Cesare Borgia

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  1. Filippa Lillonza II
     
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    CITAZIONE (marie. @ 26/6/2011, 12:47) 
    Ma poi solo a me pare troppo *adulto*?

    Vecchio intendi? Perchè a me sopratutto nelle prime immagini dà questa impressione
     
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  2. Sam 221B
     
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    No guarda, pensavo la stessa cosa, cioè, è morto a 32 anni Cesare, loro si sono conosciuti non tsnto prima della sua morte, a me quello sembra un vecchio barbuto di 50 anni non un baldo giovine 32enne onestamente °°
     
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    Sì esatto, io capisco anche che uno cresca precocemente in epoche del genere ma non penso che la cosa si possa ripercuotere così pesantemente a livello puramente estetico XD mi pare più plausibile il ritratto che sta a Palazzo Venezia

    aUo1u
     
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  4. Sam 221B
     
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    Per l'appunto! poi non capisco in tutti i quadri ha barba abbastanza corta e capelli lunghetti.... che, Leo se lo inventa e se lo fa vegio, barba lunga e capelli corti? Non ho capito.. xD
    Sono abbastanza scettica al riguardo!
     
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    Questa è la moglie di Cesare, Charlotte d'Albret

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  6. brunilde;
     
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    Oddio, prima di leggere pensavo fosse la statua di un uomo xD

    Che dire, ch'aveva naso :lol:
     
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  7. Nainerouge
     
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    si capisce anche perché Cesare l'abbia sposata e mai più vista praticamente XD
     
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    Targa a Logroño.

    mtHmdl


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    Devo andare e baciarla ...il MIO CESARONE :wub:
     
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  10. marie.
     
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    Trovato su un sito di Gravina di Puglia XD per via di certi Orsini che stavano a Gravina.
    Vabè, la storia è nota.

    CITAZIONE
    In “NOTIZIE STORICHE SULLA CITTA’ DI GRAVINA” di Domenico Nardone (IV ed., pag. 182) si legge di una mancata promessa da parte di Papa Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, circa il matrimonio di sua figlia Lucrezia Borgia con Francesco II Orsini, duca di Gravina.
    Papa Alessandro VI condusse una vita privata tanto dissoluta da meritarsi, a buon diritto, le accuse di eretico, simoniaco e infedele da parte di fra Gerolamo Savonarola. Portò avanti una politica spudoratamente nepotistica a favore di suo figlio Cesare, più noto come il Valentino, personaggio che la storia ci presenta senza scrupoli e profondamente disumano. Costui, quanto più cresceva in potenza, tanto più bramava conquiste in Italia a danno di chi osasse opporsi al suo potere senza limiti. Mirando alla conquista del regno di Napoli, spinse il padre Alessandro VI a dare in sposa la spregiudicata e corrotta sorella ad Alfonso d’Aragona, duca di Bisceglie e figlio naturale di Alfonso II.
    Cesare, intanto, riappacificatosi con i reali di Francia, riprese le sue mire espansionistiche con tale fermezza e sicurezza da spingere i signori italiani, che gli erano diventati ostili per la sua famigerata politica, a riavvicinarsi a lui per evitare rappresaglie e vendette.
    Così Paolo Orsini di Roma, Francesco II Orsini di Gravina, Vitellozzo Vitelli, signore di Città di Castello, Oliverotto da Fermo e Lodovico da Todi tornarono al suo servizio aiutandolo nella conquista di Urbino e Camerino. Per ordine di Cesare costrinsero alla resa Sinigaglia, città di Francesco Maria della Rovere prefetto di Roma. Per questi loro servigi attesero una ricompensa dal Valentino che ottennero sì, ma in modo assai diverso dalle loro aspettative.
    Infatti, venuto in Sinigaglia, Cesare invitò a parlamento i signori suddetti, ma fece mettere loro “le mani addosso”. Il giorno dopo fece strangolare Vitellozzo e Oliverotto e assalì con il suo esercito le truppe al servizio dei due malcapitati. L’esecuzione dei due Orsini fu rinviata grazie alla pace fatta dal papa Alessandro con tutti gli Orsini. Ciò, però, non accontentò Cesare che, con inganno pari alla sua fama, invitò a palazzo il cardinale Giambattista Orsini facendolo rinchiudere nella torre Borgia. Nello stesso tempo fece prendere Rinaldo Orsini, arcivescovo di Firenze, il protonotario Orsini e altri di quel nobile e antico casato, impossessandosi delle loro fortezze e delle loro terre.
    Il cardinale morì pochi mesi dopo, secondo una voce comune avvelenato, anche se il papa, nell’allontanare qualsiasi sospetto dalla crudele azione del figlio, lo fece condurre alla sepoltura scoperto per farlo credere morto di malattia.
    Da quel momento non poteva più esserci scampo per Paolo e Francesco Orsini. Forte della complicità del padre in tanti efferati delitti, Cesare, trovandosi a Castel della Pieve presso Perugia, condannò i due malcapitati all’impiccagione. Correva voce che Francesco fosse morto prima. Era l’anno 1503.
    Questa dolorosa pagina storica è stata scritta nel lontano XVI secolo da Francesco Guicciardini in “STORIA D’ITALIA”.

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    Questo è molto bello

    CITAZIONE
    Indeed, Cesare had inherited none of that streak of piety which ran through his family. Alexander was a devotee of the Virgin Mary while Lucrezia developed a deep sense of religion over the years. Cesare’s great-nephew, grandson of his worthless younger brother Juan, even became a saint. But there is little to suggest that Cesare cared anything for God or religion. As a man of the Renaissance, he believed in an egocentric world, taking as his role model his namesake, Caesar. Following the Renaissance concept of the ancient world he believed that the ultimate aim of a man’s life was not heaven but fame and power on this earth, a goal to be achieved by his own individual exercise of skill and valour - ‘virtù’ - to conquer the unpredictable force of fortune - ‘fortuna’ - which ruled the world. Indeed, everything about Cesare pointed to a career other than the one chosen for him. He was a brilliant student - even the hostile historian Paolo Giovo admitted that at the University of Pisa, which he had attended after the University of Perugia, ‘he had gained such profit [from his studies] that, with ardent mind, he discussed learnedly the questions put to him in both canon and civil law’. And in a world which valued courage in war and physical prowess in the exercise of arms, he excelled in strength and competitiveness. He shared his father’s passion for hunting, for horses and hunting dogs and he learned bullfighting from the Spaniards of his own and his father’s households. He had everything with which to succeed, backed, all-importantly, by his father’s powerful position; it all depended upon his father’s life and that, in the nature of things, could not give him unlimited time. Convinced, as he once said, that he would die young, he became driven, devious, dissembling, ruthlessly crushing everyone who stood in his way. As his career progressed, the legend of the Borgia monster was born.

    SARAH BRADFORD

    fonte -- thanks

     
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    Hai ragione è proprio un bel pezzo.
    Credo che la Bradford sia l'unica biografa che sia stata neutra nel giudicare sia Cesare che Lucrezia, inoltre la frase finale dove dice che Cesare divenne ipocrita, ambiguo e senza pietà, la condivido in pieno , come anche il discorso sulla religione, lui era privo di ogni spiritualità, voleva solo la gloria e la memoria.
     
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    CITAZIONE (Nainerouge @ 5/7/2011, 18:25) 
    si capisce anche perché Cesare l'abbia sposata e mai più vista praticamente XD

    lui ci provava semrpe a farla venire, ma a quanto sembra a lei stava bene la separazione stile " io a casa mia tu a casa tua"... e devo dire che alla lunga ha fatto bene
     
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  14. marie.
     
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    Questo rilievo si dice essere di Cesare.

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    Se era veramente così , aveva un naso che gli faceva provincia...
     
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