Niccolò Machiavelli e "Il Principe"

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    Intenso sì, ricordo quasi visivamente i mondi che mi si sono spalancati quando l'ho letto a scuola!
     
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  2. lucrezia97
     
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    Mi sono ricordata che, tra gli approfondimenti fatti a scuola durante l'anno, abbiamo confrontato il Principe di Machiavelli con Gramsci, dove nei suoi Quaderni del carcere scrive le sue riflessioni in merito alla filosofia, politica, storia e letteratura. E forse l'argomento che merita maggiore confronto è la politica, che si fonda sulla creazione di un nuovo Stato. Il principe di Machiavelli doveva fondare in Italia lo Stato moderno, cercando di unificare le forze sparse del popolo. Un'impresa simile spettava alle forze antifasciste a cui si riferisce Gramsci. Ma Gramsci si chiede soprattutto come organizzare la volontà del popolo al fine di creare un nuovo Stato, in poche parole quale può essere il nuovo Principe. A differenza di Machiavelli però, non identifica il principe in una persona, ma nel partito. Forse non c'entra granchè, però è stato un percorso carino da fare (leggere parallelamente i due libri, fare i confronti).
     
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    Ma Gramsci si chiede soprattutto come organizzare la volontà del popolo al fine di creare un nuovo Stato, in poche parole quale può essere il nuovo Principe. A differenza di Machiavelli però, non identifica il principe in una persona, ma nel partito.

    Ah mi piace! Secondo me è una cosa molto interessante da proporre a scuola, noi non l'abbiamo fatto :33
     
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  4. lucrezia97
     
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    Sì, diciamo che quest'anno ci hanno proposto millenccento percorsi per analizzare il Rinascimento. Ricerche, confronti, analisi, visite guidate.
     
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  5. lucrezia97
     
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    Il Principe diventa un evook

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/09/21...ettori/1125887/
     
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    BIGnomi - Niccolò Machiavelli (Silvio Muccino)
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    I have not tried to speak with the Duke, not having anything to tell him that is new, and the same things would bore him. You must recall that nobody speaks with him except three or four of his ministers and some foreigners who have to deal with him about matters of importance, and he does not come out of his antechamber except at about 11 or 12 at night or later; and for this reason there is no opportunity to speak with him ever except through an audience appointed; and when he knows that a man brings him nothing but words he never gives him an audience.

    Un dispaccio di Machiavelli su Cesare. Adoro XD
     
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    Dal libro della Bradford? Quote bellissima, la wittiness di Machiavelli è impareggiabile xD
     
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    Fi! Sulla Bradford c'è anche un ragionamento sulla critica che Machiavelli fa a Cesare rispetto all'elezione di Giulio II, appena posso la riporto!
     
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    Voilà:

    Cesare has been seriously criticized by historians, including Machiavelli, for his last-minute decision to support Giuliano, but in the circumstances it is hard to see what else he could have done. He could perhaps have held his hand and ordered his supporters to block Giuliano’s nomination in the hope of electing yet another compromise candidate, but with a probable majority of the College against him the likelihood was that Giuliano would have been elected anyway. Of the total of thirty-seven cardinals who took part in the conclave, Cesare could have counted on the votes of five ‘French’ cardinals, d’Amboise, Ascanio, Sanseverino, Medici and Volterra, to block Giuliano, while his own supporters numbered about eleven, together less than half the total voting strength of the College, and in the event he could not have been sure that some of the Spaniards might not either be suborned by promises or decide to obey the orders of their King and support Giuliano. Instead of fruitlessly banging his head against the wall, Cesare obviously thought it more sensible to come to terms with the man who was likely to win, and to extract firm promises from him before his election. Giuliano had the reputation of being a man of his word, and Cesare perforce clung to the hope that he would not break it. Giustinian, who had a private word with Giuliano on the eve of the conclave, formed a different opinion. ‘Necessity,’ Giuliano told the envoy, ‘constrains men to do that which they do not wish, even to place themselves in the hands of others; but once free afterwards, they act in a different manner …’
     
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    La critica la Bradford l'ha copiata da uno studio di Gennaro Sasso sulla critica del giudizio di Machia su Cesare...quindi COPIONA, anche se forse non ha letto Sasso ed è solo un'idea che è venuta a lei poraccia. Btw Muccino che lo spiega non è cosi ingestibile, anzi è meglio di quando recita ed è tutto un dire, almeno Cesare Borgia non viene descritto come un malato di potere e CRUDELE, è un passo in avanti.
     
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    La critica la Bradford l'ha copiata da uno studio di Gennaro Sasso sulla critica del giudizio di Machia su Cesare...quindi COPIONA

    AHAHAAH ok controllerò se lo ha nella bibliografia XD
    Silvio Muccino non è neanche il mio preferito no :\
     
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    Ieri il FQ ha pubblicato una riflessione su Renzi del grande Viroli, purtroppo per leggerla tutta occorre essere abbonati:
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    Repubblica? no, principato renziano

    Il 2016 consacrerà la fine della Repubblica nata 70 anni fa e il consolidamento del principato renziano. È un “principato civile” del tipo descritto da Niccolò Machiavelli nel capitolo IX del Principe: “Uno privato cittadino, non per scelleratezza o altra intollerabile violenzia, ma con il favore degli altri suoi cittadini diventa principe della sua patria […]

    FQ

    Fortunatamente in un articolo di risposta di Angelo Cannatà vengono citati dei passi:
    CITAZIONE
    Riforme: Machiavelli, il Principe e la violenza ‘male usata’ di Renzi

    L’ottimo testo di Maurizio Viroli (il Fatto, 7 gennaio) spiega perché il 2016 consacrerà “la fine della Repubblica” e il consolidamento del principato civile di Renzi. Viroli è acuto studioso del segretario fiorentino, al quale ha dedicato molti testi (cfr. Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia; Machiavelli. Filosofo della libertà; eccetera). “Il regime renziano – scrive – è un principato perché con l’Italicum e la riforma costituzionale Renzi avrà un potere senza limiti.” Aggiunge: “Cardine del potere mediceo era il controllo delle candidature… Né più né meno di quanto fa Renzi.” “Niente di male, per carità… Ma il vivere libero, in una vera Repubblica, è un’altra cosa.” Questi i punti principali toccati da Viroli. Temi seri – esposti con precisione – di cui condivido, per essere chiari, anche le virgole. Renzi vincente. Giusto. Tuttavia.
    Tuttavia, nel libro di Machiavelli ci sono luoghi che dicono (anche) i limiti, i pericoli, i possibili errori del principe. Pagine che aprono un altro scenario sull’attualità e sul presidente del Consiglio. Insomma, Viroli ha ben indicato i punti di forza di Renzi (l’inganno, la demagogia, il cinismo, eccetera); è utile dire i limiti. Vediamo.

    tutto sempre sul FQ
     
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    IL SAGGIO DI MICHELE CILIBERTO (EDIZIONI DELLA NORMALE)
    Niccolò Machiavelli, il repubblicano
    Esce per la collana «Codice europeo» il volume Rinascimento di Michele Ciliberto,
    in cui emerge la figura del filosofo fiorentino, descritto come nemico del potere assoluto
    di LUCIANO CANFORA

    Andrea_Mantegna_059-kZx-U431701098094302TuD-1224x916@Corriere-Web-Sezioni-593x443.jpg?v=20160425223004



    CITAZIONE
    È nata, per le Edizioni della Scuola Normale di Pisa, una nuova collana intitolata «Codice europeo». Sono monografie essenziali: perché riguardano temi e personaggi di primaria importanza, e perché la trattazione è asciutta, appunto essenziale. Il primo volumetto Rinascimento (pagine 112, euro 10), è di Michele Ciliberto, che quelle edizioni dirige e, per esse, aveva già dato vita l’anno passato a una monumentale enciclopedia bruniana: Giordano Bruno. Parole concetti immagini (tre volumi, il terzo dei quali è interamente riservato agli apparati, anche iconografici). Il lemmario dà un’idea della vastità di orizzonti di questa enciclopedia: sia sul versante delle fonti (non solo antiche), sia sul versante degli interpreti moderni di Bruno; speciale cura è stata dedicata alla enucleazione delle realtà fisiche e concettuali che costituiscono la materia prima della riflessione bruniana. Giordano Bruno ritorna, in un breve capitolo conclusivo, anche all’interno di questo volumetto inaugurale della nuova collana. Esso si apre con un capitolo introduttivo che ruota intorno al concetto secondo cui l’idea illuministica di Rinascimento come rottura col passato è una generosa costruzione storiografica da archiviare.

    «Rinascimento», primo volume della collana «Codice europeo» (pp. 112, euro 10)

    Non faremo torto all’autore se diciamo che però è la rilettura di Machiavelli (pp. 39-84) il «cuore» del libro. Contro la consuetudine di porre al centro Il Principe, l’attenzione è rivolta quasi esclusivamente ai Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, e in particolare al libro III. Dunque un Machiavelli soprattutto «repubblicano» e nemico del potere assoluto o monarchico in qualunque forma esso si manifesti. Il Principe appare una sola volta (p. 74), per la celebre, detestabile, immagine del XXV capitolo, sulla Fortuna che va picchiata come si farebbe con una donna («la fortuna è donna, ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla»). Per il resto il saggio elabora una chiave di interpretazione che investe l’intera concezione machiavelliana. Ciliberto la definisce «paradigma della vita». Ed è alla luce di tale «paradigma» — cioè della visione degli Stati come organismi viventi — che interpreta la molto discussa espressione che si trova subito al principio del libro III (cap. 1,1): ricondurre le repubbliche «inverso i principî loro». Una densa nota di Corrado Vivanti (edizione Einaudi, 1983) dà conto delle molte interpretazioni di questo cruciale concetto: ritorno «ai principî», restaurazione del vecchio ordine, ritorno ad uno stato primitivo, ripigliare nuova vita e nuova virtù secondo una suggestione che Garin volle riconoscere nel Politico di Platone, forse noto a Machiavelli nella traduzione di Ficino. Credo che abbia ragione Ciliberto nell’ancorare quel concetto al «paradigma della vita» ed a tentarne un inveramento proprio nella vicenda storica di Roma dalle origini alla deriva autocratica culminata nella vittoria di Cesare. È possibile che la suggestione sia di matrice ermetica, il Lamento di Asclepio da cui Machiavelli trarrebbe la nozione del ritorno a una condizione biologicamente originaria (ciclo che peraltro non può ripetersi indefinitamente).
    Ma proprio perché l’inveramento del «paradigma della vita» è tutto calato nella storia e nella parabola di Roma antica, non andrebbe esclusa la fonte storica latina più apertamente — sin dal proemio — incentrata sul paradigma della vita umana come chiave per interpretare la storia di Roma, e cioè la Epitoma de Tito Livio di Anneo Floro.

    Corriere della Sera / cultura
     
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    Grazie Vannina! E' molto vero che la gente ancora si stupisce della posizione repubblicana di Machiavelli quindi ben venga uno studio che il Principe lo mette proprio da parte!
    Quell'immagine della Fortuna come donna da picchiare mi era tornata in mentre proprio poco tempo fa. E' un po' inquietante, inutile negarlo!
     
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107 replies since 20/5/2011, 12:20   2493 views
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