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.CITAZIONECredo che lei assomigli molto al fratello Umberto!
Stavo proprio per scriverlo, in alcune foto è praticamente identica a lui!
Mafalda è stata veramente sfortunatissima, la sua è una storia molto triste. Ho visto la fiction o almeno una sua versione un po' tagliata, l'unica che ho trovato. Non sapevo ci fosse una cittadina intitolata a lei! E nemmeno di questo:CITAZIONELo scrittore svedese Axel Munthe ha dedicato a Mafalda di Savoia il libro La storia di San Michele, considerato il suo capolavoro.
Io ho questo libro qua:
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Grancontessa Mathilde.
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Un pezzo (Nessun dorma, Turandot) opera dedicata a Mafalda da Giacomo Puccini: . -
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Ho trovato questo post sul diadema indossato da Mafalda alle sue nozze: CITAZIONE“A fermare il velo di merletto mia madre portava un antico diadema di famiglia formato da spighe di grano in diamanti: è l’unico rimasto in nostro possesso dopo le vicissitudini belliche. Tredici vennero trafugati da ufficiali americani delle truppe d’occupazione”. Enrico d’Assia racconta nel suo libro “Il lampadario di cristallo” la storia insolita della perdita e del ritrovamento di un gioiello il cui valore intrinseco è nulla rispetto all’enorme valore affettivo poiché la mamma del principe è la principessa Mafalda di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III e moglie del langravio Filippo d’Assia, la quale paga con la vita le decisioni del marito e del padre. - See more at: http://www.altezzareale.com/2010/10/25/rea...h.e5A55qXd.dpuf
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Ho appena scoperto di avere questo in casa:
Ecco che succede a comprare biografie compulsivamente XD. -
Grancontessa Mathilde.
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Iolanda e Umberto sono molto simili!
Beppo:
Mafalda era meno bella delle sorelle ma comunque una donna da un coraggio pazzesco!
Foto....
Baby Muti:
Muti è la bambina a destra:
La bambina con la frangia e i capelli lisci è Mafalda:
Qui è la terza da sinistra:
Qui è la bambina magrolina la quarta da destra:
Wow *_* interessante non sapevo del suo diadema!!!
Qui Muti è la terza da sinistra:
Muti è all'estrema sinistra:
Muti, Giovanna, Umberto e Iolanda:
Muti e i genitori:
Muti e Beppo:
Muti al matrimonio della sorella Iolanda (dietro la regina Elena):
Muti:
A proporito della famiglia Bergolo...Il principe Aage di Danimarca, figlio del principe Valdemaro di Danimarca e della principessa Maria d'Orleans, senza ricevere il permesso previsto dalla legge dal re danese, lui sposò Matilda Calvi dei Conti di Bergolo (Buenos Aires, 17 settembre 1885 - Copenaghen, 16 ottobre 1949), figlia di Carlo Giorgio Lorenzo Calvi, V conte di Bergolo e della baronessa Anna Guidobono Calvalchini Roero San Severino, a Torino il 1º febbraio 1914. Pochi giorni dopo, rinunciò al suo posto nella Linea di successione al trono di Danimarca, perdendo il suo titolo di principe di Danimarca, e il titolo di Altezza Reale. Con l'autorizzazione del re, assunse il titolo di "principe Aage, Conte di Rosenborg "e il titolo di Altezza il 5 febbraio 1914, ereditato poi dai suoi discendenti legittimi in linea maschile; l'uso del prefisso principesca fu limitato a lui ed alla moglie. Aage e Matilde ebbero un figlio prima del loro divorzio nel 1939:
- Valdemaro Giorgio Alessandro Luigi Maria, conte di Rosenborg (Torino, 3 gennaio 1915 - Parigi, 1 aprile 1995), sposata a Villefranche-sur-Mer, Nizza , il 20 aprile 1949, Floria, Baronne d'Huart-Saint-Mauris (Parigi, 10 agosto 1925 - Parigi, 20 agosto 1995). Non ebbero figli.
I ricordi di due sopravvissuti al lager di Buchenwald:
Luigi Varrasso
Luigi Varrasso, nato il 1º marzo 1922 a Castiglione a Casauria e morto a Pescara, all'età di 81 anni, il 24 agosto 2003, ha trascorso gran parte della sua vita nel silenzio di ricordi atroci. Il suo volto si illuminava solo quando le labbra pronunciavano il nome della "dolce principessa" Mafalda di Savoia, la quale, segregata in una baracca accanto, condivise con lui quella dura esperienza nel campo di Buchenwald. Nel campo di Buchenwald, nei pressi di Weimar, in Turingia, Varrasso arrivò nell'autunno del 1943. «Mi trovavo da più di un anno in Grecia, ero militare (artigliere della contraerea addetto ai gruppi elettrogeni) a Kalamata, nel Peloponneso sud occidentale - raccontava Varrasso - avevo 21 anni e di lì a poco, dopo l'armistizio dell' 8 settembre, la mia vita sarebbe cambiata per sempre». Fu arrestato dai tedeschi, di sera, mentre si trovava al cinema con il comandante della divisione e un gruppo di commilitoni. Ricordando la sua prigionia Varrasso parla della terribile mansione che gli fu affidata: «Accatastati su un carretto, conducevo i miei compagni morti, ai forni. Ripiegavo quei mucchietti di ossa e li infilavo in quell'inferno di fuoco, stretto e violento».
Qualcuno di quei corpi ammucchiati e rinsecchiti dalla fame e dal freddo, però, aveva ancora il sangue caldo. «I moribondi mi imploravano di non portarli a morire». Varrasso ricorda come la notizia della presenza della principessa Mafalda a Buchenwald fosse un elemento di malinconica dolcezza, in quell'inferno. La principessa e l'ex caporal maggiore non si incontrarono mai da vicino, ma Varrasso sapeva che lei era lì, reclusa in una baracca a pochi metri da lui. «La vidi solo una volta. Era bella. Indossava spesso veli viola che le coprivano il volto e passeggiava sotto il tiro dei fucili delle guardie. Mi accorsi che aveva problemi ad un braccio, poi di lei non seppi più nulla». Dopo moltissimi anni, il 23 settembre 1997, Varrasso scrisse una lettera ai discendenti dei Savoia per testimoniare quella comune esperienza con uno dei membri dell'ex Real Casa, il principe Enrico d'Assia, figlio di Mafalda. Questi, il 18 ottobre 1997, rispose con una missiva di "solidarietà" che Varrasso custodiva gelosamente. Nella lettera, il principe Enrico d'Assia esprime «comprensione per il trauma da lei subito in seguito alla drammatica esperienza vissuta nel lager» ma nel contempo, poiché ogni testimonianza che riguarda la Madre lo coinvolge «emotivamente rinnovando quel terribile passato» preferisce non tornare più su quel periodo «che tanto profondamente ha inciso sulla mia vita».
Giovanni Colone
«Aveva indosso una vestaglia bianca allacciata alla vita con una cintura, dove era appeso un barattolo per il cibo. Sulla fronte aveva una fascia bianca. Era alta circa un metro e sessanta. Aveva le scarpe molto rovinate». È questo il ricordo che Giovanni Colone, di Roccavivi (L'Aquila), morto nel 2003 all'età di 95 anni, conservava della principessa Mafalda. Colone incontrò la principessa il 28 aprile 1944, alle 9 del mattino, nel campo di concentramento di Buchenwald, dove la donna era stata deportata. Fu uno degli ultimi italiani a vederla viva. «Quella domenica mattina» aggiunge Colone «ci mandarono a prendere della legna per fare alcuni lavori. Eravamo tre, tutti italiani. Ad un certo punto arrivarono migliaia di prigionieri (circa 40 mila) quasi tutti ebrei. Questi provenivano da Budapest ed erano diretti ad un altro campo di concentramento. Erano disposti su più file e i tedeschi li circondavano con i mitra spianati. Intorno alla terza fila notai una ragazza che mi guardava attentamente, probabilmente perché, come tutti gli italiani, avevo una grossa "I" sulla gamba. 'Sei italiano, tu?' - mi chiese - 'Sì, lo sono' - risposi io, e lei mi disse - 'Io sono Mafalda di Savoia'. - Poi non poté più continuare, perché i tedeschi la minacciarono. Quello che mi rimase più impresso è che mi chiese erba da mangiare, portandosi la mano alla bocca». Giovanni Colone visse l'esperienza dei campi di concentramento per quattro anni. Alla fine della guerra tornò alla sua attività di agricoltore, e nel suo gregge ebbe sempre un'agnella di nome Mafalda, in ricordo della principessa.. -
Grancontessa Mathilde.
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Wow *_* la biografia di Beppo . -
marie..
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Mamma mia quanto mi ricorda Neri Marcorè qui! E' una bellissima foto comunque, così informale!CITAZIONEQuello che mi rimase più impresso è che mi chiese erba da mangiare, portandosi la mano alla bocca
Che tristezza ç____ç. -
Grancontessa Mathilde.
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Wow! è vero!! nella foto Beppo assomiglia molto a Neri Marcorè! Muti era molto legata a Beppo, probabilmente la più legata di tutte le sorelle! Beppo assomigliava (fisicamente) alla sorella Iolanda! Pare che Beppo alla scoperta della morte di Mafalda soffrì moltissimo! Muti fu una donna di grande amore e coraggio!!!!
Video (Si può sentire tutta la tristezza del figlio):. -
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E non è finita XD avevo comprato anche questo qua: CITAZIONEQuesto libro comincia con il primo re d'Italia, che tanto per confondere le idee si chiama Vittorio Emanuele II. Parla soprattutto piemontese e francese, e fa errori quando scrive in italiano. Tarchiato e con i baffoni spalancati, sposa la cugina Maria Adelaide, magra e pallida, ma capace di mettere al mondo tanti figli e di non protestare se il marito sembra interessato solo alla caccia e alle donne. Gli succede Umberto I, baffi ad ala di gabbiano, anche lui incline a far fuoco, ma sugli scioperanti più che sulla fauna: non a caso finirà vittima di un attentato. Prima però sposa, per ragioni dinastiche, un'altra cugina, "quella pizza della Margherita" come amava ripetere, "la regina più imperlata d'Italia". Sarà seguito da Vittorio Emanuele III, detto Dondolo, baffetti all'insù e grande amante di monete da collezione e perfino della moglie. Un po' meno del Paese, che infatti affiderà a Mussolini e alle sue follie di grandezza. E quando l'amata Elena non avrà più tempo per lui, perché troppo occupata a curare i feriti di guerra, Dondolo deciderà di liquidare il Duce, per poi consegnare l'Italia nelle mani inadatte del figlio Umberto II, re solo per un mese... Una storia dinastica che demolisce i Savoia sotto i colpi di una sferzante ironia. Prefazione di Massimo Gramellini.
x. -
Grancontessa Mathilde.
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ahahahah xD bella citazione!!! Però è vero che Elena e Vittorio Emanuele III si amavano! La causa della statura di Vittorio Emanuele III erano i matrimoni tra famigliari, per fortuna è arrivata la "grande e montenegrina" Elena a mettere apposto i geni di Casa Savoia! . -
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E infatti per lui dovettero abbassare l'altezza dell'esercito perchè era troppo basso
col consuocero re Alberto del Belgio, 20, anche 30 cm di diggerenza a occhio e croce
col duca d'Aosta, tanto odiato
Inutile dire che nei confronti del figlio provo sempre una sorta di ammirazione mista a invidia. -
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Ahahaha amore quant'è piccino XD . -
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Credo fosse sull'1.50-1.55, mentre l'odiato cugino d'Aosta era qualcosa come 1.90-1.95. Inutile dire che l'odiò/l'ammirò per tutta la vita, e il cugino e la moglie, al sofisticata Helene d'Orleans erano i primi a sfottere lui ed Elena, in particolare ricordo il nomignolo di Helene verso la regina: ma cousine la bergére ossia mia cugina la pastora, in riferimento all'origine montenegrina di Elena
questq ui con Elena del 1929 è impietosa, c'è un divario abissale, se si guardano altre foto ufficiali si nota sempre che VE sta su gradino più alto rispetto al resto del pubblico. -
Grancontessa Mathilde.
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xD Pensate che VEIII avrebbe potuto sposare Elena d'Orleans e che lui disse di lei...troppo alta e ossuta... .