Lutero, Riforma e Controriforma

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  1. phèdre
     
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    Papa Francesco verso la Svezia. "Riforma e scrittura, cattolici imparino da Lutero"

    CITTÀ DEL VATICANO - "Io credo che le intenzioni di Martin Lutero non fossero sbagliate: era un riformatore", ha detto Francesco tornando lo scorso giugno dal viaggio in Armenia. E, nella sostanza, l’ha ripetuto anche pochi giorni fa in Vaticano davanti a una statua dello stesso Lutero che, con scandalo di alcune frange cattoliche più conservatrici, faceva mostra di sé nell’Aula Paolo VI durante un’udienza con gli evangelici: "Al di là di tante questioni aperte che ancora ci separano, siamo già uniti", ha detto il Papa. E così ancora quest’oggi, in una lunga intervista concessa alla Civiltà Cattolica. "Riforma e Scrittura", ha detto Francesco, sono le due parole che vengono in mente al Papa "su cosa i cattolici potrebbero imparare dalla tradizione luterana". E ancora: "All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa". Ma "Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo". Ha, in sostanza, portato avanti una riforma di cui si è parlato anche recentemente, prima dello scorso conclave. "Nelle Congregazioni prima del conclave – ha ricordato Bergoglio - la richiesta di una riforma" è stata "sempre viva e presente".

    È questa la chiave di lettura del viaggio che Bergoglio si appresta a fare (dal 31 ottobre al primo novembre) in Svezia, con tappe a Lund per una preghiera ecumenica e poi a Malmö: fare memoria della riforma di Lutero, una riforma che non ha causato soltanto divisioni, ma anche una purificazione che, piaccia o no, ricorda molto il rinnovamento che il Papa sta cercando di portare all’interno della Chiesa: la lotta contro i privilegi, il carrierismo, la mondanizzazione, e anche contro le piaghe che ancora attanagliano - memorabile in questo senso il suo discorso alla curia romana del dicembre del 2014 - il clero e le gerarchie.

    E non è un caso che proprio pochi giorni prima della partenza del Papa, sia stata Civiltà Cattolica, la rivista di gesuiti vicinissima al Pontefice, a scrivere della buona riforma di Lutero: la sua intenzione era di riformare la Chiesa in senso evangelico, insomma la medesima intenzione che muove Bergoglio. Giancarlo Pani riporta la tesi dello storico Erwin Iserloh secondo cui l’affissione delle 95 tesi sulle indulgenze sarebbe pura leggenda e per di più contraddirebbe le stesse intenzioni del riformatore. Lutero scrisse semplicemente ai vescovi interessati "per un problema di coscienza e di pastorale" in quanto "la predicazione delle indulgenze per la fabbrica di San Pietro è ingannevole perché garantisce la salvezza". Mentre "nessuno è sicuro della propria salvezza. Il vescovo deve predicare non le indulgenze, ma il Vangelo e le opere di carità".

    Certo, la strada della “riabilitazione” di Lutero non muove semplicemente da Francesco. Già Ratzinger si mosse in questo senso, addirittura entrando da Papa nel 2011 nell’ex convento di Erfurt, lì dove Lutero maturò - secondo le parole dello stesso Benedetto XVI - "le sue ineludibili domande su Dio, quelle che in forma nuova dovrebbero diventare anche le nostre di oggi". Come a dire: il Dio di Lutero è il nostro Dio, il suo fuoco riformatore è anche il nostro.

    [...] [C]’è molto in Francesco del fuoco riformatore di Lutero. Dice: "Anche Lutero voleva riformare la sua Chiesa, la Chiesa romana cattolica. Tutti noi sappiamo che la Chiesa ma anche la società hanno continuamente bisogno di essere riformate. E se guardiamo a Francesco, lui oggi sta riformando la Chiesa cattolica. Lutero ha cominciato la sua riforma partendo dalla Bibbia. Penso che ancora oggi sia importante che ogni riforma riparta dalla Bibbia".

    Repubblica

    L'intervista completa a papa Francesco è qui
     
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