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Il ragazzino è un apprendista di Leonardo (spero sia un pre-Salaì XD), quello che pare Emile Hirsch è Giuliano de Medici, il vecchino è papa Sisto, il tipo esotico un ladruncolo che aiuta Leonardo coi suoi "piani". Ora beccatevi la foto di famiglia dei Medici:
CITAZIONE Il protagonista di Da Vinci's Demons è un italiano, perciò la domanda sorge spontanea: avete girato anche in Italia? No, abbiamo girato in Gran Bretagna perché ci davano più soldi. Continuavano a tirarci soldi addosso, e noi abbiamo accettato! Però c'è da dire che nella serie troverete molto green screen, quindi nessuno potrebbe davvero capire che non è girata in Italia. Ma comunque mi piacerebbe molto girare nel vostro paese.
Da come lo vediamo in questa serie, Leonardo sembra un supereroe a tutti gli effetti. Visto il tuo rapporto con i supereroi, a quale pensi che assomigli di più Da Vinci? Direi a Tony Stark, Iron Man. Come Stark, anche Leonardo beveva troppo, a quanto si dice, e pare che fumasse anche oppio. Un sacco di geni sia reali che nella finzione avevano molti demoni e spesso ci andavano a braccetto.
Tu e Christopher Nolan avete ideato un nuovo tipo di supereroe al cinema, con la trilogia di Batman. Lì convivono fantasia e realismo: hai usato lo stesso approccio anche per Da Vinci? Certo. Fare della fantascienza con elementi reali è quello che preferisco. Abbiamo trattato Batman e Bruce Wayne come se si muovesse nel mondo reale, e anche la storia di Leonardo è fantastica ma fondata nella realtà. È una serie cruda, non certo un cartone. Batman è legato al mito, e lo stesso vale per Da Vinci. Per realizzare questa serie mi sono riletto tutti i libri di Joseph Campbell sul Viaggio dell'Eroe e credo che la prima stagione segua molto da vicino questo modello. Durante la lavorazione abbiamo scherzato spesso sul fatto che seguiamo lo schema di Campbell come Guerre stellari, e abbiamo dato a vari personaggi dei nomignoli a tema con Star Wars. Ad esempio, i Figli di Mitra li chiamavamo “Jedi”.
Cosa ci puoi dire del cast? Ho detto a Starz e BBC (che coproducono lo show, ndr) che non volevo una star per il ruolo di Leonardo, perché la star è proprio Leonardo, è al centro di quello che in America chiamiamo high concept. Volevo scoprire una star e per questo abbiamo fatto centinaia di audizioni. L'attore che abbiamo scelto, Tom Riley, credo diventerà una grande star. In TV di solito vogliono i grossi nomi, ma siccome qui è l'idea a essere grande, ho potuto cercare gli attori adatti. Lara Pulver forse è la più conosciuta nel cast, ha fatto Sherlock e True Blood, ma credo che tra un anno tutti riconosceranno gli attori. Sono tutti europei, non c'è nessun americano. Credo ci sia un italiano, gli altri vengono da Gran Bretagna, Francia, Grecia, Islanda e persino Armenia.
Hai dichiarato di avere già in mente sei o sette stagioni di Da Vinci's Demons, e forse anche uno spin-off... Beh, certo si spera che lo show sia popolare e abbia successo, e posso dire che abbiamo già abbastanza materiale per proseguire un bel po'. Non voglio essere troppo specifico sullo spin off, perché prima dobbiamo fare diverse stagioni e poi potremo decidere. Stiamo già iniziando a scrivere la seconda stagione anche se nessuno ha ancora visto la prima. C'è un grosso cliffhanger alla fine della prima stagione, che sarà composta da nove episodi, mentre la seconda forse da dieci. Ci vuole tanto per girarli, perché sono ricchi di dettagli ed effetti visivi. So già il finale della serie e ho in mente un'architettura generale per sviluppare la quale mi occorreranno almeno quattro stagioni. Magari potremmo espandere o contrarre questo numero, arrivando anche a sei o sette. Posso dirvi che nella prima scena del primo episodio è già stato piantato il seme del finale.
Hai già lavorato in TV con FlashForward e ora sei tornato al piccolo schermo. Cosa ne pensi della televisione attuale? Credo che in TV oggi si lavori meglio che al cinema. Adoro la televisione, amo molto Breaking Bad, Il trono di spade, Luther, Sherlock – e non lo dico solo perché Da Vinci's Demons è prodotto dalla BBC, credo davvero che Sherlock sia realizzato in maniera sublime. Ritengo che la coproduzione internazionale sia il futuro della TV, perché permette di creare serie che possano essere apprezzate in tutto il mondo.
il resto dell'intervista qui
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