William Shakespeare e la "Shakespeare Controversy"

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    noto che le recensioni della Mantel vanno per la maggiore ormai XD

    giuro che me ne sono accorta solo dopo aver copia-incollato l'immagine della copertina xD Di Anonymous e Rylance avevo letto, fino ad ora li avevo snobbati ma ora voglio assolutamente vedere il film xD

    CITAZIONE
    "Shakespeare non ha fatto altro che copiare"

    Ma in fondo è così, rielaborare fonti già esistenti per scrivere nuove opere era praticamente il modus operandi automatico dell'epoca, e Shakespeare non faceva eccezione xD Del resto si ammira Shakespeare non per cosa ha scritto ma per come lo ha scritto.

    CITAZIONE
    Ti dirò che nella biografia di Shakespeare che stavo leggendo (non l'ho finita ma è ottima, se non vado troppo avanti è solo perché non mi trovo bene a seguirla sul kobo) di tanto in tanto trovavo qualcosa che poteva riversarsi nella sua opera, ma deve esserci veramente molto snobismo perché da quel poco che ho capito quello che ha ispirato Shakespeare era semplicemente l'aver letto parecchio.

    Shapiro scrive che all'epoca nessuno, nemmeno la regina Elisabetta, possedeva tutti i libri da cui Shakespeare ha attinto/copiato, ma altri autori suoi contemporanei citavano tante opere diverse nei loro lavori, quindi il modo di sfogliare o prendere i prestito i libri c'era. Poi per me è normale che Shakespeare fosse influenzato, anche in minima parte, dal proprio vissuto, ma da qui a cercare una corrispondenza tra opere e vita verso per verso è un'esagerazione. Solo pensando a tutti i suoi super villains sanguinari ci sarebbe da sperare che i suoi lavori non fossero autobiografici xD
     
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    Di Anonymous e Rylance avevo letto, fino ad ora li avevo snobbati ma ora voglio assolutamente vedere il film xD

    E' un film di rara pallosità ma ho voluto vederlo per capire tutta la fuss.

    CITAZIONE
    Del resto si ammira Shakespeare non per cosa ha scritto ma per come lo ha scritto.

    THIS. Posso assicurare che la novella di cui sopra non ha niente di lontanamente memorabile, mentre il Mercante è il Mercante XD

    CITAZIONE
    Shapiro scrive che all'epoca nessuno, nemmeno la regina Elisabetta, possedeva tutti i libri da cui Shakespeare ha attinto/copiato, ma altri autori suoi contemporanei citavano tante opere diverse nei loro lavori, quindi il modo di sfogliare o prendere i prestito i libri c'era. Poi per me è normale che Shakespeare fosse influenzato, anche in minima parte, dal proprio vissuto, ma da qui a cercare una corrispondenza tra opere e vita verso per verso è un'esagerazione. Solo pensando a tutti i suoi super villains sanguinari ci sarebbe da sperare che i suoi lavori non fossero autobiografici xD

    Ma infatti?? E' un discorso che ha poco senso perché altrimenti Agatha Christie dovrebbe essere una serial killer??
     
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    E' un film di rara pallosità ma ho voluto vederlo per capire tutta la fuss.

    Dopo averlo visto dico che mi è sembrato molto più trash che palloso, un po' ridevo e un po' facepalmavo (?)
    A me viene da dire che si sono giocati malissimo la loro occasione per questo film, in cui hanno scelto di promuovere la teoria del Tudor Prince + variante incestuosa che anche tra gli stessi Oxfordiani raccoglie pochi consensi. Poi per tutte le loro riprese di storicità non si sono neanche preoccupati di rispettare l'ordine di rappresentazione/pubblicazione delle opere, avessero almeno provato a mettere insieme qualcosa di credibile?? Se si fossero presi meno sul serio sarebbe venuto fuori qualcosa di meglio.
    Aggiungo che non ho ancora capito perchè fosse necessario trovare e bruciare i manoscritti a tutti i costi, e preservare il segreto della *vera* identità dell'autore delle opere, figlio bastardo della regina o meno, illuminatemi pls.

    In ogni caso, Shakespeare che fa crowdsurfing rimarrà per sempre nel mio cuore.
     
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    Se si fossero presi meno sul serio sarebbe venuto fuori qualcosa di meglio.

    Questo è decisamente il problema numero uno! C'è quella sensazione che ci stiano a provare too hard per tutto il film, quando appunto per essere così rilassato nei confronti dell'accuratezza storica è palese che sia al contempo anche troppo serio e pomposo. E' piatto e un fiasco su tutta la linea.
     
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    Allora, intanto (con l'adorabile Barbero) Il tempo e la Storia su Shakespeare

    Poi è stata ripubblicata in Italia ad un prezzo finalmente umano ed abbordabile (costava più di 40 euro!) la biografia firmata da Ackroyd:

    lSzahuZ


    CITAZIONE
    Il romanzo della vita di Shakespeare: così può essere definita questa monumentale biografia che penetra così a fondo nel mondo e nelle vicende più salienti dell’esistenza del genio inglese da apparire più come l’opera di uno scrittore coevo che quella di un biografo del ventunesimo secolo. Shakespeare nacque a Stratford il 23 aprile del 1564 e morì nella stessa piccola città inglese il 23 aprile del 1616. Gli amici di Stratford furono i suoi amici di sempre, le persone che accompagnarono l’intera sua esistenza. Lavorò in teatro, recitando nelle prime sale londinesi e riscrivendo e componendo per una serie di compagnie determinate quali «The Queen’s Men», «The Lord Chamberlain’s Men» e «The King’s Men». Un piccolo mondo, preciso, costante. Peter Ackroyd ci accompagna innanzi tutto nel paesaggio di questo mondo. Percorre le strade di Stratford e Londra, a cavallo tra Cinquecento e Seicento, come se appartenesse pienamente a quel tempo. Descrive l’ambiente teatrale come se fosse uno spettatore elisabettiano e assistesse alle prime rappresentazioni delle tragedie e delle commedie. Scrive dello Shakespeare attore, drammaturgo e poeta, e dunque della sua cerchia di impresari, attori e coautori e della loro «comunanza di sentimenti». Ritesse, insomma, non solo la tela dell’epoca di Shakespeare, ma ne ravviva i colori e le sfumature come se fossero appena dipinti.

    ibs
     
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    Barbero idolo delle folle (?) Se è la puntata andata in onda a fine aprile l'ho già vista <3
    La biografia di Ackroyd devo leggerla prima o poi uwu
     
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    Sì deve essere abbastanza recente perché sul sito Rai è tra le ultime!
    La bio di Ackroyd è ricchisssssssima, tanta roba sul serio! Purtroppo a leggerla sul kobo e per giunta in lingua mi sono scocciata, ma devo finirla per principio!
     
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    Christopher Marlowe credited as one of Shakespeare's co-writers

    Dramatists to appear jointly on title pages of Henry VI, Parts One, Two and Three in the New Oxford Shakespeare after analysis by team of 23 academics

    The long-held suggestion that Christopher Marlowe was William Shakespeare is now widely dismissed, along with other authorship theories. But Marlowe is enjoying the next best thing – taking centre stage alongside his great Elizabethan rival with a credit as co-writer of the three Henry VI plays.

    The two dramatists will appear jointly on each of the three title pages of the plays within the New Oxford Shakespeare, a landmark project to be published by Oxford University Press this month.

    Using old-fashioned scholarship and 21st-century computerised tools to analyse texts, the edition’s international scholars have contended that Shakespeare’s collaboration with other playwrights was far more extensive than has been realised until now.

    Henry VI, Parts One, Two and Three are among as many as 17 plays that they now believe contain writing by other people, sometimes several hands. It more than doubles the figure in the previous Oxford Shakespeare, published 30 years ago.

    Marlowe’s hand in parts of the Henry VI plays has been suspected since the 18th century but this marks the first prominent billing in an edition of Shakespeare’s collected works.

    [...]Taylor told the Guardian: “The orthodox view was that Shakespeare didn’t collaborate at all. When the Oxford Shakespeare in 1986 proposed that eight plays of Shakespeare contained writing by other writers, some people were outraged. What has happened since 1986 is that the accumulation of new scholarship, techniques and resources has made it clear that, in 1986, we underestimated the amount of Shakespeare’s work that’s collaborative.”

    He said: “In 1986, eight of 39 plays were identified on their title pages as collaborative, a little more than 20%. In 2016, 17 of 44 plays are identified, a little more than 38%, close to two-fifths.”

    Some are said to be collaborations, with Shakespeare apparently working side-by-side with other writers, as with Marlowe on Henry VI. Others are adaptations, where additions were made to works before their printed publication, as with Thomas Middleton, who is now credited for the first time on the title page of All’s Well That Ends Well.

    Taylor said these editions of the Henry VI plays are the first to identify Marlowe as the co-author. “We have been able to verify Marlowe’s presence in those three plays strongly and clearly enough,” he added.

    [...]Among texts that have never before been in a complete works of the Bard is Arden of Faversham, which was anonymously published in 1592. Now it is jointly credited to anonymous and Shakespeare.

    Taylor said: “People for centuries have argued about whether Shakespeare is in some way connected to that play. We’re identifying it as an early collaborative play of Shakespeare’s. We’re identifying him in several of the middle scenes. There is very strong, compelling evidence. We have provided a lot of new evidence.”

    They are yet to identify the other author, but have ruled out previously suggested candidates such as Marlowe and Thomas Kyd.

    [...]Expanding the Shakespeare canon, the new study marks the first time that a complete works has included additions to Kyd’s The Spanish Tragedy, identifying Shakespeare as the author of the painter’s scene.

    [...[One piece of evidence identified five “Shakespeare-plus words”: gentle, answer, beseech, spoke, tonight. Taylor explained: “What we mean by Shakespeare-plus is that we’ve looked at the frequency of certain words which might seem commonplace like ‘tonight’ in all the plays of that early period, say up to 1600. Anybody could use any of these words. They’re not words that Shakespeare invented. But we can say Shakespeare used ‘tonight’ much more often than other playwrights in those 20 years.

    “Shakespeare-minus words … are much less likely to appear in a Shakespeare play. So, this is a statistical argument … not simply statistics about individual words, but combinations of individual words. With Marlowe, for example, combinations of words such as ‘glory droopeth’ appear to be unique to him in that period.

    “Recent studies by specialists already agree that Shakespeare did not write the passage where Joan of Arc pleads for help from demonic spirits and then is captured by the English [Part One, 5.3, 5.4]. We have added new evidence from ‘unique n-grams’: that is, phrases that occur in the passage being tested. Marlowe’s works contain many more such parallels than any other playwright,” Taylor added.

    Other words and phrases identified as commonly occurring in Marlowe works include “familiar spirit, cull out, regions under earth, oh hold me, to your wonted, see, forsake me, droopeth to, curse, miscreant, ugly, change, shape thou, change my shape, suddenly surprise, your dainty, fell and enchantress”.

    Taylor acknowledges that doubts may be cast on their conclusions: “You can’t say anything about Shakespeare without somebody disagreeing with you … But our knowledge of the past increases by debate of this kind.”

    Tutto sul Guardian
     
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    Yesss venivo proprio a postarlo!

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    Henry VI, Parts One, Two and Three are among as many as 17 plays that they now believe contain writing by other people

    Bene. Io di solito prendo Shakespeare come Omero, con lo spirito del chissene chi era, era comunque bravo e se erano tanti erano bravi tutti. Ma a volte mi parte lo spirito di Voyager e vorrei veramente saperne di più.
     
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    Io di solito prendo Shakespeare come Omero, con lo spirito del chissene chi era, era comunque bravo e se erano tanti erano bravi tutti. Ma a volte mi parte lo spirito di Voyager e vorrei veramente saperne di più.

    Per fortuna su Shakespeare si può ancora scoprire qualcosa grazie a tutto il materiale attribuibile a lui e ad altri (co-)autori. Ora voglio sapere quali altri opere hanno identificato come co-authored però!


    Andando indietro nel topic ho visto dei post sul progetto Hogarth Shakespeare, che prevede 8 libri e nomi molti interessanti.
    Al momento sono stati pubblicati The Gap of Time di Jeanette Winterson (Il Racconto d'inverno), Shylock Is My Name del vincitore del Man Booker Prize Howard Jacobson (Il Mercante di Venezia), Vinegar Girl del premio Pulitzer Anne Tyler (La Bisbetica Domata), Hag-Seed di Margaret Atwood (La Tempesta). I prossimi titoli:
    - Tracey Chevalier su Otello 6 giugno 2017
    - Jon Nesbo su Macbeth 6 febbraio 2018
    - Edward St. Aubyn su Re Lear 3 aprile 2018
    - Gillian Flynn (!) su Amleto 5 gennaio 2021.

    Questo è il sito ufficiale.
     
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    Ho intenzione di leggere Shylock perché voglio vedere come si presta una storia così "strana" a una scrittura moderna. E' una storia in cui niente ha senso imo, mica per niente al giorno d'oggi abbiamo più simpatia per Shylock che per tutti gli altri (il titolo non stupisce), e il fatto stesso che sia una commedia ha un effetto incredibilmente straniante su chi legge (/guarda).

    Leggerò volentieri Gillian Flynn ma quel 2021 è spaventoso XD

    Vedo che alla stampa italiana è importato molto poco della questione di Shakespeare e Marlowe, com'è possibile?
     
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    Vedo che alla stampa italiana è importato molto poco della questione di Shakespeare e Marlowe, com'è possibile?

    Viene da chiedersi se tutte le teorie complottistiche/alla Voyager abbiano finito per distorcere la percezione di scoperte più serie e fondate scientificamente :/
     
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    Viene da chiedersi se tutte le teorie complottistiche/alla Voyager abbiano finito per distorcere la percezione di scoperte più serie e fondate scientificamente :/

    Ma sai che è una teoria sensata? In effetti "scoperte" su Shakespeare se ne claimano a giorni alterni ormai, è come se non sapessimo più a chi dar retta.
     
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    Shakespeare? Il 'bardo' era davvero lui.
    Studiosa americana scova negli archivi un documento del 1600 che attribuisce ad un attore il blasone di famiglia che il presunto padre, il guantaio John Shakespeare era riuscito a farsi attribuire. Sarebbe la dimostrazione che proprio lui, William, è l'autore dei capolavori caposaldo della letteratura universale


    LONDRA – Essere o non essere William Shakespeare? Il mistero sull’identità dell’autore dell’Amleto, universalmente considerato il “padre” della letteratura, potrebbe essere stato definitivamente risolto grazie a una “Sherlock Holmes degli archivi”. Un documento del 1600 scoperto da Heather Wolf, esperta di scrittura elisabettiana e curatrice di manoscritti al Folger Shakespeare Archive di Washington, viene descritto dal Times di Londra come la possibile “smoking gun” che lo scrittore di Romeo e Giulietta e un’infinità di drammi, commedie e sonetti era effettivamente il figlio di un umile guantaio di Stratford sull’Avon. E a risolvere il rebus sarebbe ora un disegno: uno stemma di famiglia raffigurante un falco che tiene fra gli artigli una lancia.

    La polemica su chi sia il vero autore delle opere attribuite a Shakespeare verte appunto sulla difficoltà di credere che un uomo nato e cresciuto in una cittadina di provincia inglese, senza avere ricevuto un’istruzione elevata e senza avere conosciuto l’aristocratica vita di corte, sia stato in grado di scrivere pagine immortali, spesso ambientate tra l’alta nobiltà e le case reali d’Inghilterra e d’Europa. [..]

    E’ noto che John Shakespeare, padre del William nato a Stratford, aveva ambizioni di crescita sociale. Così, pochi anni dopo la nascita di William nel 1564, John fece richiesta di ricevere un “coat of arms”, uno stemma araldico assegnato alle famiglie di una certa importanza, trasmissibile di padre in figlio. Il College of Arms, l’autorità a cui spettava la concessione di questi blasoni, soddisfece la richiesta soltanto nel 1596: finalmente la famiglia Shakespeare ottenne uno stemma, per l’appunto con l’immagine di un falco attaccato a una lancia. E tutto questo già si sapeva.

    Ma la dottoressa Wolf, frugando negli archivi del College of Arms, ha trovato un documento da lei datato approssimativamente al 1600, intitolato, in inglese arcaico, “A Noate of some few Coates and Creasts lately come to my hands”, scritto da sir William Dethick, il Garter King of Arms ovvero l’autorità suprema dell’istituto. Nel documento, lo scrivente riproduce lo stemma con falco e lancia, attribuendolo a “Shakespeare the player”, Shakespeare l’attore: un forte indizio, osserva il quotidiano londinese, che il famoso attore-commediografo e il figlio del guantaio di Stratford erano effettivamente la stessa persona. La ricercatrice americana ha inoltre scoperto nei medesimi archivi una dozzina di immagini del blasone di famiglia dei Shakespeare, metà dei quali lo assegnavano al padre e metà al figlio.

    James Shapiro, uno dei maggiori esperti mondiali sulla vita e sulle opere di Shakespeare, definisce il ritrovamento “di enorme significato”.

    Repubblica
     
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    Sono passati 400 anni dalla morte del Bardo e quale è il modo migliore per ricordarlo se non con i Lego?
    Per onorare la sua eredità, l’azienda ha ricreato scene da “Macbeth”, “Romeo e Giulietta” e di “Sogno di una notte di mezza estate”. Certo, ci sono un paio di anomalie storiche, Shakespeare aveva davvero un iPhone?

    lastampa
     
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96 replies since 26/1/2014, 00:30   1333 views
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