Enrico VIII e le sei mogli

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  1. ‚dafne
     
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    Le sei mogli di Enrico VIII ha fatto arricciare il naso a qualche storico inglese, mentre quelli italiani, per ora, l' hanno del tutto trascurato, non ritenendolo degno di nota, forse anche a causa della copertina che pare quella di un romanzo Harmony, sempre allo scopo di attirare più lettori, ma soprattutto lettrici. In Inghilterra l' hanno accusata di aver citato troppe fonti, comprese le meno sicure, di aver usato l' immaginazione nel descrivere gli incontri sessuali del re e persino i suoi pensieri sul letto di morte, di aver arricchito la vita di un paio di mogli che furono tali per troppo poco tempo perché ne siano rimaste tracce credibili. Ma il rimprovero più forte è quello di aver imposto alle sei regine una immagine un po' datata da femministe fuori moda, come quando scrive di volerle sottrarre ai vecchi stereotipi femminili con cui la storia le ha immortalate: e cioè, Caterina d' Aragona la moglie tradita, Anna Bolena la tentatrice, Jane Seymour la buona moglie, Anna di Cleves la brutta sorella, Caterina Howard la ragazzetta cattiva, Caterina Parr la figura materna. Dice la signora, serafica: "La storia è sempre stata scritta senza tener conto delle donne, della loro esistenza, della loro diversità, dei loro pensieri. Io voglio andare oltre quello che gli uomini hanno registrato, mettermi dalla parte delle donne in secoli in cui non avevano voce, intendo voce di donna, neppure quando erano regine". E a proposito di queste sei regine, anche quelle che misero al mondo due future sovrane, Maria I Tudor e la potentissima Elisabetta I, la bella signora dice: "E' vero che tutte, le abbandonate, le decapitate, quelle morte di parto, furono vittime, ma non vittime volontarie. Possedevano invece molta forza e intelligenza in anni, la prima metà del XVI secolo, quando non era pensabile che le appartenenti al sesso debole, possedessero sia l' una che l' altra". Il matrimonio, che significava totale abnegazione e asservimento al marito, era l' unica possibilità di avere un minimo di considerazione sociale:"Per sposare un re, per assurgere al ruolo di regina, bisognava essere donne speciali, in grado di farsi scegliere in mezzo a tutte le altre". "Dovevano assicurare legami dinastici importanti, come fece Caterina d' Aragona, figlia di due monarchi, re Ferdinando d' Aragona e Isabella di Castiglia, oppure essere irresistibili, come Anna Bolena e la giovanissima Caterina Howard: non era necessario che fossero particolarmente belle, ma almeno non brutte. Enrico VIII apprezzava per esempio la bella carnagione e la prima cosa di cui si informava, era che le sue pretendenti non usassero il pesante trucco di allora, che era come una maschera. Di Caterina d' Aragona che nei primi anni amò molto anche se era più vecchia di lui, di sei anni, apprezzò la bella carnagione e i capelli biondi. Mentre il matrimonio, il quarto, con Anna di Cleves fallì e forse non fu nemmeno consumato perché la fanciulla, troppo riservata e solenne, non riuscì a piacere e a eccitare il re che ormai aveva 48 anni ed era grasso, gonfio, con gambe purulente, quella specie di Barbablù del ritratto di Holbein il giovane. Solo Caterina, la prima moglie, se lo era goduto nello splendore della giovinezza, sottile, ben fatto, magro, innamorato. "Rispetto alle donne del popolo, le regine, o comunque le donne della corte, rischiavano di più la vita, nel parto: perché erano assistite da medici che, come si è scoperto dopo, con le loro cure e la loro sporcizia le condannavano quasi sempre alle infezioni e alle febbri puerperali e quindi alla morte". Gli storici non troveranno niente di nuovo nell' ultima storia di Enrico VIII e delle sue mogli, o forse, qualcosa di troppo nell' interpretazione di certi eventi, di certe emozioni, di certi pensieri, che nessun documento d' epoca può riportare: ma per noi lettori comuni, l' ultimo saggio di Antonia Fraser, storicamente inappuntabile, è appassionante e commovente. Non sembra che ci sia niente di male se per una volta lo studioso non sta dalla parte del re (anche se per Enrico VIII l' autrice dimostra molta simpatia), ma da quelle di chi a causa del loro sesso furono destinate a servirlo sino al patibolo.

    Natalia Aspesi, Il re è impotente
    Cere.

    Caterina d'Aragona:

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    Anna Bolena:

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    Jane Seymour:

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    Anna di Cleves:

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    Catherine Howard:

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    Catherine Parr:

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    Fonte: www.pinterest.com/donarodrigue/antic-reconstitution-visages/

    alcune sono nel castello di Warwick, altre a quanto pare da Madame Tussaud. Sono stata in entrambi e non ne ho vista manco una XD ma paZZZZienza.

    Sono veramente impressionata dal realismo di Seymour e Cleves, sembrano vive!

    Edited by ‚dafne - 18/6/2014, 22:58
     
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147 replies since 10/5/2013, 22:05   3474 views
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