Ludovico "il Moro" Sforza e Beatrice d'Este

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    Sì lui le fu sistematicamente infedele ma sembra che l'abbia amata a modo suo, un modo forse più paterno che romantico o sensuale visto che era davvero esageratamente più vecchio di lei, e anche stimata come "socia in affari".

    Quel profilo è veramente squisito 💚 deve essere una Sforza ma quale di preciso non si sa, le teorie sono molte. Penserei alla piccola Bianca ma sembra troppo bruna e forse troppo grande.
     
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    Una piccola chicca dal libro che sto leggendo sembra che Ludovico si sia lamentato di una avventura capitata alla moglie Beatrice e alle sue dame, quando questa era duchessa di Bari venne colta per strada da un acquazzone e assieme alle dame si coprirono la testa con dei pannicelli (copricapi fatti da stoffe modeste) ma vengono prese per delle villane e il Moro scrive:

    CITAZIONE
    "in sì malo modo che la duchessa quasi si azzuffò con le popolane"

    #beatricecatfight
     
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    Ah sìsì l'ho letto da qualche parte, mi sa che volarono anche insulti!
     
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    Più che altro sul serio non avevano riconosciuto la Bea ???
     
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    Non ci posso credere.
     
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    Lei aveva un caratterino, vi ricito anche questo episodio:
    CITAZIONE (‚dafne @ 25/6/2016, 22:49) 
    Un episodio dolcissimo che la dice lunga sul carattere di Beatrice, scusate se è in inglese ma lo trovo solo così. Da una lettera del Moro a Isabella:

    CITAZIONE
    "And since those illustrious duchesses [Beatrice d'Este e Isabella d'Aragona] took it into their heads to return again to the Certosa, they went back there yesterday morning, and when it was time for them to return, I went out to meet them, and found that both duchesses and all their ladies were dressed in Turkish costumes. These disguises were invented by my wife, who had all the dresses made in one night! It seems that when they began to set to work about noon yesterday, the Duchess of Milan could not contain her amazement at seeing my wife sewing with as much vigour and energy as any old woman. And my wife told her that, whatever she did, whether it were jest or earnest, she liked to throw her whole heart into it and try and do it as well as possible. Certainly in this case she succeeded perfectly, and the skill and grace with which she carried out her idea gave me indescribable pleasure and satisfaction."

    Dalla bio di Beatrice scritta da Julie Cartwright
     
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    Sì, di questo ne avevamo parlato, forse? Ma la scena alla Geordie Shore mi ha fatto ridere troppo XD
     
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    Dallo stesso libro di prima:

    CITAZIONE
    "The two duchesses," writes the Ferrarese ambassador, on the 28th of
    April, "have been having a sparring match, and the Duke of Bari's wife
    has knocked down her of Milan."

    Qui c'è anche l'episodio di cui parla Cla:
    CITAZIONE
    "There is literally no end to the pleasures and amusements which we
    have here," writes Lodovico, on the 12th of April, to his sister-in-law
    at Mantua. "I could not tell you one-thousandth part of the tricks and
    games in which the Duchess of Milan and my wife indulge. In the country
    they spent their time in riding races and galloping up behind their
    ladies at full speed, so as to make them fall off their horses. And now
    that we are back here in Milan, they are always inventing some new forms
    of amusement. They started yesterday in the rain on foot, with five or
    six of their ladies, wearing cloths or towels over their heads, and
    walked through the streets of the city to buy provisions. But since it
    is not the custom for women to wear cloths on their heads here, some of
    the women in the street began to laugh at them and make rude remarks,
    upon which my wife fired up and replied in the same manner, so much so
    that they almost came to blows
    . In the end they came home all muddy and
    bedraggled, and were a fine sight! I believe, when your Highness is
    here, they will go out with all the more courage, since they will have
    in you so bold and spirited a comrade, and if any one dares to be rude
    to you, they will get back as good as they give! From your affectionate
    brother,

    "Lodovico."
     
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    Be' ma che personaggio! E' divertente vedere come si divertissero davvero con poco, però quest'immagine sanguigna di Beatrice non la conoscevo tanto bene.
     
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    E' vero non te lo aspetti, d'altronde però lei è cresciuta a Napoli quindi aveva un'indole più verace rispetto alla sorella che era più ammodo. L'infanzia napoletana potrebbe anche spiegare l'attaccamento a Isabella ed era molto tenera anche col figlio di lei alla faccia delle voci di rivalità varie:

    CITAZIONE
    He is never tired of praising the concord that
    reigned in the ducal family, and the pleasure that Beatrice took in
    Isabella's little son, who was constantly seen in her arms.

    "And when the ladies ask if she does not wish for a son of her own, she
    replies in sweet accents, 'This one child is enough for me;' and
    straightway all her courtiers repeat and extol her answer."
     
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    Awww, era una donna molto "moderna", nel senso più vicina a quello che noi definiremmo un caratterino, essendo più abituati a personaggi più miti, come Lucrezia?
     
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    Ludovico il Moro e i suoi misteri
    Forse ritrovata la tomba in Francia


    Ci vorrà il test del Dna per avere una conferma, ma alcuni studiosi ritengono probabile che appartengano al duca Ludovico il Moro Sforza le ossa che sono state ritrovate nella chiesa collegiata di Sant’Orso a Loches, la località della Francia centrale nel cui castello l’ex signore di Milano morì nel 1508, prigioniero del re Luigi XII.

    Durante dei lavori di restauro compiuti nella chiesa, riferisce il quotidiano locale «La Nouvelle République», gli archeologi hanno scoperto quattro sepolture, una delle quali corrisponde a «descrizioni molto antiche che situavano la tomba dello Sforza nella collegiata». A questo punto è stato deciso di inviare i resti in laboratorio per ulteriori accertamenti. Se le analisi dovessero dare esito positivo, sarebbe smentita la tesi oggi prevalente secondo cui la salma di Ludovico il Moro sarebbe stata inumata a Tarascona, in Provenza, in una chiesa gestita dai padri domenicani.
    [...]

    Tutto sul Corriere
     
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    Ed eccomi qui dopo lunghe fatiche con le citazioni poetiche su Ludovico (e Ascanio):

    Questo è l'antefatto della disfatta:

    «Torno a Milano, ove è 'l Moro sospeso;
    pensate che un hom degno sempre pensa,
    quando se vede con inganno offeso,
    s'el potesse frenar la furia immensa,
    ma quando tanto è 'l foco intorno acceso,
    mal extinguer se pò la fiamma accensa,
    e quando quassa el fondo della torre,
    quel che non fuggie presto a morte corre.<br/
    El Moro, ch'avea el mondo gubernato,
    e ha più ochii assai che non hebbe Argo,
    vedendo tutto lo so imperio e stato
    oppresso d'uno acerbo e fer letargo,
    disse a sé stesso: questo è un duro fato,
    el seme in scolio et in harena spargo,
    non val guberno el mar leto e iocundo,
    se la nave è schusita in meggio el fondo.»

    (La guerra del Turco e la presa di Modone (II-5.5 I: 12-13))

    Sempre antefatto:

    «Tornian al duca de Milan signore,
    ch'avantia ogn'altro de triumpho o fama,
    dico a colui c'ha in sé valore
    e che ciascun pianeto e stella chiama.
    Lodovico, un chiar sol, un chiar splendore,
    chome sol quel che gloria e honor ama
    come de far ciascun c'ha senno e forza,
    che pocha acqua gran foco non amoza.

    Quando con la sua coda guiza el pesce,
    illustrato dal ciel nel ragio chiaro,
    e più non calla el zorno e ancor non cresce,
    nel Cinquecento a sei dì de febraro,
    e già la serpe for della sepe esce,
    recogliendo el venen tristo e amaro.
    Lodovico tornò dentro a Milano,
    ma chi combatte col ciel s'arma in vano.»

    (La guerra del Turco e la presa di Modone (II-5.5 I: 41-42))

    Ecco la disfatta di Novara, quando fu abbandonato dagli svizzeri e la susseguente cattura:

    «E quando al signor l'ultimo soccorso
    dovean con forza dare e con l'ingegno,
    fecen come el caval che spretia el morso:
    non se volsen partir dal primo segno,
    unde s'accorse el Mor tristo ch'el corso
    era finito del so impero regno,
    ché facilmente un s'accorgie del foco
    quando vede la fiamma in qualche loco.

    Hor che del tempo amato e gionta l'hora
    e bisogna mostrar c'ha cor nel petto,
    ch'indarno s'affatica in van lavora
    ch'a iusto tempo non segue l'effetto
    cridava el Moro: e voi fati dimora
    come di guerra non fusse sospetto
    hor fu che tanto el servitio più vale
    quanto te scampa da più danno e male

    Se io torno nel mio regno in el mio impero,
    el serà vostro, che per voi l'aquisto,
    se ve partite dal iusto sentero,
    dolenti al fin sareti: io sarò tristo.
    ogni alma generosa abracia el vero,
    fu sempre el traditor da ogni hom mal visto.
    Perde la fede ch'usa tradimento,
    e senza quella l'hom de polver al vento

    Ma il vento via portava le parole,
    ch'uno ostinato cor mai non si piega,
    ma quanto è il mal più grande men se dole,
    e quanto è più pregato el ben più nega;
    fecen costor come el vilan far sole,
    che per robar el grano el patron lega,
    dissen: sta' forte, signor, che sei preso.
    A questo modo fu da lor diffeso

    Vedendose pigliare cridò: Fortuna!
    a questo modo me dai pena e doglia!
    non è per me in celo virtute alcuna
    che se conformi a la mia iusta voglia.
    El giorno s'è mutato in notte bruna,
    harà de me la gloria, havrà la spoglia
    el mio nemico, e viverà contento,
    ma dolmi ch'io son preso a tradimento!

    [...] Cussì fu preso Ludovico al lacio.
    O ciel, tu sei talhor crudel et empio!
    Superbia, crudeltade, orgolio e straccio
    son scripti ne la fronte del tuo tempio.
    O mortal gloria, tu ti fondi in giaccio,
    non si pò più negar, ecco l'exempio.
    Chi nega cosa tanto nota e chiara,
    spesso perdendo a le sue spese impara.

    Quel che sedeva in sì superbo seggio,
    quel ch'a so modo regeva ogni terra,
    quel ch'era nel consilio tanto egregio,
    quel ch'a so posta faceva pace e guerra,
    quel ch'aveva di fortuna el privilegio,
    quel ch'abracciava ciò che mondo serra,
    hora è pregione et ha ciascun nemico
    ch'el misero non trova alchun amico.

    Lasso pensare a voi che pena acerba
    patischa quel magnanimo signore,
    ch'una anima gentil sempre è superba
    et ha gran forza e sdegno in gentil core,
    e tanto più che come el serpe in l'herba
    trovato ha el lacio ascosto senza errore.
    Troppo è grave dolore e grave affanno
    quando un si vede piliar con l'inganno.»

    (La guerra del Turco e la presa di Modone (II 5.5 I: 51-55 e 59-61))

    Questo è un altro veneziano o partigiano dei veneziani che lancia improperi contro Ludovico:

    «Caligula morì che morir volse,
    che reggie mal s'occide con soa mano,
    secondo el seme sparso el frutto colse;
    el core a sé passò Domiciano,
    e mal vivendo a sé la vita tolse.
    Non ha caciato alcun for de Milano
    el Moro: anci lui stesso s'é scaciato,
    sé scaccia che non vol raggione in stato.

    Guarda come va iusta la bilancia:
    fece costui con soi fallacie e arte
    in Italia venir Carlo di Francia
    e la nave girar con le soe arte
    per abassar d'Alphonso la possancia
    che minaciava con so orgoglio a Marte,
    hor lui per Francia in sorte è dolorosa
    così chi caccia altrui per sé non posa.

    Così del so nemico col nemico
    Dio fa crudel ma iusta vendetta,
    dicea damnando Alphonso Ludovico,
    ecco come el so regno ha perso in fretta.
    Così va chi non vole alcuno amico
    e nocer sempre ad altri si diletta,
    e lui peggio facea: che sempre è ceco
    el mal fatto del mal che porta seco.»

    (La guerra del Moro e del re di Francia (II-5.4: 16-18))

    Altri improperi (almeno Ascanio ai veneziani stava simpatico):

    «Non pò el flagel che mal vide fugire,
    ecco ch'il Moro ha perso el richo sceptro,
    di mo ch'el cerca el turcho far venire
    el serà posto in qualche loco tetro
    e morirà più volte anci el morire.
    O mortal gloria, tu sei scritta in vetro,
    però finiscon presto le toe pompe,
    ch'ogni picol percossa un vetro rompe.

    Ma ben me dol asai che Ascanio è preso
    per che fu sempre humano e liberale,
    e non fu mai contra San Marco acceso,
    ma facea come un huom che molto vale;
    el cercava el so regno haver diffeso,
    che a ogni gran spirto questo è naturale,
    tenerse fin ch'el pò nel suo favore,
    pacio è chi perder vole el proprio honore.»

    (Giovanni Fiorentino. La guerra del Moro e del re de Francia (1500 ca.) Guerre in ottava rima (II-5.4:32-33))

    Sonetto sul rimpianto di Ludovico:

    «O bel paese, o gratioso loco,
    ove soente el mio bel sol apare,
    al mio dispetto el me convien lasare
    teco ogni mio piacer contento e ioco.
    O dolorosa vita, in quanto foco
    presto te vederò dolente andare!
    O cor, non so se a tanto mal durare
    potrai per tropo affanno afflito e fioco.
    O ciel, questo è pur troppo expresso torto
    a dir che debia sencia scorta e guida,
    quando el mar è in tempesta usir del porto.
    Oimè, ch'el cor conven che me divida
    e mora se non voglio rimaner morto,
    a tanto mal questo partir me guida.»

    (Soneto del Moro quando perse el so paese (II-5.4:SON))

    Ammonimenti:

    «Misera, ciecha e sciocha opinione,
    che fra mortali è misera dolenti,
    sanno ch'el senso è sopra la ragione,
    con mille inganni e falsi tradimenti,
    ma chi rivolterà sua opinione,
    quanto specular può l'humana genti
    che spechio habiano inanti al gran tesoro
    di Ludovicho Sforza detto Moro.

    Regnava Ludovicho Moro detto,
    pensando subiugar il mondo e il cielo,
    Fortuna ch'è amica al gran dispetto
    gli pose agli ochi de la mente il velo;
    per il suo mal operar et mal concepto,
    pel pocho amor a Dio e mancho zelo,
    così irato il ciel volse mostrare
    il suo error pel suo mal operare.»

    (Storia di Ludovico duca di Milano (1500 ca.) Guerre in ottava rima (II-5.3:3-4))

    E qui parla Ascanio:

    «Monsignor va pregione or lamentando,
    pien di pensieri il pecto e lacrimava,
    e così per la strada suspirando
    del stato e suo fradel sempre pensava,
    cogli occhi chi sempre i aqua bagnando,
    che esser in pregion alfin gli agrava,
    vedendosi hora afflicto e mal contento,
    giva parlando con un tal lamento:

    Casa sforzescha hormai dove se' gita?
    dove son i triomphi e l'alta gloria?
    dove nostra superbia e l'è smarita?
    dove la nostra pompa e la memoria?
    Hai crudel fortuna c'ha sbandita
    la nostra casa ch'avuto victoria!
    Or mille volte e mille habiam socorso,
    nissun al nostro aiuto nonn'è corso!

    Misero, a me dolente ov'è la fama
    di casa nostra? dove è il gran diletto?
    dove tanti amici? hor chi ti chiama?
    ch'el ciel el mondo vedo ci à in dispetto.
    Hora in vilipendio e grande infama,
    io son condotto pregionier sugietto,
    e facto è d'altri nostro stato anticho,
    io pregione e 'l signor Ludovicho.»

    (Storia di Ludovico duca di Milano (1550 ca.) Guerre in ottava rima (II-5.3:65-66-67))

    E per finire la più dolente di tutte su Ludovico:

    «Cossì pensando gli venne a memoria
    esser stato a Venecia già molti anni
    e haver visto in San Marco quella istoria
    che son duo galli che, con forza e inganni,
    hanno preso una volpe e con gran gloria,
    recordandosi i vecchi havuti danni,
    la portan presa su un baston in spalla,
    ligato i piedi e il capo a terra calla.

    E perché havea inteso che ogni cosa
    ch'è depinta in San Marcho è prophetia,
    diceva: io son la volpe dolorosa,
    la consientia mia so qual la sia,
    de invidia e rabia e inganni copiosa!
    i galli adesso mi seren la via,
    e me hanno teso di molte tagliuole.
    Così meschino si lagna e si duole»

    (Ercole Cinzio Rinucci. Historia nova de la Rotta e presa del Moro e Aschanio e molti altri baroni. Guerre in ottava rima (II-5.2:28-29))

    Un altro libro questa me la riportava come di Pietro Matteo Carranti, ma la fonte non concorda.
     
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    La letterata (scarsa) che è in me quasi si emoziona in certi passaggi! E questo nonostante Ludovico non mi sia simpaticissimo :<
     
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    Ludovico ebbe le sue colpe e ne ebbe molte, e capisco perfettamente perché non ti stia simpatico (a differenza di Ferrandino che, meschinello, non aveva avuto colpa!), però io in tale caso sono di parte e lo amo ugualmente nonostante tutto. Vero è che volle invitare i francesi in Italia, ma in sua discolpa dico che 1) Alfonso d'Aragona aveva iniziato le ostilità per primo, aveva invaso Bari e minacciava Milano e la stessa famiglia di Ludovico. 2) La moglie gli faceva pressioni perché il titolo passasse ai loro figli. 3) Né Ludovico né Beatrice avevano alcuna intenzione di far giungere i francesi sino a Napoli, bensì soltanto di logorare le difese di Alfonso perché non fosse più un pericolo per Milano. Queste sono cose che nei libri di scuola (e nei programmi in generale) non dicono mai, facendo passare Ludovico per un pazzo sanguinario megalomane che per farsi padrone d'Italia aveva chiamato i francesi alla conquista. Non era così. E vero è pure che in quegli anni Ludovico si insuperbì tantissimo credendosi quasi onnipotente, ma ha già abbondantemente scontato in vita i propri peccati.
    Non ti piacciono le poesie dunque? Io ne scrivo talvolta (in metro e rima ovviamente, sono all'antica), alcune proprio su loro personaggi storici, mi diletta troppo. Ultimamente invece mi sento poco ispirata.
     
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31 replies since 14/3/2013, 15:32   1796 views
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