Caterina Sforza

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    Si esattamente! Diciamo che è una biografia romanzata, ma mi è sembrata molto fattibile.
    Più che altro ho notato che un romanzo a tutti gli effetti su Caterina è quello de La Bastarda degli Sforza della Russo.

    Edited by theflorentineangel - 27/11/2016, 19:06
     
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    CITAZIONE (theflorentineangel @ 27/11/2016, 18:21) 
    Si esattamente! Diciamo che è una biografia romanzata, ma mi è sembrata molto fattibile.
    Più che altro ho notato che un romanzo a tutti gli effetti su Caterina sia quello de La Bastarda degli Sforza della Russo.

    Entrambi i libri sono nella sezione quindi in caso facci sapere, comunque sono romanzi tutti e due. "Io, Caterina" è anche scritto in prima persona singolare (non che sappia com'è scritto quello della Russo) quindi piena fiction!
    L'unica non fiction italiana che conosco è Graziani-Venturelli ma non ho idea di come sia, mentre in inglese c'è questa che è abbastanza buona ma non l'ho mai finita.
     
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    Ho presente le discussioni di entrambi i libri, e tempo fa avevo lasciato un piccolo commento su Io, Caterina. Grazie come sempre, per qualsiasi tipo di informazione ne sarò lieta! ;)

    Edited by theflorentineangel - 27/11/2016, 19:45
     
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    Gossip dal passato: Caterina Sforza, la “tigre di Forlì”


    [...] Caterina Sforza andò in sposa a Girolamo Riario, nipote del Papa Sisto IV, a soli dieci anni. Di certo non fu la prima sposa bambina della storia, ma il caso di Caterina fu più complesso poiché pare che lo sposo avesse preteso la consumazione immediata delle nozze, senza attendere – come la legge dell’epoca prevedeva – il compimento del quattordicesimo anno di età della fanciulla.

    Un esempio di disumanità e depravazione?

    Più che altro una furba manovra per assicurarsi il legame con Milano prima di un nuovo cambio d’idea del duca Galeazzo, che inizialmente aveva promesso a Girolamo un’altra giovane cugina di Caterina, la cui madre, Gabriella Gonzaga, si oppose strenuamente alle nozze adducendo come motivazione del “no” proprio la giovane età della figlia.

    La posizione dei Riario, all’epoca, era piuttosto delicata: nonostante il Papa in famiglia, non godevano ancora della considerazione di cui beneficiavano grandi nomi come quello dei Visconti – e degli Sforza, grazie all’unione tra Francesco e Bianca Maria – o dei Gonzaga, sicchè un matrimonio con una rampolla di qualche illustre casata avrebbe giovato all’immagine della famiglia e consolidato il potere dei suoi membri.

    Secondo altre fonti storiche, Girolamo Riario attese l’età legale per accedere alle grazie della sua sposa.
    Fatto sta che la giovane Sforza entrò al braccio del marito nella città di Imola, concessa dal Papa alla neocoppia, nel 1477, a quattordici anni.

    Caterina passò il periodo seguente a Roma, e, tra eleganti ricevimenti e manovre di diplomazia – soprattutto con la corte di Milano – divenne una donna ammirata e rispettata da tutti.
    Purtroppo i Riario non godevano della stessa buona fama, e quando il Pontefice morì nel 1484, dopo aver assegnato anche la signoria di Forlì a Girolamo, il popolo si scagliò sui beni e i palazzi romani della famiglia.

    Fu in quest’occasione che Caterina diede un’enorme dimostrazione di coraggio e fedeltà alla sua famiglia d’adozione, che l’amasse o meno: occupò la fortezza di Castel Sant’Angelo a nome del marito che ne era governatore, e pretese di rimanere lì fino all’elezione del prossimo Papa.
    I soldati, forse affascinati dall’autorevolezza della giovane donna, forse impressionati dal fatto che fosse la nipote di Francesco Sforza – il più grande condottiero dell’epoca rinascimentale italiana – le giurarono fedeltà.

    Girolamo nel frattempo attendeva con il suo esercito, e i membri del Sacro Collegio ebbero l’intelligenza, tra i due coniugi, di capire con chi trattare: proposero al Riario di lasciare Roma in cambio di ottomila ducati, il risarcimento dei danni subiti alle sue proprietà romane, la conferma della sua signoria su Forlì ed Imola e la carica di capitano generale della Chiesa.
    La proposta fu accettata, ma Caterina rispose preparandosi alla resistenza, poiché pretendeva di essere lei a valutare le proposte dei cardinali.

    Tuttavia, era pur sempre una donna e una moglie, pertanto – a malincuore ma a testa alta – fu costretta dal marito ad abbandonare la fortezza.

    L’intenzione di Caterina, nel compiere l’eroico e avventato gesto della presa di Castel Sant’Angelo, non era quella di mostrare all’Italia intera il suo valore, ma fu un esempio di acume politico e lungimiranza: chiedendo di trattare ella stessa con il Sacro Collegio, aveva voluto evitare l’elezione di un Papa ostile alla famiglia Riario.

    Cosa che, puntualmente avvenne: fu proclamato Papa Giovanni Battista Cybo con il nome di Innocenzo VIII, il quale – pur confermando Girolamo signore di Imola e Forlì – lo privò della retribuzione che gli spettava in quanto capitano generale della Chiesa.
    Riario reagì tassando pesantemente la sua gente e reprimendo con ferocia ogni insurrezione, finchè non venne ucciso da una congiura organizzata dalla famiglia forlivese degli Orsi, che imprigionò la moglie e prese in ostaggio i figli.

    E qui, Caterina si riconfermò come esempio di coraggio e scaltrezza: gli Orsi, forti del fatto che i giovani Riario fossero in mano loro come ostaggi, mandarono la donna – su sua richiesta – a convincere il castellano della fortezza centrale della città, che rifiutava di arrendersi.

    Appena entrata, la giovane vedova si barricò nel castello e si preparò alla resistenza per mantenere il dominio sulla sua città, giurando agli Orsi che se fosse capitato qualcosa di male ai suoi figli, li avrebbe senz’altro vendicati.
    La leggenda narra che Caterina, dagli spalti del castello si alzò la gonna davanti a tutti, gridando che non avrebbe ceduto al ricatto di cui erano vittime i suoi eredi, poiché aveva lo strumento per generarne degli altri.

    Sta di fatto che gli Orsi non osarono toccare i giovani della famiglia Riario, e la loro coraggiosa madre – aiutata dallo zio Ludovico il Moro, per una convergenza di interessi – riconquistò le sue due signorie.

    La storia non finisce qui: la vita di Caterina Sforza fu una sfida continua, per una donna forte in un mondo di uomini.
    Ebbe un secondo marito, Giacomo Feo, di cui fu molto innamorata, e un terzo ancora, Giovanni detto “il Popolano” de’Medici, che le diede un figlio – Ludovico – che sarebbe diventato il celebre Giovanni dalle Bande Nere.

    La grandezza di Caterina, che resistette contro tanti nemici ancora nel corso della sua vita, si piegò solo davanti alla furia conquistatrice di Cesare Borgia, che dopo averle tolto – non senza fatica – Imola e Forlì, la imprigionò proprio a Castel Sant’Angelo, nella fortezza da lei conquistata anni prima con tanto valore.

    Alla morte del Papa Alessandro VI, Rodrigo Borgia, Caterina Sforza non riuscì a recuperare i suoi domini, ma trascorse a Firenze il resto della sua vita con i figli, scrivendo dei suoi esperimenti alchemici e di alcune sue ricette di bellezza.
    La “Tigre di Forlì”, che solo il più forte degli eserciti riuscì a piegare, si spense a 46 anni, stroncata da una polmonite.

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    Caterina lasciò la vita terrena il 28 maggio 1509, all’età di quarantasei anni con una “pelle di velluto e tutti i capelli bianchi”. Il suo fisico era fiaccato da una vita vissuta intensamente, dalle numerose gravidanze, dalla malaria che l’affliggeva sin da giovane e dai lunghi mesi che i Borgia l’avevano costretta a trascorrere nelle umide e malsane galere di Castel Sant’Angelo. Come confermano alcuni scrittori rinascimentali, la Sforza superò per fama e fascino ogni altra donna del suo tempo. Il fatto che non abbia lasciato ritratti ci spinge a ipotizzare che potesse non amare particolarmente la propria immagine.



    Le cronache del tempo ci consentono però di desumere quelli che furono i tratti fisiognomici salienti della “leonessa”. Aveva capelli ondulati che pare tenesse solitamente raccolti dietro il capo. Non sappiamo se fosse bionda e pallida di carnagione o se aspirasse piuttosto a esserlo facendo ricorso a creme e a “rimedi” che lei stessa sperimentava e che in gran parte ci ha tramandato trascritti in un prezioso volume. Donna di alta statura e dal seno prorompente, aveva occhi grandi, un naso importante e leggermente adunco, tipico dei Romagnoli e per questo anche degli Sforza, le cui origini provengono da quel Muzio Attendolo, partito giovane da Cotignola per cercar fortuna sui campi di battaglia della Penisola.



    Caterina, di carattere autoritario, terribile, vendicativo, era spietata con nemici e traditori, rapida nel ragionamento, sincera nella parola, madre premurosa e affettuosa, governante saggia e giusta, istruita ma non accademica, sempre desiderosa di apprendere e curiosa di scoprire i segreti della natura, dell’essere umano e del mondo.

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    Il volto di Caterina Sforza dà il benvenuto ai visitatori su un muro di Bagnara

    Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento.

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    Domenica 8 aprile è stato inaugurato a Bagnara di Romagna il nuovo murale intitolato “Caterina: tigre di Romagna”, collocato su un’ampia parete visibile sul circondario per chi arriva da via Garibaldi, nei pressi della Porta di Bagnara. Il partecipatissimo brindisi inaugurale è arrivato appena cinque gironi dopo l’inizio dell’opera, realizzata del giovane artista argentino Guido Palmadessa che ha ringraziato la comunità bagnarese per l’apprezzamento nei suoi confronti e l’accoglienza calorosa di questi giorni.

    Il murale rappresenta Caterina Sforza, che fu Signora di Bagnara, con una spada in mano. Accanto a lei una tigre e sullo sfondo la Rocca sforzesca, con il loggiato e il mastio che rappresentano i due elementi architettonici del castello legati al suo intervento. La tigre ricorda il soprannome che le venne assegnato già nelle cronache rinascimentali, cui solo più tardi si aggiungerà quello di “leonessa”, entrambi segno di un carattere forte e coraggioso che le ha permesso di lasciare un segno importante nella storia.

    “Questo splendida opera è per Bagnara un elemento che valorizza la nostra storia e la nostra cultura – ha dichiarato il sindaco Riccardo Francone -, attraverso la rappresentazione del personaggio più celebre legato al nostro borgo e della nostra Rocca, proprio nel decennale dell’inaugurazione del Museo del castello; rappresenta inoltre un formidabile strumento di promozione turistica dal forte impatto emotivo”. Il progetto è stato reso possibile dalla disponibilità dei proprietari della parete, i fratelli Platti, e dal supporto economico dell’Immobiliare Roma Srl e dello studio medico Arniani.

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    attachment_1_718x1024inaugurazione_del_murale_dedicato_a_caterina_sforza_bagnara_di_romagna_8_aprile_2018_11

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    Sembra (viso a parte) tanto ispirato da una foto di Caterina in TB, vero? O di altre donne ma sempre di TB. Mi pare un abito simile ai suoi però.
     
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    Sì, il volto è quello di Gina McKee in TB. La posizione del busto è ripresa da questa scena, anche se l'artista ha fatto qualche modifica:



    Comunque mi piace, è un bel murales e credo che pochi avrebbero avuto l'iniziativa di dedicarne uno proprio alla Sforza! *-*
     
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    Oh esatto, con particolare precisione nella scollatura :B):
    Sono d'accordo comunque, la street art può aiutare ad abbellire le città o perlomeno a "parlare di loro" (a tal proposito trovo tristissima la cancellazione dei bei murales politici recenti a Roma), se poi c'entra il Rinascimento ancora meglio.
     
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  10. Rebeccavalverde
     
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    Se qualcuno ha domande su Caterina Sforza, io ne so qualcosa xD
    Appena riesco leggerò tutti i messaggi di questo topic d_d
     
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    Non ho esattamente domande ma sarebbe carino se volessi darci una tua impressione su di lei =)
     
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  12. Rebeccavalverde
     
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    Diciamo che negli anni passati a documentarmi e “studiarla” sto giungendo alla conclusione che fosse una donna estremamente difficile da trattare. Aveva una mentalità molto libera per certi versi ed estremamente medievale per altri.
    Aveva saputo sopravvivere a prove tremende, ma d’altro canto si era lasciata trascinare nel gorgo da un amore cieco e da un odio altrettanto sordo.
    È un personaggio tanto complesso che parlarne in generale non è facile xD
    La Caterina madre, soldato, statista, amante, generale, donna, figlia, sorella, assassina... ci sono davvero tante sfacettature da prendere in considerazione.
    E se a qualcuno ne interessa qualcuna io posso provare a spiegarla😅
     
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  13. cherclarice
     
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    Ritratto di Caterina Sforza ritenuto attendibile (sia perché presente nella cappella Feo che perché somigliante nel profilo alle medaglie già postate sul topic). Attualmente comunque è andato perduto, essendo stata la cappella Feo vittima dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Fortuna comunque che le foto scattate prima sono abbastanza reperibili.
    Attached Image
    IMG_20190623_180833

     
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    Ma grazie! In effetti ricorda anche Isabella d'Aragona (che era Sforza da parte di madre) e anche il profilo postato qui in apertura!
     
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  15. cherclarice
     
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    Di niente! Dello stesso ciclo di affreschi esiste anche un presunto ritratto di Giacomo Feo, l'amatissimo secondo marito di Caterina. Appena torno a casa lo posto c:
     
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31 replies since 26/2/2013, 23:10   1272 views
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