tbi incontra // ilaria beltramme, autrice di "il papa guerriero"

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  1. marie.
     
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    TBI incontra:
    Ilaria Beltramme


    X7grFJp



    Premessa: chi scrive ha beccato Ilaria Beltramme su facebook proprio mentre leggeva il suo romanzo Il papa guerriero (compra su ibs). Sempre chi scrive ne approfitta per consigliarvi di leggerlo!

    pANeoDr


    Cara Ilaria Beltramme, mi hai dato il permesso di darti del tu e me ne approfitterò spudoratamente! Ti ringrazio ancora di aver accettato di rispondere alle mie domande. La prima è una curiosità personalissima: com'è nato "Il papa guerriero"? Sarebbe a dire, ti è stato "commissionato" o è stata un'idea tutta tua?

    Tutti e due i miei romanzi sono nati da conversazioni con l'Editore. È difficile dire se mi sono stati commissionati o se l'idea è partita da me. Dopo aver scritto di Giordano Bruno in La società segreta degli eretici mi sono resa conto, in fondo, di aver parlato soprattutto della fine “simbolica” del Rinascimento. Per contrasto, in un nuovo lavoro, mi attirava l'idea di raccontare il trionfo di quest'epoca, specie a Roma. Parlando è venuto fuori Giulio II, un nome simbolo del Rinascimento romano. E da lì sono nate le prime idee. La trama, lo sviluppo dei personaggi, il registro linguistico e tutto il resto, invece, sono frutto di riflessioni “in solitaria”.

    La protagonista del romanzo è la cortigiana Isabella, ma ben presto ne subentra un'altra che avrà un ruolo sempre più rilevante: Felice della Rovere. In questo forum ci facciamo un po' un vanto di averla quasi "scoperta" e fatta conoscere anche grazie ai social network: è una figura abbastanza in ombra e la sua biografia è praticamente introvabile. Tu come l'hai conosciuta?

    Siete stati dei veri segugi! Arrivare a Felice non è semplice. Se Raffaello non le avesse dedicato un piccolo ruolo nell'affresco della Messa di Bolsena nelle Stanze Vaticane, secondo me, se ne sarebbe persa ogni traccia. Io l'ho scoperta per caso, mentre facevo ricerche su suo padre. Ho trovato una biografia appassionante, La figlia del papa, scritta da una storica americana che si chiama Caroline P. Murphy [se siete interessati, discussione qua, ndme]. Il suo saggio, per altro, è anche difficilissimo da reperire. Fortunatamente mi sono fatta aiutare da un libraio geniale e sono riuscita a mettere le grinfie su un testo per me fondamentale per comprendere non solo la personalità di Felice Della Rovere, ma – esagero – anche molto della condizione femminile durante il Rinascimento romano. In ogni caso, mi sono immediatamente innamorata di questa donna “terribile” come suo padre. Sicuramente, il fatto che non sia mai stata una regnante (tipo Isabella d'Este) ha decisamente indebolito la sua fama nel corso dei secoli, ma Felice (Felix Ruveris Ursinis) è una donna unica nel suo genere, un misto di tenerezza e rigidità, uno spirito libero, fieramente indipendente. Conscia del suo ruolo a corte, ha saputo ricavarsi il suo spazio autonomo con un matrimonio ideale, che le lasciasse spazio d'azione e le desse la tranquillità economica e il potere per non essere più “la bastarda del papa”, ma la nobildonna che voleva diventare. Di lei ho amato soprattutto i dettagli, le sue piccole ossessioni. Come la collezione di libri economici che custodiva in un baule separato dai testi della sua biblioteca, biblioteca che – fra l'altro – era rinomata negli ambienti intellettuali dell'epoca. O i suoi tanti atti di generosità nei confronti degli Orsini meno fortunati o degli ex servitori. Quelle azioni sono state considerate una sfida in piena regola dagli altri parenti acquisiti (che, si sa, erano assai bellicosi), ma a lei non importava. Si è conquistata il suo territorio palmo a palmo. È una guerriera anche lei. Una guerriera fantastica.

    Isabella e Felice sono per molti versi fatte della stessa stoffa, tanto che a un certo punto mi è parso che fossero l'una l'alter ego dell'altra. Pensi che se Isabella fosse nata Felice e viceversa avrebbero agito allo stesso modo e il risultato sarebbe stato lo stesso, un po' come per proprietà commutativa?

    Assolutamente sì. Isabella e Felice si riconoscono e diventano “amiche” proprio perché sono le persone che sono. Sono uniche nel loro genere. Se riescono a superare tutte le barriere sociali che la vita di corte impone loro, lo si deve alla loro personalità. Anche Isabella è una guerriera che vuole conquistarsi il suo territorio nella “palude” che è Roma in quel momento della storia. Ma Isabella sa come muoversi, ne conosce i punti di forza e sa come sfruttare quelli deboli. Felice, in fondo, agisce allo stesso modo nel suo ambiente. Credo che Isabella riveda se stessa nella figlia del papa. Se tutto fosse andato come aveva previsto sua madre, probabilmente Isabella si sarebbe comunque spinta fino a corte per cercare di migliorare la sua posizione. Ma alle sue condizioni, quelle che le sarebbero tornate più utili.

    La vita di Isabella è molto triste, e mi ha dato l'impressione di reggersi esclusivamente sulla rabbia, e dunque sulla vendetta, in nome delle quali la protagonista mente, tradisce, arriva ad uccidere. Pensi che questo l'abbia condannata in partenza, e che dopotutto avrebbe fatto meglio a dimenticare se non a perdonare?

    Isabella è rimasta profondamente turbata da quello che le è capitato da piccola. Un evento accidentale (che non anticipiamo... Non voglio fare spoiler) molto tragico ha sconvolto il suo mondo perfetto in cui ogni passo della sua vita sembrava gioiosamente predestinato. Isabella sarebbe stata una bambina benestante, avrebbe vissuto una vita comoda, lontana dall'ambiente “professionale” della madre, anche lei cortigiana. E invece il fato, o meglio, l'abuso di potere di alcuni, le distrugge ogni speranza. A quel punto Isabella agisce. Non si ferma a pensare un attimo. È una macchina. Soltanto alla fine comprenderà di aver vissuto una vita a metà. Ottima dal punto di vista economico, ma assolutamente priva di tutte quelle emozioni che rendono un'esistenza degna di essere vissuta. Alla vendetta la mia cortigiana sacrificherà ogni cosa. Quando si ritroverà a dover fare i conti con la sua scelta, se ne renderà conto. Ma non perdonerà. Isabella non perdona. Troverà in altri modi il suo riscatto di essere umano, pur non pentendosi mai. La sua rabbia cieca, in fondo, è l'amica che non l'ha mai abbandonata quando tutto intorno a lei crollava. Senza quella rabbia non avrebbe potuto trovare la forza per prendere in mano la sua vita e, finalmente, viverla.

    Questo romanzo è fortemente "romano", nel senso che la sua Roma, specialmente quella popolare, è molto realistica e ben descritta (ho trovato che il bel personaggio di Nina ne fosse quasi una personificazione). Quando Isabella si trova a Venezia, il lettore (o almeno io) l'avverte quasi come fuori posto. Il ritorno nella città dei Papi è inevitabile, nonostante non prometta nulla di buono, perché sembra che Isabella sia una figlia e un prodotto di Roma, abbia lì le sue radici e non possa vivere in nessun altro posto. E' così? Roma resta un po' tatuata sulla pelle?

    Sì, Nina per me è una specie di Roma personificata (complimenti! Non se n'era accorto nessuno fino a ora!). È cinica e allo stesso tempo di cuore. È attenta alle questioni di potere, eppure, a modo suo, ne è immune. È vera, sempre e comunque. Roma è sempre presente nei miei libri. Come luogo dell'anima il più delle volte. È così anche per Isabella, che si accorge quanto le manchino il caos controllato dei vicoli romani, i pettegolezzi di corte, le trame, le strade, le pietre, tutto, soltanto quando ne è lontana. A Venezia ha quasi una crisi di pianto – ora la definiremmo attacco di panico – nel momento in cui prende coscienza di questa assenza dentro di sé. A me è capitato. Quella è la parte più autobiografica di tutto il romanzo. Quelle lacrime. Roma ci si infila dentro anche se non ci siamo nati, a volte. Se la scegli e ti sceglie, la simbiosi è inevitabile. Mi è mancata ogni volta che ho provato a trasferirmi e sono sempre tornata. Con tutti i suoi difetti è il mio “nido”. Isabella la pensa allo stesso modo.

    Sto leggendo una biografia di Caterina de' Medici in cui l'autore, Jean Orieux, scrive che l'Uomo non è mai stato se stesso come nel Rinascimento, perché in quel momento dava piena espressione della propria grandezza come della propria bassezza. Non trovi che valga lo stesso per la Roma dei Papi, e soprattutto di Giulio II?

    È proprio quello che ho voluto dire nel romanzo. Il Rinascimento non è soltanto fatto da artisti geniali, politiche illuminate, condottieri coraggiosi e città che risorgono. È piuttosto un'epoca in cui si riscopre il ruolo dell'essere umano nella determinazione del suo destino. In questo Isabella, Felice, Giulio II, ma anche Gregorio, il capitano degli stradiotti che ama la cortigiana, personaggi storici e personaggi verosimili sono icone del loro tempo. Non si stupiscono dei meccanismi che muovono il loro mondo, li accettano e si adattano. Ma il loro mondo è tutt'altro che splendente. Lo è in alcuni momenti, ma loro sono perfettamente consapevoli che all'improvviso tutta la luce abbagliante che investe Roma in quegli anni può tramutarsi in un'illusione. Basta un papa che muore, una nuova famiglia che arriva al potere. L'ombra è in agguato, la corruzione, le ingiustizie, l'invalicabilità delle barriere sociali, l'arbitrio prorompono spesso e volentieri con violenza inaudita. Ai lettori contemporanei potrà sembrare un universo crudele e lo è, ma per i miei personaggi è un habitat naturale e si muovono fra le luci e le ombre con una certa agilità. Noi, non dureremmo un minuto in un ambiente del genere.

    Durante le mie ultime visite nella capitale il tuo libro "101 cose da fare a Roma almeno una volta nella vita" è stato utilizzato a mo' di Lonely Planet. Il tuo amore per la città (e per il Dio Tevere) è evidente, ed io vorrei chiederti, qual è il problema di Roma? Avvertiamo un po' tutti che è sempre lo stesso, una specie di peccato originale. Da una parte c'è la Roma metafisica di Paolo Sorrentino, dall'altra la Roma "sepolta viva" che abbiamo visto in uno speciale di Michele Santoro, o che più banalmente vediamo tutti i giorni. Dove abbiamo sbagliato, millenni fa come oggi?

    La doppia voce di Roma ci fa impazzire. Ma ci fa impazzire oggi come faceva impazzire ieri Marziale o Giovenale che si scagliavano contro le contraddizioni della “metropoli” imperiale. Roma è così. La sua eternità, però, è adesso presa a scusa per lasciare morire una città “difficile” ma splendida. Mi chiederei piuttosto dove abbiamo sbagliato noi oggi! Ho l'impressione che nel passato, e millenni fa ancora di più, i romani fossero più in contatto con il tessuto “spirituale” dell'Urbe. Che ci si muovessero dentro come veri cittadini, mentre oggi vedo moltissimi fantasmi che vivono la città come fossero ospiti poco desiderati. Voglio dire che spesso è anche un atteggiamento interiore quello che ci rende Roma nemica. Ovviamente sono mille le questioni di ordine amministrativo che potrebbero essere affrontate per migliorare le condizioni di vita in una città che sembra sempre sul punto di collassare. L'eternità non basta più come scusa. Roma è stata eterna perché è sempre stata in grado di muoversi e di cambiare. Se la città imperiale si fosse cristallizzata nella sua immagine del I secolo non sarebbe arrivata fino a noi. Questo è certo.

    btdK6ne


    Un'altra curiosità non politica (lo giuro!): la pedonalizzazione dei Fori Imperiali è una buona idea o una resa alle rovine, come dice qualcuno? Più in generale, quanto rispetto dobbiamo al suo passato? So che molti si lamentano del fatto che "i cocci" bloccano ogni infrastruttura, eppure quando parlo con stranieri loro si dimostrano molto ammirati dal nostro rispetto per l'antico.

    Per quanto a molti possa sembrare assurdo quello che dico, soprattutto a quelli che sostengono la teoria della “resa” all'archeologia, io dico che ai nostri “cocci” non si sta dimostrando alcun rispetto e anche da molto tempo. Sono favorevole alla pedonalizzazione dei Fori. Ma mi sarebbe piaciuto, in parallelo, assistere anche a una politica che intervenisse sulla mobilità, per esempio, sfruttando bene i tratti navigabili del Tevere. Così, tanto per svuotare il lungotevere. Mi sarebbe piaciuta – da romana – una politica efficace sui mezzi pubblici in generale che assorbisse almeno parzialmente il disagio di via dei Fori chiusa. Una politica che fosse estendibile anche alla periferia romana e non soltanto al centro storico. Insomma non sono i cocci il problema. Quelli, casomai, sono il dato di partenza e la vera ricchezza della città. Qui il problema sono gli uomini. L'ignoranza, gli interessi e – lo ripeto – gli uomini.

    Ti chiamano per dirti che vogliono trarre un film da "Il papa guerriero", ed hai l'ultima parola sugli attori: chi scegli?

    Se anche sopravvivessi (e lo dubito) a una telefonata del genere, perderei immediatamente l'uso della parola per lo choc... Sul serio, non ci ho mai pensato. Lo faccio ora per la prima volta mentre rispondo a questa domanda. Vorrei Sabrina Impacciatore nel ruolo di Felice Orsini. Ed Elio Germano come duca d'Urbino (nella versione giovane, cioè quando incontra Isabella). Isabella non lo so, né Nina che ho costruito avendo sempre in mente Anna Magnani... E Anna Magnani, purtroppo per noi, non c'è più.

    Vorrei chiudere ringraziando ancora una volta l'autrice, che è stata cortesissima con una timida cronica come me. Vi ricordo ancora de Il papa guerriero perché se lo merita!

     
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    A parte che Lau sei BRAVISSIMA. (Veder citato Orieux non sai quanto piacere mi ha fatto, visto che quella è una delle parti migliori della bio)

    Poi

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    Ed Elio Germano come duca d'Urbino (nella versione giovane, cioè quando incontra Isabella).

    Sarebbe il modo migliore per farmi piacere Francesco Maria !

    CITAZIONE
    In ogni caso, mi sono immediatamente innamorata di questa donna “terribile” come suo padre. Sicuramente, il fatto che non sia mai stata una regnante (tipo Isabella d'Este) ha decisamente indebolito la sua fama nel corso dei secoli, ma Felice (Felix Ruveris Ursinis) è una donna unica nel suo genere, un misto di tenerezza e rigidità, uno spirito libero, fieramente indipendente. Conscia del suo ruolo a corte, ha saputo ricavarsi il suo spazio autonomo con un matrimonio ideale, che le lasciasse spazio d'azione e le desse la tranquillità economica e il potere per non essere più “la bastarda del papa”, ma la nobildonna che voleva diventare. Di lei ho amato soprattutto i dettagli, le sue piccole ossessioni. Come la collezione di libri economici che custodiva in un baule separato dai testi della sua biblioteca, biblioteca che – fra l'altro – era rinomata negli ambienti intellettuali dell'epoca. O i suoi tanti atti di generosità nei confronti degli Orsini meno fortunati o degli ex servitori. Quelle azioni sono state considerate una sfida in piena regola dagli altri parenti acquisiti (che, si sa, erano assai bellicosi), ma a lei non importava. Si è conquistata il suo territorio palmo a palmo. È una guerriera anche lei. Una guerriera fantastica.

    Bella la descrizione di Felice, si vede che ci ha tenuto particolarmente a lei e che se l'è sentita in pratica! Penso che abbia molta ragione sul fatto che se fosse stata una regnante la Storia non l'avrebbe dimenticata facilmente e nemmeno il "grande" pubblico. Il fatto che l'abbia messa nel romanzo potrebbe essere molto d'aiuto per riscoprire questo personaggio e speriamo che lo sia XD
     
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    Bravissima Lau! Devo decisamente leggere questo libro u.u mi ha messo una curiosità addosso assurda!
     
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  4. marie.
     
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    Il fatto che di fronte a questo bendiddio vi complimentiate con me è molto dolce da parte vostra <3

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    Penso che abbia molta ragione sul fatto che se fosse stata una regnante la Storia non l'avrebbe dimenticata facilmente e nemmeno il "grande" pubblico. Il fatto che l'abbia messa nel romanzo potrebbe essere molto d'aiuto per riscoprire questo personaggio e speriamo che lo sia XD

    A meno che non mi sfugga qualcosa deve essere il primo romanzo in cui vedo Felice, soprattutto con un ruolo attivo! Nelle biografie a cercarla col lucernino si trova, ma si stenta a farci caso.
    Comunque io pur aver letto la Murphy non ricordavo il dettaglio dei romanzetti, e questo espediente per gli incontri tra Felice ed Isabella mi ha colpito molto. Dal momento che ho di Felice quest'immagine così altera e intoccabile, figurarmela all'improvviso che sbuffa e cerca svago mi ha fatto un po' cambiare prospettiva. Eppure poi è sempre lei, la si vede leggendola in altri contesti. A volte me la immaginavo davvero col volto che le ha dato Raffaello, un dipinto in movimento e un eterno profilo.

    CITAZIONE
    La sua rabbia cieca, in fondo, è l'amica che non l'ha mai abbandonata quando tutto intorno a lei crollava.

    Questo mi "piace" molto, perché è proprio vero. La gente muore, persino Nina muore, le case si perdono, ma la rabbia non ti lascia mai... Molto giusto.

    Poi vorrei dire che questo

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    Roma è così. La sua eternità, però, è adesso presa a scusa per lasciare morire una città “difficile” ma splendida. Mi chiederei piuttosto dove abbiamo sbagliato noi oggi! Ho l'impressione che nel passato, e millenni fa ancora di più, i romani fossero più in contatto con il tessuto “spirituale” dell'Urbe. Che ci si muovessero dentro come veri cittadini, mentre oggi vedo moltissimi fantasmi che vivono la città come fossero ospiti poco desiderati.

    mi sembra veramente un ritratto puntuale. Ogni volta che vado a Roma mi sembra di sentire una canzone triste (generalmente di Gabriella Ferri, di solito Quanto sei bella Roma, che inizia in modo molto festoso e poi diventa struggente) che mi suggerisce sì bellezza perché la bellezza c'è, ma anche tanta incuria e rassegnazione e un trascinarsi stancamente giorno per giorno.

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    Mi sarebbe piaciuta – da romana – una politica efficace sui mezzi pubblici in generale che assorbisse almeno parzialmente il disagio di via dei Fori chiusa. Una politica che fosse estendibile anche alla periferia romana e non soltanto al centro storico.

    A volte mi chiedo perché ci sia tanta smania di incaponirsi su "leggi" assurde come stabilire dove si possa mangiare il gelato mentre i trasporti fanno sempre più accapponare la pelle. Se la metropolitana non funziona un giorno io lì mi perdo, perché detesto i bus soprattutto quando scoppiano. E la quantità di auto a Roma è spaventosa.
     
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    ma ... ma .... * lancia amore e cuccioli per la felice * tutto questo è ... * folleggia con occhia cuoricino *
     
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    Comunque io pur aver letto la Murphy non ricordavo il dettaglio dei romanzetti,

    Non credo di ricordarlo neanche io ! Ricordavo però che era stata molto gentile e umana con la servitù e poi anche il fatto che avesse Statio che la serviva da non so quanti anni e con cui lei in qualche modo "scherzava" me l'ha sempre fatta vedere in una luce quasi più "reale" e meno "storica".

    CITAZIONE
    A volte mi chiedo perché ci sia tanta smania di incaponirsi su "leggi" assurde come stabilire dove si possa mangiare il gelato mentre i trasporti fanno sempre più accapponare la pelle. Se la metropolitana non funziona un giorno io lì mi perdo, perché detesto i bus soprattutto quando scoppiano. E la quantità di auto a Roma è spaventosa.

    I blocchi della metro sono terribili, anche perché come ribadisce anche l'autrice, per la periferia è anche peggio visto che la linea B si ferma sempre più spesso e poi non è neanche possibile girare bene con i bus in centro. Io per andare dal Vaticano a Piazza Venezia ci ho messo 40 minuti buoni e uno strapazzo atroce . Dovrebbero creare una tramvia come hanno fatto a Firenze che colleghi la periferia al centro , sarebbe certo comodo ed eliminerebbe anche qualche auto , poi forse non sarebbe il caso di pedonalizzare e fare più piste ciclabili anche per chi ha intenziione di girare per il centro ?
     
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    Una città seria, bella, civile e vivibile deve avere meno macchine possibile... Avete presente quei servizi che fa Ballarò nei paesi scandinavi per poi confrontarli coi nostri? Ecco XD biciclette OVUNQUE. Però secondo me noi italiani abbiamo una pigrizia particolare, sia a Bari che altrove se chiedo informazioni per arrivare da qualche parte a piedi e ci vogliono più di dieci minuti mi guardano male!
     
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6 replies since 7/5/2014, 16:20   191 views
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