William Shakespeare e la "Shakespeare Controversy"

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    Hai visto the midnightsummer's dream con Gwendaline?

    Sììì l'ho visto, finalmente un Puck che mi è piaciuto XD Non l'ho segnalato perché purtroppo gli show del National Theatre rimangono solo una settimana online, infatti non c'è già più sul canale.

    CITAZIONE
    Dovrei davvero appassionarmici perché ormai la mia memoria di letteratura inglese è parecchio impolverata, grazie per le risorse XD

    Prego XD Comunque in passato ho sempre approcciato gli adattamenti di Shakespeare come qualcosa di piacevole ma impegnativo, invece adesso li trovo molto molto accessibili, forse anche più che non leggendoli e basta.
     
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    Video ironico che riassume le posizioni degli anti-stratfordiani e mette in luce gli strafalcioni del film Anonymous:

     
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    News interessanti anche se riguardano la narrativa e appena posto mi guardo il video! Sono sicura di aver già sentito parlare di questo libro ma mi fare non sia stato nel forum:

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    CITAZIONE
    Author Maggie O'Farrell has won this year's Women's Prize for Fiction for Hamnet, a novel inspired by and named after William Shakespeare's only son.

    The Northern Irish writer beat Hilary Mantel, Bernardine Evaristo and three other authors to the £30,000 prize.

    Hamnet is a fictionalised account of the life of the Bard's son, who died in 1596 when he was just 11.

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    Questo l'ho letto di recente, all'inizio ero un po' restia perché le premesse non mi convincevano, poi ho deciso di provare considerate le recensioni positive e le interviste all'autrice. E' stato stupendo quando la O' Farrell ha detto che nel libro Shakespeare non viene mai chiamato per nome (ma solo "il padre/marito/tutore" eccetera) perché scrivere frasi come "William scese a fare colazione" le sembrava ridicolo LOL
    Il libro purtroppo non mi ha convinta del tutto. Mi sono piaciute la prosa e la descrizione della vita in un villaggio del '500, che pur essendo un'ambientazione insolita per le mie letture mi è sembrata molto realistica e convincente. Mi ci sono voluti cinque secondi per affezionarmi ai gemellini Hamnet e Judith, quindi ovviamente la morte di lui mi ha spezzato un po' il cuore </3
    Passando agli elementi negativi, la caratterizzazione della moglie di Shakespeare è stata un MAH gigantesco.
    A me va bene che l'abbia resa una specie di guaritrice esperta di erbe, e vista l'epoca ci sta anche un po' di superstizione da parte del villaggio nei confronti della """strega""". Quello che non capisco è perché renderla una mezza sensitiva quando a) è l'unico elemento magico del romanzo b)non aggiunge nulla alla caratterizzazione di Agnes se non farle fare delle cose ridicole come andarsene a partorire in mezzo alla foresta (in barba a tutte le credenze sul parto del tempo) perché si è sognata la mamma morta. Forse l'autrice ha pensato che se scrivi un libro su Shakespeare aka il più grande genio del mondoH TM allora la moglie deve essere superspecialissima anche lei? Non so, comunque avrei preferito una narrazione che umanizzasse questi personaggi storici, non che li rendesse ancora più straordinari e mitici di quanto non siano già considerati di solito.


    L'altro punto debole per me è il collegamento tra Hamnet e la tragedia Hamlet, è vero che all'epoca i due nomi erano interscambiabili, però la storia di Amleto circolava già, non è un'invenzione di Shakespeare. La O'Farrell fa anche riferimento all'aneddoto per cui Shakespeare avrebbe interpretato il fantasma di Hamlet padre, e dà anche una spiegazione poetica perché
    lui interpreta un padre morto di un figlio ancora in vita, cioè il contrario di quanto è successo nella sua famiglia, e quindi attraverso la tragedia restituisce la vita al figlio e sacrifica la propria. Tutto molto bello, però non dimentichiamoci che alla fine della tragedia anche Amleto jr muore XD
     
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    Ok il mio hype è stato interamente picconato XD grazie per il tuo input, sicuramente mi aiuterà a considerare meglio l’idea di dedicare del tempo a un romanzo che in ogni caso sembra impegnativo in un momento in cui non posso spremermi troppo le meningi anche per lo svago.

    Nel frattempo ho guardato il video sui “negazionisti di Shakespeare” e devo dire che mi ha molto intrattenuta oltre che interessata, mi piace la parlantina del vlogger. La domanda mi sorge spontanea, come mai la controversy ha tanto credito? È per la mancanza di pistole fumanti in un senso o nell’altro? Devo dire che un po’ di anni dopo averne sentito parlare per la prima volta, l’idea che uno non possa scrivere così bene solo perché nato povero mi sembra intollerabilmente classista. Alla fine l’istruzione era costosa ma molti poveri riuscivano a studiare lo stesso. E, come notato anche nel video, Shakespeare non aveva esattamente le idee chiarissime sui paesi stranieri e le epoche storiche di cui scriveva, il che prova che il suo stile e la sua immaginazione erano migliori della sua cultura personale e/o conoscenza del mondo.
     
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    Ok il mio hype è stato interamente picconato XD

    Sono desolata XD Comunque è un libro che è piaciuto molto alla critica, ha anche soffiato il Women's Prize alla Mantel, in più è lungo solo 300 pagine, quindi se volessi fare un tentativo potresti anche finire per apprezzarlo, magari sono io che non sono in grado di apprezzare l'Arte idk

    CITAZIONE
    come mai la controversy ha tanto credito?

    Ma in effetti non ce l'ha LMAO SI tratta di una minoranza molto rumorosa, che ha trovato un amplificatore negli ultimi anni grazie ad Internet. Per due secoli non si è sorpreso nessuno che avessimo poche informazioni sulla vita di Shakespeare, e del resto anche dei suoi colleghi playwright non è che si sapesse molto di più, poi è arrivato l'Ottocento e la fissa per il genio e le vicende biografiche dei grandi scrittori, e quello che è emerso su Shakespeare non combaciava sull'idea del grande artista. Ad alcuni è sembrato impossibile che un poeta potesse speculare sul malto o prestare denaro a interesse, e quindi hanno cercato dei candidati alternativi, quasi inevitabilmente nobili per una questione di classismo, come dicevi giustamente. La cosa ridicola è che se si prendono in esame i candidati più popolari proposti nel corso del tempo è difficile attribuire loro i lavori di Shakespeare senza fare free climbing sugli specchi. Di Francis Bacon abbiamo tantissime opere ma non ha mai scritto plays e e le sue poesie sono molto diverse da quelle attribuite a S., e Marlowe è morto nel 1593 e sicuramente nessuno all'epoca dubitava del contrario. Di Edward de Vere abbiamo delle opere teatrali che i suoi contemporanei conoscevano (niente pseudonimo) e stilisticamente sono su un altro pianeta rispetto al canone shakesperiano, in più è morto nel 1604 e un sacco di opere di Shakespeare sono state scritte dopo, e mostrano delle innovazioni rispetto ai drammi precedenti sia dal punto di vista della scrittura che del genere (es. i romance sono diventati popolari solo in epoca giacobiana). Altro elemento importantissimo è che è certo che diversi drammi di Shakespeare siano collaborativi, e non ha senso che un grande nobile si mettesse a scrivere un play insieme a Middleton o George Peele o qualunque altro playwright di origini popolane.
    Ho già consigliato il libro di Shapiro sull'argomento, segnalo anche Shakespeare beyond doubt , che malgrado la copertina infelice (LOL) è stato scritto da due studiosi di grande rilievo nei Shakespeare Studies, Stanley Wells e Paul Edmondson. La parte iniziale riassume le origini e gli argomenti degli anti-stratfordiani, ma la parte più corposa del libro è dedicata ad elencare i motivi per cui possiamo ragionevolmente ritenere che Shakespeare abbia scritto Shakespeare. L'ho trovato una lettura veloce e comprensibile anche per noi profani, lo consiglio sicuramente.
     
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    Ma in effetti non ce l'ha LMAO

    Ok questo spiega tutto XD avevo trovato Mark Rylance tra i dubbiosi e questo in qualche modo mi aveva persuasa che dovessero esserci altri più o meno autorevoli tra le loro fila (intendo tra i contemporanei, so di altri nel passato più o meno remoto). D'altra parte Rylance ha un approccio quasi naif nel suo dubbio e tra l'altro è aperto all'ipotesi che dietro di lui ci fosse una donna. Questo è uno stralcio di un articolo dell'anno scorso in cui tra l'altro fa un appello al free speech che ricorda quasi le ultime guerre social:

    CITAZIONE
    In fact, I have come to believe Shakespeare’s women far surpass in their variety and humanity the writing of women characters by any other dramatist, including Ibsen, Chekhov, and, indeed, Euripides. What do you think?

    So now, for me, however the works of Shakespeare were created, the creator had not only extensive book learning, languages, vocabulary, and life experience, but also the greatest understanding of women any playwright has ever displayed. What would be the next question you might ask? Naturally.

    Winkler and The Atlantic have been attacked so virulently for daring to ask whether a woman might have been involved in the creation of the works of Shakespeare that I feel I must enter once again this fray, where I know I too will now be attacked and insulted for asking such a question.

    You may not like the way I act Shakespeare—only McDonald’s hopes everyone loves their burgers—but I can with all honesty say that being uncertain about how the works of Shakespeare were created and who was involved has in no way endangered, diminished, or restricted in any fashion my love, my understanding, or my ability to make a living playing Shakespeare. I would argue, on the contrary, that it has opened my consciousness to a much wider awareness of the universal beauty and multicultural, multidimensional appreciation of the work of Shakespeare that exists in so many different people in so many different ways—even in Tolstoy, who hated Shakespeare! How wonderful is that?

    [...] I believe whoever wrote Shakespeare’s work hid himself—or herself—purposefully to allow each of us to be a creative author ourself rather than subject to a presiding authority. Either the man from Stratford did it, never writing or receiving or keeping any letters or books, etc., or someone else did it, attributing the works to him.

    Anonymity, the search for identity, is at the heart of the work. Our uncertainty about who wrote these plays is a very positive aspect of them. It allows us to identify deeply with them.

    Since 1989, when my doubt was born, I have been trying to understand the self-righteous anger that occurs whenever anyone questions the identity of the author of the works of Shakespeare. It doesn’t occur everywhere, of course. You can imagine all kinds of things about the identity, and be paid good money to assert them, as long as you stick to the name of William Shakespeare.

    All sorts of liberties are allowed within the rules of the academic publishing world. William Shakespeare can be Catholic or Protestant. He can travel here and there or stay home and learn everything from travelers in a pub. He can be gay, or straight, or bisexual; a schoolteacher, a lawyer’s clerk, someone who held horses outside the theater. You can spend the year of 1599 with him in London. As Mark Twain so aptly wrote, “Shall I set down the rest of the great Conjecture which constitute the giant Biography of William Shakespeare? It would strain the Unabridged Dictionary to hold them. He is a brontosaur: nine bones and six hundred barrels of plaster.”

    We know so little about his life, especially the decade before the writing appears, that he, William Shakespeare, could have been and done almost anything. But if you ask a question outside this “groupthink” … oh, no, no, no, no, no. That’s as offensive as questioning the truth of the Holocaust, according to a London Times writer, who has associated Winkler and The Atlantic with the company of all sorts of slanderous conspiracy theorists.

    I have witnessed this genre of journalism for 20 years—ad hominem attacks delivered in a condescending moan as a defense of what is presented as legitimate Shakespearean scholarship. When will the serious scholars I know and admire step forward and distance themselves from these bullying tactics, this literary thuggery? My respected friends, Stephen Greenblatt, Marjorie Garber, orthodox scholars everywhere—where are you? Why the need to attack and suppress a question you are now asking yourselves anyway: “Who else might have been involved?”

    Isn’t this how we learn? By asking questions? By probing with our imagination?

    Tutto qua

    Per completezza allego l'articolo di Elizabeth Winkler che cita. Lei ha anche una donna particolare in mente, Emilia Bassano: click. È una figura sicuramente affascinante ma non mi pare fosse in cerca di anonimato quindi non arriverei tanto in là con le ipotesi.
     
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    Emilia Bassano interessa molto anche me, è sicuramente una figura che vorrei approfondire. Ho letto l'articolo della Winkler ma non mi ha smosso granché tbh? Sono d'accordo che le donne di Shakespeare siano spesso iconiche, però è anche vero che i drammi includono parecchie battute misogine nonché antisemite e razziste. Poi stupirsi che le figlie di Shakespeare non sapessero scrivere o che il testamento non menzioni strumenti musicali mi sembra abbastanza pretestuoso, e mi fermo qui con le obiezioni per non quotare mezzo articolo XD Il fatto che la Bassano pubblicasse con il suo nome non mi sembrano di poco conto comunque.
    Mi spiace che Rylance si sia sentito aggredito, immagino che gli stratfordiani si siano un filo scocciati di vedere l'opzione più lineare possibile (Shakespeare era Shakespeare) scartata in favore dell'uomo di Stratford ghostwriter di non si sa chi XD
     
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    Uno dei più ardenti sostenitori della theory è nientemeno che Derek Jacobi, ma in generale tutti quelli che accettarono di recitare in "Anonymous" o erano sostenitori o simpatizzanti della teoria.
    In quanto ad Hamnet = Hamlet è un'idea interessante, io sapevo che la Dodicesima Notte è quella in cui più si avverte il lutto per la perdita del figlio, assieme ad alcuni passi del Re Lear ma ammetto di non aver mai approfondito la faccenda
     
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    Nella Dodicesima notte ci sono due gemelli (maschio e femmina) convinti l'uno della morte dell'altra, non mi sorprende che abbiano provato a collegare le l'opera ad Hamnet. Re Lear è la fiera della depressione ma l'unico elemento ~pertinente credo sia Lear davanti a cadavere di Cordelia? Un altro passo che si ritiene esprimere il lutto per Hamnet è questo monologo di Lady Constance nel King John:
    CITAZIONE
    King Phillip. You are as fond of grief as of your child.
    Constance. Grief fills the room up of my absent child,
    Lies in his bed, walks up and down with me,
    Puts on his pretty looks, repeats his words,
    Remembers me of all his gracious parts,
    Stuffs out his vacant garments with his form;
    Then, have I reason to be fond of grief?
    Fare you well: had you such a loss as I,
    I could give better comfort than you do.
    I will not keep this form upon my head,
    When there is such disorder in my wit.
    O Lord! my boy, my Arthur, my fair son!
    My life, my joy, my food, my all the world!
    My widow-comfort, and my sorrows' cure!
    [Exit]

    Si tratta comunque di teorie, personalmente non amo molto provare a leggere le opere letterarie in veste autobiografica, ma a ciascuno il suo (:
     
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    Visto che più su parlavamo di Emilia Bassano: l'anno scorso il Globe ha realizzato una pièce dedicata a lei, e sarà disponibile online per due settimane, a partire dal 10 novembre. Per vederlo bisogna acquistare il biglietto, ma si può pagare quanto si vuole: il prezzo minimo è di una sterlina.

    Più informazioni qui.
     
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    The Crown's Josh O'Connor and Chernobyl's Jessie Buckley are to play perhaps the world's most famous couple in a brand new production of William Shakespeare's classic Romeo and Juliet.

    The two star-crossed lovers have signed on to join the National Theatre-led project, which will air on Sky Arts next year, for an updated version of the iconic tragedy.

    The Lyttlelton theatre has been temporarily transformed into a studio to film the special made-for-screen production, which will be directed by National Theatre associate Simon Godwin.


    Fisayo Akinade, Deborah Findlay, Tamsin Greig, Lucian Msamati, and Shubham Saraf are also on board (or the boards, as it were).

    This latest adaptation of Romeo and Juliet will be swapping early modern Verona for modern-day Italy, in a world where Catholic and secular values clash, and two young lovers strive to transcend a world of violence and corruption together.

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    Era già una bella notizia da sola, ma il fatto che poi vada anche in onda... 3_3
     
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    Sono curiosissima di vedere il Romeo di O'Connor, e anche la Buckley mi sembra avere le vibes giuste per Giulietta <3

    Altri spettacoli shakespeariani disponibili su YouTube a novembre, tra cui un Macbeth con Patrick Stewart:
     
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    È una cosa incredibilmente provinciale da dire, me ne rendo conto, ma ancora stento a credere che uno in Inghilterra possa prendere e andare a vedere certi giganti dal vivo XD
     
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