Il veleno dei Borgia - Il romanzo perduto dei Borgia (Poison), Sara Poole

Partono tutte dal ghetto ebraico per arrivare in Vaticano dove i Borgia le accolgono come figlie (notoriamente era una famiglia aperta a nuovi elementi) e vanno a farci le signore rimanendo oneste o passandosi solo qualche figlio

Roma, 1492. Papa Innocenzo VIII sta per morire e tra i cardinali già si è scatenata la lotta per la conquista del Trono di Pietro. In un vicolo del ghetto ebraico, il noto alchimista Giordano viene brutalmente ucciso in circostanze misteriose. Decisa a vendicarne la morte, la sua unica figlia Francesca sfida tutte le convenzioni dell’epoca pur di riuscire a diventare avvelenatrice al servizio del cardinale Rodrigo Borgia, il capo della famiglia più famosa e pericolosa d’Italia. Francesca è astuta e coraggiosa e conosce bene le debolezze e i desideri degli uomini. In poco tempo diventa la confidente di Lucrezia Borgia e l’amante di Cesare, erede di Rodrigo, insinuandosi così nelle misteriose e corrotte stanze del potere. Mentre è impegnata a parare i colpi potenzialmente mortali con cui gli avversari del Borgia cercano di eliminarlo, ritrova le tracce dell’assassino del padre e scopre l’esistenza di un complotto diabolico che potrebbe avere un esito catastrofico. Scivolando furtivamente negli oscuri vicoli del ghetto fino a raggiungere i lussuosi saloni del Vaticano, accetta di mettere in gioco la sua vita pur di sventare quella minaccia oscura. Ma tra i suoi nemici c’è anche il perfido e temibile domenicano Torquemada, Grande Inquisitore, che le renderà il compito arduo e rischioso…

Avevo appena messo piede nel fresco atrio di marmo per an
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nunciarmi al capo della servitù quando fui assalita da una ragazzi
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na snella, il cui viso tondo era incorniciato da una massa di bion
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di riccioli ribelli. Quella creatura meravigliosa, che profumava di
viole con un accenno di vaniglia, mi saltò addosso e mi abbracciò
con foga.
«Ero così in pena per te! Perché sei stata via così tanto? Ho
pianto per te... per il tuo amato padre... per tutti e due! Perché
non sei venuta?».
Come facevo a spiegare all’unica, adorata figlia del cardinale
perché l’avevo trascurata in quel modo? Come potevo farmi per
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donare?
«Mi spiace tanto», le dissi, abbracciandola: aveva solo dodici
anni. «Non me la sentivo di vedere nessuno, ma credimi, sape
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vo che mi pensavi e pregavi per me. Ti ringrazio, dal profondo
del cuore».
Lucrezia si calmò e sorrise, ma la sua gioia svanì quando mi
guardò. Ci conoscevamo praticamente da quando era nata.
Eravamo legate dalla consapevolezza di essere figlie di padri potenti e
temuti. Nell’isolamento che ci era imposto, ci eravamo aggrappa
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te l’una all’altra, finendo per considerarci quasi sorelle, in un af
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fetto che consolava entrambe, anche se non avrebbe mai colmato
la distanza sociale che ci divideva.

Un anno prima, mentre si trovava a Roma per una breve visita
con suo padre, Cesare mi aveva baciata. Era una cosa così scioc
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ca da ricordare! Sciocca e pericolosa. E gli sarebbe andata mol
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to meglio (in realtà era riuscito a infilarmi la lingua in bocca e
una mano sotto la gonna, molto vicino a dove il ricordo di lui
ancora mi fa fremere), se non mi fosse venuto in mente che non
ero una stupida servetta pronta ad arrendersi alle sue rozze vo
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glie fugaci.
Ma non potevo nemmeno permettermi di farlo infuriare. Lo co
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noscevo da sempre, così come conoscevo sua sorella.

AU!meang Girls per Glee con i Warbles