Da Vinci's Demons S1 NEWS & SPOILERS

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  1. ‚dafne
     
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    TPOTE non mi ha appassionata per nulla, ci ho messo secoli a finirlo e ho dimenticato tutto quello che ho visto il giorno dopo XD però è pure vero che non mi interessava quanto il Rinascimento, l'ho visto giusto per Ian e David.
    In generale non sono una fan del sovrannaturale in tv, però sono tantotantotanto curiosa!

    Intervista allo sceneggiatore dal Roma Fiction Festival:

    CITAZIONE

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    L’annunciato evento della kermesse, le prime scene in anteprima mondiale della blindata serie tv targata dall’eclettico sceneggiatore dei rivoluzionari filologici Batman di Cristopher Nolan. Ladies and gentlemen, David “la mente” Goyer



    Co-abitatore delle architetture mentali post-Inception di Cristopher Nolan. Paterno curioso istigatore di un neo-umanesimo che deborda dalla mitologia dei comics pedinando scaltro l’effige dell’uomo coevo, David Goyer è ormai talento/assicurazione “nel” cinema mainstream.

    Corteggiato dalle major più competitive, sceneggiatore applaudito e millimetricamente radiografato dell’ultima trilogia del pipistrello ferito, Goyer non confuta la propria iper cinesi immaginativa. Per sua fortuna complementare alla innata capacità di precorrere i tempi e i mondi della comunicazione multimediale captando personaggi dalle uova d’oro.

    Abbracciando gli anni nascosti del genio totale Leonardo Da Vinci, irripetibile fruttuoso mistero della storia mondiale, Goyer sforna una serie che ambisce ad un fiato lunghissimo, calcando i conflitti identitari di un uomo eclettico e straordinariamente lungimirante, in preda ai suoi attualissimi “demoni”.

    Nella master class organizzata al Roma FictionFest, in cui Goyer, incalzato dal critico/giornalista Mario Sesti si è aperto a fan e professionisti, sono state presentate tre inedite clip della serie Da Vinci’s Demons, in Italia ad aprile 2013. In fase di premontaggio, con colonna sonora temporanea ed effetti speciali “muti”, i ricchi minuti della fiction offerti in anteprima mondiale dalla BBC (tra le protagoniste del festival) mostrano un cast elegante e una scrittura visiva futuristica e ibrida, che non cerca il documentarismo in costume ma lo stupore dell’intelletto, dentro la “tenebra”. Che Goyer, sfoderando il suo sorriso sornione alla Stanley Tucci, ha in parte svelato alla stampa e al pubblico.

    Come ha trovato la sua creatività espressa in così tanti contesti? Qual è il suo segreto?

    Goyer. “Volevo andare all’università e diventare un detective della squadra omicidi di Detroit. Ma alcuni insegnanti hanno detto a mia madre che dovevo scrivere, fare film. Mi hanno aiutato ad entrare in una scuola di cinema a Los Angeles e ho venduto la mia prima sceneggiatura a 21 anni…Ma già quando ero al liceo un giorno, marinando la scuola, andai a sentire una conferenza di Lawrence Kasdan. Lo rintracciai nel parcheggio e ci parlai finché la sicurezza non mi ha trascinato via. Mi disse ‘Scrivi sempre delle cose che conosci e per studiare vai a New York o a Los Angeles, il prima possibile, se ce la fai lì puoi fare questo mestiere. Solo i tosti sopravvivono”.

    Alla luce della sua formazione quali sono i titoli, libri, film, video games, che l’hanno ispirata?

    G. “Star Wars, Sergio Leone (non lo dico perché siamo in Italia), John Huston, Lawrence D’Arabia…Tra gli autori Borges e la fantascienza…”

    La storia di Da Vinci’s Demons si svolge nell’epoca dei 30 anni di Leonardo, quella zona d’ombra di cui non abbiamo molta documentazione. Uno spazio vuoto per scatenare creatività?

    G. “Ci sono molti gap, buchi nella vita di Da Vinci che non conosciamo. Tra i suoi 28-32 anni. Questi buchi sono una miniera d’oro. Sappiamo che scrisse 13mila pagine di diario, ma ne abbiamo ritrovate solo 7mila. Aveva inventato una mitragliatrice, il prototipo di un elicottero… Nei documenti perduti che cosa poteva esserci?!

    Lei ha detto che la storia della serie tv è un mix tra Indiana Jones, Borges e Sherlock Holmes…

    In realtà, come si accennava, è più Tony Stark. Leonardo era un genio molto tormentato. Io l’ho scoperto leggendo tutti i diari. Molti dicono che fumasse oppio. Straparlava e si metteva nei guai perché diceva quello che pensava. Era uno scienziato, un ingegnere e usava la sua arte per trovare patronaggi, finanziatori…credo avrebbe voluto essere ricordato come scienziato.

    Si è vociferato che nel film ci sono viaggi nel tempo…

    Nella serie tv uno dei personaggi, “il Turco”, dice che il tempo è un fiume. Che scorre ma non è lineare. Credo che il tempo sia circolare, fluido e così è nella mia fiction. Non posso spiegarlo, lo vedrete. Noi vogliamo arrivare a 4-6 stagioni. Ma prometto che l’ultimo episodio sarà intuibile dalle scene del primo. Tutto sarà circolare.

    E’ stato criptico…Una fiction in costume, faticoso. E’ stata una sfida? E non le sembra una contraddizione fare una fiction su un personaggio italiano in Gran Bretagna? Un po’ come fare un film su un personaggio scozzese in Sicilia…

    Dunque, nella fiction ci sono molte citazioni e mi sono molto documentato. Ma il mio approccio è stato più da graphic novel, una miscela di storia e sguardo contemporaneo. E ci saranno molti effetti visivi. Se avessi potuto, e sarebbe stato il mio sogno, avrei girato in Italia, ma è una grossa coproduzione Usa-GB, il Regno Unito, per essere sincero, mi ha dato molti incentivi.

    C’è stata un’ispirazione da Batman?

    Leonardo è stato una sorta di super eroe per la nostra cultura. Il mio Da Vinci reca in sé il germe dell’autodistruzione, nella sua storia esiste a vari livelli il conflitto. Come per Batman ho cercato naturalezza, umanità, non volevo un docudrama, ma ritrarre un uomo fuori dai tempo e con le sue contraddizioni.
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    Edited by marie. - 24/6/2013, 11:52
     
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46 replies since 28/7/2012, 13:46   6085 views
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