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Donizetti, Anna Bolena
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CITAZIONE LA TRAMA
L'azione è in Inghilterra. Il primo Atto è a Windsor, il secondo e il terzo in Londra nell'anno 1536.
Atto I
Enrico corteggia la favorita Giovanna, trascurando la regina Anna Bolena. Il re vuole ripudiare la regina per celebrare le nuove nozze. Nel parco del castello, Anna incontra Percy, sua vecchia fiamma. Il paggio Smeton, innamorato di Anna, li spia. Percy, disperato, estrae la spada per togliersi la vita. Smeton interviene per salvare la regina, che crede in pericolo, ma richiama l'attenzione del re. Smeton lascia cadere un ritratto di Anna Bolena. ' il pretesto che Enrico aspettava per chiudere Percy e il paggio in carcere e condannare la regina.
Atto II
Giovanna si reca da Anna per convincerla a confessare ed aver salva la vita. Anna, commossa, la perdona. Intanto, innanzi al tribunale, il paggio si autoaccusa d'esser l'amante della regina, illudendosi di salvarla. Anche Percy innanzi a Enrico confessa l'antico legame d'amore.
Atto III
La corte legge il verdetto di morte per Anna e i suoi complici. Nelle regie carceri londinesi Percy e il paggio rifiutano sprezzanti la grazia d'Enrico, mentre Anna si prepara a salire sul patibolo, ascoltando lontano l'eco dei festeggiamenti per le nozze regali. Prima di morire implorerà il perdono divino sui nuovi sovrani. x
Donizetti, Maria Stuarda
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CITAZIONE ATTO I Inghilterra, Palazzo di Westminster, seconda metà del secolo XVI
Elisabetta annuncia le sue nozze future col re di Francia, per poter rafforzare il regno. Essa è allegra, e Talbot approfitta della sua contentezza per affrontare un argomento delicato: Maria Stuarda. Talbot e Leicester chiedono alla regina la liberazione della povera scozzese, detenuta a Fotheringay in un castello in mezzo al bosco, con l'accusa di alto tradimento. Cecil, il gran tesoriere, invece esorta la regina a non aver pietà. La regina è dubbiosa: ella sa che Maria ama l'uomo amato anche da lei stessa: Roberto Leicester. Lo stesso Leicester si incontra con Talbot, che gli consegna un foglio: è da parte di Maria, a cui Talbot è andato appena fare visita. La regina, insospettita, riesce ad ottenere il foglio, e lo legge. Con furore, afferma che andrà subito alla prigione dove Maria Stuarda è reclusa per parlarle.
ATTO II Nel parco di Fotheringay Maria, reclusa nel castello, rimpiange il suo passato e rievoca i bei momenti vissuti in Francia da bambina con la nutrice Anna. La sua tranquillità viene turbata dai suoni delle trombe da caccia. Giunge Leicester, in avanscoperta che spiega a Maria che la caccia è una scusa per Elisabetta per venire a vederla. Roberto la esorta a rimanere calma dinnanzi alla Regina: con una atto di sottomissione potrà riottenere la libertà. Giungo Elisabetta e il suo seguito tra cui Talbot e Cecil, il gran tesoriere e principale ispiratore del partito che vuole morta la Stuarda. Elisabetta rimprovera a una prostrata Maria di essere stata infedele alla corona inglese insinua che sia stata prodiga di favori verso Leicester per ottenere il suo appoggio. Maria, all'inizio supplichevole, e poi insultata con disprezzo da Elisabetta, al colmo del furore, la copre d'insulti spregevoli. Elisabetta, infuriata più che mai, la fa arrestare, promettendole la scure. Maria si sente come liberata da un incubo, Leicester, Talbot e Anna, dama di compagnia di Maria, sono afflitti. Cecil e i cortigiani gridano il loro sostegno alla sovrana offesa.
ATTO III Elisabetta, nei suoi appartamenti, è indecisa se ordinare la condanna a morte della Stuarda. Cecil convince Elisabetta a firmare la condanna a morte di Maria. L'arrivo di Leicester fa accendere in lei la gelosia, e le preghiere dell'amato non riescono a farla smuovere dal suo proposito, anzi, ottiene di esacerbarla ancora di più: per suo volere, egli dovrà assistere all'esecuzione. Nel castello, Maria teme che la regina si vendichi su Leicester, e in quel momento giungono Talbot e Cecil, a confermarle la condanna. Maria rifiuta di essere confessata da un prete protestante, essendo cattolica, come le offre Cecil. Rimasta sola con Talbot, chiede di essere confessata da un prete cattolico. Talbot rivela di essere prete cattolico, la confessa, e le assolve i peccati. Maria sta per essere decapitata: i familiari, Anna, Leicester e Talbot l'attendono per vederla l'ultima volta (Vedeste? - Vedemmo), mentre Cecil si rallegra per l'imminente uccisione della rivale di Elisabetta. Maria appare vestita a lutto con la corona in testa attesa da Anna e i servi. Implora Leicester di non imprecare ancora contro la condanna, e gli chiede di perdonare, di non serbare rancore e di vederla morire. Scoppiano tre colpi di cannone, segno dell'avvio alla condanna: ma Maria si avvia serenamente al supplizio. x
Donizetti, Roberto Devereux
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CITAZIONE L'azione si svolge nella città di Londra sul cadere del secolo XVI
Atto I
La regina Elisabetta ama il conte Devereux e rifiuta di condannarlo come traditore. Roberto si reca di notte nella stanza di Sara, moglie del duca di Nottingham. In pegno d'amore le dona l'anello che Elisabetta gli aveva regalato e lei, in cambio, gli consegna la sua sciarpa ricamata.
Atto II
La regina accusa Roberto di tradimento, mostrando al duca di Nottingham, la sciarpa ricamata, che Sir Gultiero Raleigh gli ha sottratto. Il duca, riconosciuta la sciarpa della moglie, chiede di sfidarlo a duello. Roberto è arrestato, condannato a morte e rinchiuso nella torre di Londra
Atto III
Roberto supplica Sara di riportare ad Elisabetta l'anello. Sara obbedisce, la regina ordina di liberarlo, ma è troppo tardi. Un colpo di cannone annuncia l'avvenuta condanna capitale. Il duca di Nottingham confessa d'aver ritardato apposta l'arrivo della moglie ed Elisabetta furente li fa rinchiudere entrambi. Ossessionata dal fantasma di Roberto abdica infine a favore di Giacomo I.
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