrice che spero si sia incazzata e nemmeno poco, forse condivido solo la critica a una scenografia un po' finta e cromaticamente scontata. A parte questo le prime due puntate mi sono piaciute da morire, specialmente la seconda che spesso mi ha fatto piangere per quanto mi piaceva. xD

    Onestamente non so bene come prendere gli ascolti americani, non ho termini di paragone. Sono contenta però che in Italia sia andato strabene e spero continui così!
     
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    Casualmente avevo appena letto il pezzo di Turini ma non sono d'accordo quasi su niente

    Vale lo stesso per me, queste stroncature così impietose fatte a qualunque progetto Rai un filo più ambizioso mi sembrano più dovute a pedanteria/pregiudizio/snobismo (e scritto da me è tutto dire) che non frutto di una critica un minimo oggettiva.
    Ciò detto condivido anch'io la critica alla voce della Rohrwacher: visto che la serie si apre con una Lenù anziana che racconta la sua storia avrebbe avuto molto più senso sentire la sua, di voce. Per quanto riguarda le cromie leggevo in un'intervista che le palette si faranno più brillanti già dai prossimi episodi ambientati durante il boom economico.

    Non ho ancora iniziato il libro quindi posso solo dire che gli episodi mi sono piaciuti molto e le personalità delle bambine e il loro rapporto mi incuriosisce tantissimo, non so se riuscirò ad aspettare fino a martedì per vedere le nuove puntate xD
     
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    Non ho ancora iniziato il libro

    Assicurati di avere il tempo di leggerne 4 di fila prima di iniziarlo perché sono LA D R O G A.

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    Per quanto riguarda le cromie leggevo in un'intervista che le palette si faranno più brillanti già dai prossimi episodi ambientati durante il boom economico.

    Lo spero, soprattutto quando andranno in centro a Napoli mi aspetto un po' di varietà e glamour T^T
     
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    Chiedo perdono: in questi giorni sono un po' indaffarata e non riesco ad essere presente come vorrei >_<, e dato che non amo scrivere delle recensioni e dei commenti frettolosi e preferisco rifletterci un po', ho deciso di rimandare, entro il fine settimana dovrei riuscire a buttare giù qualche riga su questo topic e su quello di cmbyn.

    Probabilmente lo sapete già, ma vorrei aprire una piccola parentesi sul profilo IG di Ludovica Nasti, la bambina che interpreta Lila. Personalmente, quando ho visto alcune foto sono inorridita. Ludovica ha 12 anni, 12, è una bambina (se vogliamo dirla tutta dimostra anche qualche anno in meno) e vedere tutto questo mi ha inorridita, mi riferisco alle foto in bikini, alle pose e agli sguardi ammicanti... possibile che nessuno dica niente? Voi che ne pensate?
     
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    Ho visto il profilo di Ludovica Nasti appena mi sono interessata al cast dell'AG. La prima cosa che mi ha stupito è che già da così piccola è praticamente un'influencer consumata, con una sicurezza di sé che manca a un sacco di donne più vecchie (se guardate l'intervista alle ragazze alla Vita in Diretta, la Giraci/Lila grande è mooolto più intimorita dalla telecamera di lei). Poi più che le foto in costume mi ha intristito il fatto che anche quelle da vestita fossero da vera e propria privazione dell'infanzia, con le griffe in vista e le pose da adulta. Ha praticamente il guardaroba di Chiara Ferragni ed è vero che appare ancora più piccina dei suoi 12 anni, quindi mi inquieta un po' in effetti. Quel che mi consola è che nonostante le foto sembra avere l'entusiasmo e l'atteggiamento di una ragazzina della sua età, solo magari più spigliati.
     
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    Ragazze, questa clip mi ha fatto P I A N G E R E

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