Gian Giacomo Caprotti (Salaì)

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  1. marie.
     
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    CITAZIONE
    Presso l’Archivio di Stato di Milano si conserva un documento, datato 21 aprile 1525, che registra l’inventario dei beni di Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì (Oreno, 1480 - Milano, 1524), che fu collaboratore e allievo di Leonardo da Vinci (Vinci, 1452 - Amboise, 1519). Si tratta di un documento di grande importanza perché ha aiutato gli studiosi a comprendere quali rapporti ci fossero tra l’allievo e il maestro. Sappiamo che il Salaì seguì Leonardo in Francia, anche se rimase poco con lui (molto probabilmente non era a fianco del genio quando scomparve): nel 1519, Caprotti tornò a Milano dove, il 19 gennaio del 1524, morì di morte violenta e improvvisa (fu ucciso forse da un colpo di archibugio sparato dai soldati francesi che assediavano la città, nei pressi della casa che aveva costruito sul terreno ricevuto in eredità da Leonardo, oggi noto come la “vigna di Leonardo”).

    [...] Il giovane Caprotti era entrato da bambino, all’età di dieci anni, nella bottega di Leonardo da Vinci, a Milano: è lo stesso artista ad averci dato notizia dell’ingresso del Salaì nel suo atelier. “Jacomo”, si legge nel foglio 15v del Manoscritto C, “venne a stare con meco il dì della Maddalena nel 1490, d’età d’anni 10” (il 22 luglio del 1490). Sappiamo anche dalle fonti antiche che il Salaì era un giovane molto avvenente: Giorgio Vasari, nelle sue Vite, ce lo descrive come un ragazzo “vaghissimo di grazia e di bellezza, avendo begli capelli ricci ed inanellati, pe’ quali Leonardo si dilettò molto”. Nei fogli di Leonardo da Vinci (per esempio il 12554 o il 12557 della Royal Collection di Windsor) vediamo comparire con una certa frequenza un ritratto di giovane di profilo, con i capelli ricci, il naso greco, i tratti leggermente effeminati. Lo stesso tipo compare anche in alcuni fogli del Codice Atlantico, e si pensa che possa trattarsi di ritratti del Salaì (tanto che i profili simili sono stati definiti “di tipo Salaì”).

    Tutto su Finestre sull'Arte



    CITAZIONE
    Ieri Bernardo Caprotti ha donato alla Pinacoteca Ambrosiana l'autoritratto del pittore Gian Giacomo Caprotti (omonimo ma non parente) detto Salaì, l'allievo di Leonardo. Secondo il restauratore Ezio Buzzegoli e lo studioso Maurizio Zecchini, l'opera potrebbe essere dello stesso Leonardo. Ma gli esperti leonardeschi Mrani, Fiorio e Bora escludono che sia del maestro.

    Da Repubblica di oggi.

    CITAZIONE
    Anche se non è Leonardo da Vinci, è un capolavoro


    Bellezza, misteri e coincidenze fra il dipinto del genio e quello del suo allievo amante Gian Giacomo Caprotti detto Salaì



    di Giuseppe Frangi
    Egli, Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì, era morto da oltre un anno, ucciso da un tiro di schioppo il 19 gennaio 1524, ma sulla sua eredità di allievo e amante di Leonardo da Vinci si erano accesi troppi appetiti. Così il 25 aprile 1525 l’autorità aveva predisposto un inventario, per mettere un po’ d’ordine. E nel numero sorprendente di opere elencate era comparso anche "uno Cristo in modo de uno Dio Padre". Cioè un Cristo atteggiato a Salvator mundi. Leonardo s’era avvicinato a questo soggetto sia nella commissione, mai andata in porto, per la potente Isabella d’Este, sia in una lunetta distrutta a fine 1500 in Santa Maria delle Grazie a Milano. Lo scorso anno, inoltre, la grande mostra su Leonardo alla National Gallery di Londra si chiudeva con la "rivelazione" di un’opera inedita proveniente da una collezione privata inglese: un Salvator mundi misterioso e affascinante.
    Comunque la si pensi circa la paternità di quel quadro presentato a Londra, è certo che Leonardo aveva dipinto un’opera con quel soggetto, che con la sua forza iconica era diventata una sorta di prototipo, replicabile nel suo concept così essenziale, probabilmente ispirato al Velo della Veronica, custodito a San Pietro sino al Grande sacco del 1527.
    L’opera donata da Bernardo Caprotti alla Pinacoteca Ambrosiana di Milano è un ulteriore, importante pezzo che arricchisce questa affascinante storia. Il patron dell’Esselunga l’aveva comperata a un’asta di Sotheby’s a New York, con l’attribuzione al Salaì, a un prezzo di 656 mila dollari, quasi doppio rispetto alla stima di partenza.
    Il marchio leonardesco è ben visibile nell’immagine di un Cristo dai lunghi capelli che si depositano a boccoli sulle spalle, nella barba corta e arricciata e soprattutto in quella frontalità che segue un rigore quasi geometrico: basta osservare il modo con cui la curva marcata dei sopraccigli confluisce nella linea perfettamente retta del naso. Rispetto al prototipo, diffuso nel ’600 da una stampa di Venceslaus Hollar, il Salvator mundi Caprotti è una sorta di close-up che punta tutto sulla ieraticità del volto, rinunciando al gesto della mano benedicente e dell’altra mano che regge la sfera del mondo. A dispetto della cattiva fama (il soprannome Salaì viene da Saladino, nell’accezione di "diavolo"), Gian Giacomo mostra di avere imparato il linguaggio intessuto di mistero del maestro.
    Oggi l’opera, per festeggiare l’acquisizione, è stata sistemata nel cuore della Biblioteca Federiciana. Ma la sua naturale destinazione è nella sala che precede, un vero scrigno di opere leonardesche, che fanno coro al celebre Ritratto di musico, autografo certo del genio da Vinci.

    Panorama

    Edited by ‚dafne - 31/3/2021, 00:09
     
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    Questo sviluppo me l'ero perso...

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    L’ultimo dispetto di Caprotti: “Via i miei quadri da Milano”

    Tra le ultime volontà di Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga, spunta a sorpresa anche un dispetto alla città di Milano. L’imprenditore scomparso venerdì a 90 anni, ha cancellato tutte le donazioni di dipinti e opere d’arte previste. E non donazioni di poco conto. A trarne vantaggio sarà infatti il Museo Louvre di Parigi al quale verrà donato l’olio di Manet, La vergine col coniglio bianco («con l’onere che venga esposto accanto al Tiziano originale»). Il motivo del dietrofront di Caprotti? È ben spiegato nel testamento, per una donazione effettuata nel 2013: «Avendo donato alla Pinacoteca di Milano un dipinto di scuola leonardesca di possibile grande interesse ed ingente valore, ed avendo da ciò ottenuto una esperienza molto negativa, fino al dileggio da parte degli studiosi e degli esperti dell’istituzione medesima, segnatamente Monsignor Buzzi e tale Marani, cancello le donazioni previste alla Galleria d’Arte Moderna della città di Milano».

    Caprotti donò un’opera leonardesca che fu “dileggiata” dagli studiosi
    La storia fece scalpore tra i critici d’arte. Il proprietario di Esselunga, nel gennaio del 2007 aveva acquistato a un’asta di Sotheby’s, per 656mila dollari, una Testa di Cristo attribuita al suo omonimo Gian Giacomo Caprotti, artista del Cinquecento, noto come il Salaì, ragazzo di bottega, allievo, modello e compagno di vita di Leonardo. Tra le ipotesi al vaglio degli studiosi la possibilità che la tavola fosse un ritratto realizzato addirittura dallo stesso Leonardo. Ipotesi prontamente demolita da Pietro Marani, ritenuto uno dei maggiori esperti di Leonardo: «È un’opera di alta qualità, ma non ha il vigore, la plasticità, la forza di Leonardo». Il patron di Esselunga evidentemente non ha gradito neppure la freddezza di monsignor Franco Buzzi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana, sull’opera donata da Caprotti.

    secoloditalia
     
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    La scorsa settimana ho visto dal Libraccio questo libro, tra l'altro uscito da poco, che tratta proprio del Cristo di Salaì e dell' 'enigmatica' figura di quest'ultimo. Purtroppo il volume era incartato e non ho avuto modo di sfogliarlo.

    CITAZIONE
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    «Le scienze che sono imitabili sono in tal modo, che con quelle il discepolo di fa equale allo auttore, e similmente fa il suo frutto. Queste sono utili allo imitatore, ma non sono de tanta eccellenzia, quanto sono quelle che non si possono lasciare per eredità, come l'altre sustanzie. Infra le quali la pittura è la prima; questa non s'insegna a chi natura nol concede, come fan le matematiche, delle quali tanto ne piglia il discepolo, quanto il maestro gli ne legge. Questa non si copia, come si fa le lettere, che tanto vale la copia quanto l'origine. Questa non s'impronta, come si fa la scultura, della quale tal è la impressa qual è la origine in quanto alla virtù de l'opera. Questa non fa infiniti figlioli come fa i libri stampati. Questa sola si resta nobile, questa sola onora il suo autore, e resta preziosa e unica, e non partorisce mai figlioli eguali a sé.» - Leonardo da Vinci

    Con l'appellativo "Salaj", Leonardo da Vinci era solito chiamare, come documentano i suoi scritti a partire dal 1494, il fanciullo che aveva accolto nella sua casa quattro anni prima, quando aveva solo dieci anni, e che visse al suo fianco per quasi un quarto di secolo: come garzone in un primo tempo, come aiutante e modello in seguito, oltre a divenire, secondo quanto le fonti ci hanno tramandato, suo allievo e compagno nella vita. Di lui, in realtà, si conosce ben poco, tranne questa opera che oggi per la prima volta viene presentata al grande pubblico. L'unica nella quale si trova indicato con precisione il suo nome. Un documento quindi che potrebbe gettare un po' di luce su di un personaggio ancora avvolto dall'aura di mistero e aggiungere un tassello importante nella storia dell'arte. L'autore del volume, Maurizio Zecchini, presenta un racconto storico emozionante e avvincente ma anche, coadiuvato da una squadra di tecnici, i risultati e le numerose analisi fatte durante il restauro dell'opera.

    ibs

    Edited by theflorentineangel - 21/1/2017, 09:47
     
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    Quello che so di lui lo derivo dalla solita bio di Bramly. Credo che nel forum abbiamo anche accennato da qualche parte che Salaì portava alcuni abiti di Cesare Borgia che non si sa come erano finiti nelle mani di Leonardo xD lui lo definiva 'ladro, bugiardo, ostinato, ghiotto', ma lo mantenne per una vita e lo vestì anche bene anzi benissimo: Forcellino riporta un inventario incredibile dei suoi vestiti che includono stoffe pregiate, damaschi e addirittura pietre preziose. Se ti interessa lo trovi nella preview google di Gli ultimi giorni di Leonardo. Bramly ipotizza che per lui fosse come un figlio, mi pare che non presentasse teorie più audaci che invece trovo spesso altrove.

    Invece l'encliclopedia treccani si limita a questo:
    CITAZIONE
    Salài (o Salaino), Andrea. - Pseudonimo del pittore Gian Giacomo Caprotti (Milano 1480 circa - ivi 1524). Aiuto di Leonardo dall'età di dieci anni, lo seguì a Mantova, Venezia, Firenze e Roma; rimase, però, a Milano dopo la partenza del maestro per la Francia. Non si hanno notizie precise della sua attività pittorica, ricordata dalle fonti; G. P. Lomazzo cita due tavole in S. Girolamo a Milano, poi scomparse.
     
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    Credo che nel forum abbiamo anche accennato da qualche parte che Salaì portava alcuni abiti di Cesare Borgia che non si sa come erano finiti nelle mani di Leonardo XD

    No vabbè. Questa cosa mi è nuova XD
    La biografia di Bramly devo ancora leggerla, e so che è davvero ottima. Al prossimo giro mi tocca prenderla!

    Siccome questa discussione è diventata sua, è giusto postarne i suoi PRESUNTI ritratti:

    PicsArt_01_17_10

    Ad essere bello, direi che lo era. Peccato per il suo caratterino, altrimenti si sarebbe circondato di donne oltre che di uomini! Infondo credo che anche lui abbia avuto un certo fascino ^__^

    jpg

    I San Giovanni di cui si dice che Leonardo lo avesse preso da modello.

    Edited by florentinenymph - 31/3/2021, 14:08
     
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    No vabbè. Questa cosa mi è nuova xD

    Come trivia è fenomenale, credo comunque che sia sempre in Bramly quindi se lo trovi lo leggerai!

    Lui se è quello ritratto sembra senz'altro carino, però ci vado piano a identificare i dipinti perché i visi si assomigliano sempre sia nei dipinti di Leonardo che in quelli dei leonardeschi :/ altro presunto Salaì è questo qua:

    uHJFTxM

     
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    Forse quel bozzetto potrebbe averlo raffigurato da adulto, mentre nel ritratto che ho postato io è stato invece raffigurato da fanciullo? Su questo purtroppo non saprei che dire, ma sul ritratto precedente credo siano sicuri che sia effettivamente lui.

    Quello che mi ha 'scoinvolata' qualche giorno fa, è stata questa robba:

    CITAZIONE
    dddmonsalaitrans

    Leonardo Da Vinci nella Gioconda ha raffigurato il suo giovane amante? Non sarebbe una novità assoluta. L’artista, infatti, ha spesso usato il Salai come modello in diversi suoi quadri come, per esempio, il San Giovanni Battista. Secondo Vincenti la Monna Lisa è dunque un messaggio d’amore che Leonardo ha affidato alla sua opera. La prova è nel ritratto stesso: nell’occhio sinistro della Gioconda è dipinta una S, mentre in quello destro è possibile trovare una L. Le due lettere si riferiscono alle iniziali dell’artista e del suo amante. Inoltre, il nome Monna Lisa sarebbe l’anagramma della frase francese “Mon Salai”.

    La comunità scientifica non accetta completamente queste affermazioni: le trova azzardate e dettate da motivazioni di tipo scandalistico. Difficile dire se la Gioconda di Leonardo Da Vinci, sotto il suo enigmatico sorriso, nasconda un’identità di genere maschile. Di sicuro il legame tra Leonardo e Caprotti era molto stretto: quando il pittore giaceva malato in Francia, il suo pupillo ha lasciato la famiglia e la bottega dove prestava servizio per raggiungere il suo Maestro a Clos-Lucé, nel castello che re Francesco I aveva messo a disposizione del genio assoluto del Rinascimento italiano. Quando Leonardo spirò, il Salai era tra gli eredi maggiormente ricordati dal Maestro. Si dice che la stessa Gioconda fosse parte del lascito a lui riservato.

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    Non dico sia tutta una gran cafonata, ma... per quanto tempo ancora dovremmo aspettare che ci esplodi il cervello? BAH! xD

    CITAZIONE
    quando il pittore giaceva malato in Francia, il suo pupillo ha lasciato la famiglia e la bottega dove prestava servizio per raggiungere il suo Maestro a Clos-Lucé, nel castello che re Francesco I

    Questa devo dire che è un'informazione completamente sballata. Salaì non assistette alla morte di Leonardo, ma al contrario fu solo Francesco Melzi ad essergli vicino in quel momento.

    Edited by theflorentineangel - 18/1/2017, 15:22
     
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    Ma ormai con la Monna Lisa ci si scatena, credo che nessuno abbia più senso del ridicolo perché gli elementi a disposizione sono così pochi che prima o poi uscirà uno che dirà fosse la principessa di Star Wars scesa sulla terra.
     
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    La notizia che ho riporato sopra, l'avevo già vista su molti siti in internet. Il fatto che ci potrebbero esserci le inziali dello stesso Leonardo e di Salaì negli occhi della Gioconda potrebbe essere pure vero. Mi pare infatti che questo tipo di ricerca sia stata effettuata da un professore, però una cosa è certa: non sanno più cosa inventarsi! xD
     
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    La Monna Lisa del Prado è generalmente attribuita a Salaì o Francesco Melzi (come dicevamo, tra allievi di Leonardo è difficile distinguere):

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    CITAZIONE
    Although there are dozens of surviving replicas of Mona Lisa from the 16th and 17th centuries,[3] the Prado's Mona Lisa is said to be, scientifically, the version with the most historical value.[4] Furthermore, the replica was discovered to be possibly painted simultaneously by a student of Leonardo in the same studio where da Vinci painted his own Mona Lisa.[5] Among the pupils of Leonardo, Salaì or Francesco Melzi are the most plausible authors of the Prado's version, though other experts opine that the painting could have been executed by one of Leonardo's Spanish students.[6]

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    Una curiosa informazione sulla Gioconda di Leonardo che ho riletto, ci dice che da un documento d'archivio del 1518 (e da un prezioso testo francese del Seicento) si viene a sapere che proprio negli ultimi anni di vita del Maestro, Salaì vendette cinque suoi quadri a caro prezzo a Francesco I, dopo che l'artista fiorentino glieli aveva affettuosamente regalati. Dunque, la Monna Lisa che si trova oggi legittivamente (e purtroppo) a Parigi, non solo fu esportata dallo stesso Leonardo in Francia, ma fu acquistata dal medesimo re francese tramite Salaì, pagandola al prezzo di ben 12.000 ducati d'oro. Una somma a dir poco notevole! Salaì, mannaggia a te! xD
     
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  12. roberto biggi
     
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    Buongiorno a tutti, ho letto le vostre sul g.g.caprotti detto il salaj , non vorrei mettere altra carne sul fuoco , quindi non mi esprimo , questa mattina sono a farmi un giretto rilassante , qui a Oreno dove nacque GG.caprotti , buona giornata . Roberto biggi
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    Screenshot_20170430-195815

     
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    Piacerebbe anche a me andarci, nonostante non credo ci sia molto da vedere. Ma sarebbe molto suggestivo guardare con i propri occhi (più o meno) lo stesso paesaggio che guardò Salaì, sei secoli fa, con i suoi. Buona passeggiata!

    Se non erro dovrebbe esserci anche la sua presunta casa natia. Un'occhiata non farebbe male! ;)
     
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    Buon primo maggio da Salai =)
     
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  15. Nicole1977
     
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    buongiorno
    qualcuno ha scoperto la precisa data di nascita di salai?

    grazie
     
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16 replies since 12/4/2013, 09:13   778 views
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