La congiura dei Pazzi

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  1. ‚dafne
     
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    Il 26 aprile del 1478 la congiura dei Pazzi contro Lorenzo e Giuliano di Piero rischiò di rovesciare il primato politico dei Medici a Firenze.

    Antefatti
    Fra le motivazioni più importanti della congiura c'era probabilmente la forte ostilità di papa Sisto IV (al secolo Francesco della Rovere) nei confronti dei due fratelli Medici. Infatti il pontefice, una volta eletto nel 1471, manifestò subito l'intento di favorire gli interessi dei figli della sorella, sposa di un membro della famiglia Riario.
    In particolare Girolamo Riario spinse lo zio alla conquista dei territori fiorentini per ridurli a uno proprio stato personale. Le nuove acquisizioni territoriali avrebbero potuto fra l'altro incrementare il gettito di denaro nelle casse pontificie che doveva fronteggiare le immani opere promosse dal papa a Roma, come la creazione della Biblioteca Vaticana.
    Fra l'altro Sisto IV mirava ad espandere i possedimenti territoriali pontifici in Romagna e fece occupare ai nipoti i territori fra Imola e Faenza sotto la giurisdizione della Signoria medicea, pronta a contrastarli.
    Mal sopportando la fiera opposizione di Lorenzo il Magnifico e dei Medici, Sisto IV dette il suo pieno appoggio al piano perpetrato dal nipote Girolamo Riario di impossessarsi di Firenze attentando alla vita di Lorenzo e Giuliano de' Medici con l'aiuto di importanti famiglie fiorentine antimedicee.

    Fra costoro c'erano i Pazzi, ai quali il papa aveva affidato l'amministrazione delle finanze pontificie, sottraendo il prestigioso incarico ai Medici. Con tale cambiamento, Sisto IV stabilì una rottura profonda e definitiva con i Medici, dato che la gestione delle finanze pontificie dava l'opportunità di acquisire enormi ricchezze grazie alle commissioni sui movimenti e allo sfruttamento delle miniere di allume in territorio pontificio, che permettevano di detenere il monopolio di questo materiale, usato come fissante per la tintura dei panni.
    Nel contempo, la nuova situazione rinfocolò vecchi rancori e asti fra i Pazzi e Medici che sembravano sopiti in occasione del matrimonio di Guglielmo Pazzi con Bianca de' Medici, sorella di Lorenzo e Giuliano, avvenuto nel 1469.
    Ai vecchi rancori se ne aggiungevano infatti di nuovi. Nel 1477, dopo la morte del ricchissimo Giovanni Borromei padre di Beatrice e suocero di Giovanni de' Pazzi, Lorenzo fece emanare una legge retroattiva che vietava l'assegnazione dell'eredità paterna alle figlie femmine nel caso non avessero fratelli maschi, passandola ai cugini. Con questo atto Lorenzo ostacolava la crescita del patrimonio dei Pazzi. Per parte loro i Pazzi prestarono 30.000 ducati a Sisto IV per finanziare la campagna militare del nipote per conquistare la contea di Imola, dopo che Lorenzo de' Medici aveva rifiutato il medesimo prestito, invitando tutti i banchi fiorentini a fare altrettanto.

    Furono probabilmente queste le scintille che fecero esplodere la congiura organizzata in prima persona da Jacopo e Francesco Pazzi, con il concorso e l'appoggio di molti personaggi importanti e autorità pubbliche forestiere.
    Infatti i Pazzi ebbero il pieno appoggio di Francesco Salviati, arcivescovo di Pisa, a cui i Medici avevano preferito Rinaldo Orsini per sedere sulla cattedra arcivescovile fiorentina.
    Una volta compiuto l'attentato ai due Medici per mano di Giovan Battista Montesecco, sicario di professione, Girolamo Riario avrebbe impegnato le proprie truppe per liberare Firenze. Il papa cercò il sostegno militare di altri stati italiani: la Repubblica di Siena, il Regno di Napoli e probabilmente il Ducato di Urbino nella persona di Federico da Montefeltro. Inoltre mise a disposizione gli eserciti di varie città dello stato pontificio: Todi, Città di Castello, Perugia, Imola.

    Sabato 25 aprile 1478: il piano viene rimandato
    Il piano prevedeva di uccidere con il veleno Lorenzo e Giuliano de' Medici a Villa Medici a Fiesole il 25 aprile, in occasione del banchetto indetto per celebrare l'elezione a cardinale di Raffaele Riario Sansoni. Ma una improvvisa indisposizione di Giuliano costrinse i congiuranti a rimandare la congiura al giorno dopo.

    Domenica 26 aprile 1478: l'attentato
    Il giorno dopo il cardinale Raffaele Riario Sansoni, ignaro di quanto si era tramato, invitò i partecipanti alla festa di Villa Medici alla messa in Duomo a Firenze, da lui officiata. I congiurati convennero che quella era l'occasione propizia per attentare alla vita dei due Medici. Solo il Montesecco, che avrebbe dovuto uccidere Lorenzo, si ritirò rifiutando di far correre sangue in un luogo sacro. Al suo posto si assunsero allora l'incarico dell'omicidio due preti, Stefano da Bagnone e il vicario apostolico Antonio Maffei di Volterra.
    Per non perdere anche questa occasione, Francesco Pazzi e il sicario Bernardo Bandini andarono a prendere Giuliano, ancora indisposto, direttamente in Palazzo Medici per convincerlo a partecipare alla funzione religiosa. Quando entrarono la messa era iniziata.
    Come stabilito, al momento dell'elevazione del Santissimo Sacramento i congiurati si scagliarono sui due fratelli Medici: Giuliano morì travolto dalle innumerevoli pugnalate del Bandini; Lorenzo invece, appena ferito alla spalla, riuscì a fuggire e a rinchiudersi nella Sagrestia delle Messe, mentre l'amico Francesco Nori gli faceva da scudo con il proprio corpo, rimanendo così ucciso al suo posto.

    continua su palazzo-medici

    CITAZIONE
    Medici, omicidio su commissione
    la verità sulla congiura dei Pazzi


    NEW YORK - Grazie alla passione e alla certosina pazienza di uno studioso italiano, dopo oltre cinque secoli uno dei "misteri" della nostra storia passata - il complotto contro i fratelli Medici - è stato risolto. Il 26 aprile del 1478, domenica dell'Ascensione, un gruppo di sicari guidati da Francesco de' Pazzi uccise con diciannove pugnalate Giuliano de' Medici, mentre il fratello maggiore Lorenzo (il Magnifico) veniva ferito e riusciva a scampare alla morte rifugiandosi in sacrestia.

    Oggi, 526 anni dopo i sanguinosi avvenimenti di quella domenica d'aprile - passati alla storia come la Congiura dei Pazzi - Marcello Simonetta, professore di storia e letteratura rinascimentale alla prestigiosa Wesleyan University in Connecticut, è riuscito a ricostruire tutti gli elementi del puzzle, "incastrando" con una prova documentale degna di un grande giallista uno dei protagonisti occulti di quella vicenda. Un potente dell'epoca, un uomo che finora, sia nella cronache contemporanee che nelle ricostruzioni storiografiche successive era riuscito a restarne fuori, a passare indenne da ogni sospetto: Federico da Montefeltro.

    La Congiura dei Pazzi viene di solito presentata come un "affare di famiglia", in cui i Pazzi - potente famiglia fiorentina gelosa della potenza e del carisma dei Medici - organizzarono un complotto per eliminare Lorenzo e Giuliano. Dopo aver tentato di colpirli in diverse occasioni, facendo ricorso a "trucchi" e tradimenti, riuscirono a mettere in pratica il loro piano nel modo più sacrilego e spettacolare, agendo durante la messa solenne nella cattedrale di Firenze.

    Quello che di solito non si dice, e che sui banchi di scuola non abbiamo imparato, è che dietro questa sanguinaria saga familiare si nasconde una vera e propria congiura internazionale, in cui fanno da sfondo, più o meno occulti, i grandi protagonisti dell'epoca: dal papa Sisto IV (Francesco Della Rovere) al nipote Girolamo Riario, dal re di Napoli Ferrante d'Aragona al duca di Urbino Federico da Montefeltro.

    continua su repubblica

    Edited by ‚dafne - 10/10/2016, 21:41
     
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