Maria Stuart (Mary, Queen of Scots)

Mary Stuart, Queen of Scots, has long been portrayed as one of history's romantically tragic figures. Devious, naive, beautiful and sexually voracious, often highly principled, she secured the Scottish throne and bolstered the position of the Catholic Church in Scotland. Her plotting, including probable involvement in the murder of her husband Lord Darnley, led to her flight from Scotland and imprisonment by her equally ambitious cousin and fellow queen, Elizabeth of England. Yet when Elizabeth ordered Mary's execution in 1587 it was an act of exasperated frustration rather than political wrath. Unlike biographies of Mary predating this work, this masterly study set out to show Mary as she really was - not a romantic heroine, but the ruler of a European kingdom with far greater economic and political importance than its size or location would indicate. Wormald also showed that Mary's downfall was not simply because of the 'crisis years' of 1565-7, but because of her way of dealing, or failing to deal, with the problems facing her as a renaissance monarch. She was tragic because she was born to supreme power but was wholly incapable of coping with its responsibilities.Her extraordinary story has become one of the most colourful and emotionally searing tales of western history, and it is here fully reconsidered by a leading specialist of the period. Jenny Wormald's beautifully written biography will appeal to students and general readers alike.

“Nonostante Maria Stuarda fosse intitolato a una donna, nel celebre testo di Schiller le donne erano poco presenti. Allora ho pensato di rovesciare tutta la vicenda, moltiplicando i ruoli femminili, per descrivere il rapporto tra le donne e il loro diverso atteggiamento nei confronti del potere.” In questo volume lo strumento letterario diventa metodo d’indagine sull’universo femminile, in perenne ricerca del suo essere tra ragione di Stato e sentimento.

Il tragico percorso della vita di Maria Stuarda ha origini e radici nella sua ascesa incredibilmente rapida alla condizione della massima potenza terrena: a sei giorni regina di Scozia, a sei anni fidanzata di uno dei più potenti principi d'Europa, a diciassette anni regina di Francia. Un'ascesa ottenuta senza fatica né merito, come in un sogno, senza il tempo di esserne interiormente consapevole. Ma subito il sogno svanisce e interviene la delusione, la realtà di una condizione che le impedisce di essere semplicemente sé stessa, ma solo e sempre parte e oggetto di un gioco d'interessi. Al ritorno in Scozia è subito esposta alla bufera di una rabbiosa lotta religiosa che sconquassa la sua terra e s'insinua fin nella sua famiglia, coinvolgendo lo sfortunato paese nel sanguinoso gioco delle potenze mondiali; nasce di qui il conflitto personale tra l'astuta Elisabetta e l'impulsiva Maria, tra Inghilterra e Scozia, dietro al quale s'innalza l'ombra dei grandi contrasti del tempo tra Riforma e Controriforma, tra l'epoca moderna alle porte e il mondo medioevale che muore. In questa lotta senza tregua, Stefan Zweig ci conduce a scoprire la dimensione umana delle due protagoniste, donne di statura eccezionale che si fronteggiano con armi subdole e sleali, fino al momento aspro e tagliente della tragedia finale.