Leonardo Da Vinci

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  1. marie.
     
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    Mi piace tantissimo quello che hai appena detto e ora vorrei che tu me lo articolassi meglio *_*

    (Also, tantissima invidia!)
     
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  2. Nainerouge
     
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    vediamo, come spiegare.

    di base tutti tendono ad evidenziare come Leonardo lavorò benissimo con Cesare (e che quest'ultimo aveva grande fiducia in lui) per via della vivacità intellettuale di entrambi e della volontà di stupire, innovare, fare la differenza (l'essere visionari, insomma). verissimo, però mi è venuta in mente anche un'altra cosa.

    guardando il Cenacolo e soprattutto constatando lo stato attuale in cui versa, ovvero che quel che resta dell'affresco sono brandelli di colore sopra alla parete, mi è venuto da pensare al fatto che Leonardo, come molti intelletti brillanti, abbia peccato di Hybris e proprio a causa di questa abbia commesso l'errore di usare una tecnica diversa dal classico a fresco. Leonardo credeva così tanto nelle sue capacità e nelle sue intuizioni da non rendersi conto che queste si stavano rivelando come un'arma a doppio taglio e che, soprattutto, il risultato sarebbe stato effimero.
    Vale anche un po' per altre opere di Leonardo, ma il Cenacolo è quello che meglio esemplifica la cosa a mio parere.

    A ben guardare è una vicenda esattamente parallela alla rapida ascesa e caduta del Valentino, che è vero che ebbe una certa dose di sfortuna, ma che, comunque, non riuscì a mantenere le sue conquiste anche per la medesima hybris.


    Insomma, penso che fra i due ci fosse una sorta di affinità elettiva davvero interessante, anche per quanto riguarda i lati -rivelatisi- negativi... E credo che se Leonardo avesse lavorato per più tempo per Cesare ne avremmo viste delle belle.
     
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  3. marie.
     
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    guardando il Cenacolo e soprattutto constatando lo stato attuale in cui versa, ovvero che quel che resta dell'affresco sono brandelli di colore sopra alla parete, mi è venuto da pensare al fatto che Leonardo, come molti intelletti brillanti, abbia peccato di Hybris e proprio a causa di questa abbia commesso l'errore di usare una tecnica diversa dal classico a fresco. Leonardo credeva così tanto nelle sue capacità e nelle sue intuizioni da non rendersi conto che queste si stavano rivelando come un'arma a doppio taglio e che, soprattutto, il risultato sarebbe stato effimero.

    Accidenti, è vero! Non ci avevo fatto caso però in effetti mi è capitato di pensare "Ma come ha potuto fregarsi a quel modo?" che è esattamente quel che penso del Cesare che fa eleggere Giulio II. Due errori evitabilissimi soprattutto considerando le menti che li hanno partoriti.
    Una prolungata collaborazione di Leonardo e Cesare... Altro che Da Vinci's Demons XD io mi chiedo veramente perché sia finito tutto in così poco, da quel che so Leonardo non vedeva l'ora di essere impiegato come ingegnere militare.
     
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  4. Nainerouge
     
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    Il bello di essersi laureata una materia inutile quale Cultura Visuale è che mi porta a fare ragionamenti e collegamenti assurdi a partire da un'immagine :D


    Da Vinci's Demons lo sta registrando mia sorella e quasi quasi cedo. Mi sa di trash, ma vabeh XD

    Leonardo, come tutti gli Acquari, aveva un piccolo problema: l'incostanza. E' una spiegazione cretina, ma è l'unica plausibile per spiegare perché non sia stato per più tempo a servizio di Cesarello.
     
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  5. marie.
     
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    No guarda, se Clarissa legge che lo hai descritto in base al segno zodiacale viene a chiedere la tua mano XD

    (Da Vinci's guardalo, dopo certe puntate di TB puoi vedere qualunque cosa XD)
     
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  6. Nainerouge
     
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    effettivamente dopo Bianca Gonzaga e l'impotenza del Papa... XD


    (è che sono Acquario anch'io, nata un giorno prima di Leonardo e uno dopo Mozart... conosco i miei polli)
     
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    The lover is moved by the beloved object as the senses are by sensible objects; and they unite and become one and the same thing. The work is the first thing born of this union; if the thing loved is base the lover becomes base.

    CITAZIONE
    Muovesi l'amante per la cos'amata come il senso alla sensibile, e con seco s'unisce e fassi una cosa medesima. L'opera è la prima cosa che nasce dall'unione. Se la cosa amata è vile, l'amante si fa vile.

    Taken from The Notebooks of Leonardo da Vinci edited by Jean Paul Richter, 1880.
    source

    Anche nota come "La sigla di 'La Vita di Leonardo da Vinci'" XD
     
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  8. marie.
     
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    hb_17_142_1

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    Studies for the Nativity (recto); Three Geometrical Diagrams and a Caricature of a Head (verso), 1480–85

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    Altri disegni:

    7O3FKs6s Pm6WymZs d49qAnzs CQuORvGs 5qas13hs z7OPdMjs xgNVWpGs ugjucWjs Oqba2Ius 8Vvfyzgs pxmXt17s XQGX7Hls VdV1WO7s

    fonte e più info: drawings of leonardo



    E l'uomo che forse è Cesare Borgia, da wiki

    Cesare_Borgia_sketches_by_Leonardo_da_Vinci



    Edited by ‚dafne - 28/8/2013, 22:40
     
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    Una voragine larga 80 metri e profonda anche otto, nelle campagne della frazione Sforzesca, dove è crollata una delle marcite che sarebbero state realizzate addirittura su progetto di Leonardo da Vinci, cinquecento anni fa. «E’ andata distrutta un’opera di ingegneria idraulica di enorme valore – dice Giancarlo Aguzzi, presidente dell’associazione Amici del Ticino – una pietra miliare nella storia dell’agricoltura moderna».

    Sforzesca di Vigevano, crollano le marcite di Leonardo
     
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  11. marie.
     
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    'Mona Lisa' skeleton and her kin's remains are due for DNA testing


    Researchers say they're opening up a Florentine family tomb for the first time in centuries as part of their long-running effort to identify the bones of a woman who is thought to be the model for Leonardo da Vinci's Mona Lisa portrait.

    DNA testing of bones inside the tomb, in the Martyrs' Crypt behind the main altar of Florence's Basilica della Santissima Annuziata, could confirm that researchers have found the remains of Lisa Gherardini Del Giocondo, a merchant's wife who lived across the street from Leonardo.

    The current consensus among art experts is that Lisa Gherardini inspired the artist's 16th-century painting of the woman with the enigmatic smile, which now hangs in the Louvre in Paris.

    Linking Lisa to her family
    Last year, excavators unearthed several skeletons in the basement of a former Ursuline convent in Florence, where Lisa Gherardini is said to have been buried. But they aren't yet certain which one of the skeletons, if any, is associated with the presumed Mona Lisa model.

    "Right now we are carrying out carbon-14 tests on three of the eight skeletons found in St. Ursula, which could be the age Lisa Gherardini was when she died," Silvano Vinceti, who heads Italy's national committee for cultural heritage, told the ANSA news agency. "The carbon-14 test will tell us which of the three dates back to the 1500s. Only then will we know which skeleton to do the final DNA test on."

    That DNA analysis is only half of the job, however. Vinceti and his colleagues also need to confirm the family connection by checking DNA from the remains of Gherardini's two sons. That's why the team plans to take samples from the Gherardini family tomb in the basilica — where the sons and the father, Florentine cloth merchant Francesco Del Giocondo, are buried. ANSA reported that the tomb is to be opened on Friday for the first time in 300 years.

    The working scenario for the genesis of the Mona Lisa is that Francesco commissioned the portrait to celebrate Lisa's pregnancy, or the birth of their second child in 1502, or the purchase of a house in 1503. After Francesco's death, Lisa became a nun. She died in 1542 at the age of 63, and was said to be buried near the convent's altar. Such burials were common in those days, which is why the researchers want to make sure they have the right bones.

    Reconstructing the face
    If the research team verifies a family connection to one of the skeletons from the convent, Vinceti plans to commission a virtual reconstruction of Lisa Gherardini's face, based on the bone structure, and compare it to Leonardo's version.

    news

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    Test del Dna cercando Monna Lisa


    E' davvero Monna Lisa? Dopo trecento anni, questa mattina, viene riaperta la Cripta dei Martiri dietro l'altare maggiore della SS.Annunziata a Firenze: il test del Dna sui resti contenuti nella tomba della famiglia Gherardini saranno comparati a quelli trovati negli scavi a Sant'Orsola...


    E' davvero Monna Lisa? Dopo trecento anni, questa mattina, viene riaperta la Cripta dei Martiri dietro l'altare maggiore della SS.Annunziata a Firenze: il test del Dna sui resti contenuti nella tomba della famiglia Gherardini saranno comparati a quelli trovati negli scavi a Sant'Orsola, per sapere se questi ultimi appartenevano a Lisa Gherardini, da nobildonna ritratta da Leonardo da Vinci, l'immortale Gioconda.

    Alla SS. Annunziata sono custoditi i resti del marito di Monna Lisa, Francesco di Bartolomeo del Giocondo, e dei suoi due figli: saranno questi ultimi a offire il materiale genetico di comparazione.

    Già nel 1525 un documento attesta che tra i dipinti in possesso di un allievo di Leonardo, il Salaì, c'era la 'Joconda' e Vasari sostiene che Lionardo dipinse il ritratto della moglie di Francesco del Giocondo "e quattro anni penatovi lo lasciò imperfetto, la quale opera oggi è appresso il re Francesco di Francia in Fontanableò".
    Ma la stessa descrizione del dipinto alimena da secoli dubbi e interpretazioni: Vasari parla della peluria delle sopracciglia magnificamente dipinta (ma la Gioconda non ne ha) e che esalta le fossette sulle guance (pure assenti).

    L'opera lasciò però Firenze con Leonardo nel 1508 e Vasari potrebbe averla descritta come era allora, prima di successivi interventi dell'artista: analisi ai raggi X hanno mostrato che ci sono tre versioni della Monna Lisa, nascoste sotto quella che vediamo esposta al Louvre e che potrebbe essere stata 'acquistata'da Francesco I, il re francese che ospitò per anni Leonardo.

    Certo, in Francia con Leonardo era anche il suo prediletto Salaì, al quale l'artista lasciò nel testamento tutto quello che era rimasto nello studio alla sua morte, tranne i manoscritti, lasciati a Francesco Melzi. Il Salaì potrebbe aver riportato a Milano la Gioconda o forse una sua copia, come attesterebbe un inventario dei suoi beni.

    A Firenze, quasi sei secoli dopo, sono in corso esami al Carbonio 14 su tre degli otto scheletri ritrovati a Sant'Orsola: sarebbero compatibili con l'età della morte di Lisa Gherardini. Studi del settembre 2006, effettuati dal Centro Nazionale di Ricerca e Restauro dei Musei di Francia, hanno rivelato che in una precedente stesura il volto della Gioconda era forse ricoperto da un sottile velo: il segno, all'epoca, portato dalle donne in dolce attesa o che avevano appena partorito un figlio. Proprio il confronto con i resti di uno dei figli potrebbe ora svelare l'ennesimo mistero su Monna Lisa.

    www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=180392
     
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    Pare che Zapperi ci abbia visto giusto! Come teoria mi ha convinta, oltretutto se ci ricordiamo il famoso ritratto di Federico e della moglie Battista


    A me sembra davvero che il paesaggio sia simile a quello della Gioconda e in questo caso si parla anche di artisti differenti perciò non è che uno dice vabbè era lo stesso artista e ha messo questo sfondo a tutti !
    Poi c'è anche da dire che Vasari raccontava un sacco di fregnacce, io me ne sono accorta leggendo la bio di Tintoretto, che come autore andava sia a simpatie ma soprattto dava credito a quello che gli altri raccontavano.
     
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    A me sembra davvero che il paesaggio sia simile a quello della Gioconda e in questo caso si parla anche di artisti differenti perciò non è che uno dice vabbè era lo stesso artista e ha messo questo sfondo a tutti !

    Esatto! E anche storicamente quadra tutto, poi Zapperi lo dice con una sincerità pragmatica che ti impedisce di dubitare XD
     
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    L'appuntamento Riuniti più di 50 fogli alle Gallerie dell'Accademia I prestiti Oltre a quelle proprie, opere da Oxford, Windsor, Louvre, Uffizi

    Leonardo I tratti del genio

    L'uomo, gli animali, le piante: i disegni che svelano la complicità con la natura La custodia Capolavori a sanguigna, matita rossa e nera, punta metallica, di solito conservati in caveauLo spirito Scientifico e romantico nella botanica. Nelle giostre e nei giochi di corte, il lato infantile





    L'accostamento di un ramo di quercia e di un fiore di ginestra, confusi nell'abbraccio cromatico della matita rossa su carta rosata, ricorda certi umidi sfondi di brughiera dell'alta Pianura padana. È un rimando alle campagne lombarde che Leonardo ebbe modo di conoscere nel corso dei vent'anni trascorsi alla corte di Ludovico il Moro. In un altro disegno, le foglie frastagliate della «Caltha palustri» e dell'«Anemone nemorosa» ricadono con un andamento a spirale stilizzata che richiama gli sfondi verdi e i giaggioli acquatici del primo capolavoro portato a termine, la «Vergine delle rocce». Non si tratta di un banale artificio decorativo, nel quadro si vede chiaramente che il lussureggiante fogliame sulle pareti della grotta cresce soltanto dove la roccia si sfalda rendendo possibile l'attecchimento. Leonardo è uno dei pochi «pittori di erbe» del Rinascimento, come lo definisce il Vasari. Ha un talento innato, affinato nella bottega fiorentina del suo maestro, Andrea Verrocchio, e facendo notte sui testi di Plinio il vecchio e del poeta filosofo Tito Lucrezio Caro. In un saggio degli Anni 80, dedicato alla passione del genio per piante e giardini, il botanico William Emboden sottolinea il senso ecologico ante litteram di Leonardo, la cura, quasi maniacale, nel disegnare piante e fiori pensandoli esclusivamente nel loro habitat, cogliendoli insieme nella medesima stagione. Le carte citate appartengono al fondo di fogli autografi di Leonardo conservato nella raccolta grafica delle gallerie dell'Accademia di Venezia. Sono 25 capolavori, disegnati a sanguigna, matita rossa e nera, punta metallica. Di norma, per la loro estrema fragilità, vengono custoditi in caveau climatizzati, nel buio assoluto, e mai sono visibili al pubblico. Un motivo che trasforma in evento assoluto «Leonardo da Vinci. L'uomo Universale», la grande rassegna che, dopo oltre trent'anni, riunisce nelle sale del museo veneziano il preziosissimo fondo: mirabile excursus, dal 1478 al 1516, sull'intera produzione artistica, le tecniche e le ricerche nei più svariati settori della scienza. Se la botanica, argomento di apertura, rivela l'insospettato lato romantico dell'uomo di scienza, gli studi dedicati a giostre e giochi di corte ci dicono come anche «da grande» il poliedrico maestro di Vinci conservasse vivace la sua parte infantile: un segno dell'innocenza del genio? Così avrebbe scritto Freud qualche secolo dopo. Di sicuro, le feste per la corte sforzesca e quelle organizzate in Francia nel castello di Cloux, nei pressi di Amboise, messogli a disposizione dal re Francesco I di Valois, e dove vivrà in regale esilio fino alla morte avvenuta il 2 maggio del 1519 (all'età di sessantasette anni), suscitano l'entusiasmo del suo primo biografo, Paolo Giovio, che elogerà l'eleganza senza tocco di volgarità dei suoi spettacoli teatrali.I disegni d'argomento militare, datati tra il 1483 e il 1490, occupano ben nove paragrafi di dodici della lettera indirizzata a Ludovico il Moro nel 1482-1483. Uomo teorico e tecnologico, Leonardo s'interessa soprattutto allo studio della meccanica applicata al tema del contrappeso. Su questi presupposti, progetta incredibili macchine da guerra: carri falcati, bombarde, lance, alabarde, forcali, mazze e spuntoni, picche e asce, fronde e spadoni. Armi, cavalli e cavalieri sono il tema della storica Battaglia di Anghiari, trattata in dieci fogli. Con i cavalli è amore a prima vista, da quando negli anni Novanta il pittore di corte comincia a frequentare le famose stalle di Sanseverino, l'intrepido capitano di Ludovico il Moro. L'interesse per lo studio delle fattezze equine è secondo soltanto allo studio del corpo umano. Agli studi sulle proporzioni è infatti dedicata una sezione portante che culmina con il celeberrimo studio noto come Uomo Vitruviano: superbo connubio tra arte e scienza, geometria e armonia, microcosmo a misura umana che riflette il cosmo intero. Accanto due varianti dell'Uomo Vitruviano, provenienti da Windsor e dalla Biblioteca Reale di Torino. La mostra, curata dal direttore del Gabinetto dei Disegni delle Gallerie dell'Accademia, Annalisa Perissa Torrini, aggiunge alle 25 rarità del fondo altri 27 prestiti delle maggiori raccolte italiane, la Biblioteca reale di Torino, Uffizi, Galleria Nazionale di Parma, e straniere: le Collezioni Reali di Windsor Castle, il British Museum, il Louvre, L'Ashmolean Museum di Oxford.

    Garzonio Melisa

    Fonte X
     
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    aggiunge alle 25 rarità del fondo altri 27 prestiti delle maggiori raccolte italiane

    Oh mammina!
     
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173 replies since 18/8/2012, 12:54   4338 views
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